Salita al Diavolezza (m 2970) e discesa per il Vadret da Morteratsch
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L’escursione di oggi si svolge nel cuore svizzero del massiccio del Bernina, il 4000 più orientale dell’arco alpino, al cospetto di una serie di cime che sfiorano tale quota: i tre Piz Palù, la serie dei Bellavista, Piz Argient, ecc., fino ad arrivare al Piz Bernina. Ci muoviamo nella quintessenza dell’ambiente alpino: scuri picchi rocciosi che si elevano dal bianco, a volte tormentato, dei ghiacci perenni. Purtroppo, anche qui, sono evidenti i segni del cambiamento climatico: l’arretramento della lingua glaciale (indicato da appositi segnali) è evidente; il bianco è sempre più spesso tendente all’ocra, sporcato dalle sabbie sahariane trasportate e depositate da eventi sempre più estremi. Da amante della montagna selvaggia, devo dire: peccato che al Diavolezza ci arrivi una funivia e sia deturpato dalle attrezzature per lo sci turistico.
L’escursione descrive una U che partendo dalla stazione a valle della funivia raggiunge il passo Diavolezza e scende lungo il Ghiacciaio del Morterasch.
Ma perché questo nome: “Diavolezza”? La spiegazione la si trova in una leggenda locale, che narra di una fata dai capelli rossi con la capacità di far perdere l’orientamento a chi si avventurava in quei luoghi, e di farli sparire per sempre. Il nome Diavolezza deriverebbe da questa diavolessa dalla rossa chioma.
LOCALITA' DI PARTENZA.
Parcheggio della funivia per il Diavolezza (m 2085), a Pontresina, lungo la strada che porta al Passo del Bernina.
ATTREZZATURA.
Buona parte del percorso si svolge su ghiacciaio; pertanto, oltre all’attrezzatura standard per lo scialpinismo, è opportuno portarsi appresso anche quella necessaria per l’ambiente glaciale: imbragatura, piccozza, corda, casco (che dovrebbe già far parte di quella standard per scialpinismo) ecc.. Obbligatori: Artva, sonda e pala.
DIFFICOLTÀ.
L’escursione si divide in due parti completamente diverse fra loro.
La salita al Diavolezza si svolge nell’ambito del comprensorio sciistico (in pratica si risale la pista da sci) e non presenta particolari difficoltà, fatta eccezione per due tratti piuttosto ripidi che richiedono un paio di inversioni. È classificabile PD/PD- (MS secondo la classificazione CAI).
La seconda parte, la discesa verso Morteratsch, si svolge in gran parte su ghiacciaio, con presenza di crepacci, un paio di passaggi obbligati e pendenza a tratti sostenuta. Richiede una certa padronanza degli sci; a mio giudizio e classificale AD (BSA secondo la classificazione CAI).
La difficolta della seconda parte, varia notevolmente in base alle condizioni in cui si trova il ghiacciaio. Con le copiose nevicate avvenute di recente, noi l’abbiamo trovato completamente chiuso (crepacci coperti dal manto nevoso), e le buone condizioni meteo, non abbiamo dovuto affrontare particolari difficoltà. Comunque, in qualsiasi condizione si presenti, un ghiacciaio va affrontato con prudenza e con la massima attenzione, l’insidia è sempre presente: insomma, non va preso sottogamba!
QUOTA MASSIMA: m 2970, al Diavolezza.
QUOTA MINIMA: m 1910, alla fermata di Morteratsch del Trenino del Bernina.
SVILUPPO: km 13,90.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 05:05.
TEMPO DI SALITA: ore 03:05.
TEMPO DI DISCESA:ore 02:00.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Nella salita seguiamo in parte il tracciato del Diavolezza Challenge e, nella parte superiore, risaliamo la pista, con qualche allungamento della traccia, e alcune inversioni, nei tratti con maggiore pendenza. La progressione è sempre agevole, avvenendo praticamente tutta su percorso battuto.
Per la discesa si torna su terreno più consono allo scialpinismo. Della Berghaus Diavolezza puntando, dapprima verso destra, poi verso la base del Piz Trovat, scendendo per il ripido costone roccioso sul Vadret Pers, circa duecento metro più in basso. Seguendo le numerose tracce, scendiamo lungo la lingua glaciale, su neve compatta, portandoci in corrispondenza di Isla Persa. Qui inizia un canale con pendenza accentuata e tormentato da numerosi crepacci (il Sagl dal Vadret Pers: un punto potenzialmente critico), che ci immette sulla Vadret da Morteratsch. Fortunatamente le copiose nevicate primaverili hanno chiuso i crepacci e livellato il pendio, così non abbiamo incontrato difficoltà di sorta.
Ora, su neve primaverile, prendiamo a scendere la lingua glaciale della Vadret da Morteratsch e, poco oltre, ci troviamo a dover superare una zona crepacciata; anche in questo caso sono chiusi, e superiamo l’ostacolo senza difficoltà mantenendoci sul lato destro, guidati dalle numerose tracce presenti. A quota 2100 superiamo l’ultimo salto roccioso con uno slalom fra i massi, su neve ormai sul punto di fusione, e affrontiamo il piano che porta al ponticello sul torrente Ova da Morteratsch. Da questo punto in avanti il percorso si fa turistico e segue in gran parte il tracciato del largo sentiero che costeggia il torrente. La pendenza è minima, in qualche tratto bisogna spingere, ed è un continuo togli/metti gli sci per superare i guadi degli affluenti del torrente e alcuni tratti privi di neve. A quota 1950 la neve finisce e non ci resta che mettere gli sci sullo zaino e procedere a piedi, ma non c’è da lamentarsi, si tratta degli ultimi 500/600 metri in piano.
Al parcheggio del Diavolezza, dove abbiamo lasciato l’auto, facciamo ritorno utilizzando il la ferrovia.
NEVE.
Calzati gli sci subito e lungo tutta la salita ottima copertura nevosa. Neve trasformata con rigelo notturno. In discesa neve compatta fino sotto Isla Persa; poi, perdendo quota, primaverile. Dopo il ponte sul torrente al termine del ghiacciaio, tolt gli sci almeno una decina di volte. Sotto quota 1950 neve solo a chiazze; tolti definitivamente gli sci.
METEO.
Una giornata meravigliosa. Cielo sereno. Assenza di vento. Temperatura: alla partenza 3°; al Diavolezza 4°; a Morteratsch 17°.
FREQUENTAZIONE.
Itinerario classico e affollato. Sulla vedretta sotto la vetta del Palù abbiamo contato oltre trenta sciatori. Sulla salita con gli sci al Diavolezza, eravamo molti meno; la stragrande maggioranza è salita con la funivia per puntare al Piz Palù.
COMPAGNI: Andrea e Paolo.
Tourengänger:
Alberto C.

Communities: Hikr in italiano
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