Da Righi a Torrazza per le mura ed i forti di Genova
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Oggi primo giorno della nostra traversata da Genova a Bobbio. Colazione alle 7 ed alle 8 siamo in piazza Zecca per prendere la funicolare che sale a Righi. Alle 8,30, dopo aver ammirato Genova dal belvedere della stazione di monte della funicolare iniziamo a camminare. Seguiamo le indicazioni per il forte Puin, siamo su asfalto, tanti incroci, una marea di cartellini e segnavia "alla ligure": punti, croci, quadratini gialli e rossi, i pochi segnavia bianchi e rossi di legno sono assolutamente illeggibili consumati come sono da pioggia e vento. Chiediamo indicazioni a delle runners, proseguiamo.
Le app Outdooractive e Komoot indicano sentieri differenti, seguiamo le tracce di quello che ci sembra il più conveniente per noi salvo scoprire che non porta altro che a punti sbarrati da cancelli o per crolli intorno a forte Sperone, tornati sui nostri passi alla fine riusciamo ad imbroccare il "Sentiero delle Mura", la sterrata che ci porterà a forte Puin e quindi a forte Diamante. Non è intuitiva: bisogna oltrepassare un cancello con segnali di divieto di transito e girare a destra. Un signore, che come scopriremo più tardi è il direttore dei lavori di manutenzione del percorso, ci spiega che da qui basta solo seguire la carrareccia.
Finalmente possiamo rilassarci ed ammirare l'incredibile biodiversità e la varietà floristica che ci circonda. Il panorama non è un granché: siamo fra le nuvole e solo a sprazzi il vento ci fa ammirare il proseguio del cammino e la vista su Genova ed i paesi alle sue spalle. Raggiungiamo forte Puin, quindi forte Fratello Minore, il Monte San Michele con i ruderi di forte Fratello Maggiore da cui dovremmo avere una magnifica vista sul prospiciente forte Diamante. In realtà vediamo solo nebbia.
Scendiamo per un sentiero scivoloso fino ad una sella dove incontriamo nuovamente il signore che precedentemente ci aveva dato indicazioni con la sua squadra che sta manutenendo il percorso. La salita a forte Diamante è un largo sentiero lastricato che si arrampica con tanti tornanti. In cima visibilità quasi nulla, il forte, come gli altri, è un rudere. In teoria potremmo discendere dall'altro versante per raggiungere la bocchetta da cui prosegue il nostro cammino. In teoria perché il sentiero è evidentemente poco battuto, l'erba è alta e bagnata e la visibilità è di pochi metri...decidiamo prudentemente di ripercorrere il sentiero di salita. Alla base dell'elevazione di forte Diamante voltiamo a sinistra e proseguiamo fino alle neviere, poco visibili ma indicate da un pannello. Arriviamo ad un trivio con indicazioni non molto chiare, consultiamo la mappa e decidiamo di scendere nel bosco fino a Camporsella, un bel nucleo di case circondato da decine di alberi di amarene mature, la sosta è d'obbligo, dopo una scorpacciata raggiungiamo la strada asfaltata, inizia a piovere, estraiamo dallo zaino i nostri ombrelli e decidiamo di scendere a Torrazza, lungo la strada troviamo una trattoria e visto che è ora di pranzo ne approfittiamo per mangiare al coperto, dopo un piatto di lasagne al pesto ci sentiamo meglio, fuori pioviggina appena ma Simona, la proprietaria del B&B di Casella, dove dormiremo stasera, mi avverte che da loro sta diluviando e che, se vogliamo, può venirci a prendere.
A questo punto cambiamo i nostri piani: prenderemo il treno della linea Genova - Casella alla stazione di Torrazza. Quando la raggiungiamo scopriamo che questa settimana i treni non ci sono per lavori di manutenzione alla linea. Ci sono però degli autobus sostitutivi, tornati sulla strada siamo fortunati: dopo soli dieci minuti ecco il pullman...in mezz'ora siamo a Casella ed in pochi minuti al nostro alloggio. L'accoglienza di Simona e Salvatore supera ogni aspettativa, due persone straordinarie con un b&b che ci fa sentire a casa. A cena si uniscono a noi anche una coppia di francesi con la loro figlia e la serata procede fra ottimo cibo, buon vino ed interessanti conversazioni in francese ed italiano.
Interessante l'escursione fra i forti di Genova nonostante la nebbia, la varietà floristica è eclatante, pur non avendo portato a termine il percorso programmato fino a Casella per via del tempo, questo ci ha permesso di apprezzare maggiormente l'ospitalità di Simona e Salvatore ed assaporare un'ottima cucina ligure.
Le app Outdooractive e Komoot indicano sentieri differenti, seguiamo le tracce di quello che ci sembra il più conveniente per noi salvo scoprire che non porta altro che a punti sbarrati da cancelli o per crolli intorno a forte Sperone, tornati sui nostri passi alla fine riusciamo ad imbroccare il "Sentiero delle Mura", la sterrata che ci porterà a forte Puin e quindi a forte Diamante. Non è intuitiva: bisogna oltrepassare un cancello con segnali di divieto di transito e girare a destra. Un signore, che come scopriremo più tardi è il direttore dei lavori di manutenzione del percorso, ci spiega che da qui basta solo seguire la carrareccia.
Finalmente possiamo rilassarci ed ammirare l'incredibile biodiversità e la varietà floristica che ci circonda. Il panorama non è un granché: siamo fra le nuvole e solo a sprazzi il vento ci fa ammirare il proseguio del cammino e la vista su Genova ed i paesi alle sue spalle. Raggiungiamo forte Puin, quindi forte Fratello Minore, il Monte San Michele con i ruderi di forte Fratello Maggiore da cui dovremmo avere una magnifica vista sul prospiciente forte Diamante. In realtà vediamo solo nebbia.
Scendiamo per un sentiero scivoloso fino ad una sella dove incontriamo nuovamente il signore che precedentemente ci aveva dato indicazioni con la sua squadra che sta manutenendo il percorso. La salita a forte Diamante è un largo sentiero lastricato che si arrampica con tanti tornanti. In cima visibilità quasi nulla, il forte, come gli altri, è un rudere. In teoria potremmo discendere dall'altro versante per raggiungere la bocchetta da cui prosegue il nostro cammino. In teoria perché il sentiero è evidentemente poco battuto, l'erba è alta e bagnata e la visibilità è di pochi metri...decidiamo prudentemente di ripercorrere il sentiero di salita. Alla base dell'elevazione di forte Diamante voltiamo a sinistra e proseguiamo fino alle neviere, poco visibili ma indicate da un pannello. Arriviamo ad un trivio con indicazioni non molto chiare, consultiamo la mappa e decidiamo di scendere nel bosco fino a Camporsella, un bel nucleo di case circondato da decine di alberi di amarene mature, la sosta è d'obbligo, dopo una scorpacciata raggiungiamo la strada asfaltata, inizia a piovere, estraiamo dallo zaino i nostri ombrelli e decidiamo di scendere a Torrazza, lungo la strada troviamo una trattoria e visto che è ora di pranzo ne approfittiamo per mangiare al coperto, dopo un piatto di lasagne al pesto ci sentiamo meglio, fuori pioviggina appena ma Simona, la proprietaria del B&B di Casella, dove dormiremo stasera, mi avverte che da loro sta diluviando e che, se vogliamo, può venirci a prendere.
A questo punto cambiamo i nostri piani: prenderemo il treno della linea Genova - Casella alla stazione di Torrazza. Quando la raggiungiamo scopriamo che questa settimana i treni non ci sono per lavori di manutenzione alla linea. Ci sono però degli autobus sostitutivi, tornati sulla strada siamo fortunati: dopo soli dieci minuti ecco il pullman...in mezz'ora siamo a Casella ed in pochi minuti al nostro alloggio. L'accoglienza di Simona e Salvatore supera ogni aspettativa, due persone straordinarie con un b&b che ci fa sentire a casa. A cena si uniscono a noi anche una coppia di francesi con la loro figlia e la serata procede fra ottimo cibo, buon vino ed interessanti conversazioni in francese ed italiano.
Interessante l'escursione fra i forti di Genova nonostante la nebbia, la varietà floristica è eclatante, pur non avendo portato a termine il percorso programmato fino a Casella per via del tempo, questo ci ha permesso di apprezzare maggiormente l'ospitalità di Simona e Salvatore ed assaporare un'ottima cucina ligure.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano, Botanik
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