Monte Moregallo (m 1276) per la cresta ovest, anello da Valmadrera
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Il Monte Moregallo costituisce, grosso modo, il vertice Sud-Est del blocco montuoso dalla forma di triangolare racchiuso fra i due rami del Lario e delimitato a sud dalla pianura brianzola sull’allineamento dei laghi minori di Montorfano, Alserio, Pusiano e Annone, e denominato, appunto, Triangolo Lariano.
La morfologia di questo territorio è l’effetto del passaggio del Ghiacciaio Abduano nel corso della glaciazione del quaternario, che ha abbandonato un po’ ovunque massi erratici. Uno di questi si trova lungo il nostro itinerario, presso la chiesetta di Sant’Isidoro di Preguda: il Sasso di Preguda – un masso di granito ghiandone, proveniente dalla Val Masino, di forma vagamente piramidale, alto 7 m, a ridosso del quale è stata edificata la chiesetta..
Il Moregallo, unitamente ai Corni di Canzo con i quali costituisce un unico sottogruppo, oltre al grandioso panorama che offre, ed in barba alla modesta altezza, con i suoi picchi calcarei riveste un certo interesse alpinistico; la sua cresta Est (Cresta OSA) è una frequentata palestra di roccia.
LOCALITA' DI PARTENZA. Valmadrera, frazione Belvedere (m 320). Noi, per questioni di parcheggio, siamo partiti un po’ più sotto, da Via San Carlo Borromeo (m 265).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Alcuni tratti di sentiero sono piuttosto accidentati: meglio calzare un paio di scarponi.
DIFFICOLTÀ.
T4 (EEA, secondo la classificazione CAI). Include la percorrenza di un breve e facile, ma esposto, percorso attrezzato, che il nostro itinerario evita nella sua parte con maggiore esposizione.
Lungo il tratto attrezzato è necessario utilizzare le mani, o issarsi usando le catene. Il sentiero non sempre è evidente, anzi, in un tratto manca completamente, ma solo se si segue fedelmente la nostra traccia. Anche evitando il filo di cresta, alcuni tratti sono esposti.
La segnaletica è numerosa, ma migliorabile.
SALITA: m 1140.
DISCESA: m 1140.
QUOTA MASSIMA: m 1276, alla cima del Monte Moregallo.
QUOTA MINIMA: m 258, a Valmadrera.
SVILUPPO: km 11,8.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 6:20.
TEMPI PARZIALI:
tempo di salita: ore 3:45;
tempo di discesa: ore 3:25.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Da dove si è parcheggiata l’automobile, bisogna raggiungere la Frazione Belvedere. Da qui si prosegue lungo la stradina chiusa al traffico fino alla Cappelletta V.A.R.S. (Valmadrera Associazione Ragazze Sportive), alla Frazione Crocetta (m 375). Si continua lungo la carrareccia di sinistra che, salendo attraverso fra campi terrazzati e coltivati a vite e, superata la boscosa Val Gratton, il cui torrente forma delle belle vasche naturali, si giunge alla vasta radura della frazione San Tomaso con la sua tipica chiesina (m 560). Immediatamente prima di San Tomaso si incontra un bivio con una palina con numerosi cartelli segnaletici: seguiremo il sentiero n. 5 (Ferrata Corno Rat, Sentiero attrezzato, Sambrosera, ecc.). Percorso un breve tratto, ci si inoltra nel bosco e si raggiunge un altro bivio con un cartello segnaletico con l’indicazione per la Ferrata Corno Rat e Sentiero attrezzato. Ingannati dal “Sentiero attrezzato”, sbagliando, la seguiamo abbandonando il sentiero principale e iniziando ad inerpicarci per un ripido sentierino che in una decina di minuti porta all’attacco della ferrata. La cosa giusta sarebbe stata quella di rimanere sul sentiero principale, ignorando la deviazione segnalata, al quale ci riconnetteremo più avanti, percorrendo inizialmente una flebile traccia, che va a perdersi, che dall’attacco della ferrata si dirige verso Nord.
Riportatici sulla retta via (l’errore ci ha fatto perdere un mezz’oretta), percorriamo il sentiero n. 5 in direzione Nord (verso Sambrosera) fino a giungere ad un bivio (m 763) segnalato da una palina segnaletica; qui lo abbandoniamo svoltando a sinistra (sentiero n. 7) in direzione di Pianezzo. Percorriamo il sentiero 7, risalendo il bosco, per quasi un’ora fino a sbucare alla Bocchetta di Moregge (m 1110), dove ha inizio il sentiero attrezzato che percorre la cresta ovest del Moregallo.
Dalla bocchetta ci si dirige verso Est per un sentiero ben marcato e, inizialmente, senza difficoltà per poi diventare stretto ed esposto. Percorso un tratto estremamente aereo, da cui si gode un ampio panorama sul Lario e sul canalone Belasa, si arriva ad una selletta superando un primo tratto attrezzato. Con una lieve e breve discesa si arriva ad un bivio: la traccia di sinistra porta sul filo di cresta e probabilmente prosegue il sentiero attrezzato, mentre noi proseguendo dritto lungo il sentierino (Sentée de Tavoulera?) che mantenendosi pochi metri sotto la cresta, poco più avanti intercetta la traccia proveniente dalla Ferrata del Canalone Belasa. Dopo un breve tratto pianeggiante, inizia un tratto ripido che si supera con alcuni zig-zag con qualche attrezzatura per arrivare ad un’ultima paretina di pochi metri si supera aiutandosi con le mani in una facile arrampicata, oppure aiutandosi con la catena. Ancora qualche metro di salita e si raggiunge il boscoso pianoro della vetta del Monte Moregallo (m 1276). Ad est del punto più elevato, sono posizionate la croce metallica e una Madonnina metallica.
Oggi è una giornata di quelle rare, cielo terso, il panorama che offre la cima è grandioso e spazia a 360° dagli appennini, al Monviso, dal Monte Rosa alla catena orobica, dal Lario ai laghi minori di Annone e Pusiano, da … a perdita di vista.
Pe la discesa percorriamo la cresta est raggiungendo in poco tempo la Bocchetta di Sambrosera (m 1192). Proseguendo la discesa lungo la cresta, su sentiero molto ripido, ma ben segnalato, e dopo aver superato un breve tratto in salita, raggiungiamo la Selletta degli Orfani (m 1082). Ripresa la discesa che, in quanto a pendenza “non molla”, arriviamo al bivio col “Sentiero Paolo ed Eliana” (m 1056), che trascuriamo, continuando in direzione di Preguda (Est) scendendo a Zucon (m 876), altro punto di incrocio di sentieri. Noi, imperterrito continuiamo verso Est fino al Sasso di Preguda (m 647) ed alla chiesetta di Sant’Isidoro, edificata proprio appoggiata al grosso masso erratico.
Un ultimo sforzo e, in un’oretta, facciamo ritorno a Valmadrera.
METEO.
Meravigliosa giornata (visibilità fino al Monviso e agli Appennini). Vento moderato in prossimità delle creste. Temperatura alla partenza 23°, in vetta 21°, al termine 25°.
FREQUENTAZIONE.
Tanta gente, tranne nel tratto fra l’attacco della Ferrata Corno Rat e la cima del Moregallo.
COMPAGNI: Andrea e Paolo.
La morfologia di questo territorio è l’effetto del passaggio del Ghiacciaio Abduano nel corso della glaciazione del quaternario, che ha abbandonato un po’ ovunque massi erratici. Uno di questi si trova lungo il nostro itinerario, presso la chiesetta di Sant’Isidoro di Preguda: il Sasso di Preguda – un masso di granito ghiandone, proveniente dalla Val Masino, di forma vagamente piramidale, alto 7 m, a ridosso del quale è stata edificata la chiesetta..
Il Moregallo, unitamente ai Corni di Canzo con i quali costituisce un unico sottogruppo, oltre al grandioso panorama che offre, ed in barba alla modesta altezza, con i suoi picchi calcarei riveste un certo interesse alpinistico; la sua cresta Est (Cresta OSA) è una frequentata palestra di roccia.
LOCALITA' DI PARTENZA. Valmadrera, frazione Belvedere (m 320). Noi, per questioni di parcheggio, siamo partiti un po’ più sotto, da Via San Carlo Borromeo (m 265).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Alcuni tratti di sentiero sono piuttosto accidentati: meglio calzare un paio di scarponi.
DIFFICOLTÀ.
T4 (EEA, secondo la classificazione CAI). Include la percorrenza di un breve e facile, ma esposto, percorso attrezzato, che il nostro itinerario evita nella sua parte con maggiore esposizione.
Lungo il tratto attrezzato è necessario utilizzare le mani, o issarsi usando le catene. Il sentiero non sempre è evidente, anzi, in un tratto manca completamente, ma solo se si segue fedelmente la nostra traccia. Anche evitando il filo di cresta, alcuni tratti sono esposti.
La segnaletica è numerosa, ma migliorabile.
SALITA: m 1140.
DISCESA: m 1140.
QUOTA MASSIMA: m 1276, alla cima del Monte Moregallo.
QUOTA MINIMA: m 258, a Valmadrera.
SVILUPPO: km 11,8.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 6:20.
TEMPI PARZIALI:
da | Valmadrera | a | San Tomaso: | 45 minuti; |
da | San Tomaso | a | attacco Ferrata Corno Rat: | 30 minuti; |
da | attacco Ferrata Corno Rat | a | Bocchetta di Moregge: | ore 1:35; |
da | Bocchetta di Moregge | a | vetta del Monte Moregallo: | 55 minuti; |
da | vetta del Monte Moregallo | a | Bocchetta Sambrosera: | 20 minuti; |
da | Bocchetta Sambrosera | a | chiesetta di Sant’Isidoro di Preguda: | ore 1:15; |
da | chiesetta di Sant’Isidoro di Preguda | a | Valmadrera: | ore 1:00; |
tempo di salita: ore 3:45;
tempo di discesa: ore 3:25.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Da dove si è parcheggiata l’automobile, bisogna raggiungere la Frazione Belvedere. Da qui si prosegue lungo la stradina chiusa al traffico fino alla Cappelletta V.A.R.S. (Valmadrera Associazione Ragazze Sportive), alla Frazione Crocetta (m 375). Si continua lungo la carrareccia di sinistra che, salendo attraverso fra campi terrazzati e coltivati a vite e, superata la boscosa Val Gratton, il cui torrente forma delle belle vasche naturali, si giunge alla vasta radura della frazione San Tomaso con la sua tipica chiesina (m 560). Immediatamente prima di San Tomaso si incontra un bivio con una palina con numerosi cartelli segnaletici: seguiremo il sentiero n. 5 (Ferrata Corno Rat, Sentiero attrezzato, Sambrosera, ecc.). Percorso un breve tratto, ci si inoltra nel bosco e si raggiunge un altro bivio con un cartello segnaletico con l’indicazione per la Ferrata Corno Rat e Sentiero attrezzato. Ingannati dal “Sentiero attrezzato”, sbagliando, la seguiamo abbandonando il sentiero principale e iniziando ad inerpicarci per un ripido sentierino che in una decina di minuti porta all’attacco della ferrata. La cosa giusta sarebbe stata quella di rimanere sul sentiero principale, ignorando la deviazione segnalata, al quale ci riconnetteremo più avanti, percorrendo inizialmente una flebile traccia, che va a perdersi, che dall’attacco della ferrata si dirige verso Nord.
Riportatici sulla retta via (l’errore ci ha fatto perdere un mezz’oretta), percorriamo il sentiero n. 5 in direzione Nord (verso Sambrosera) fino a giungere ad un bivio (m 763) segnalato da una palina segnaletica; qui lo abbandoniamo svoltando a sinistra (sentiero n. 7) in direzione di Pianezzo. Percorriamo il sentiero 7, risalendo il bosco, per quasi un’ora fino a sbucare alla Bocchetta di Moregge (m 1110), dove ha inizio il sentiero attrezzato che percorre la cresta ovest del Moregallo.
Dalla bocchetta ci si dirige verso Est per un sentiero ben marcato e, inizialmente, senza difficoltà per poi diventare stretto ed esposto. Percorso un tratto estremamente aereo, da cui si gode un ampio panorama sul Lario e sul canalone Belasa, si arriva ad una selletta superando un primo tratto attrezzato. Con una lieve e breve discesa si arriva ad un bivio: la traccia di sinistra porta sul filo di cresta e probabilmente prosegue il sentiero attrezzato, mentre noi proseguendo dritto lungo il sentierino (Sentée de Tavoulera?) che mantenendosi pochi metri sotto la cresta, poco più avanti intercetta la traccia proveniente dalla Ferrata del Canalone Belasa. Dopo un breve tratto pianeggiante, inizia un tratto ripido che si supera con alcuni zig-zag con qualche attrezzatura per arrivare ad un’ultima paretina di pochi metri si supera aiutandosi con le mani in una facile arrampicata, oppure aiutandosi con la catena. Ancora qualche metro di salita e si raggiunge il boscoso pianoro della vetta del Monte Moregallo (m 1276). Ad est del punto più elevato, sono posizionate la croce metallica e una Madonnina metallica.
Oggi è una giornata di quelle rare, cielo terso, il panorama che offre la cima è grandioso e spazia a 360° dagli appennini, al Monviso, dal Monte Rosa alla catena orobica, dal Lario ai laghi minori di Annone e Pusiano, da … a perdita di vista.
Pe la discesa percorriamo la cresta est raggiungendo in poco tempo la Bocchetta di Sambrosera (m 1192). Proseguendo la discesa lungo la cresta, su sentiero molto ripido, ma ben segnalato, e dopo aver superato un breve tratto in salita, raggiungiamo la Selletta degli Orfani (m 1082). Ripresa la discesa che, in quanto a pendenza “non molla”, arriviamo al bivio col “Sentiero Paolo ed Eliana” (m 1056), che trascuriamo, continuando in direzione di Preguda (Est) scendendo a Zucon (m 876), altro punto di incrocio di sentieri. Noi, imperterrito continuiamo verso Est fino al Sasso di Preguda (m 647) ed alla chiesetta di Sant’Isidoro, edificata proprio appoggiata al grosso masso erratico.
Un ultimo sforzo e, in un’oretta, facciamo ritorno a Valmadrera.
METEO.
Meravigliosa giornata (visibilità fino al Monviso e agli Appennini). Vento moderato in prossimità delle creste. Temperatura alla partenza 23°, in vetta 21°, al termine 25°.
FREQUENTAZIONE.
Tanta gente, tranne nel tratto fra l’attacco della Ferrata Corno Rat e la cima del Moregallo.
COMPAGNI: Andrea e Paolo.
Note bibliografiche:
- Touring Club Italiano – Club Alpino Italiano; Valli occidentali del Lario e Triangolo lariano, Guida escursionistica per valli e rifugi; Milano, TCI, 1983.
Tourengänger:
Alberto C.

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