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Vista da Giorgio - (giorgio59m)
Per l'escursione di oggi propongo agli amici di sforare nella bergamasca, lo abbiamo fatto di recente visitando la Diga del Gleno, e pensavamo fosse un'occasione sporadica, invece abbiamo scoperto che scendendo da Culmine San Pietro (poco sopra Moggio) si scende in Val Taleggio, con nuove cime da scoprire.
Dalla cima del Sodadura avevo visto la vicina cima del Baciamorti, spesso concatenata al Sodadura partendo dai Moggio o dai Piani d'Artavaggio, e avevo indagato sulle vie d'accesso, le due principali sono proprio quella dai Piani di Artavaggio tramite il "sentiero degli stradini" e la seconda quella da Pizzino in Val Taleggio.
Bisogna considerare che le giornate sono molto brevi in questo periodo, quindi escursione breve, ma non per questo meno di soddisfazione.
Ho visto alcuni video di salita al Baciamorti (ce ne sono diversi su youtube) e mi sono persuaso che la cresta dal passo Baciamorti era la più bella, anche se più faticosa, via di salita, mentre per la discesa il sentiero verso il Monte Aralalta ed il rifugio Gherardi era bello da percorrere sul ritorno.
Come ben descritto da Imerio, partenza da Capo Foppa dopo aver pagato i 2€ per la strada a pedaggio a Pizzino (la colonnina si trova in uno slargo-parcheggio dove si trova il cartello di divieto. La strada è percorribile con qualsiasi auto, è asfaltata tranne gli ultimi metri del parcheggio.
Saliamo seguendo la strada cementata di servizio al Gherardi, prende rapidamente quota, ad un bivio la abbandoniamo (sarà il percorso di ritorno) per seguire le indicazioni per il passo Baciamorti. Si passa da un rocolo di caccia (attivo al momento con i richiami appesi nelle gabbie attorno alla postazione), passiamo via veloci coscienti che abbiamo certamente disturbato i cacciatori.
Vediamo la lunga cresta che sale alla nostra cima di oggi, tutta aperta su vasti declivi prativi, non vediamo l'ora di percorrerla.
Un lungo travero nel bosco ci porta a sbucare alla Baita Baciamorti, da qui uno strappetto in salita ci porta al Passo Baciamorti.
Ci sono varie interpretazioni di questo strano toponimo, se siete curiosi basta inserire in google "perchè si chiama baciamorti".
La più diffusa è legata ad una antica consuetudine di trasportare attraverso il passo i corpi delle persone decedute in Val Brembana per essere seppellite nella loro terra d'origine in Val Taleggio. Al passo Baciamorti avveniva la consegna del defunto al parroco della destinazione, ed i parenti salutavano la salma con un bacio d'addio, "basamorcc" italianizzato nel toponimo Baciamorti.
Il passo collega appunto la Val Taleggio con la Valle Asinina quindi con la Val Brembana.
Al passo inizia la vera fatica, la cresta è lunga 2.3km per 460mt di dislivello, ma assicuro che è proprio bella da percorrere.
Salendo a sinistra i vasti prati verso la Val Taleggio, sul lato opposto i ripidi versanti dove tra roccia e vegetazione abbiamo potuto scorgere vari camosci.
Arrivo in vetta ultimo come sempre, ma mi sono proprio goduto questa salita.
Foto e dronata per poi proseguire in cresta, a poche centinaia di metri c'è la croce del Monte Aralalta Q2003, poi si scende ripidi passando dalla Baita Cabretondo, si prosegue sempre su ottimo sentiero in piano per poi scendere ripidi ad una bocchetta dove sale un sentiero dal lato della bergamasca.
Poco oltre si trova la bocchetta di Regadur con una bella baita poco sotto, proseguendo in cresta si raggiunge il passo Sodadura e la cresta E del Sodadura.
Noi invece scendiamo su un bel sentiero, con evidenti tracce di MTB, sentiero che traversa su un pendio molto ripido e friabile ma senza difficoltà, poi scende in un bosco di pino mugo (e qui quasi tutti ricordano la celebre frase di Mauro Corona), per sbucare in alto ai Piani d'Alben che ospitano l'ex rifugio Cesare Battisti, più in basso il frequentatissimo Rifugio Gherardi ed un numero imprecisato di laghetti o pozze tutte gelate.
Scendiamo al Gherardi, chiuso in settimana in questo periodo, per pranzare all'esterno sotto un timido sole.
Il tepore del sole dura poco, nuvole scure lo ofuscano, e ci tocca coprirci bene per il freddo.
Il pranzo viene così notevolmente accorciato, abbiamo la piacevole abitudine di sostare almeno 1h30 ma stavolta ci affrettiamo a scendere anche perchè camminando ci si scalda un pò.
Ritornati al bivio dove in mattinata abbiamo deviato per il Passo Baciamorti, scendiamo per un breve tratto sulla strada cementata per poi prendere un sentiero che indicava Foppa a 15min, 5m risparmiati.
Arrivati al parcheggio prima delle 14:00, mai così presto, la digestione non è ancora iniziata.
Direi che nonostante un viaggio in auto un pò più lungo del solito eravamo tutti soddisfatti del giro e dei panorami che ci ha regalato.
Non solo, abbiamo già individuato qualche giretto futuro ....
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