Alla scoperta della Val d'Ambra
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Fine settimana con il regalo: due escursioni invece che una :-) In settimana preparo l'invito per esplorare la Val d'Ambra, e Danila e Pierfranco, compagni storici delle nostre escursioni si annunciano dei nostri.
Partiamo da Personico alle 9:45, meteo annunciata da primavera innoltrata, con 20° Celsius per il pomeriggio. Saliamo lungo il comodossimo sentiero fino al bacino artificiale, poi decidiamo di prendere il sentiero di destra salendo (sinistra orografica) per arrivare a Cassinone, e percorrere l'altra sponda al ritorno.
Il sentiero è praticamente un T1 fino a Monastei: ampio, senza problemi, percorribile anche da famiglie con ragazzi, ci innalza velocemente fino a portarci al livello in cui la valle si apre con piccole terrazze, tutte adornate di rustici, per la maggior parte molto ben tenuti. La valle è piena di vegetazione, ma senza foglia: troppo presto ancora. In compenso la via è costellata di fiori. Il versante che saliamo è alberato prevalentemente dal castagno, betulla e faggio.
Arriviamo senza nessun problema ai monti Martra, poco prima del rifugio Monte di Dentro, alle 12:15. Ci mettiamo sulla piccola terrazza per il pranzo, e ci godiamo il silenzio (il rumore d'auto e di "civilità" ce lo siamo lasciati dietro già al bacino), e la vista verso la valle Verzasca, con le belle cime che ci separano.
Alle 13:10 ci rimettiamo in marcia, passiamo Monastei, il ponte sul fiume, e risaliamo fino a Cassinone, dove iniziamo a trovare neve. Lungo il percorso incontro con un bel rospo vanesio (intercettato da Danila), che si lascia fotografare senza battere ciglio.
Da Cassinone si entra in una pineta splendida, che ci accompagnerà quasi fino alla meta, ma il sentiero è decisamente un T2 che richiede attenzione, stretto, con diversi alberi caduti lungo la via, e per complicare tutto neve fradicia in diversi punti non insolati. La pendenza laterale è impressionante, ma si viene appagati da una serie di affluenti che saltano, creano pozze, fanno le paraboliche sulla roccia Passiamo Lobia, con alcuni cascinali, e continuiamo alti fino a vedere nuovamente il bacino, per iniziare la discesa, molto più ripida della salita dell'altra sponda.
Dal bacino rientriamo tranquillamente a Personico, dove arriviamo alle 16:15, traumatizzati dal caldo che vi regna.
Valle bellissima, selvaggia, alcuni abitanti di Personico incontrati al bar al pomeriggio ci consigliano di rifarla tra un due mesetti, quando avrà indossatto la livrea estiva, per cambiare volto completamente.
Partiamo da Personico alle 9:45, meteo annunciata da primavera innoltrata, con 20° Celsius per il pomeriggio. Saliamo lungo il comodossimo sentiero fino al bacino artificiale, poi decidiamo di prendere il sentiero di destra salendo (sinistra orografica) per arrivare a Cassinone, e percorrere l'altra sponda al ritorno.
Il sentiero è praticamente un T1 fino a Monastei: ampio, senza problemi, percorribile anche da famiglie con ragazzi, ci innalza velocemente fino a portarci al livello in cui la valle si apre con piccole terrazze, tutte adornate di rustici, per la maggior parte molto ben tenuti. La valle è piena di vegetazione, ma senza foglia: troppo presto ancora. In compenso la via è costellata di fiori. Il versante che saliamo è alberato prevalentemente dal castagno, betulla e faggio.
Arriviamo senza nessun problema ai monti Martra, poco prima del rifugio Monte di Dentro, alle 12:15. Ci mettiamo sulla piccola terrazza per il pranzo, e ci godiamo il silenzio (il rumore d'auto e di "civilità" ce lo siamo lasciati dietro già al bacino), e la vista verso la valle Verzasca, con le belle cime che ci separano.
Alle 13:10 ci rimettiamo in marcia, passiamo Monastei, il ponte sul fiume, e risaliamo fino a Cassinone, dove iniziamo a trovare neve. Lungo il percorso incontro con un bel rospo vanesio (intercettato da Danila), che si lascia fotografare senza battere ciglio.
Da Cassinone si entra in una pineta splendida, che ci accompagnerà quasi fino alla meta, ma il sentiero è decisamente un T2 che richiede attenzione, stretto, con diversi alberi caduti lungo la via, e per complicare tutto neve fradicia in diversi punti non insolati. La pendenza laterale è impressionante, ma si viene appagati da una serie di affluenti che saltano, creano pozze, fanno le paraboliche sulla roccia Passiamo Lobia, con alcuni cascinali, e continuiamo alti fino a vedere nuovamente il bacino, per iniziare la discesa, molto più ripida della salita dell'altra sponda.
Dal bacino rientriamo tranquillamente a Personico, dove arriviamo alle 16:15, traumatizzati dal caldo che vi regna.
Valle bellissima, selvaggia, alcuni abitanti di Personico incontrati al bar al pomeriggio ci consigliano di rifarla tra un due mesetti, quando avrà indossatto la livrea estiva, per cambiare volto completamente.
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