Val Bodengo: Alpe Borlasca,Alpe Campo ed Alpe Garzelli


Publiziert von cai56 , 21. Juni 2024 um 15:26. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 Juni 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1885 m
Abstieg: 1876 m
Strecke:Parzialmente circolare 20,31 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Novate Mezzola lungo la statale 36; alla rotonda appena prima del paese imboccare il sottopasso che conduce alla provinciale "Trivulzia" e seguirla fino a Gordona. All'uscita dal paese svoltare a sinistra in direzione Val Bodengo e proseguire fino al divieto di circolazione ai non autorizzati. Piccolo piazzale di parcheggio a bordo strada.

Questo angolo di Mesolcina chiavennasca, compresa fra il Lago di Mezzola e la Val Bodengo, appare ora fittamente boscata, ma, quasi invisibili dal basso, ospita tuttora molti alpeggi benchè oggi ormai quasi tutti dimenticati e praticamente in rovina; un tempo collegati da una fitta rete di mulattiere e sentieri che talora sfidava un 'orografia spesso non particolarmente accomodante, attualmente si sono trasformati in qualche caso in località con baite di vacanza. Fanno parzialmente eccezione i tre visitati in questa escursione, che in stagione ancora caricano qualche capo bovino.
L'interesse dell'anello è prevalentemente ambientale, attraverso fittissime foreste di abeti (rossi e soprattutto bianchi, vista l'esposizione) e lungo una viabilità sentieristica (ben segnalata, ma poco e nulla mantenuta e frequentata) che porta ancora i segni di una particolare accuratezza costruttiva. Esempio "fuori classifica" di queste realizzazioni d'epoca è la mulattiera del "Benefattore": l
a "Strada del Benefattore" fu una benedizione per gli alpigiani della Val Bodengo e adiacenti convalli: i percorsi naturalmente esistevano già, ma solo alla fine degli anni '920 i finanziamenti offerti da G.B.Mazzina (gordonese arricchitosi in Argentina nell'attività alberghiera) permisero di costruire una mulattiera ideale fra Gordona e Scerman (Alpe Cermine), passando per Dunadif e Orlo. La qualità dei lavori fu tale da permettere al manufatto di rimanere tuttora intatto dopo più di cent'anni. Oggi verrà percorso solo il primo tratto, quello fino a Dunadif, ma già ben sufficiente a comprendere la portata dell'impresa; il resto (gradinate, cenge scavate o riportate su muri a secco) è riferibile ad un 'attività meno specialistica ma altrettanto mirabile. 


Dal parcheggio proseguire per poche decine di metri sulla strada per Bodengo e, poco prima di una cappella votiva, imboccare sulla destra un sentierino poco visibile.
Il primo tratto, breve, fino ad un attraversamento della carrozzabile, non sembra essere stato interessato da restauri, ed infatti una stele commemorativa dell'opera del Mazzina è stata piazzata proprio a questo punto: da qui la lunghissima gradinata acciottolata si dipana a traversi e tornanti nel pendio boscoso di accesso alla valle. Con frequenti aperture panoramiche sul fondovalle sempre più lontano, si raggiunge il terrazzo che ospita la cappella del Dunadif: da qui la vista, in un'unica panoramica, spazia dalla Valle di San Giacomo al Lago di Mezzola. In pochi passi si sale a ritrovare la strada asfaltata, che va seguita in salita fino a poterla abbandonare, dopo aver lasciato a sinistra le indicazioni del ritorno a Gordona tramite il Sentiero della Costa, in corrispondenza della ripresa - palina - della vecchia mulattiera di valle. Con qualche tornante ripido ma ben acciottolato si scende nella forra del torrente Boggia ad attraversarlo sul Ponte del Vallone ("Punt de la Val"), non antichissimo manufatto di pietra ad archi, posto all'incirca presso lo sbocco della Val Pilotera nel solco principale. [Anticamente, in assenza del ponte attuale, una gradinata scendeva al greto della Boggia di Pilotera portando ad attraversarla su di una passerella di legno, per poi proseguire con analogo passaggio sulla Boggia di Bodengo]. Sulla riva opposta, lasciato a sinistra il sentiero principale per Sorboggia, si inizia la sequenza di tornanti che accompagna fino al maggengo di Bedulina, oggi più che altro un agglomerato di baite rimodernate a case di vacanza agevolmente raggiungibile in auto con pista carrozzabile. Oltrepassata di pochissimo la chiesetta, si stacca a sinistra il sentiero per l'Alpe Borlasca ("Sentée di Bargh'ioo"), che risale con una infinità di risvolti la ripida dorsale boscosa trovando momentanea tregua solo in corrispondenza della radura del Mot de Bedulina. Scesi a varcare un solco che ospita un ben conservato "casello del latte", si riprende la salita per raggiungere infine il ripiano panoramico di Borlasca ("Burlàsch'ia"), dove le baite sono tutte rimodernate e assiduamente frequentate, grazie ad una - pur incompleta e malmessa - pista per veicoli quad a partenza da San Pietro di Samòlaco. In cima ai prati, posizione raggiunta in assenza di sentiero ma con efficace bollatura, si trova l'inizio del sentiero che lungamente si porterà in traverso fino al fondo della Val Garzelli; evitate le pur semi-invisibili tracce che proseguono in salita a sinistra per il Monte Borlasca ("Mutolta") 
(Monte Borlasca [hikr.org]), si intraprende questo interessantissimo segmento di percorso: un saliscendi talora esposto che sfrutta ogni espediente per affrontare le asperità di un versante ombroso ed umido, qua e là franoso e disagevole, che, fra le cospicue dorsali rocciose, raggiunge inaspettati boschetti di abeti bianchi e mirtilli. In località "Zoch'ia Granda" si trova l'incrocio da sinistra col sentiero proveniente dalla Bocchetta di Manco ("Buch'ieta de Méench' ") e si prosegue in ripida discesa fino alla vasta spianata dell'Alpe Campo ("Sü in Ch'èemp") dove, accanto al torrente e varie sorgenti, si allineano numerose cascine restaurate (prevalentemente con cura alla funzionalità); ci si trova in uno stupendo anfiteatro - che con neve residua mostra il proprio aspetto migliore - dominato dalle pareti settentrionali di Pizzo Rabbi, Motto di Campo, Pizzo Ledü, Pizzo d'Alterno e Pizzo AnnaMaria, "quasi un angolo di Bondasca" come citato da B.Mazzoleni nella sua guida all'Alta Via del Lario. Nei pressi del ponte in cemento che varca la Boggia di Garzelli ("Boegia di Garzei") si stacca parallelamente al ripido torrente il sentiero di valle; inizialmente non molto scosceso, tra larici e rododendri, aumenta poi la pendenza superando con tratti esposti e franosi due valloni principali ("Val di Mòort" e "Valet dal poar Chign", toponimi riferiti a memorabili disgrazie del passato). Segue una seconda serie di strette serpentine che, avvicinandosi al fondovalle dell'Alpe Garzelli ("Alp di Garzei", toponimo riferito i cardi - Carlina acaulis) accosta per lungo tratto la spiovente bastionata rocciosa della "Parè (de la Val di Garzei)", talmente rilevante da essere la "parete" per antonomasia e da aver attirato l'attenzione dei climbers durante i primi anni '990 (nota come la "Caduta dei Giganti", appare ora un poco dimenticata). Si prosegue non lontano dal torrente in moderata discesa fino a confluire, in corrispondenza di un tornante, nella strada sterrata Prà Pincèe-Bedulina; la si percorre per alcune decine di metri, trovando poi modo di accorciarne il percorso tramite un sentierino bagnato e malmesso che sfiora la riva della Boggia. Attraversato il ponte ("Pont di Mont"), ci si ritrova sulla carrozzabile per Bodengo nei pressi di Prà Pincèe ("Mont de Scè"): non rimane che percorrerla, oltrepassando le baite di Bruciata ("Brüsèda") e le ingenti opere di ripristino della viabilità presso la falesia "Paradisdican", fino a ritrovare la via di salita a Dunadif.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

imerio hat gesagt:
Gesendet am 22. Juni 2024 um 07:09
Bel giro e bella descrizione in questi bei posti così poco frequentati . Ciao. Imerio.

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Juni 2024 um 07:22
Riguardo la frequentazione hai del tutto ragione. La Val Bodengo è nota per quei 2 o 3 itinerari soliti (peraltro meritevolissimi), ma la rete di sentieri secondari, purtroppo in progressiva scomparsa, è sterminata.
Ciao. Marco


Kommentar hinzufügen»