Anello da Valtorta lungo la “Via del Ferro”
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La Val Brembana fin dall’antichità è stata una terra operosa, ricca di attività artigianali per lo più legate alla lavorazione del ferro (Valtorta era specializzata nella produzione di chiodi, tant’è che i sui abitanti erano soprannominati “chiodaroli”) per la presenza di alcune miniere nella zona, attive fin dall’epoca gallica. Così, per favorire gli scampi commerciali con le confinanti valli, ma anche a più vasto raggio, è stata attraversata da diverse direttrici commerciali. In questo momento me ne vengono alla mente tre: la Via Mercantorum che, come dice il nome, era percorsa dai mercanti; collegava, con alcune varianti, Bergamo alla Valle Seriana e alla Val Brembana e terminava a Cornello dei Tasso, sede di un importante mercato. La Via Mercantorum perse importanza con l’apertura, nel 1593, della Via Priula, che collegava direttamente Bergamo a Morbegno, quindi ai Grigioni (senza pagare dazi al Ducato di Milano), attraverso il Passo di San Marco, percorrendo quasi per intero la Val Brembana. La terza è la Via del Ferro, che, con uno sviluppo di circa 25 chilometri, collegava Mezzoldo a Valtorta (frazione Falghera), permettendo gli scambi commerciali dei valligiani con la Valsassina, mediante il Passo del Camisolo (zona di interesse minerario), e la Valtellina.
L’anello qui descritto esplora una piccola porzione della Via, quella più prossima Valtorta.
LOCALITA' DI PARTENZA. Valtorta (m 942).
ATTREZZATURA.
Quella standard da escursionismo.
DIFFICOLTÀ.
T2 (T secondo la classificazione CAI).
Buona parte dell’escursione si svolge su strade forestali. I sentieri hanno tracciato evidente e sufficientemente segnalato, senza presentare difficoltà oggettive.
QUOTA MASSIMA: m 1408, lungo la strada forestale, sotto lo Zucco di Stremereggia.
QUOTA MINIMA: m 928, a valle del Mulino/fucina..
SVILUPPO: km 10,6.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 4:05.
TEMPI PARZIALI:
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dal parcheggio vicino alla torre dell’orologio si imbocca via Papa Giovanni XXIII (indicazioni per Costa, Cantello e Grasso) e la si percorre per circa un chilometro e mezzo raggiungendo la frazione di Cantello (m 1057), dove si abbandona la strada asfaltata (che termina poco oltre) per imboccare la vecchia mulattiera che sale all’antico borgo, che merita attenzione.
Il borgo è composto da edifici rurali in pietra, rivolti a Sud, costruiti attorno ad un più antico nucleo caratterizzato da un tratto di via coperta e porticata.
Oltre Cantello si percorre un sentiero ben tracciato che, dopo avere attraversato alcuni prati delimitati da ginestre in fiore, si addentra nel bosco e, trascurando prima una deviazione a destra e, successivamente, una a sinistra, in circa un’ora di marcia sbuca su una strada forestale al Colle Dudello (m 1345). Continuando sulla destra (direzione Nord) si prosegue sulla Via del Ferro scendendo verso Ornica, noi, per chiudere l’anello a Valtorta, prendiamo a sinistra percorrendo, inizialmente in salita, la forestale per circa 4 chilometri. In questo tragitta si taglino le pendici dello Zucco della Stremereggia e del Monte Pigolotta, sotto il quale c’è un vasto alpeggio, che sarà il punto più elevato dell’escursione (m 1408). Sopra la frazione Costa, si abbandona la strada per prendere un sentiero che si stacca sulla destra, che si raccorda con il sentiero 104 che da Valtorta sale al Rifugio Grassi presso il Passo del Camisolo (in Valsassina). Il sentiero si sviluppa interamente nel bosco e, dopo avere attraversato su una passerella in legno il Torrente Valle Grobbia, sale con un breve ma ripidotratto al bivio col sentiero 104 (m 1208).
A questo punto si percorre il sentiero 104 in discesa raggiungendo l’ameno borgo di Scasletto (m 1078) e, dopo avere costeggiato per un tratto di torrente, si transita in una zona allietata dalla presenza di piacevoli salti d’acqua e, quindi, ormai in prossimità di Valtorta, al mulino/maglio (m 922), presso l’Oasi naturalistica del Bolgià.
L’Oasi naturalistica del Bolgià è collegata a Valtorta da un antico ponte a schiena d’asino. In essa si convoglia l’acqua dalla Val Grobbia che, opportunamente incanalata, aziona le ruote motrici del mulino e del maglio, ricostruti secondo la fisionomia originaria. Il complesso: il ponte, gli edifici del mulino, del maglio e la vicina fucina, costituisce un importante testimonianza storica e antropologica. Attivi fino agli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, il maglio e il mulino erano collocati in posizione strategica, nel punto di passaggio obbligato sulla strada verso le contrade e quindi meta costante di chiunque intendesse fruire dei servizi, allora indispensabili, della macinazione dei cereali e della produzione degli attrezzi da lavoro.
Dall’oasi si fa ritorno a Valtorta in circa un quarto d’ora.
METEO.
Cielo poco nuvoloso, con intensificazione momentanea della nuvolosità nel pomeriggio. Vento assente. Giornata piuttosto afosa. Temperatura alla partenza 25°, al Colle Dudello 17°, al termine 24°.
FREQUENTAZIONE.
Scarsa.
COMPAGNI: Andrea, Manuela, Paolo.
Note sitografiche:
L’anello qui descritto esplora una piccola porzione della Via, quella più prossima Valtorta.
LOCALITA' DI PARTENZA. Valtorta (m 942).
ATTREZZATURA.
Quella standard da escursionismo.
DIFFICOLTÀ.
T2 (T secondo la classificazione CAI).
Buona parte dell’escursione si svolge su strade forestali. I sentieri hanno tracciato evidente e sufficientemente segnalato, senza presentare difficoltà oggettive.
QUOTA MASSIMA: m 1408, lungo la strada forestale, sotto lo Zucco di Stremereggia.
QUOTA MINIMA: m 928, a valle del Mulino/fucina..
SVILUPPO: km 10,6.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 4:05.
TEMPI PARZIALI:
da | Valtorta | a | Cantello | 30 minuti; |
da | Cantello | a | Colle Dudello | ore 1:10; |
da | Colle Dudello | a | Bivio con sentiero 104 | ore 1:25; |
da | Bivio con sentiero 104 | a | Mulino/fucina | 45 minuti; |
da | Mulino/fucina | a | Valtorta | 15 minuti. |
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dal parcheggio vicino alla torre dell’orologio si imbocca via Papa Giovanni XXIII (indicazioni per Costa, Cantello e Grasso) e la si percorre per circa un chilometro e mezzo raggiungendo la frazione di Cantello (m 1057), dove si abbandona la strada asfaltata (che termina poco oltre) per imboccare la vecchia mulattiera che sale all’antico borgo, che merita attenzione.
Il borgo è composto da edifici rurali in pietra, rivolti a Sud, costruiti attorno ad un più antico nucleo caratterizzato da un tratto di via coperta e porticata.
Oltre Cantello si percorre un sentiero ben tracciato che, dopo avere attraversato alcuni prati delimitati da ginestre in fiore, si addentra nel bosco e, trascurando prima una deviazione a destra e, successivamente, una a sinistra, in circa un’ora di marcia sbuca su una strada forestale al Colle Dudello (m 1345). Continuando sulla destra (direzione Nord) si prosegue sulla Via del Ferro scendendo verso Ornica, noi, per chiudere l’anello a Valtorta, prendiamo a sinistra percorrendo, inizialmente in salita, la forestale per circa 4 chilometri. In questo tragitta si taglino le pendici dello Zucco della Stremereggia e del Monte Pigolotta, sotto il quale c’è un vasto alpeggio, che sarà il punto più elevato dell’escursione (m 1408). Sopra la frazione Costa, si abbandona la strada per prendere un sentiero che si stacca sulla destra, che si raccorda con il sentiero 104 che da Valtorta sale al Rifugio Grassi presso il Passo del Camisolo (in Valsassina). Il sentiero si sviluppa interamente nel bosco e, dopo avere attraversato su una passerella in legno il Torrente Valle Grobbia, sale con un breve ma ripidotratto al bivio col sentiero 104 (m 1208).
A questo punto si percorre il sentiero 104 in discesa raggiungendo l’ameno borgo di Scasletto (m 1078) e, dopo avere costeggiato per un tratto di torrente, si transita in una zona allietata dalla presenza di piacevoli salti d’acqua e, quindi, ormai in prossimità di Valtorta, al mulino/maglio (m 922), presso l’Oasi naturalistica del Bolgià.
L’Oasi naturalistica del Bolgià è collegata a Valtorta da un antico ponte a schiena d’asino. In essa si convoglia l’acqua dalla Val Grobbia che, opportunamente incanalata, aziona le ruote motrici del mulino e del maglio, ricostruti secondo la fisionomia originaria. Il complesso: il ponte, gli edifici del mulino, del maglio e la vicina fucina, costituisce un importante testimonianza storica e antropologica. Attivi fino agli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, il maglio e il mulino erano collocati in posizione strategica, nel punto di passaggio obbligato sulla strada verso le contrade e quindi meta costante di chiunque intendesse fruire dei servizi, allora indispensabili, della macinazione dei cereali e della produzione degli attrezzi da lavoro.
Dall’oasi si fa ritorno a Valtorta in circa un quarto d’ora.
METEO.
Cielo poco nuvoloso, con intensificazione momentanea della nuvolosità nel pomeriggio. Vento assente. Giornata piuttosto afosa. Temperatura alla partenza 25°, al Colle Dudello 17°, al termine 24°.
FREQUENTAZIONE.
Scarsa.
COMPAGNI: Andrea, Manuela, Paolo.
Note sitografiche:
Tourengänger:
Alberto C.

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