Punta Giordani (m 4046)
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La Punta Giordani è il “4000” più a portata di mano nel gruppo del Monte Rosa. La sua accessibilità è favorita dalla presenza della funivia che dal Passo dei Salati sale a Punta Indren, che consente di affrontare l’ascensione in giornata.
Comunque, non si tratta di un’escursione banale: la quota è elevata, le pendenze abbastanza sostenute e si svolge sul Ghiacciaio di Indren che presenta zone crepacciate.
LOCALITA' DI PARTENZA. Punta Indren (m 3275).
ATTREZZATURA.
L’escursione si svolge su ghiacciaio, quindi, oltre a quella standard da scialpinismo, bisogna portare anche corda, piccozza e ramponi. Non dimenticarsi dei dispositivi di sicurezza: ARTVA, pala e sonda. In caso di neve dura (ad esempio ventata, o rigelo notturno abituale a quella quota) sono utili i rampanti.
DIFFICOLTÀ.
L’escursione non è particolarmente impegnativa, anche il dislivello è contenuto, ma presenta pendenze abbastanza sostenute (intorno ai 35°) e si svolge interamente su ghiacciaio con la presenza di numerosi crepacci, inoltre si è costantemente in alta quota. Molto esposta la salita sul dado roccioso su cui è installata la Madonnina di vetta: si tratta di pochi metri.
Complessivamente classificherei l’escursione AD- (BSA secondo la classificazione CAI); la discesa, in base alla scala Traynard è classificabile S3.
SALITA: m 790.
DISCESA: m 1375, al netto del tratto fra Punta Indren e il Passo dei Salati fatto in funivia.
QUOTA MASSIMA: m 4037, alla base del dado roccioso della cima di Punta Giordani.
QUOTA MINIMA: m 2347, al Gabiet, al termine della discesa.
SVILUPPO: km 9,30, al netto del tratto fra Punta Indren e il Passo dei Salati fatto in funivia.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:05.
TEMPI PARZIALI:
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dalla stazione a monte della funivia di Punta Indren (m 3275) ci si dirige in direzione NE iniziando a risalire il ghiacciaio di Indren. Sopra quota 3500 il pendio si fa più ripido e necessita effettuare una serie di inversioni per progredire in direzione dell’evidente seraccata, che si aggira sulla destra (in questa zona sono segnalati crepacci, che però oggi sono completamente chiusi e non si notano). Superata la seraccata, su pendio meno ripido, ci si riporta verso il centro della lingua glaciale, per poi piegare gradualmente verso e destra e, risalito un ultimo ripido pendio, si raggiunge il dado roccioso della vetta, sul quale è posta una Madonnina, che si può raggiungere, senza sci, risalendo pochi metri di cresta facili ma espostissimi. Io ho rinunciato all’ebrezza e mi sono fermato in prossimità del dado roccioso, su una specie di piazzola comoda per le operazioni di “cambio assetto” (quota altimetro m 4037).
La discesa avviene per il medesimo itinerario della salita: non ho notato altre possibilità.
Nel frattempo, il tempo è andato leggermente guastandosi e le nubi, in risalita dal fondovalle piemontese, hanno iniziato a superare la cresta e ad invadere il Ghiacciaio di Indren; tant’è che quando ho raggiunto il mio compagno d’escursione, che ha preferito terminare la salita a quota 3965, siamo stati immersi in una lattiginosa nube che ha tolto completamente la visibilità, costringendoci ad un breve stop, in attesa del suo passaggio. Il primo tratto di discesa è stato disturbato da questi rapidi passaggi di nubi che hanno comportato un altro paio di soste forzate, fortunatamente brevi. Comunque, la neve era ottima e fino a Punta Indren è stata una bella sciata.
Raggiunta la stazione a monte della funivia, insospettiti dal fatto che nessuno intraprendeva la discesa con gli sci, per evitare sgradevoli sorprese (mancanza di neve), abbiamo preferito uniformarci alla massa e raggiungere il Passo dei Salati (m 2980) con la funivia.
Al Passo dei Salati abbiamo rimesso gli sci, e su neve bagnatissima, seguendo il tracciato della pista da discesa, abbiamo raggiunto il Gabiet (m 2349), dove la neve è proprio finita. Non ci rimasto che imbarcarci sulla cabinovia per rientrare a Staffal.
NEVE.
In alta quota nella notte sono caduti una decina di centimetri di neve fresca. Innevamento ancora consistente dai 2300 in su. Sopra i 3000 neve trasformata con uno strato di neve fresca per la precipitazione notturna. Sotto quota 3000 (Passo dei Salati) neve bagnata e pesante.
Ghiacciaio in condizioni ottimali. Crepacci ben chiusi.
METEO.
Nel complesso una bella giornata. Cielo quasi completamente sereno. Nubi da condensa sul versante opposto. Nel pomeriggio aumento della nuvolosità per nubi in risalita dal fondovalle, in particolare quello piemontese. Vento a livello di brezza da NE solo in prossimità della cresta. Temperatura alla partenza 6°, alla Punta Giordani 0°, al termine (Gabiet) 13°.
FREQUENTAZIONE.
Si tratta di una classica, sempre molto frequentata. Da segnalare code di scialpinisti in direzione della Capanna Gnifetti.
COMPAGNI: Andrea.
Comunque, non si tratta di un’escursione banale: la quota è elevata, le pendenze abbastanza sostenute e si svolge sul Ghiacciaio di Indren che presenta zone crepacciate.
LOCALITA' DI PARTENZA. Punta Indren (m 3275).
ATTREZZATURA.
L’escursione si svolge su ghiacciaio, quindi, oltre a quella standard da scialpinismo, bisogna portare anche corda, piccozza e ramponi. Non dimenticarsi dei dispositivi di sicurezza: ARTVA, pala e sonda. In caso di neve dura (ad esempio ventata, o rigelo notturno abituale a quella quota) sono utili i rampanti.
DIFFICOLTÀ.
L’escursione non è particolarmente impegnativa, anche il dislivello è contenuto, ma presenta pendenze abbastanza sostenute (intorno ai 35°) e si svolge interamente su ghiacciaio con la presenza di numerosi crepacci, inoltre si è costantemente in alta quota. Molto esposta la salita sul dado roccioso su cui è installata la Madonnina di vetta: si tratta di pochi metri.
Complessivamente classificherei l’escursione AD- (BSA secondo la classificazione CAI); la discesa, in base alla scala Traynard è classificabile S3.
SALITA: m 790.
DISCESA: m 1375, al netto del tratto fra Punta Indren e il Passo dei Salati fatto in funivia.
QUOTA MASSIMA: m 4037, alla base del dado roccioso della cima di Punta Giordani.
QUOTA MINIMA: m 2347, al Gabiet, al termine della discesa.
SVILUPPO: km 9,30, al netto del tratto fra Punta Indren e il Passo dei Salati fatto in funivia.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:05.
TEMPI PARZIALI:
da | Punta Indren | a | Punta Giordani: | ore 3:30; |
da | Punta Giordani | a | Punta Indren: | ore 1:05; |
da | Passo dei Salati | a | Gabiet: | 30 minuti. |
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dalla stazione a monte della funivia di Punta Indren (m 3275) ci si dirige in direzione NE iniziando a risalire il ghiacciaio di Indren. Sopra quota 3500 il pendio si fa più ripido e necessita effettuare una serie di inversioni per progredire in direzione dell’evidente seraccata, che si aggira sulla destra (in questa zona sono segnalati crepacci, che però oggi sono completamente chiusi e non si notano). Superata la seraccata, su pendio meno ripido, ci si riporta verso il centro della lingua glaciale, per poi piegare gradualmente verso e destra e, risalito un ultimo ripido pendio, si raggiunge il dado roccioso della vetta, sul quale è posta una Madonnina, che si può raggiungere, senza sci, risalendo pochi metri di cresta facili ma espostissimi. Io ho rinunciato all’ebrezza e mi sono fermato in prossimità del dado roccioso, su una specie di piazzola comoda per le operazioni di “cambio assetto” (quota altimetro m 4037).
La discesa avviene per il medesimo itinerario della salita: non ho notato altre possibilità.
Nel frattempo, il tempo è andato leggermente guastandosi e le nubi, in risalita dal fondovalle piemontese, hanno iniziato a superare la cresta e ad invadere il Ghiacciaio di Indren; tant’è che quando ho raggiunto il mio compagno d’escursione, che ha preferito terminare la salita a quota 3965, siamo stati immersi in una lattiginosa nube che ha tolto completamente la visibilità, costringendoci ad un breve stop, in attesa del suo passaggio. Il primo tratto di discesa è stato disturbato da questi rapidi passaggi di nubi che hanno comportato un altro paio di soste forzate, fortunatamente brevi. Comunque, la neve era ottima e fino a Punta Indren è stata una bella sciata.
Raggiunta la stazione a monte della funivia, insospettiti dal fatto che nessuno intraprendeva la discesa con gli sci, per evitare sgradevoli sorprese (mancanza di neve), abbiamo preferito uniformarci alla massa e raggiungere il Passo dei Salati (m 2980) con la funivia.
Al Passo dei Salati abbiamo rimesso gli sci, e su neve bagnatissima, seguendo il tracciato della pista da discesa, abbiamo raggiunto il Gabiet (m 2349), dove la neve è proprio finita. Non ci rimasto che imbarcarci sulla cabinovia per rientrare a Staffal.
NEVE.
In alta quota nella notte sono caduti una decina di centimetri di neve fresca. Innevamento ancora consistente dai 2300 in su. Sopra i 3000 neve trasformata con uno strato di neve fresca per la precipitazione notturna. Sotto quota 3000 (Passo dei Salati) neve bagnata e pesante.
Ghiacciaio in condizioni ottimali. Crepacci ben chiusi.
METEO.
Nel complesso una bella giornata. Cielo quasi completamente sereno. Nubi da condensa sul versante opposto. Nel pomeriggio aumento della nuvolosità per nubi in risalita dal fondovalle, in particolare quello piemontese. Vento a livello di brezza da NE solo in prossimità della cresta. Temperatura alla partenza 6°, alla Punta Giordani 0°, al termine (Gabiet) 13°.
FREQUENTAZIONE.
Si tratta di una classica, sempre molto frequentata. Da segnalare code di scialpinisti in direzione della Capanna Gnifetti.
COMPAGNI: Andrea.
Note bibliografiche:
- Marco Maffeis. Scialpinismo – Valsesia Monte Rosa. Nuova edizione aggiornata novembre 2009; Blu Edizioni – Torino – 2015.
Tourengänger:
Alberto C.

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