Monte Bar Q1813 (ciaspole)
|
||||||||||||||||||||||
Prima ciaspolata dell’ inverno 2009, anche se a dire il vero l’inverno di calendario non e’ ancora iniziato, quello meteo invece ci ha gia’ regalato i primi freddi e le prime nevicate.
Visto che abbiamo appena tolto le ciaspole dal chiodo (le avevamo appese lo scorso marzo), decidiamo per una classica delle racchettate: il Monte Bar, in Val Colla.
Mai mi stanchero’ di dire che questa zona e’ con le sue zone limitrofe, tra mie preferite : Val Cavargna, Val Albano, Val Morobbia, il San Jorio ed il San Lucio.
Alle 8:45 siamo a Corticiasca, in Val Colla, ci sono 2 gradi, e la neve non e’ abbondante, ma presente ovunque.
Alle 9 partiamo, risalendo le strette vie a gradini del paese, fino alla strada asfaltata che porta agli alpeggi. Inutile salirla in auto, e’ stretta, non pulita e non ci sono aree di sosta se non, giustamente, per gli abitanti.
Fa abbastanza freddo, partiamo ben coperti, il sole si fara’ vedere, ma non molto.
Lasciamo la strada asfaltata, in corrispondenza delle paline con indicazioni per la Capanna Monte Bar. La pista e’ ben battuta e la neve si trova a tratti abbondante, anche 30-35cm, a tratti quasi inesistente. Seguiamo il sentiero, da parte mia l’ ho percorso a febbraio con Roberto, la destinazione era la stessa di oggi, ma una tormenta di vento e neve ci ha bloccati all’ Alpe Musgatina, senza neanche poter vedere ne’ la capanna ne’ la cima.
La prima parte sale con tornanti alla località Cozzo, poi sale nel bosco di abeti fino a sbucare in un piccolo pianoro in corrispondenza di un cancelletto di legno. Qui si intravvede la prossima tappa, l' Alpe Musgatina a Q1400 circa, con neve abbondante si taglia per diretta, oggi seguiamo in parte il sentiero e le numerose tracce.
Un cartello segnaletico ci ricorda che siamo in un' area militare (intorno ad Isone ci sono caserme ed aree di esercitazione), ma viene da sorridere a vedere un cartello che invita a non raccogliere "bombe" con le mani ...
Intorno il paesaggio è ovattato, un pò dalla neve, ma anche da un cielo grigiastro, sembra neve sporca. Si vede bene Lugano ed il lago, la catena tra Tamaro e Lema.
Oggi sono particolarmente fuori forma, il fiato gia’ e’ quello che e’, ma anche le gambe sembrano legnose, due tronchi, scherzandomi Paolo mi chiama Pinocchio ...
Mi sorpassano tutti, anche quelli partiti molto dopo, anche quelli che arriveranno domani ..., ma io proseguo, lentamente ma avanzo.
Poco sotto la capanna, Paolo sprofonda nella neve fino al bacino, si dimena nella neve per uscirne, si siede sul tappeto bianco e indossa le ciaspole.
E’ venuto il momento di racchettare, la neve e’ a tratti troppo soffice per portare il nostro dolce peso.
Ci sono gia’ varie persone all’ interno, ed i gestori puliscono l’ entrata dalla neve.
Con Paolo ci intendiamo subito, concordiamo senza alcun dubbio che pranzeremo qui, con le gambe sotto il tavolo ed al caldo. I panini tornano a casa.
Il mio compagno parte di buona lena, fa molto freddo e non se la sente di aspettarmi se non in cima, vai vai ............, io arrivero’.
Passo dopo passo, arrivo anch’io al ripetitore che segna la vetta ed alla palina con la quota.
Tira un vendo gelido, Paolo e’ arrivato in largo anticipo su di me, si stava congelando nell’ attesa.
Giro di foto a 360 gradi, il panorama e’notevole, a Nord il Pizzo Claro, poi il Camoghe’, il Garzirola, le Grigne, il Generoso, Lugano ed il lago, la catena del Rosa, il lago Maggiore (un piccolo angolo), la catena Lema-Gradiccioli-Tamaro , il San Lucio con i due rifugi.
Sotto di noi il Pizzo di Corgella, e’ tra le tante mete gia’ “conquistate” (e anche qui mi ripeto, sono queste che hanno conquistato noi), molte in programma, altre che non considero perche’ fuori portata … ma sognare non costa nulla.
Tutto sotto un bel bianco silenzioso e pulito, peccato per il vento gelido, ma qui e’ spesso cosi’.
Autoscatto di vetta, e ritorniamo velocemente sui nostri passi, una bella discesa.
Entriamo alla capanna Monte Bar, in posizione stupenda e panoramica verso Lugano.
E’ accogliente, pulita e si mangia bene. Gli scarponi (e le ciaspole ...) si tolgono al piano terra, si sale al primo piano per il pranzo solo con le ciabatte da giardino tipo crocs, a disposizione ed in varie misure su un apposito scaffale.
La sala da pranzo e’ al primo piano, c’e’ molta gente. Ci sediamo e pranziamo al caldo.
E’ meraviglioso pranzare in vetta in una bella giornata, ma d’ inverno un pasto caldo, in un ambiente caldo fa decisamente molto piacere.
Dopo un’ oretta ci prepriamo a scendere, facendo tappa per caffe’ e grappino all’ Alpe Musgatina, dove le ciaspole ritornano ad essere appese allo zaino.
Ottimo il caffe’ ed anche il grappino, manca Bob quindi niente finale con il Braulio (ma siamo proprio dei viziosi alcolizzati!), ma abbiamo gia’ programmato di consumare il the caldo di Paolo quando torneremo all’ auto.
Scendiamo molto velocemente, e’ ovvio qui il mio fiato non va in riserva …
Dopo 1:30 dalla Capanna e meno di 2h dalla vetta siamo di nuovo a Corticiasca, al parcheggio.
Ci cambiamo, contenti della giornata, abbiamo ciaspolato (come volevamo) e raggiunto la vetta.
Uno dei due “mancanti” direbbe tutto bello, peccato per la compagnia …
Altre foto, la panoramica dalla vetta a 360°, diario, file e cartine sul nostro sito
Kommentare (4)