Anello fra Codera e San Giorgio da Novate Mezzola
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Codera e San Giorgio: due villaggi, due perle, semisconosciute, soprattutto il secondo, localizzati in un angolo delle Alpi ancora poco valorizzato.
Codera, stabilmente abitata fino agli trenta del XX secolo, cosa che pare inspiegabile considerata la sua posizione: incassato al termine di un’impervia valle solcata da profondi dirupi, collegato al capoluogo solo da un lungo sentiero.
San Giorgio è un’altra delle frazioni raggiungibile esclusivamente a piedi percorrendo ripidi sentieri. Sorge su uno sperone roccioso che domina il Lago di Mezzola. All’apparenza racchiuso come in un guscio, e dominato dal granito: costruito sul granito e con il granito, questo minuscolo borgo sembra fuori dal tempo, sospeso in uno spazio indefinibile.
Ma questi sono solo degli antichi borghi che si toccano percorrendo questo anello. Ci sono anche i più piccoli Avedè, Cii e Cola, quest’ultimo, volendo, raggiungibile con una breve deviazione.
È un’escursione adatta alle mezze stagioni e anche a questi nuovi miti inverni. Sconsigliata in piena estate.
LOCALITA' DI PARTENZA. Novate Mezzola, frazione di Mezzolpiano, Via del Castello (m 320).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Se si affronta l’escursione nella stagione invernale, è indispensabile mettere nello zaino i ramponi. Tratti del sentiero, in particolare fra Codera e Cii, rimangono costantemente in ombra ed è facile incontrare tratti ghiacciati; su alcuni ponti si può trovare ghiaccio vivo: pericolosissimi da percorrere senza ramponi (e anche con questi ai piedi bisogna fare molta attenzione).
DIFFICOLTÀ.
T2 (E, secondo la classificazione CAI). L’intero itinerario si svolge su sentieri evidenti, ben tracciati e ben segnalati, parzialmente lastricati (attenzione alle scivolate se bagnati o, peggio, ghiacciati). Alcuni tratti esposti, ma quasi sempre provvisti di protezione a valle.
QUOTA MASSIMA: m 926, lungo il tratto del “Tracciolino” fra Cii e Cola.
QUOTA MINIMA: m 282, a valle della cava di Campo Mezzola.
SVILUPPO: km 13,5.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:00.
TEMPI PARZIALI:
DESCRIZIONE PERCORSO.
Impossibile non notare l’inizio del sentiero per Codera, annunciato da una sovrabbondanza di cartelli. E inizia subito con una scalinata: ma il primo tratto del sentiero è tutto una scalinata. La ripida salita, in poco meno di un’ora, ci porta a transitare nei pressi di una cava abbandonata (m 670) dove, da almeno una ventina d’anni, è parcheggiata (abbandonata) una piccola pala caricatrice cingolata. Raggiunto il ciglio del costone roccioso, la pendenza si fa più dolce e, sempre percorrendo il sentiero ben lastricato, si raggiunge il piccolo borgo di Avedè (m 795). Proseguendo si perde quota per attraversare una stratta valletta, passando sotto un ripido costone roccioso dal quale scende parecchia acqua (sembra di passare sotto una cascata) su un tratto di sentiero protetto da una copertura in cemento armato (una sorta di paravalanghe). Superato questo suggestivo tratto, si sale il versante opposto della valletta raggiungendo il cimitero di Codera con la sua Cappella, che affaccia sul sentiero. Ancora un tratto di sentiero in salita e si entra nel centro abitato di Codera (m 825), dove il sentiero si allarga in uno slargo sul quale affacciano la Chiesa e il Rifugio La Locanda.
Dopo un giro per il caratteristico borgo, nei pressi di una fontana, si prende il sentiero che scende (direzione Sud) il versante infilandosi in un bosco di castagni, raggiungendo il torrente Codera, che si attraversa su un antico ponte in pietra a schiena d’asino. Poco più avanti, si supera la forra della Val Ladrogno un secondo ponte, sempre in pietra, con un’edicola votiva che si erge sul parapetto a monte, al centro dell’arcata. Quindi, si prosegue risalendo il lato sinistro (orografico) della valle giungendo al minuscolo borgo di Cìi (m 860). Qui, un foglio affisso ad una rudimentale bacheca, ci dà il benvenuto e ci informa che Cìi è un “Nucleo di antica formazione (prima del XIV secolo), originariamente chiamato Clivum a causa della pendenza del terreno (si diceva che i suoi abitanti dovevano far indossare la biancheria intima alle galline per evitare che le uova rotolassero a valle!), fu abitato tutto l’anno fino al 1990 (nel 1888: 33 persone; 1990: 3). Dal 1999, l’Associazione Amici della Val Codera ogni anno con i volontari mantiene pulito e falciato il villaggio in memoria di Bundi, Tilu e Migliu, gli ultimi.”
Ripresa la marcia, dopo un breve ma ripido tratto di sentiero si arriva ad incrociare il Tracciolino: una stradina pianeggiante - probabilmente una ferrovia a scartamento ridotto (una Decauville) – che collegava gli impianti idrici di Codera con quelli della Valle dei Ratti mantenendosi costantemente a quota di 920 metri s.l.m. Lo si percorre in direzione Sud-Est passando sotto Cola e attraversando il Vallone di Revelaso, con bei scorci panoramici sulla piana del lago, per poi proseguire fino ad incontrare, sulla destra, la deviazione per San Giorgio, che si scorge più sotto su di un promontorio. Si scende per il ripido sentiero passando per il particolare cimitero, in parte ricavato in una caverna, si scende per il sentiero a gradini, fino a fare ingresso al piccolo villaggio.
Dalla piazzetta antistante la chiesa (risalente al 1780, come riportato dall’incisione sopra il portale) si imbocca il sentiero che, aggirando le ultime case poco sopra, percorre il versante nord del promontorio. Giunti in corrispondenza di una vecchia cava abbandonata (ampio panorama su Val Chiavenna e sulla piana del lago), si scavalca la cresta e si inizia una ripida discesa con innumerevoli tornanti, che porta alla cava di Campo. Aggirando l’ambito di cava si raggiunge la strada asfaltata e, dirigendosi a Nord, si supera il ponte sul torrente Codera e si fa ritorno a Mezzolpiano.
NEVE.
Non c’è né traccia.
METEO.
Cielo sereno. Ventilazione: brezza leggera in rafforzamento da mezzogiorno fino a brezza tesa. Temperatura molto elevata per il periodo con forte inversione termica: alla partenza 9°, a Codera 19°, al termine 21° (e siamo a gennaio!).
FREQUENTAZIONE.
Nessun incontro. A Codera il rifugio “La Locanda” è aperto. A San Giorgio, alcune finestre aperte e gatti in giro.
COMPAGNI: Paolo.
Codera, stabilmente abitata fino agli trenta del XX secolo, cosa che pare inspiegabile considerata la sua posizione: incassato al termine di un’impervia valle solcata da profondi dirupi, collegato al capoluogo solo da un lungo sentiero.
San Giorgio è un’altra delle frazioni raggiungibile esclusivamente a piedi percorrendo ripidi sentieri. Sorge su uno sperone roccioso che domina il Lago di Mezzola. All’apparenza racchiuso come in un guscio, e dominato dal granito: costruito sul granito e con il granito, questo minuscolo borgo sembra fuori dal tempo, sospeso in uno spazio indefinibile.
Ma questi sono solo degli antichi borghi che si toccano percorrendo questo anello. Ci sono anche i più piccoli Avedè, Cii e Cola, quest’ultimo, volendo, raggiungibile con una breve deviazione.
È un’escursione adatta alle mezze stagioni e anche a questi nuovi miti inverni. Sconsigliata in piena estate.
LOCALITA' DI PARTENZA. Novate Mezzola, frazione di Mezzolpiano, Via del Castello (m 320).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Se si affronta l’escursione nella stagione invernale, è indispensabile mettere nello zaino i ramponi. Tratti del sentiero, in particolare fra Codera e Cii, rimangono costantemente in ombra ed è facile incontrare tratti ghiacciati; su alcuni ponti si può trovare ghiaccio vivo: pericolosissimi da percorrere senza ramponi (e anche con questi ai piedi bisogna fare molta attenzione).
DIFFICOLTÀ.
T2 (E, secondo la classificazione CAI). L’intero itinerario si svolge su sentieri evidenti, ben tracciati e ben segnalati, parzialmente lastricati (attenzione alle scivolate se bagnati o, peggio, ghiacciati). Alcuni tratti esposti, ma quasi sempre provvisti di protezione a valle.
QUOTA MASSIMA: m 926, lungo il tratto del “Tracciolino” fra Cii e Cola.
QUOTA MINIMA: m 282, a valle della cava di Campo Mezzola.
SVILUPPO: km 13,5.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:00.
TEMPI PARZIALI:
da | Mezzalpiano | a | Avedè: | ore 1:20; |
da | Avedè | a | Codera: | 45 minuti; |
da | Codera | a | Cii: | 25 minuti; |
da | Cii | a | innesto su Tracciolino: | 10 minuti; |
da | innesto su Tracciolino | a | bivio per San Giorgio: | 55 minuti; |
da | bivio | a | San Giorgio: | 25 minuti; |
da | San Giorgio | a | Mezzalpiano: | ore 1:10. |
DESCRIZIONE PERCORSO.
Impossibile non notare l’inizio del sentiero per Codera, annunciato da una sovrabbondanza di cartelli. E inizia subito con una scalinata: ma il primo tratto del sentiero è tutto una scalinata. La ripida salita, in poco meno di un’ora, ci porta a transitare nei pressi di una cava abbandonata (m 670) dove, da almeno una ventina d’anni, è parcheggiata (abbandonata) una piccola pala caricatrice cingolata. Raggiunto il ciglio del costone roccioso, la pendenza si fa più dolce e, sempre percorrendo il sentiero ben lastricato, si raggiunge il piccolo borgo di Avedè (m 795). Proseguendo si perde quota per attraversare una stratta valletta, passando sotto un ripido costone roccioso dal quale scende parecchia acqua (sembra di passare sotto una cascata) su un tratto di sentiero protetto da una copertura in cemento armato (una sorta di paravalanghe). Superato questo suggestivo tratto, si sale il versante opposto della valletta raggiungendo il cimitero di Codera con la sua Cappella, che affaccia sul sentiero. Ancora un tratto di sentiero in salita e si entra nel centro abitato di Codera (m 825), dove il sentiero si allarga in uno slargo sul quale affacciano la Chiesa e il Rifugio La Locanda.
Dopo un giro per il caratteristico borgo, nei pressi di una fontana, si prende il sentiero che scende (direzione Sud) il versante infilandosi in un bosco di castagni, raggiungendo il torrente Codera, che si attraversa su un antico ponte in pietra a schiena d’asino. Poco più avanti, si supera la forra della Val Ladrogno un secondo ponte, sempre in pietra, con un’edicola votiva che si erge sul parapetto a monte, al centro dell’arcata. Quindi, si prosegue risalendo il lato sinistro (orografico) della valle giungendo al minuscolo borgo di Cìi (m 860). Qui, un foglio affisso ad una rudimentale bacheca, ci dà il benvenuto e ci informa che Cìi è un “Nucleo di antica formazione (prima del XIV secolo), originariamente chiamato Clivum a causa della pendenza del terreno (si diceva che i suoi abitanti dovevano far indossare la biancheria intima alle galline per evitare che le uova rotolassero a valle!), fu abitato tutto l’anno fino al 1990 (nel 1888: 33 persone; 1990: 3). Dal 1999, l’Associazione Amici della Val Codera ogni anno con i volontari mantiene pulito e falciato il villaggio in memoria di Bundi, Tilu e Migliu, gli ultimi.”
Ripresa la marcia, dopo un breve ma ripido tratto di sentiero si arriva ad incrociare il Tracciolino: una stradina pianeggiante - probabilmente una ferrovia a scartamento ridotto (una Decauville) – che collegava gli impianti idrici di Codera con quelli della Valle dei Ratti mantenendosi costantemente a quota di 920 metri s.l.m. Lo si percorre in direzione Sud-Est passando sotto Cola e attraversando il Vallone di Revelaso, con bei scorci panoramici sulla piana del lago, per poi proseguire fino ad incontrare, sulla destra, la deviazione per San Giorgio, che si scorge più sotto su di un promontorio. Si scende per il ripido sentiero passando per il particolare cimitero, in parte ricavato in una caverna, si scende per il sentiero a gradini, fino a fare ingresso al piccolo villaggio.
Dalla piazzetta antistante la chiesa (risalente al 1780, come riportato dall’incisione sopra il portale) si imbocca il sentiero che, aggirando le ultime case poco sopra, percorre il versante nord del promontorio. Giunti in corrispondenza di una vecchia cava abbandonata (ampio panorama su Val Chiavenna e sulla piana del lago), si scavalca la cresta e si inizia una ripida discesa con innumerevoli tornanti, che porta alla cava di Campo. Aggirando l’ambito di cava si raggiunge la strada asfaltata e, dirigendosi a Nord, si supera il ponte sul torrente Codera e si fa ritorno a Mezzolpiano.
NEVE.
Non c’è né traccia.
METEO.
Cielo sereno. Ventilazione: brezza leggera in rafforzamento da mezzogiorno fino a brezza tesa. Temperatura molto elevata per il periodo con forte inversione termica: alla partenza 9°, a Codera 19°, al termine 21° (e siamo a gennaio!).
FREQUENTAZIONE.
Nessun incontro. A Codera il rifugio “La Locanda” è aperto. A San Giorgio, alcune finestre aperte e gatti in giro.
COMPAGNI: Paolo.
Note bibliografiche:
- Teso di Antonio Boscacci, foto di Luisa Angelici e Antonio Boscacci – San Giorgio Piccolo mondo di granito, in: “Rivista della montagna”, anno XXVI, gennaio 1996; pag. 51.
Tourengänger:
Alberto C.

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