Pizzo Tre Signori e giro dei 4 laghi
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Finalmente in Agosto riusciamo a trovare il giorno giusto per questo lungo giro pianificato da qualche mese. La meta è il Pizzo Tre Signori compiendo un anello che vada a toccare i laghi di Trona, Zancone, Rotondo e Inferno.
Partiamo con Francy dal parcheggio di Pescegallo sul sentiero 148 che dapprima attraversa la bassa Val Tronella per poi spostarsi sul suo fianco occidentale, in direzione del lago di Trona. Poco prima del lago, e cioè prima che il sentiero cominci a scendere, si imbocca la continuazione del sentiero 148 che costeggia, tenendosi in realtà piuttosto in alto, il suddetto lago, trovato vuoto per via di alcuni lavori di manutenzione.
In breve tempo, e con pendenze mai troppo accentuate, si arriva nei pressi del lago Zancone.
Questo lago potrebbe già da solo valere una gita per lo splendido ambiente in cui è adagiato, a ridosso dei contrafforti del Pizzo di Trona.
Oltrepassato il lago, il sentiero 148 prosegue in direzione della Bocchetta di Trona (o bocchetta di Valpianella); in ambiente ormai più aperto, sulla destra si noterà una traccia che si stacca dal sentiero principale e risale ripida verso est. Questa traccia raggiunge il Lago Rotondo a quota 2.260 metri circa: un'altra perla delle Orobie decisamente poco nota.
Il Pizzo di Trona e la sua forma perfettamente piramidale svettano proprio al di sopra del Lago: ho letto che sono presenti vie di salita anche da questo versante, ma faccio davvero fatica a immaginare il percorso.
Dopo una piccola pausa nei pressi del lago, riprendiamo il nostro itinerario: la meta è ancora piuttosto lontana e ci aspetta davanti una ripidissima salita, su pietraia sdrucciolevole, per arrivare alla Bocchetta Paradiso (2.457 m), dalla quale ci si affaccia in Valle Inferno.
Dalla suddetta bocchetta fino alla sottostante Bocchetta di Inferno il sentiero perde all'incirca 150 metri di dislivello; a dire il vero fatico a chiamare questa traccia "sentiero" dal momento che ci siamo orientati in maniera abbastanza faticosa, proseguendo a vista data la bollatura piuttosto scarsa.
Ad ogni modo, la ripidissima discesa ci porta alla quota 2.306 della Bocchetta d'Inferno, dove dopo due ore di assoluto silenzio ritroviamo un po' di popolazione umana lungo la via di salita al Pizzo, che si snoda sul fianco orientale.
Il percorso è sempre intuitivo, mai troppo complicato e attrezzato con una sola corda fissa nei pressi della placca finale. Lungo questo tratto è abbastanza comune trovare una nutrita popolazione di stambecchi, come del resto è capitato anche a noi.
Giungiamo in vetta proprio mentre un altro gruppo si appresta a scendere per la nostra via di salita: possiamo goderci qualche minuto di solitudine e di pausa, ma non il panorama circostante, precluso da un bel po' di foschia, che rende visibili solo le cime vicine.
La temperatura è piuttosto fresca e dopo una generosa pausa pranzo ci apprestiamo a scendere e completare il nostro anello, non più scendendo alla Bocchetta d'Inferno bensì scendendo verso nord su grandi placche, incontrando numerosi altri stambecchi, per circa 300 metri di dislivello, fino alla Bocchetta di Piazzocco (2.252 m). Da qui si gode di una splendida vista su tutto il solco della sottostante Val Biandino.
Lasciato il Pizzo Varrone alla nostra sinistra, proseguiamo in leggera discesa verso la Bocchetta di Varrone, altro crocevia di sentieri, nelle cui vicinanze è posto il Rifugio Falc.
Una pausa al rifugio è d'obbligo, e dopo un caffè e una fetta di torta, scendiamo verso il lago d'Inferno e la sua diga, sulla quale passa il sentiero che ci riporterà verso Pescegallo.
Il percorso, sempre intuitivo, compie dei traversi su una pietraia decisamente infida e sdrucciolevole fino ad arrivare nuovamente nei pressi del Lago di Trona.
Normalmente sarebbe sufficiente attraversare la diga per ricongiungerci al sentiero fatto al mattino, e da qui a Pescegallo, ma per via dei lavori alla diga abbiamo trovato il sentiero sbarrato e siamo dovuti scendere di qualche decina di metri al di sotto di essa per poi risalire dall'altro lato.
Ritornati sul sentiero 148, lo si segue integralmente fino al parcheggio.
Partiamo con Francy dal parcheggio di Pescegallo sul sentiero 148 che dapprima attraversa la bassa Val Tronella per poi spostarsi sul suo fianco occidentale, in direzione del lago di Trona. Poco prima del lago, e cioè prima che il sentiero cominci a scendere, si imbocca la continuazione del sentiero 148 che costeggia, tenendosi in realtà piuttosto in alto, il suddetto lago, trovato vuoto per via di alcuni lavori di manutenzione.
In breve tempo, e con pendenze mai troppo accentuate, si arriva nei pressi del lago Zancone.
Questo lago potrebbe già da solo valere una gita per lo splendido ambiente in cui è adagiato, a ridosso dei contrafforti del Pizzo di Trona.
Oltrepassato il lago, il sentiero 148 prosegue in direzione della Bocchetta di Trona (o bocchetta di Valpianella); in ambiente ormai più aperto, sulla destra si noterà una traccia che si stacca dal sentiero principale e risale ripida verso est. Questa traccia raggiunge il Lago Rotondo a quota 2.260 metri circa: un'altra perla delle Orobie decisamente poco nota.
Il Pizzo di Trona e la sua forma perfettamente piramidale svettano proprio al di sopra del Lago: ho letto che sono presenti vie di salita anche da questo versante, ma faccio davvero fatica a immaginare il percorso.
Dopo una piccola pausa nei pressi del lago, riprendiamo il nostro itinerario: la meta è ancora piuttosto lontana e ci aspetta davanti una ripidissima salita, su pietraia sdrucciolevole, per arrivare alla Bocchetta Paradiso (2.457 m), dalla quale ci si affaccia in Valle Inferno.
Dalla suddetta bocchetta fino alla sottostante Bocchetta di Inferno il sentiero perde all'incirca 150 metri di dislivello; a dire il vero fatico a chiamare questa traccia "sentiero" dal momento che ci siamo orientati in maniera abbastanza faticosa, proseguendo a vista data la bollatura piuttosto scarsa.
Ad ogni modo, la ripidissima discesa ci porta alla quota 2.306 della Bocchetta d'Inferno, dove dopo due ore di assoluto silenzio ritroviamo un po' di popolazione umana lungo la via di salita al Pizzo, che si snoda sul fianco orientale.
Il percorso è sempre intuitivo, mai troppo complicato e attrezzato con una sola corda fissa nei pressi della placca finale. Lungo questo tratto è abbastanza comune trovare una nutrita popolazione di stambecchi, come del resto è capitato anche a noi.
Giungiamo in vetta proprio mentre un altro gruppo si appresta a scendere per la nostra via di salita: possiamo goderci qualche minuto di solitudine e di pausa, ma non il panorama circostante, precluso da un bel po' di foschia, che rende visibili solo le cime vicine.
La temperatura è piuttosto fresca e dopo una generosa pausa pranzo ci apprestiamo a scendere e completare il nostro anello, non più scendendo alla Bocchetta d'Inferno bensì scendendo verso nord su grandi placche, incontrando numerosi altri stambecchi, per circa 300 metri di dislivello, fino alla Bocchetta di Piazzocco (2.252 m). Da qui si gode di una splendida vista su tutto il solco della sottostante Val Biandino.
Lasciato il Pizzo Varrone alla nostra sinistra, proseguiamo in leggera discesa verso la Bocchetta di Varrone, altro crocevia di sentieri, nelle cui vicinanze è posto il Rifugio Falc.
Una pausa al rifugio è d'obbligo, e dopo un caffè e una fetta di torta, scendiamo verso il lago d'Inferno e la sua diga, sulla quale passa il sentiero che ci riporterà verso Pescegallo.
Il percorso, sempre intuitivo, compie dei traversi su una pietraia decisamente infida e sdrucciolevole fino ad arrivare nuovamente nei pressi del Lago di Trona.
Normalmente sarebbe sufficiente attraversare la diga per ricongiungerci al sentiero fatto al mattino, e da qui a Pescegallo, ma per via dei lavori alla diga abbiamo trovato il sentiero sbarrato e siamo dovuti scendere di qualche decina di metri al di sotto di essa per poi risalire dall'altro lato.
Ritornati sul sentiero 148, lo si segue integralmente fino al parcheggio.
Tourengänger:
Mezmerize

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