Piz Morteratsch 3751 m e Piz Tschierva 3545 m
Questo è il mio primo viaggio al cospetto dei giganti retici.
Siamo sul Piz Morteratsch, ad una manciata di metri di distanza dalla famosa Biancograt del Piz Bernina. La regione mi è completamente nuova. C'è tanto da scoprire.
Con me il mio amico Gabriele Drappa, il quale mi segue senza porsi troppe domande: ovunque vado io lui viene. L'importante è condividere l'esperienza del contatto con ambienti di prestigio,
E qui l'ambiente è decisamente di prestigio.
Il Piz Morteratsch visto dal Vadrettin da Tschierva

Perchè qui?
Dovevamo andare al Nadelhorn ma le previsioni non promettevano niente di buono già da diversi run. La regione alpina più protetta dai temporali sarebbe stata a ridosso del Bernina, nel versante engadinese.
Un po' all'ultimo ho letto e studiato riguardo alla zona e, trovati due posti presso la Tschiervahütte, ho elaborato un bell'itinerario.
Si sarebbe potuto anche puntare alla Biancograt. Ma conosco i miei limiti: avendo a disposizione solo due giorni ho preferito rimanere su un percorso ragionevolmente corto. Per il Bernina vorrei disporre di un terzo giorno e di condizioni anticicloniche sicure.
La scelta si è rilevata azzeccata. Forse abbiamo avuto anche un po' di fortuna.
Abbiamo potuto vedere la Biancograt da molto vicino

Avvicinamento - Chamanna da Tschierva SAC (2583 m)
Dal Ticino ci spostiamo in Engadina. Impieghiamo meno di 3 ore passando dall'Albula.
A Pontresina ci sono parcheggi a lunga permanenza a prezzi ragionevoli considerando che siamo in una zona turistica in Svizzera. Per due giorni spendiamo 20 franchi.
Ci prendiamo un caffè e poco dopo le 13.30 partiamo.
Ci addentriamo nella Val Roseg a passo sostenuto. I cartelli indicano 4 ore per la Tschiervahütte. In effetti la valle è molta lunga, i chilometri sono 12,5. Dobbiamo spararci l'equivalente di "due carassine".
Dapprima stiamo sul lato sinistro, ma poi veniamo deviati a destra del fiume a causa di alcuni franamenti. In due ore siamo circa a metà. C'è un ristorante e la strada sterrata lascia il posto al sentiero (T3).
Molti escursionisti percorrono questa prima parte in MTB oppure si fanno portare dal servizio taxi (cavalli).
Lungo l'interminabile Val Roseg - Sullo sfondo i ghiacciai e le alte cime del gruppo

Tramite facile sentiero percorriamo gli ultimi sei chilometri fino alla capanna. Davanti a noi compaiono prestigiose vette come il Bernina, il Scerscen e il Roseg. Lungo i versanti di queste ultime in aprile c'è stato un evento piuttosto rilevante con il distacco di milioni di metri cubi di materiale roccioso e glaciale. Attualmente l'ambiente è caotico e gli accessi alle due cime dalla Tschiervahütte sono preclusi.
Siamo in capanna dopo 3 ore e mezza, giusto in tempo per accomodarci e berci qualcosa con calma prima di cena.
Con noi in camera ci sono due alpinisti di Bergamo. Loro saliranno al Bernina dalla Biancograt. Ci invitano ad aggregarci alla loro cordata. Ammetto che per un attimo avrei voluto seguirli. Ma decidiamo di mantenere il nostro programma. Gabriele è stanco da precedenti uscite. Io devo rientrare la sera successiva entro orari cristiani per poter lavorare l'indomani.
La Chamanna da Tschierva (2583 m)

Ascesa al Piz Morteratsch
Sveglia alle 04.00, colazione e alle 05.00 ci incamminiamo con le frontali. Montiamo già un bel pendio guadagnando subito quota. Ci sono ometti di roccia. La traccia è evidente. C'è subito un muro da scalare (II attrezzato) e, dopo 10 minuti, un secondo muretto (II attrezzato). Qui un pannello indica il bivio: a sinistra Morteratsch e a destra la Biancograt.
Proseguiamo su terreno morenico infilandoci in un vallone percorso da un ruscello di origine glaciale, fino a raggiungere il ghiacciaio. Cambio assetto e ci avviamo sullo stesso. Ci teniamo a debita distanza dalle pareti del Morteratsch dalle quali si stacca molto materiale.
Notiamo che ci precedono due alpinisti: gli stessi stanno risalendo il ripido accesso alla cresta nord. Si tratta di un pendio glaciale di 100 - 150 m attraversato da due fasce rocciose.
Due alpinisti sul pendio per accedere alla cresta nord del Piz Morteratsch

In breve tempo ci ritroviamo anche noi lassù. Ci teniamo un po' a sinistra, vicino alle rocce. Non incontriamo difficoltà e presto siamo in cresta. La stessa è una facile cresta nevosa che percorriamo sull'ampio filo. La traccia in seguito volge a sinistra e aggira la parte superiore della cresta, risalendo il versante nord-est della montagna. Ci sono due crepacci terminali in parte aperti.
Cresta nord del Piz Morteratsch (parte bassa obbligatoria)

Crepacci lungo il versante NE del Piz Morteratsch

Dopo circa quattro ore dalla partenza siamo in cima. La vetta è rocciosa e si affaccia sulla Biancograt. Il tempo ha retto. Siamo felici.
Piz Tschierva (3545 m)
Questo bel 3000 si può salire tranquillamente in solitaria. Difatti Gabriele opterà per scendere in capanna lasciandomi la possibilità di salire subito dopo la discesa dal Piz Morteratsch.
È una montagna rocciosa caratterizzata da vastissime ganne lungo i versanti solivi.
Il Piz Tschierva visto dal Piz Morteratsch

Ma prima dobbiamo lasciare il Morteratsch: la discesa la svolgiamo seguendo la traccia della salita. Abbiamo qualche tentennamento in partenza a causa della nebbia. Il gps degli orologi ci viene in aiuto.
La parte ripida per ritornare sul Vadrettin da Tschierva ci impegna un po' di più rispetto alla salita. La discesa è delicata e richiede attenzione.
Ripido tratto di discesa sul Vadrettin da Tschierva

Lo stesso visto dal Vadrettin da Tschierva poco dopo

Raggiunto l'ampio anfiteatro glaciale ci sorprendono dei brevi rovesci. Si intuisce che il tempo non dovrebbe guastarsi troppo. Decido di salire al Piz Tschierva. Mi separo da Gabriele. Lui ritorna in capanna e mi porta giù la corda.
Ci sarebbe una traccia segnata da ometti ma non la trovo subito. Parto un po' più alto: risalgo una ganna fino a raggiungere la forcella quotata 3338 m. Da qui mi sposto sul filo di cresta con un iniziale tratto facile (I) da arrampicare. La cresta presto si allarga e non presenta alcuna difficoltà.
Punto alla cima e in poco tempo la raggiungo: si tratta di un'ampia cresta sommitale affacciata sulla Valle di Roseg (in parte visibile), sul Piz Morteratsch e sul gruppo del Bernina.
Finalmente mi fermo per mangiare. È mezzogiorno.
Alpinista incrociato poco oltre la Fuorcla Tschierva

Per la discesa opto per la cresta SE. È una ripida discesa su roccette. Non presenta difficoltà particolari ma è impegnativa in quanto per almeno 500 m si deve scendere piano piano sulle rocce.
Seguo una cresta di roccia rossastra. Il panorama è spettacolare.
Devo raggiungere un terrazzo a quota 3119 m (chiamato appunto "Terrassa").
Discesa dal Piz Tschierva

Controllo spesso la traccia sul telefono. Una volta raggiunto il punto a 3119 m devo deviare brevemente a nord per evitare un salto roccioso. Quindi mi immetto nella valle da cui siamo saliti al mattino. Ritrovo gli ometti e finalmente posso procedere a buon passo. Faccio scorta di acqua glaciale dal ruscello per bere durante la lunga discesa.
Faccio una pausa in capanna (per una birra e una fetta di torta).
Quindi con Gabriele discendiamo la lunghissima Val Roseg e chiudiamo il nostro giro alle 17.30. Un po' di pioggia ci accompagna nella prima parte della discesa tenendoci "freschi".
Video
Storie in evidenza:/www.instagram.com/stories/highlights/17852039286221866/
Video: [/drive.google.com/file/d/18rjii4NerYnexHquod_qmpD6tjmg437N/v...]
Oppure:
/www.instagram.com/reel/C-sV-WLNnau/?igsh=cnptaDlxaHI3NWxq
Siamo sul Piz Morteratsch, ad una manciata di metri di distanza dalla famosa Biancograt del Piz Bernina. La regione mi è completamente nuova. C'è tanto da scoprire.
Con me il mio amico Gabriele Drappa, il quale mi segue senza porsi troppe domande: ovunque vado io lui viene. L'importante è condividere l'esperienza del contatto con ambienti di prestigio,
E qui l'ambiente è decisamente di prestigio.
Il Piz Morteratsch visto dal Vadrettin da Tschierva

Perchè qui?
Dovevamo andare al Nadelhorn ma le previsioni non promettevano niente di buono già da diversi run. La regione alpina più protetta dai temporali sarebbe stata a ridosso del Bernina, nel versante engadinese.
Un po' all'ultimo ho letto e studiato riguardo alla zona e, trovati due posti presso la Tschiervahütte, ho elaborato un bell'itinerario.
Si sarebbe potuto anche puntare alla Biancograt. Ma conosco i miei limiti: avendo a disposizione solo due giorni ho preferito rimanere su un percorso ragionevolmente corto. Per il Bernina vorrei disporre di un terzo giorno e di condizioni anticicloniche sicure.
La scelta si è rilevata azzeccata. Forse abbiamo avuto anche un po' di fortuna.
Abbiamo potuto vedere la Biancograt da molto vicino

Avvicinamento - Chamanna da Tschierva SAC (2583 m)
Dal Ticino ci spostiamo in Engadina. Impieghiamo meno di 3 ore passando dall'Albula.
A Pontresina ci sono parcheggi a lunga permanenza a prezzi ragionevoli considerando che siamo in una zona turistica in Svizzera. Per due giorni spendiamo 20 franchi.
Ci prendiamo un caffè e poco dopo le 13.30 partiamo.
Ci addentriamo nella Val Roseg a passo sostenuto. I cartelli indicano 4 ore per la Tschiervahütte. In effetti la valle è molta lunga, i chilometri sono 12,5. Dobbiamo spararci l'equivalente di "due carassine".
Dapprima stiamo sul lato sinistro, ma poi veniamo deviati a destra del fiume a causa di alcuni franamenti. In due ore siamo circa a metà. C'è un ristorante e la strada sterrata lascia il posto al sentiero (T3).
Molti escursionisti percorrono questa prima parte in MTB oppure si fanno portare dal servizio taxi (cavalli).
Lungo l'interminabile Val Roseg - Sullo sfondo i ghiacciai e le alte cime del gruppo

Tramite facile sentiero percorriamo gli ultimi sei chilometri fino alla capanna. Davanti a noi compaiono prestigiose vette come il Bernina, il Scerscen e il Roseg. Lungo i versanti di queste ultime in aprile c'è stato un evento piuttosto rilevante con il distacco di milioni di metri cubi di materiale roccioso e glaciale. Attualmente l'ambiente è caotico e gli accessi alle due cime dalla Tschiervahütte sono preclusi.
Siamo in capanna dopo 3 ore e mezza, giusto in tempo per accomodarci e berci qualcosa con calma prima di cena.
Con noi in camera ci sono due alpinisti di Bergamo. Loro saliranno al Bernina dalla Biancograt. Ci invitano ad aggregarci alla loro cordata. Ammetto che per un attimo avrei voluto seguirli. Ma decidiamo di mantenere il nostro programma. Gabriele è stanco da precedenti uscite. Io devo rientrare la sera successiva entro orari cristiani per poter lavorare l'indomani.
La Chamanna da Tschierva (2583 m)

Ascesa al Piz Morteratsch
Sveglia alle 04.00, colazione e alle 05.00 ci incamminiamo con le frontali. Montiamo già un bel pendio guadagnando subito quota. Ci sono ometti di roccia. La traccia è evidente. C'è subito un muro da scalare (II attrezzato) e, dopo 10 minuti, un secondo muretto (II attrezzato). Qui un pannello indica il bivio: a sinistra Morteratsch e a destra la Biancograt.
Proseguiamo su terreno morenico infilandoci in un vallone percorso da un ruscello di origine glaciale, fino a raggiungere il ghiacciaio. Cambio assetto e ci avviamo sullo stesso. Ci teniamo a debita distanza dalle pareti del Morteratsch dalle quali si stacca molto materiale.
Notiamo che ci precedono due alpinisti: gli stessi stanno risalendo il ripido accesso alla cresta nord. Si tratta di un pendio glaciale di 100 - 150 m attraversato da due fasce rocciose.
Due alpinisti sul pendio per accedere alla cresta nord del Piz Morteratsch

In breve tempo ci ritroviamo anche noi lassù. Ci teniamo un po' a sinistra, vicino alle rocce. Non incontriamo difficoltà e presto siamo in cresta. La stessa è una facile cresta nevosa che percorriamo sull'ampio filo. La traccia in seguito volge a sinistra e aggira la parte superiore della cresta, risalendo il versante nord-est della montagna. Ci sono due crepacci terminali in parte aperti.
Cresta nord del Piz Morteratsch (parte bassa obbligatoria)

Crepacci lungo il versante NE del Piz Morteratsch

Dopo circa quattro ore dalla partenza siamo in cima. La vetta è rocciosa e si affaccia sulla Biancograt. Il tempo ha retto. Siamo felici.
Piz Tschierva (3545 m)
Questo bel 3000 si può salire tranquillamente in solitaria. Difatti Gabriele opterà per scendere in capanna lasciandomi la possibilità di salire subito dopo la discesa dal Piz Morteratsch.
È una montagna rocciosa caratterizzata da vastissime ganne lungo i versanti solivi.
Il Piz Tschierva visto dal Piz Morteratsch

Ma prima dobbiamo lasciare il Morteratsch: la discesa la svolgiamo seguendo la traccia della salita. Abbiamo qualche tentennamento in partenza a causa della nebbia. Il gps degli orologi ci viene in aiuto.
La parte ripida per ritornare sul Vadrettin da Tschierva ci impegna un po' di più rispetto alla salita. La discesa è delicata e richiede attenzione.
Ripido tratto di discesa sul Vadrettin da Tschierva

Lo stesso visto dal Vadrettin da Tschierva poco dopo

Raggiunto l'ampio anfiteatro glaciale ci sorprendono dei brevi rovesci. Si intuisce che il tempo non dovrebbe guastarsi troppo. Decido di salire al Piz Tschierva. Mi separo da Gabriele. Lui ritorna in capanna e mi porta giù la corda.
Ci sarebbe una traccia segnata da ometti ma non la trovo subito. Parto un po' più alto: risalgo una ganna fino a raggiungere la forcella quotata 3338 m. Da qui mi sposto sul filo di cresta con un iniziale tratto facile (I) da arrampicare. La cresta presto si allarga e non presenta alcuna difficoltà.
Punto alla cima e in poco tempo la raggiungo: si tratta di un'ampia cresta sommitale affacciata sulla Valle di Roseg (in parte visibile), sul Piz Morteratsch e sul gruppo del Bernina.
Finalmente mi fermo per mangiare. È mezzogiorno.
Alpinista incrociato poco oltre la Fuorcla Tschierva

Per la discesa opto per la cresta SE. È una ripida discesa su roccette. Non presenta difficoltà particolari ma è impegnativa in quanto per almeno 500 m si deve scendere piano piano sulle rocce.
Seguo una cresta di roccia rossastra. Il panorama è spettacolare.
Devo raggiungere un terrazzo a quota 3119 m (chiamato appunto "Terrassa").
Discesa dal Piz Tschierva

Controllo spesso la traccia sul telefono. Una volta raggiunto il punto a 3119 m devo deviare brevemente a nord per evitare un salto roccioso. Quindi mi immetto nella valle da cui siamo saliti al mattino. Ritrovo gli ometti e finalmente posso procedere a buon passo. Faccio scorta di acqua glaciale dal ruscello per bere durante la lunga discesa.
Faccio una pausa in capanna (per una birra e una fetta di torta).
Quindi con Gabriele discendiamo la lunghissima Val Roseg e chiudiamo il nostro giro alle 17.30. Un po' di pioggia ci accompagna nella prima parte della discesa tenendoci "freschi".
Video
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Video: [/drive.google.com/file/d/18rjii4NerYnexHquod_qmpD6tjmg437N/v...]
Oppure:
/www.instagram.com/reel/C-sV-WLNnau/?igsh=cnptaDlxaHI3NWxq
Tourengänger:
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