Breithorn ( Occidentale 4160 m e Centrale 4154 m), Castor (4225 m) e Pollux (4090 m)
È arrivato quel momento dell'anno in cui si va a fare il 4000. Allora ci si sveglia con l'entusiasmo alle stelle e si va ad ovest.
È la mia quarta stagione a queste quote ed è la prima volta che rilevo condizioni così buone nei ghiacciai. La meteo è invece (forse questo il motivo delle buone condizioni) più ballerina. Con l'instabilità e il ciclo diurno previsti abbiamo delle finestre troppo piccole per poter pensare a grandi obiettivi. Le finestre sono limitate al mattino. Pertanto ho studiato un itinerario "toccata e fuga" su due giorni con appoggio al Rifugio Guide della Val d'Ayas, dove con un colpo di fortuna ho trovato all'ultimo 2 posti liberi.
Quello che abbiamo realizzato nelle due mattinate non è stato poco. Anzi.
Tipico scenario delle nostre due giornate (Breithorn Occidentale - Dirigendoci verso quello Centrale)

Giorno 1 - Salita ai due Breithorn e pernottamento al Rifugio Guide della Val d'Ayas
(Dislivello: 1000 m - Sviluppo: 10 km - Tempo totale: 6 ore e 13 min)
Per questo tour ho trovato un buon compagno: Joao Graca. Con lui ho portato a casa niente meno che il Cervino 10 mesi fa.
Ci spostiamo prestissimo verso la Val d'Aosta, direzione Cervinia. Da Lugano sono circa 3 ore di macchina. Arriviamo presto, prima delle 06.30. Gli impianti aprono alle 07.15. Ma noi vogliamo avere il tempo di capire come funziona tutto: dove sono i parcheggi, dove sono gli impianti, quali sono quelli per il Plateau Rosa, ecc.
Alle 07.15 siamo sulla prima cabina e alle 08.00 mettiamo piede sulla neve.
Joao parte in quarta e per stargli dietro devo impegnarmi non poco. Supera tutte le cordate che ci precedono. Seguiamo le piste per il Piccolo Cervino fino al Breithornplateau. Qui ci incordiamo perchè lasciamo le piste (attraversando quella che collega Gobba di Rollin e Piccolo Cervino) e proseguiamo spediti lungo la grande pianura vicino al Breithornpass.
Vicino al Breithornpass - Ghiacciaio di Verra
In poco tempo saliamo sul Breithorn Occidentale seguendo la facile traccia. Con un semicerchio su pendenze vieppiù sostenute guadagniamo la cresta occidentale. Il mio gps ha tirato una linea dritta fino alla vetta ma abbiamo seguito la traccia scialpinistica normale.
Dalla vetta proseguiamo per l'estetico crinale: con la buona traccia presente si procede con facilità. Altrimenti posso presumere che la cresta sia piuttosto affilata ed esposta. Scendiamo fino alla sella e risaliamo il facile vicino (Breithorn Centrale). Quest'ultimo presenta cornici a nord.
In seguito scendiamo con l'intenzione di andare al Roccia Nera. Per la discesa seguiamo una traccia che taglia dritto dalla sella tra i due Breithorn. Si intravvede il crepaccio terminale. Confluiamo nella traccia alta del Ghiacciaio di Verra e la seguiamo. Tuttavia rapidamente si formano molte nubi e si chiude il cielo. Inoltre Joao avendo spinto troppo e non essendo abituato alla quota, non ha più energia. Pertanto ci fermiamo sotto la Roccia Nera per uno snack e decidiamo di scendere al Rifugio Guide della Val d'Ayas.
Esso non è così vicino considerando che la neve è smollata e si sfonda parecchio. Nella nebbia ci basiamo sulle tracce gps salvate sui miei dispositivi e su quelle nel terreno. Scendiamo sulla traccia bassa tagliando un ripido pendio a fianco del Bivacco Rossi Volante. Ci sono alcuni crepacci nascosti a cui prestare attenzione. Quindi siamo obbligati a salire un po' di quota fino alle pendici del Pollux. Questo è necessario in quanto sotto di noi c'è una zona impervia con un salto roccioso. Infine scendiamo velocemente dirigendoci al nostro rifugio. Alle 14.30 siamo sistemati e abbiamo tutto il tempo per riposarci e recuperare.
Al rifugio conosceremo un simpatico francese (incontrato durante la discesa nella nebbia) e due ragazze toscane che saranno nostre compagne di camera. L'indomani saliranno tutti al Pollux.
Discesa dalla traccia alta a quella bassa vicino al Bivacco Rossi Volante

Giorno 2 - Salita al Castor e al Pollux
(Dislivello: 1400 m - Sviluppo: 12 km - Tempo totale: 8 h e 28 min)
I rifugisti ci consentono di prendere la colazione già alle 03.30. In questo modo alle 04.10 partiamo con la frontale e veloci risaliamo fino al punto in cui la traccia si divide tra Pollux e Castor. Seguiamo quella per il Castor. Intanto il cielo comincia a schiarire. Il rigelo notturno non è stato totale. Tuttavia sul ripido pendio del Castor il rigelo è stato efficace.
Joao per essere leggero lascia lo zaino nella piana sottostante le due cime. Io mi libero di alcuni pesi e porto l'indispensabile nel mio.
Seguendo la traccia risaliamo i pendii man mano più ripidi del Castor. Mentre saliamo la piccozza diviene utile. Non si superano i 40 gradi se non forse nel breve scivolo finale. Tuttavia il versante è esposto e una scivolata sulla neve compatta o sul ghiaccio è tabu.
Nei pressi dello scivolo finale superiamo anche il crepaccio terminale che sta accennando una timida apertura. Ci ritroviamo sulla crestina nord. Questa è sottile ed esposta ma facile nelle attuali condizioni.
Crestina nord del Castor- Visibile una cordata che si trova appena sotto-cresta

Crestina nord del Castor - Vista verso la vetta (verso sud)

Penso che sulle oltre 400 cime conquistate nella mia vita (a parte il Gran Sasso in notturna) non ce ne sia una raggiunta così presto: sono le 06.30 del mattino. Il mondo si sta svegliando e noi siamo già qui. Ci godiamo i pochi istanti che ci concediamo. Siamo soli in questa splendida vetta. Diverse cordate stanno salendo dopo di noi. Una sola è arrivata prima e già scesa.
Discendiamo seguendo la stessa via. Dalla cresta ci abbassiamo lungo il breve tratto ripido con la fronte a monte utilizzando la piccozza. Quindi, fronte a valle, scendiamo con attenzione tenendoci sempre con la piccozza. Incrociamo diverse cordate.
Recuperato lo zaino ci dirigiamo verso la base del canale sw del Pollux. Le condizioni eccellenti lo rendono per noi molto facile. lo risaliamo fino all'uscita, quindi la via si immette in una zona di roccette. Si usano le mani su facile terreno fino a raggiungere il passaggio con le catene. Si tratta di una placca verticale con una fessura sulla sinistra. Ci sono 2 catene: una sulla placca in diagonale e una a sinistra nella fessura. Sfruttiamo quest'ultima consentendo ad una cordata di scendere lungo quell'altra. Ci attacchiamo con la fettuccia e arrampichiamo sollevandoci con forza. Subito sopra di noi c'è un secondo passaggio più ripido ma più facile da arrampicare. All'uscita c'è una madonnina con una gamella. Non si tratta della cima: ci aspetta ancora una facile dorsale nevosa. Qui incrociamo il francese conosciuto in capanna.
Passaggio attrezzato per il Pollux

Risaliamo la facile cresta nevosa fino all'ampia vetta. Questa si affaccia sul vicino Castor. Bisogna stare attenti alla cornice presente su quel lato.
In vetta incontriamo le nostre compagne di camera. Ci accorgiamo che sono loro soltanto dopo esserci scattati le foto di rito.
Con loro discendiamo fino alla madonnina. Joao prosegue senza bisogno della corda. Io preferisco allestire un paio di calate in doppia già che ho portato una corda da 30 metri. La seconda calata è giusta giusta (raggiungo in nodi in fondo alla corda).
La discesa successiva è semplice e in breve mi ricongiungo a Joao in fondo al canalone.
Passaggio attrezzato per il Pollux (primo muro salendo)

Vetta del Pollux vista dalla madonnina

Poco dopo le 10.00 il cielo si copre e le cime s'incappucciano. Le basi nuvolose sono collocate intorno ai 3400 m ed ostacolano la vista. Tuttavia, come per il giorno precedente, i banchi vanno e vengono e le aperture sono frequenti. Dopo uno snack ci apprestiamo a rientrare al Testa Grigia. Impieghiamo poco più di due ore a buon passo con una piccola pausa.
Siamo a Cervinia poco prima delle 14.00.
Ambienti grandiosi. Sicuramente da ritornare per completare le vette!
Video
[/drive.google.com/file/d/1Q9XAGFDXWdSMMMHh5MHnTjBc8pQtB2Uf/v...]
/www.instagram.com/reel/C9SPJFxt8hL/
È la mia quarta stagione a queste quote ed è la prima volta che rilevo condizioni così buone nei ghiacciai. La meteo è invece (forse questo il motivo delle buone condizioni) più ballerina. Con l'instabilità e il ciclo diurno previsti abbiamo delle finestre troppo piccole per poter pensare a grandi obiettivi. Le finestre sono limitate al mattino. Pertanto ho studiato un itinerario "toccata e fuga" su due giorni con appoggio al Rifugio Guide della Val d'Ayas, dove con un colpo di fortuna ho trovato all'ultimo 2 posti liberi.
Quello che abbiamo realizzato nelle due mattinate non è stato poco. Anzi.
Tipico scenario delle nostre due giornate (Breithorn Occidentale - Dirigendoci verso quello Centrale)

Giorno 1 - Salita ai due Breithorn e pernottamento al Rifugio Guide della Val d'Ayas
(Dislivello: 1000 m - Sviluppo: 10 km - Tempo totale: 6 ore e 13 min)
Per questo tour ho trovato un buon compagno: Joao Graca. Con lui ho portato a casa niente meno che il Cervino 10 mesi fa.
Ci spostiamo prestissimo verso la Val d'Aosta, direzione Cervinia. Da Lugano sono circa 3 ore di macchina. Arriviamo presto, prima delle 06.30. Gli impianti aprono alle 07.15. Ma noi vogliamo avere il tempo di capire come funziona tutto: dove sono i parcheggi, dove sono gli impianti, quali sono quelli per il Plateau Rosa, ecc.
Alle 07.15 siamo sulla prima cabina e alle 08.00 mettiamo piede sulla neve.
Joao parte in quarta e per stargli dietro devo impegnarmi non poco. Supera tutte le cordate che ci precedono. Seguiamo le piste per il Piccolo Cervino fino al Breithornplateau. Qui ci incordiamo perchè lasciamo le piste (attraversando quella che collega Gobba di Rollin e Piccolo Cervino) e proseguiamo spediti lungo la grande pianura vicino al Breithornpass.
Vicino al Breithornpass - Ghiacciaio di Verra

In poco tempo saliamo sul Breithorn Occidentale seguendo la facile traccia. Con un semicerchio su pendenze vieppiù sostenute guadagniamo la cresta occidentale. Il mio gps ha tirato una linea dritta fino alla vetta ma abbiamo seguito la traccia scialpinistica normale.
Dalla vetta proseguiamo per l'estetico crinale: con la buona traccia presente si procede con facilità. Altrimenti posso presumere che la cresta sia piuttosto affilata ed esposta. Scendiamo fino alla sella e risaliamo il facile vicino (Breithorn Centrale). Quest'ultimo presenta cornici a nord.
In seguito scendiamo con l'intenzione di andare al Roccia Nera. Per la discesa seguiamo una traccia che taglia dritto dalla sella tra i due Breithorn. Si intravvede il crepaccio terminale. Confluiamo nella traccia alta del Ghiacciaio di Verra e la seguiamo. Tuttavia rapidamente si formano molte nubi e si chiude il cielo. Inoltre Joao avendo spinto troppo e non essendo abituato alla quota, non ha più energia. Pertanto ci fermiamo sotto la Roccia Nera per uno snack e decidiamo di scendere al Rifugio Guide della Val d'Ayas.
Esso non è così vicino considerando che la neve è smollata e si sfonda parecchio. Nella nebbia ci basiamo sulle tracce gps salvate sui miei dispositivi e su quelle nel terreno. Scendiamo sulla traccia bassa tagliando un ripido pendio a fianco del Bivacco Rossi Volante. Ci sono alcuni crepacci nascosti a cui prestare attenzione. Quindi siamo obbligati a salire un po' di quota fino alle pendici del Pollux. Questo è necessario in quanto sotto di noi c'è una zona impervia con un salto roccioso. Infine scendiamo velocemente dirigendoci al nostro rifugio. Alle 14.30 siamo sistemati e abbiamo tutto il tempo per riposarci e recuperare.
Al rifugio conosceremo un simpatico francese (incontrato durante la discesa nella nebbia) e due ragazze toscane che saranno nostre compagne di camera. L'indomani saliranno tutti al Pollux.
Discesa dalla traccia alta a quella bassa vicino al Bivacco Rossi Volante

Giorno 2 - Salita al Castor e al Pollux
(Dislivello: 1400 m - Sviluppo: 12 km - Tempo totale: 8 h e 28 min)
I rifugisti ci consentono di prendere la colazione già alle 03.30. In questo modo alle 04.10 partiamo con la frontale e veloci risaliamo fino al punto in cui la traccia si divide tra Pollux e Castor. Seguiamo quella per il Castor. Intanto il cielo comincia a schiarire. Il rigelo notturno non è stato totale. Tuttavia sul ripido pendio del Castor il rigelo è stato efficace.
Joao per essere leggero lascia lo zaino nella piana sottostante le due cime. Io mi libero di alcuni pesi e porto l'indispensabile nel mio.
Seguendo la traccia risaliamo i pendii man mano più ripidi del Castor. Mentre saliamo la piccozza diviene utile. Non si superano i 40 gradi se non forse nel breve scivolo finale. Tuttavia il versante è esposto e una scivolata sulla neve compatta o sul ghiaccio è tabu.
Nei pressi dello scivolo finale superiamo anche il crepaccio terminale che sta accennando una timida apertura. Ci ritroviamo sulla crestina nord. Questa è sottile ed esposta ma facile nelle attuali condizioni.
Crestina nord del Castor- Visibile una cordata che si trova appena sotto-cresta

Crestina nord del Castor - Vista verso la vetta (verso sud)

Penso che sulle oltre 400 cime conquistate nella mia vita (a parte il Gran Sasso in notturna) non ce ne sia una raggiunta così presto: sono le 06.30 del mattino. Il mondo si sta svegliando e noi siamo già qui. Ci godiamo i pochi istanti che ci concediamo. Siamo soli in questa splendida vetta. Diverse cordate stanno salendo dopo di noi. Una sola è arrivata prima e già scesa.
Discendiamo seguendo la stessa via. Dalla cresta ci abbassiamo lungo il breve tratto ripido con la fronte a monte utilizzando la piccozza. Quindi, fronte a valle, scendiamo con attenzione tenendoci sempre con la piccozza. Incrociamo diverse cordate.
Recuperato lo zaino ci dirigiamo verso la base del canale sw del Pollux. Le condizioni eccellenti lo rendono per noi molto facile. lo risaliamo fino all'uscita, quindi la via si immette in una zona di roccette. Si usano le mani su facile terreno fino a raggiungere il passaggio con le catene. Si tratta di una placca verticale con una fessura sulla sinistra. Ci sono 2 catene: una sulla placca in diagonale e una a sinistra nella fessura. Sfruttiamo quest'ultima consentendo ad una cordata di scendere lungo quell'altra. Ci attacchiamo con la fettuccia e arrampichiamo sollevandoci con forza. Subito sopra di noi c'è un secondo passaggio più ripido ma più facile da arrampicare. All'uscita c'è una madonnina con una gamella. Non si tratta della cima: ci aspetta ancora una facile dorsale nevosa. Qui incrociamo il francese conosciuto in capanna.
Passaggio attrezzato per il Pollux

Risaliamo la facile cresta nevosa fino all'ampia vetta. Questa si affaccia sul vicino Castor. Bisogna stare attenti alla cornice presente su quel lato.
In vetta incontriamo le nostre compagne di camera. Ci accorgiamo che sono loro soltanto dopo esserci scattati le foto di rito.
Con loro discendiamo fino alla madonnina. Joao prosegue senza bisogno della corda. Io preferisco allestire un paio di calate in doppia già che ho portato una corda da 30 metri. La seconda calata è giusta giusta (raggiungo in nodi in fondo alla corda).
La discesa successiva è semplice e in breve mi ricongiungo a Joao in fondo al canalone.
Passaggio attrezzato per il Pollux (primo muro salendo)

Vetta del Pollux vista dalla madonnina

Poco dopo le 10.00 il cielo si copre e le cime s'incappucciano. Le basi nuvolose sono collocate intorno ai 3400 m ed ostacolano la vista. Tuttavia, come per il giorno precedente, i banchi vanno e vengono e le aperture sono frequenti. Dopo uno snack ci apprestiamo a rientrare al Testa Grigia. Impieghiamo poco più di due ore a buon passo con una piccola pausa.
Siamo a Cervinia poco prima delle 14.00.
Ambienti grandiosi. Sicuramente da ritornare per completare le vette!
Video
[/drive.google.com/file/d/1Q9XAGFDXWdSMMMHh5MHnTjBc8pQtB2Uf/v...]
/www.instagram.com/reel/C9SPJFxt8hL/
Communities: Die 48ig - 4000er der Schweiz, Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (7)