Adula 3402 m ( Via Malvaglia e discesa dalla normale) - Uscita come "SAT Lugano"
Vista da michea82
Finalmente abbiamo reso visita anche alla nostra Adula.
Chiamata anche Rheinwaldhorn o Piz Valrhein, con i suoi 3402 m è la somma vetta del Canton Ticino.
Si tratta della mia quarta ascesa, di cui la terza percorrendone la cresta ovest, ovvero la Via Malvaglia.
In questo caso mi sono prestato ad accompagnare un gruppo di persone per la SAT Lugano ( vedi: /satlugano.ch/), assieme a mio fratello jair.
L'uscita è stata realizzata in modo perfetto, facilitata dalle ottime condizioni dei terreni e della meteo, ma soprattutto dalla motivazione dei partecipanti e il funzionamento del gruppo.
Il nostro gruppo nel punto di accesso della cresta sud (quota 3350 m)
L'escursione è stata descritta da mio fratello nella sezione sottostante. Sono ben contento, dopo 240 edizioni, di limitarmi ad un commento generale.
Abbiamo realizzato il tour su due giorni con appoggio serale e notturno presso la Capanna Adula UTOE (a 2400 metri). Essa è un ottimo punto di partenza in quanto è molto vicina alle pendici della montagna.
Abbiamo disegnato un anello salendo dalla cresta ovest (detta anche Via Malvaglia) e discendendo dalla via normale (lungo il ghiacciaio di Bresciana).
L'avvicinamento l'abbiamo svolto lungo la Val Carassina (circa 8 km dal parcheggio dei Prati di Compietto fino alla Capanna Adula UTOE).
Alpinisticamente si può dire che la difficoltà sia generalmente F, con qualche tratto di PD. I passaggi da arrampicare arrivano al secondo grado, eccetto un diedro di terzo grado che tuttavia è dotato di catena.
I passaggi chiave sono: il diedro di terzo grado da arrampicare, il fungo da aggirare sulla cresta sud dell'Adula (appigliato ma esposto) e l'Adulajoch, semplice bocchetta che presenta però rocce instabili. Una cordata nei giorni precedenti è stata trascinata lungo il ghiacciaio a causa di un distacco di roccia impigliatosi nella corda (fortunatamente con solo ferite leggere).
Il soggiorno presso la Capanna è stato per noi una grande risorsa. Ringrazio Cyril e il suo team per averci accolto e motivato.
La Capanna Adula UTOE
Video
[/drive.google.com/file/d/1U05FUOt3eZ6WeIZQRQkTAdj2Byc3p3aS/v...]
Vista da jair
L'Adula o Rheinwaldhorn!!
Una montagna che ho sempre snobbato. Tutti desiderano scalarla poichè si tratta della più alta del Ticino. Io, proprio per questo, l'ho evitata per anni.
Ora, invece, mi sono ritrovato a doverla affrontare in quanto inserita nel programma gite della SAT Lugano. Programma allestito personalmente da me e Michea. Essendo da diversi anni che Cyrill e Lisa, i gestori della Capanna Adula UTOE, chiedono a me e alla mia famiglia di passare a trovarli, direi che sia giunto il momento di andare.
L'Adula - vista da quota 2900 / 3000 m
Con nostra grande sorpresa otteniamo parecchie iscrizioni. Addirittura Michea si ritrova a doverle chiudere: essendo soltanto due capogita non possiamo caricarci troppo.
Dopo aver organizzato orari e auto (grazie Michea!), ci incontriamo alle 13:00 a Compietto dove lasciamo i veicoli e facciamo la prima conoscenza tra membri del gruppo: siamo in 14 persone. Un'ulteriore persona (amedeo)ci raggiungerà più tardi in capanna. Foto di rito e via: partenza per la lunga Val Carassina in cui il gruppo si divide in diversi sottogruppi.
La valle è bella ed è percorsa interamente dal Ri di Carassina, il quale forma delle splendide pozze d'acqua cristallina, molto invitanti.
La Val Carassina
Dopo sei chilometri di falso piano su sterrato si raggiunge la testata della valla dove c'è il bivio per la Capanna Adula CAS, ubicata pochi metri più ad est, e per la UTOE, situata 400 metri più in alto e raggiungibile tramite sentiero.
Dopo tre ore dalla partenza arriviamo in capanna dove riceviamo un caloroso benvenuto dai nostri amici. Le mie figlie di 6 e 9 anni sono belle cotte ma non si fanno sfuggire l'occasione per giocare con i figli dei guardiano. Al contempo noi adulti ci prendiamo una meritata birra. Cosa chiedere di meglio dalla vita?
La cena è l'occasione per socializzare con il resto del gruppo e per organizzarci per l'ascesa del giorno dopo.
Tutti a letto presto per una notte che sembra insonne per gran parte del gruppo. Nel mio caso faccio sempre fatica a dormire in capanna: vuoi per la quota, vuoi per le tante persone in camerata mi sembra sempre di essere in un grande dormiveglia. Comunque sia alle 04.00 abbiamo la sveglia e in quel momento mi sento come un leone. Quindi ha funzionato.
Lynn e le mie figlie continuano a dormire cullate da Morfeo in un sonno profondo.
Purtroppo altri due partecipanti (tra cui eidan) decidono di rinunciare, così, dopo una buona colazione, alle 5.00 partiamo: due capogita e otto soci motivati.
Alla luce delle frontali percorriamo il sentiero che conduce al Laghetto del Cadabi. Superati i primi cento metri di dislivello, al bivio, si prende la traccia bianco-rossa a destra per il laghetto e per la Capanna Quarnei lasciando a sinistra la via normale per l'Adula. Scesi pochi metri nella vallata morenica del ghiacciaio di Bresciana ci troviamo davanti alla prima difficoltà: il torrente impetuoso che scende dal ghiacciaio ci sbarra la strada. Non è semplice da superare ma agilmente lo guadiamo saltellando tra i sassi che sporgono dall'acqua.
Raggiunto il laghetto facciamo una breve pausa: è trascorsa un'ora e le frontali ormai non servono più. Cambiamo assetto e indossiamo l'imbrago; da qui in avanti si percorre la Via Malvaglia.
Michea ci precede e ci conduce lungo il lato settentrionale della lunga cresta che converge nella parte sommitale della montagna. Si procede inizialmente su facili blocchi di roccia. La traccia è segnalata da bolli blu.
In poco tempo il laghetto è sotto di noi: un piccolo specchio d'acqua che riflette il chiarore dell'alba.
Superato il primo risalto roccioso ci troviamo di fronte al ghiacciaio dell'Adula, ormai ridotto a piccolo ricordo di un passato glorioso, ma ancora vivo e capace di ricordarci che siamo delle piccole formiche al suo cospetto.
Il passaggio chiave
Quest'anno grazie al buon innevamento primaverile è ancora interamente coperto e non lascia intravvedere la sua sofferente faccia.
Un piccolo passaggio esposto ma munito di cavo di acciaio ci porta al diedro/camino, il passaggio chiave di questa ascesa: sette o otto metri di terzo grado muniti di catena. Alcuni di noi si assicurano con la longe. Le mani a contatto con la roccia e la fredda catena gelano.
Superato il camino si affronta un breve tratto di arrampicata di secondo grado per poi trovarsi sull'ampia sella che si collega alla cresta sommitale.
Seguendo i bolli blu e spostandoci leggermente a nord-est attacchiamo l'ultimo tratto di sfasciumi per poi superare un piccolo nevaio fino a sbucare in cresta.
Il sole ci scalda, l'entusiasmo è alto e sembrerebbe di essere già in vetta. Ma rimane da superare il grande fungo: un grande gendarme, riconoscibile da lontano, che aggiriamo da destra . La traccia risulta ben visibile e, prestando attenzione a qualche masso instabile, oltrepassiamo il gendarme e in pochi metri di facile cresta raggiungiamo la tanto agognata cima della regina del Ticino: l'Adula.
La giornata è stupenda, il panorama ci permette di ammirare le vette di mezzo arco alpino. Beneficiamo di un'ottima visuale sui tremila a cavallo tra Val Malvaglia e Valle di Hinterrhein.
Adula - 3402 m
Ci godiamo il tepore del sole mangiando qualcosa. Sono le 08.30, abbiamo impiegato esattamente tre ore e mezza: considerato il numero di partecipanti la tempistica va oltre le mie aspettative.
Mentre i miei compagni si sbizzarriscono in foto e complimenti, Michea ed io ci prepariamo alla discesa.
Organizziamo due cordate da cinque persone.
In breve sono tutti pronti. Ramponati ed incordati discendiamo il pendio nord-ovest che ci costringe (per la pendenza) ad effettuare alcuni zig-zag per raggiungere l'Adulajoch.
Bisogna prestare attenzione a superare la suddetta bocchetta a causa di diversi massi instabili.
Si prosegue in costa seguendo parallelamente la soprastante cresta che conduce al Grauhorn. In breve si perde quota e si passa accanto ad un frana, questo tratto è meglio percorrerlo rapidamente (il tratto sottostante il Grauhorn).
Sempre grazie alla grande quantità di neve riusciamo ad abbassarci ulteriormente e così, in poco più di un' ora, siamo a quota 2800 metri.
Piccola pausa per togliere imbrago, ramponi e parecchi vestiti per poi, serenamente, scendere in capanna dove mi aspetta la mia dolce metà e le piccole bestiole.
Un grande abbraccio a tutti i partecipanti di questa bella gita.
Dopo aver bevuto e mangiato qualcosa, regolato i conti e ripreso tutto il materiale lasciato in capanna, scendiamo a gruppetti verso il fondovalle.
Bisogna ammettere che avevano ragione quelli che andavano all'Adula! Proprio una gran Regina.
Vista da amedeo
Mi ero iscritto subito alla SAT Lugano per il giro dell’Adula, il primo, appena avevo saputo da michea82 che la stavano organizzando. Sabato raggiungo per ultimo tutti i partecipanti alla Capanna Adula UTOE alle 17.15 circa, per impegni famigliari ero partito verso le 15,00 da Compietto ed ero passato anche a bere una gazzosa alla Capanna Adula CAS.
Bel gruppo, gente simpatica e forti camminatori. Cena con….. birra poi a…… letto presto…non sono abituato. Non sono praticamente riuscito a dormire, troppo caldo, aria irrespirabile, mi sembrava di soffrire di claustrofobia. Alle 3.00 sono uscito sulla sdraio a riposare, ho ripreso a respirare! La prossima volta o apro tutta la finestra o dormo fuori sui tavoli, comunque mai più sul piano superiore dei letti.
Partiti alle 5.00, al laghetto Cadabi su indicazione di jair togliamo la frontale e mettiamo l’imbrago e il caschetto. Bella salita, sono l’ultimo, mi tiene compagnia Liesje (dietro per fare le foto…perché se no è un fulmine, velocissima) e poi michea82. Passiamo il traverso con un cavo di acciaio, poi il canalino con catena dove non ho però la fettuccia col moschettone (me lo sono dimenticato nello zaino, non ho voglia di toglierlo…..meglio metterlo, sempre!) ma salgo bene. jair controlla da sopra e Michea da sotto. Si sale ancora con un passaggio esposto sotto la cresta e poi per la cresta in cima all’Adula. Arrivo dopo 3.30 h, ultimo ma tranquillo (lo zaino pesante si fa sentire…..!?)
Dopo i complimenti e uno spuntino, due cordate a scendere sul ghiacciaio, con ramponi e piccozza. Tutto bene ma …..mi concentro per tenere la corda e non ramponarla e inciampo: risultato strappo i pantaloni e...un ginocchio, un taglio e un piccolo buco che sanguina. jair provvede subito a medicarmi e fasciarmi, unica volta in cui non avevo la borsetta del pronto soccorso (dimenticata...!). Fa un po’ male ma niente di che, piuttosto rallento un po’ la cordata forse anche perché oltre la botta e il taglio…..non ho dormito!? A fine ghiacciaio togliamo imbrago e ramponi e coi bastoncini scendo, piano, alla Capanna Adula. Qui il gestore Cyrill completa la medicazione, dopo una birra e una pausa scendo un po’ zoppicante. Nella discesa trovo Michea, Debora, eidan e Sara e finisco la discesa con loro. Dopo due giorni la ferita sta guarendo bene.
Bella uscita, organizzata con tutti i crismi da jair e Michea82, simpatici e bravissimi organizzatori che ti danno sicurezza e calma. Spero di andare anche alla prossima uscita SAT, sulla Cima dell’Uomo, magari un po’ più allenato!?
Finalmente abbiamo reso visita anche alla nostra Adula.
Chiamata anche Rheinwaldhorn o Piz Valrhein, con i suoi 3402 m è la somma vetta del Canton Ticino.
Si tratta della mia quarta ascesa, di cui la terza percorrendone la cresta ovest, ovvero la Via Malvaglia.
In questo caso mi sono prestato ad accompagnare un gruppo di persone per la SAT Lugano ( vedi: /satlugano.ch/), assieme a mio fratello jair.
L'uscita è stata realizzata in modo perfetto, facilitata dalle ottime condizioni dei terreni e della meteo, ma soprattutto dalla motivazione dei partecipanti e il funzionamento del gruppo.
Il nostro gruppo nel punto di accesso della cresta sud (quota 3350 m)
L'escursione è stata descritta da mio fratello nella sezione sottostante. Sono ben contento, dopo 240 edizioni, di limitarmi ad un commento generale.
Abbiamo realizzato il tour su due giorni con appoggio serale e notturno presso la Capanna Adula UTOE (a 2400 metri). Essa è un ottimo punto di partenza in quanto è molto vicina alle pendici della montagna.
Abbiamo disegnato un anello salendo dalla cresta ovest (detta anche Via Malvaglia) e discendendo dalla via normale (lungo il ghiacciaio di Bresciana).
L'avvicinamento l'abbiamo svolto lungo la Val Carassina (circa 8 km dal parcheggio dei Prati di Compietto fino alla Capanna Adula UTOE).
Alpinisticamente si può dire che la difficoltà sia generalmente F, con qualche tratto di PD. I passaggi da arrampicare arrivano al secondo grado, eccetto un diedro di terzo grado che tuttavia è dotato di catena.
I passaggi chiave sono: il diedro di terzo grado da arrampicare, il fungo da aggirare sulla cresta sud dell'Adula (appigliato ma esposto) e l'Adulajoch, semplice bocchetta che presenta però rocce instabili. Una cordata nei giorni precedenti è stata trascinata lungo il ghiacciaio a causa di un distacco di roccia impigliatosi nella corda (fortunatamente con solo ferite leggere).
Il soggiorno presso la Capanna è stato per noi una grande risorsa. Ringrazio Cyril e il suo team per averci accolto e motivato.
La Capanna Adula UTOE
Video
[/drive.google.com/file/d/1U05FUOt3eZ6WeIZQRQkTAdj2Byc3p3aS/v...]
Vista da jair
L'Adula o Rheinwaldhorn!!
Una montagna che ho sempre snobbato. Tutti desiderano scalarla poichè si tratta della più alta del Ticino. Io, proprio per questo, l'ho evitata per anni.
Ora, invece, mi sono ritrovato a doverla affrontare in quanto inserita nel programma gite della SAT Lugano. Programma allestito personalmente da me e Michea. Essendo da diversi anni che Cyrill e Lisa, i gestori della Capanna Adula UTOE, chiedono a me e alla mia famiglia di passare a trovarli, direi che sia giunto il momento di andare.
L'Adula - vista da quota 2900 / 3000 m
Con nostra grande sorpresa otteniamo parecchie iscrizioni. Addirittura Michea si ritrova a doverle chiudere: essendo soltanto due capogita non possiamo caricarci troppo.
Dopo aver organizzato orari e auto (grazie Michea!), ci incontriamo alle 13:00 a Compietto dove lasciamo i veicoli e facciamo la prima conoscenza tra membri del gruppo: siamo in 14 persone. Un'ulteriore persona (amedeo)ci raggiungerà più tardi in capanna. Foto di rito e via: partenza per la lunga Val Carassina in cui il gruppo si divide in diversi sottogruppi.
La valle è bella ed è percorsa interamente dal Ri di Carassina, il quale forma delle splendide pozze d'acqua cristallina, molto invitanti.
La Val Carassina
Dopo sei chilometri di falso piano su sterrato si raggiunge la testata della valla dove c'è il bivio per la Capanna Adula CAS, ubicata pochi metri più ad est, e per la UTOE, situata 400 metri più in alto e raggiungibile tramite sentiero.
Dopo tre ore dalla partenza arriviamo in capanna dove riceviamo un caloroso benvenuto dai nostri amici. Le mie figlie di 6 e 9 anni sono belle cotte ma non si fanno sfuggire l'occasione per giocare con i figli dei guardiano. Al contempo noi adulti ci prendiamo una meritata birra. Cosa chiedere di meglio dalla vita?
La cena è l'occasione per socializzare con il resto del gruppo e per organizzarci per l'ascesa del giorno dopo.
Tutti a letto presto per una notte che sembra insonne per gran parte del gruppo. Nel mio caso faccio sempre fatica a dormire in capanna: vuoi per la quota, vuoi per le tante persone in camerata mi sembra sempre di essere in un grande dormiveglia. Comunque sia alle 04.00 abbiamo la sveglia e in quel momento mi sento come un leone. Quindi ha funzionato.
Lynn e le mie figlie continuano a dormire cullate da Morfeo in un sonno profondo.
Purtroppo altri due partecipanti (tra cui eidan) decidono di rinunciare, così, dopo una buona colazione, alle 5.00 partiamo: due capogita e otto soci motivati.
Alla luce delle frontali percorriamo il sentiero che conduce al Laghetto del Cadabi. Superati i primi cento metri di dislivello, al bivio, si prende la traccia bianco-rossa a destra per il laghetto e per la Capanna Quarnei lasciando a sinistra la via normale per l'Adula. Scesi pochi metri nella vallata morenica del ghiacciaio di Bresciana ci troviamo davanti alla prima difficoltà: il torrente impetuoso che scende dal ghiacciaio ci sbarra la strada. Non è semplice da superare ma agilmente lo guadiamo saltellando tra i sassi che sporgono dall'acqua.
Raggiunto il laghetto facciamo una breve pausa: è trascorsa un'ora e le frontali ormai non servono più. Cambiamo assetto e indossiamo l'imbrago; da qui in avanti si percorre la Via Malvaglia.
Michea ci precede e ci conduce lungo il lato settentrionale della lunga cresta che converge nella parte sommitale della montagna. Si procede inizialmente su facili blocchi di roccia. La traccia è segnalata da bolli blu.
In poco tempo il laghetto è sotto di noi: un piccolo specchio d'acqua che riflette il chiarore dell'alba.
Superato il primo risalto roccioso ci troviamo di fronte al ghiacciaio dell'Adula, ormai ridotto a piccolo ricordo di un passato glorioso, ma ancora vivo e capace di ricordarci che siamo delle piccole formiche al suo cospetto.
Il passaggio chiave
Quest'anno grazie al buon innevamento primaverile è ancora interamente coperto e non lascia intravvedere la sua sofferente faccia.
Un piccolo passaggio esposto ma munito di cavo di acciaio ci porta al diedro/camino, il passaggio chiave di questa ascesa: sette o otto metri di terzo grado muniti di catena. Alcuni di noi si assicurano con la longe. Le mani a contatto con la roccia e la fredda catena gelano.
Superato il camino si affronta un breve tratto di arrampicata di secondo grado per poi trovarsi sull'ampia sella che si collega alla cresta sommitale.
Seguendo i bolli blu e spostandoci leggermente a nord-est attacchiamo l'ultimo tratto di sfasciumi per poi superare un piccolo nevaio fino a sbucare in cresta.
Il sole ci scalda, l'entusiasmo è alto e sembrerebbe di essere già in vetta. Ma rimane da superare il grande fungo: un grande gendarme, riconoscibile da lontano, che aggiriamo da destra . La traccia risulta ben visibile e, prestando attenzione a qualche masso instabile, oltrepassiamo il gendarme e in pochi metri di facile cresta raggiungiamo la tanto agognata cima della regina del Ticino: l'Adula.
La giornata è stupenda, il panorama ci permette di ammirare le vette di mezzo arco alpino. Beneficiamo di un'ottima visuale sui tremila a cavallo tra Val Malvaglia e Valle di Hinterrhein.
Adula - 3402 m
Ci godiamo il tepore del sole mangiando qualcosa. Sono le 08.30, abbiamo impiegato esattamente tre ore e mezza: considerato il numero di partecipanti la tempistica va oltre le mie aspettative.
Mentre i miei compagni si sbizzarriscono in foto e complimenti, Michea ed io ci prepariamo alla discesa.
Organizziamo due cordate da cinque persone.
In breve sono tutti pronti. Ramponati ed incordati discendiamo il pendio nord-ovest che ci costringe (per la pendenza) ad effettuare alcuni zig-zag per raggiungere l'Adulajoch.
Bisogna prestare attenzione a superare la suddetta bocchetta a causa di diversi massi instabili.
Si prosegue in costa seguendo parallelamente la soprastante cresta che conduce al Grauhorn. In breve si perde quota e si passa accanto ad un frana, questo tratto è meglio percorrerlo rapidamente (il tratto sottostante il Grauhorn).
Sempre grazie alla grande quantità di neve riusciamo ad abbassarci ulteriormente e così, in poco più di un' ora, siamo a quota 2800 metri.
Piccola pausa per togliere imbrago, ramponi e parecchi vestiti per poi, serenamente, scendere in capanna dove mi aspetta la mia dolce metà e le piccole bestiole.
Un grande abbraccio a tutti i partecipanti di questa bella gita.
Dopo aver bevuto e mangiato qualcosa, regolato i conti e ripreso tutto il materiale lasciato in capanna, scendiamo a gruppetti verso il fondovalle.
Bisogna ammettere che avevano ragione quelli che andavano all'Adula! Proprio una gran Regina.
Vista da amedeo
Mi ero iscritto subito alla SAT Lugano per il giro dell’Adula, il primo, appena avevo saputo da michea82 che la stavano organizzando. Sabato raggiungo per ultimo tutti i partecipanti alla Capanna Adula UTOE alle 17.15 circa, per impegni famigliari ero partito verso le 15,00 da Compietto ed ero passato anche a bere una gazzosa alla Capanna Adula CAS.
Bel gruppo, gente simpatica e forti camminatori. Cena con….. birra poi a…… letto presto…non sono abituato. Non sono praticamente riuscito a dormire, troppo caldo, aria irrespirabile, mi sembrava di soffrire di claustrofobia. Alle 3.00 sono uscito sulla sdraio a riposare, ho ripreso a respirare! La prossima volta o apro tutta la finestra o dormo fuori sui tavoli, comunque mai più sul piano superiore dei letti.
Partiti alle 5.00, al laghetto Cadabi su indicazione di jair togliamo la frontale e mettiamo l’imbrago e il caschetto. Bella salita, sono l’ultimo, mi tiene compagnia Liesje (dietro per fare le foto…perché se no è un fulmine, velocissima) e poi michea82. Passiamo il traverso con un cavo di acciaio, poi il canalino con catena dove non ho però la fettuccia col moschettone (me lo sono dimenticato nello zaino, non ho voglia di toglierlo…..meglio metterlo, sempre!) ma salgo bene. jair controlla da sopra e Michea da sotto. Si sale ancora con un passaggio esposto sotto la cresta e poi per la cresta in cima all’Adula. Arrivo dopo 3.30 h, ultimo ma tranquillo (lo zaino pesante si fa sentire…..!?)
Dopo i complimenti e uno spuntino, due cordate a scendere sul ghiacciaio, con ramponi e piccozza. Tutto bene ma …..mi concentro per tenere la corda e non ramponarla e inciampo: risultato strappo i pantaloni e...un ginocchio, un taglio e un piccolo buco che sanguina. jair provvede subito a medicarmi e fasciarmi, unica volta in cui non avevo la borsetta del pronto soccorso (dimenticata...!). Fa un po’ male ma niente di che, piuttosto rallento un po’ la cordata forse anche perché oltre la botta e il taglio…..non ho dormito!? A fine ghiacciaio togliamo imbrago e ramponi e coi bastoncini scendo, piano, alla Capanna Adula. Qui il gestore Cyrill completa la medicazione, dopo una birra e una pausa scendo un po’ zoppicante. Nella discesa trovo Michea, Debora, eidan e Sara e finisco la discesa con loro. Dopo due giorni la ferita sta guarendo bene.
Bella uscita, organizzata con tutti i crismi da jair e Michea82, simpatici e bravissimi organizzatori che ti danno sicurezza e calma. Spero di andare anche alla prossima uscita SAT, sulla Cima dell’Uomo, magari un po’ più allenato!?
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