Apuane- tentativo all'Alto di Sella 1725 ed Eremo di San Viano
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Un tentativo infruttuoso a una delle cime più ostiche delle Apuane, per un escursionista almeno.
Partiamo dal Rifugio Nello Conti 1442 m e subito sopra incontriamo lo spartano bivacco invernale, poi con il sentiero 164 attrezzato in alto con catene, arriviamo alla Focetta dell'Acqua Fredda 1598 m.
Qui un amara sorpresa, sulla placca liscia dove partiva la ex ferrata Vecchiacchi manca il cavo, eppure solo poco fa una relazione ne parlava e anche noi lo scorso anno passando nei pressi non avevamo notato la sua assenza. Come si fà ? Da qui non si scende escursionisticamente. Provo a ridiscendere nel versante da dove proveniamo, fino alla baita dei cavatori, e poi in piano fino allo scavo delle Cave Gruzze, nella vana speranza di trovare un varco o una galleria che perforasse la montagna. Ma niente, mi tocca risalire al passo ( Focetta ).
Ormai siamo in ballo, tiro fuori lo spezzone di corda da 20 metri e qualche fettuccia e cordini, tutto qui, neanche un moschettone ho portato. Ma avendo visto un sacco di film del primo MacGyver ( la serie degli anni 80 ), non mi perdo d'animo. Sfruttando i residui fittoni della ex ferrata, mi lancio in una lunga serie di manovre ( che avrebbe fatto impallidire qualche tecnico del soccorso alpino ) per calare l'amico Sam in sicurezza e poi anche me stesso. Risultato: siamo riusciti a scendere sul sentierino, ma con un grande spreco di tempo.
Percorriamo ora rapidamente la traccia in piano, che poi risale alla selletta 1588, già sulla cresta Nord-Est dell'Alto di Sella. Qui passava anche la ex via ferrata, come dice il cartello: chiusa in attesa di revisione, o meglio di ricostruzione, visto che ormai quasi non v'è traccia.
Saliamo alcuni risalti della cresta, ma le difficoltà aumentano e sono lì per abbandonare l'impresa, quando vedo una più agevole possibilità sul fianco destro, da dove risalgo ancora in cresta e poco dopo arrivo alla base di un torrione che pare decisamente difficile, e alla cui base c'è una sosta alpinistica con 3 chiodi, siamo a 1642 m. Non riesco a capire se sia stata fatta per scalare il torrione oppure per traversare nell'esposto erboso fianco sinistro, dove più avanti sembra partire un ripido canale erboso che risale verso la vetta.
Ma siamo già demotivati, e si torna giù, ci voleva un minimo di materiale alpinistico.
Senza ridiscendere il costone appena percorso, scendo liberamente nel versante erboso a nord, per poi prendere quel che resta di un vecchio sentiero, quà e là si rinvengono anche antichi scalini in pietra. In questo tratto incontriamo due alpinisti in salita, che alla nostra domanda, rispondono di essere diretti proprio alla cresta che ci ha fatto desistere, restiamo perplessi perchè parlavano di passaggi di 5° grado, di cui non abbiamo trovato riscontro in altre relazioni. Riprendiamo il sentiero che termina al rudere della Casetta Colubraia 1130 m, su una polverosa via di cava.
Ora svoltiamo a sinistra in salita ( anche Via Vandelli ), fino alla Cava di Formignola 1180 m, qui parte il sentiero 147 per Campocatino e come dice il cartello: sentiero per esperti per via del breve tratto attrezzato, altrimenti senza difficoltà. Facciamo un lungo traverso a saliscendi, passando vicinissimi a una vipera in agguato, poi quando vediamo nella valletta sottostante, lo steccato del sentiero per San Viviano, ci caliamo direttamente nel bosco, senza aspettare il bivio ufficiale. Già da una mini teleferica si vede nella bastionata l'eremo, ma pensando a un accesso difficile, partiamo ben due volta alla risalita del canyon nella vana speranza di arrivare a San Viviano, per poi scoprire che bastava scendere ben più sotto con la mulattiera e ci sarebbe stata poi la svolta che conduceva facilmente alla chiesetta rupestre. Sotto la scala d'ingresso è presente il masso dove il santo si raccoglieva in meditazione, con molte incisioni. Freschissimo l'interno dell'eremo, mezza grotta e mezza costruita.
Proseguiamo in ripida discesa quindi, fino ad arrivare sulla strada asfaltata che in un chilometro circa ci porterà a Vagli Sopra e al parcheggio 725.
Partiamo dal Rifugio Nello Conti 1442 m e subito sopra incontriamo lo spartano bivacco invernale, poi con il sentiero 164 attrezzato in alto con catene, arriviamo alla Focetta dell'Acqua Fredda 1598 m.
Qui un amara sorpresa, sulla placca liscia dove partiva la ex ferrata Vecchiacchi manca il cavo, eppure solo poco fa una relazione ne parlava e anche noi lo scorso anno passando nei pressi non avevamo notato la sua assenza. Come si fà ? Da qui non si scende escursionisticamente. Provo a ridiscendere nel versante da dove proveniamo, fino alla baita dei cavatori, e poi in piano fino allo scavo delle Cave Gruzze, nella vana speranza di trovare un varco o una galleria che perforasse la montagna. Ma niente, mi tocca risalire al passo ( Focetta ).
Ormai siamo in ballo, tiro fuori lo spezzone di corda da 20 metri e qualche fettuccia e cordini, tutto qui, neanche un moschettone ho portato. Ma avendo visto un sacco di film del primo MacGyver ( la serie degli anni 80 ), non mi perdo d'animo. Sfruttando i residui fittoni della ex ferrata, mi lancio in una lunga serie di manovre ( che avrebbe fatto impallidire qualche tecnico del soccorso alpino ) per calare l'amico Sam in sicurezza e poi anche me stesso. Risultato: siamo riusciti a scendere sul sentierino, ma con un grande spreco di tempo.
Percorriamo ora rapidamente la traccia in piano, che poi risale alla selletta 1588, già sulla cresta Nord-Est dell'Alto di Sella. Qui passava anche la ex via ferrata, come dice il cartello: chiusa in attesa di revisione, o meglio di ricostruzione, visto che ormai quasi non v'è traccia.
Saliamo alcuni risalti della cresta, ma le difficoltà aumentano e sono lì per abbandonare l'impresa, quando vedo una più agevole possibilità sul fianco destro, da dove risalgo ancora in cresta e poco dopo arrivo alla base di un torrione che pare decisamente difficile, e alla cui base c'è una sosta alpinistica con 3 chiodi, siamo a 1642 m. Non riesco a capire se sia stata fatta per scalare il torrione oppure per traversare nell'esposto erboso fianco sinistro, dove più avanti sembra partire un ripido canale erboso che risale verso la vetta.
Ma siamo già demotivati, e si torna giù, ci voleva un minimo di materiale alpinistico.
Senza ridiscendere il costone appena percorso, scendo liberamente nel versante erboso a nord, per poi prendere quel che resta di un vecchio sentiero, quà e là si rinvengono anche antichi scalini in pietra. In questo tratto incontriamo due alpinisti in salita, che alla nostra domanda, rispondono di essere diretti proprio alla cresta che ci ha fatto desistere, restiamo perplessi perchè parlavano di passaggi di 5° grado, di cui non abbiamo trovato riscontro in altre relazioni. Riprendiamo il sentiero che termina al rudere della Casetta Colubraia 1130 m, su una polverosa via di cava.
Ora svoltiamo a sinistra in salita ( anche Via Vandelli ), fino alla Cava di Formignola 1180 m, qui parte il sentiero 147 per Campocatino e come dice il cartello: sentiero per esperti per via del breve tratto attrezzato, altrimenti senza difficoltà. Facciamo un lungo traverso a saliscendi, passando vicinissimi a una vipera in agguato, poi quando vediamo nella valletta sottostante, lo steccato del sentiero per San Viviano, ci caliamo direttamente nel bosco, senza aspettare il bivio ufficiale. Già da una mini teleferica si vede nella bastionata l'eremo, ma pensando a un accesso difficile, partiamo ben due volta alla risalita del canyon nella vana speranza di arrivare a San Viviano, per poi scoprire che bastava scendere ben più sotto con la mulattiera e ci sarebbe stata poi la svolta che conduceva facilmente alla chiesetta rupestre. Sotto la scala d'ingresso è presente il masso dove il santo si raccoglieva in meditazione, con molte incisioni. Freschissimo l'interno dell'eremo, mezza grotta e mezza costruita.
Proseguiamo in ripida discesa quindi, fino ad arrivare sulla strada asfaltata che in un chilometro circa ci porterà a Vagli Sopra e al parcheggio 725.
Tourengänger:
Antonio59 !
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