Monte Marnotto (2088 m) – Bike & Hike


Publiziert von siso , 15. November 2024 um 17:40.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:13 November 2024
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Mountainbike Schwierigkeit: WS - Gut fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:30
Aufstieg: 1044 m
Strecke:Malè (1186 m) – Alpe del Rozzo (1473 m) – Alpe Mutata del Rozzo (1615 m) – Colma (1962 m) – Mottone di Rozzo o Sasso del Cavallo (2062 m) – Bocchetta di Rozzo (2020 m) – Monte Marnotto (2088 m) – Il Pizzone (1742 m) – Malè (1186 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Lugano – Gandria – Porlezza – Carlazzo – Valle Cavargna – Cusino – A Cusino, nei pressi del Ristorante Bellavista, si abbandona la SP10 e si imbocca alla destra la Via Don Paolo Bianchi per Malè (Pedaggio giornaliero di 3.- €, da pagare alla colonnina ticket) – Parcheggio di Malè.
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo Locanda Maria, Malè.
Kartennummer:C.N.S. No. 1334 – Porlezza - 1:25000; Carta turistico – escursionistica Strade di Pietra No. 3 - 1:30000.

Escursione nella suggestiva Valle Cavargna, con partenza dall’abitato montano di Malè, chiamato anche Lugone, nel territorio comunale di Cusino.

Il toponimo “marna” designa una ‘ripida conca avvallata’.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.45

Fine dell’escursione: ore 13.10

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1027 hPa

Temperatura alla partenza: -1.5°C

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2300 m

Temperatura al rientro: 16,5°C

Velocità media del vento: 5 km/h

Sorgere del sole: 7.21

Tramonto del sole: 16.53

 

Sveglia alle 5:55, partenza da casa alle 6:52, arrivo a Malè (1186 m) alle 8:22, dopo 46,8 km d’auto.

Parcheggiata l’auto nei pressi del laghetto artificiale e dell’area di svago, alle 8:45 inforco la bici e imbocco la pista agro-silvo-pastorale che sale verso l’Alpe del Rozzo.

È un mercoledì di bel tempo, senza vento. Malgrado la rigida temperatura alla partenza, il sole riscalda in breve tempo l’aria, rendendo la gita gradevolissima. C’è poca affluenza oggi; vedo solo qualche cacciatore e un paio di passeggiatori con il cane.

Confermo e condivido gli apprezzamenti espressi dagli enti turistici della valle:

“Il paesaggio e l’ambiente naturale offerti dai monti di Cusino sono davvero notevoli; di fronte si scorge il contrasto geomorfologico tra le aspre bastionate dolomitiche del Monte Pidaggia e i dolci pascoli di Malè, le dense faggete con alberi di dimensioni ragguardevoli e la veste rurale del paesaggio.”

Da Malè passa pure il noto “Sentiero delle 4 Valli”, che in 45 km congiunge Breglia sopra Menaggio a Dasio in Valsolda sopra il Lago di Lugano.
La frazione di Malè è un villaggio ben tenuto di case di vacanza, un tempo utilizzato per il pascolo. Il sito è molto frequentato perché vi è anche il Santuario della Madonna della Salute, eretto tra Otto e Novecento per opera dei parroci di Cusino al fine di tenere viva la fede della numerosa popolazione che viveva qui buona parte dell'anno.

In alcuni tratti la salita è piuttosto dura, tant’è vero che sono costretto ad inserire il turbo. Fino alla quota di circa 1450 m il bosco non permette di godere di un vasto panorama, poi, all’improvviso, all’inizio degli alpeggi alti, la visuale si apre notevolmente.

 

Nel Settecento e nell’Ottocento, in Val Cavargna sono documentate diverse attività minerarie e siderurgiche che sfruttavano i giacimenti di ferro. L’utilizzo di questi giacimenti attraverso i secoli è tuttora testimoniato dalla presenza di gallerie, cunicoli di miniera, spiazzi, fornaci all’aperto e edifici ad esse collegati. La presenza di questi filoni ha permesso altresì di trovare diversi minerali interessanti.

Riporto un elenco delle specie mineralogiche segnalate nei paesi di San Bartolomeo, San Nazzaro e Cavargna

Antimonio nativo, Antimonite, Gudmundite, Kermesite, Stibiconite, Tetraedrite, Valentinite, Quarzo, Muscovite, Biotite, Granato almandino, Epidoto, Ilmenite, Clorite, Siderite, Pirite, Calcopirite, Pirrotina, Blenda, Galena, Limonite, Magnesite, Arsenopirite, Calcite, Dolomite, Gesso, Malachite, Sfalerite, Stibnite, Talco.

Per eventuali approfondimenti suggerisco la seguente pubblicazione:

“Il travaglio del ferro in Val Cavargna e dintorni” – Miniere, forni, fucine, boschi e carbonaie. Materiali per una storia delle antiche attività minerarie e siderurgiche nel Settecento e Ottocento, a cura di Giorgio Grandi, 2004.
 

Dopo mezz’ora di pedalata pervengo agli edifici dell’Alpe del Rozzo (1473 m), un alpeggio del Comune di Cusino, il cui nome, assai singolare, incuriosisce.

Una buona parte del pascolo è stata invasa dai cespugli di rododendro. Continuo sulla pista in direzione nord ancora per 700 m fino ad un bivio. A sinistra si prosegue verso la testata della valle, all’Alpe Aigua (1653 m). Svolto a destra e in ulteriori 300 m raggiungo la Mutata del Rozzo (1615 m). Il termine “mutata” ha il significato di ‘stazione alta’, ‘corte’. Sulla casera appare il nome in dialetto: Mudada di Rozzo. Un avviso del Comune di Cusino fornisce alcuni dati sulla realizzazione del Percorso Mountain Bike, tratto Alpe Nesdale - Mutata di Rozzo. Bene, buono a sapersi; è un invito a tornare in questa zona.

Mi aspettano ora quindici minuti di dura salita, su un fondo sassoso e irregolare, che mi portano alla dorsale erbosa. Alla quota di 1755 m decido di parcheggiare la bici e di continuare a piedi. Il sentiero tende a svanire o a dividersi in alcune tracce, non sempre individuabili. Il ripido pratone sembra interminabile.

                                      Monte Marnotto (2088 m).
            Il termine "marna" designa una 'ripida conca avvallata'.


Più in alto trovo alcune pietre affioranti che recano la demarcazione bianco/rossa. Punto all’omone di pietre che si vede da lontano. Lo raggiungo alle 10:40, si tratta del
Mottone di Rozzo o Sasso del Cavallo (2062 m). La mia meta è ora ben visibile. Dapprima devo scendere fino alla Bocchetta di Rozzo (2020 m), quindi affronto l’ultima salita, di una dozzina di minuti, su un sentiero ben segnalato, corrispondente alla Alta Via del Lario. Alle 10:55, due ore e dieci minuti dopo la partenza, soste comprese, arrivo all’agognata meta, il Monte Marnotto (2088 m).

Il panorama è superbo!

Mi soffermo in vetta per una buona mezz’ora, quindi torno sui miei passi visitando l’elevazione Il Pizzone (1742 m) e percorrendo, in perlustrazione, un tratto del nuovo percorso per mtb, dalla Mutata del Rozzo in direzione sud per circa 900 m.

La successiva discesa in bici sulla pista alpestre è uno spasso, anche se le dita delle mani, molto sollecitate per le frenate quasi continue, manifestano sintomi di anchilosi.

 

Per la prima volta al Monte Marnotto, sulla panoramicissima dorsale che separa la Val Cavargna dalla Valle Albano.  

Dopo la Cima Verta, il Pizzo di Gino, la Cima Pianchette, il Monte Tabòr e il Monte Bregagno, era l’ultimo tassello mancante per completare la lunga cresta di una decina di km.

 

Tempo totale: 4 h 25 min

Tempo di salita: 2 h 10 min

Tempi parziali

Malè (1186 m) – Alpe del Rozzo (1473 m): 30 min (bici)

Alpe del Rozzo (1473 m) – Alpe Mutata del Rozzo (1615 m): 15 min (bici)

Alpe Mutata del Rozzo (1615 m) – Parcheggio bici sulla dorsale (1755 m): 15 min (bici)

Parcheggio bici sulla dorsale (1755 m) – Monte Marnotto (2088 m): 1 h 05 min (a piedi)

Dislivello in salita: 1044 m

Quota massima: 2088 m

Quota minima: 1185 m

Sviluppo complessivo: 17,50 km

Difficoltà: PD/T3

Consumo della batteria da 630 Wh: 39%

Coordinate Monte Marnotto: 736'325 / 107'364

Libro di vetta: no

Copertura della rete cellulare: buona.


Tourengänger: siso


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