Campo Tencia 3071 m - Supertour invernale da Faido a Prato Sornico
Si tratta di un tour potentissimo, una traversata totale del grande massiccio del Tencia, da nord a sud, in un ambiente invernale, primitivo e grandioso, svolta in solitario da Faido a Prato Sornico.
Pensare a questo itinerario è stato pura ispirazione. Realizzarlo è stato una grande opportunità personale.
I pendii superiori della salita da Comasnè (notare due persone)

Perchè il Campo Tencia?
In effetti sono salito già due volte al Pizzo Campo Tencia ma mai in veste invernale.
Avendo a disposizione due giornate intere ho cercato una meta da poter raggiungere pernottando in un rifugio. Inizialmente avevo studiato il Polluce da Cervinia. Volevo dormire nel bivacco Rossi e Volante. Ma le temperature erano troppo basse con coperture nuvolose e venti da nord. Secondo le previsioni in questi due giorni l'ideale sarebbe stato rimanere a sud del crinale alpino. Il Basodino sconfinava già troppo nelle nubi. Inoltre a nord nevicate recenti e vento mi avrebbero esposto troppo al rischio di valanghe. Le destinazioni migliori mi si sono profilate proprio nel centro-sud del Ticino. Il massiccio del Campo Tencia sarebbe rimasto libero da nubi proprio la mattina della mia seconda giornata libera. Cosa avrei potuto combinare in quei due giorni con simili condizioni? È così che ho pensato di salire a dormire alla Capanna Campo Tencia.
Capanna Campo Tencia (2140 m)

Perché una traversata nord-sud?
Studiando le vie di salita all'omonimo Pizzo mi sono reso conto che mancasse una descrizione invernale della via meridionale, quella dalla Valle di Prato. L'unica relazione che ho trovato è quella descritta dal CAS che valuta la via come difficile. Le due vie settentrionali (dalla Val Piumogna) sono invece diffusamente descritte e ci sono a disposizione anche file gpx. Risultano anch'esse difficili.
Essendo principiante con gli sci mi sono messo in gioco per una salita da nord. Ma non per una discesa. Questa ho preferito svolgerla sul versante meridionale. Seppure valutata difficile ho letto e interpretato la CNS e ritengo poco difficile il percorso di discesa (la difficoltà si concentra sulla cresta finale).
Ho potuto in questo modo unire l'aspetto esplorativo (discesa in una valle poco frequentata e scarsamente documentata con vergini pendii) all'aspetto tecnico (discesa più facile a livello scialpinistico).
Questo mi ha imposto una scelta alternativa alla macchina per l'avvicinamento: ho usato i mezzi pubblici al fine di svincolarmi dal recupero del veicolo. Per il rientro si è invece offerto di riaccompagnarmi il mio caro amico Enrico Gianella di Orselina, il quale è salito a Prato già in giornata ad aspettarmi.
Ma veniamo al nostro tour.
Uno dei punti più belli - vista sul Pizzo Croslina

Salita alla Capanna Campo Tencia da Faido (giorno 1)
Il primo giorno me la prendo con calma. Mi incammino intorno alle 11.00 del mattino dalla stazione di Faido. Sono super equipaggiato: lo zaino pesa ben 21 kg. La capannara mi ha detto che a fine stagione non sa cosa possa aspettarmi in capanna. Da un report di gipfelbook risulta quasi finita la legna. Ho con me sacco a pelo, fornello e cibo per due giorni. Inoltre dispongo di un equipaggiamento completo con 2 piccozze, ramponi, coltelli, kit valanghe, sci, scarponi appesi agli sci, vestiti pesanti.
Il mio ritmo sarà pertanto un po' rallentato.
Tramite un ponticello attraverso il fiume Ticino in località Maglio (punto più basso della mia escursione, ovvero 706 m). Seguo dapprima una stradina e poi imbocco il sentiero per Dalpe. Esso risale un bel bosco di sempreverdi e mi conduce su una verde piana denominata Piana Selva (a quota 1095 m).
Poco più avanti il sentiero si biforca: scelgo di andare dritto passando da Dalpe. Forse è più lungo ma il mio desiderio è quello di fare una pausa nell'ultima zona con civiltà prima di proseguire lungo le vaste pendici del Tencia. L'alternativa è quella di andare a sinistra verso Vallascia e quindi Polpiano.
A Dalpe mi fermo a pranzare nei pressi di una fontana. Ho i miei panini.
Proseguo per Polpiano tramite il sentiero. Tra Polpiano e Piumogna compare la neve sul terreno in modo non uniforme ma sufficiente a farmi decidere di mettere via le scarpette ed indossare gli scarponi da sci.
Non posso ancora pellare perchè ci sono troppi tratti senza neve. Seguo il sentiero e soltanto a Sgnòi potrò finalmente indossare gli sci.
Mi sono fatto 900 m di portage. Sarei potuto partire da Dalpe salendo in autobus. Ma ci tenevo ad avere la parte bassa nel mio tour.
Da Sgnoi il sentiero invernale coincide più o meno con quello estivo. L'attacco non è lo stesso, bisogna proseguire un po' lungo il fiume e salire a sinistra. La pendenza per 200 metri è importante. Terminato il bosco mi affaccio gradualmente sull'ampia vallata dell'Alpe Croslina. Alla mia sinistra posso studiare la Buca di Comasnè da cui domani partirà la mia salita.
Per raggiungere la Capanna mi tengo un po' a destra rispetto al fiume e poi salgo descrivendo un semicerchio nel ripido pendio (breve tratto).
In sei ore sono alla Capanna Campo Tencia.
Piumogna 1399 m

Breve descrizione della notte in Capanna
La Capanna ha una sala invernale al primo piano e due camere aperte al secondo piano. L'ultima scorta di legna presente all'entrata mi è bastata giusto per la notte. Ho provato a scavare sul retro della Capanna per accedere al seminterrato dove c'é la legnaia ma ci sono ben 2 metri di neve compatta. La stufa ha fatto molto fumo durante la notte ed è partito l'allarme antincendio. Al piano terra ci sono le toilette e c'è dell'acqua corrente. Inoltre in cucina c'è il gas. Io ho usato il mio jet boil. Consiglio di portarsi il proprio cibo perchè ne ho visto poco (siamo anche a fine stagione).
Ho dormito nella sala portando un materasso da sopra. Ho riposato tante ore (quasi 9) ma ne ho dormite meno della metà a causa della pancia che si è incasinata e a causa del fumo.
Nella sala invernale

Ascesa al Pizzo Campo Tencia 3072 m (mattina del giorno 2)
Le vie di salita invernali sono 2: una parte direttamente dalla Capanna, presenta 2 canali, quello inferiore e quello superiore. L'altra dalla Buca di Comasnè ha il Canale Giovanelli.
Ascoltando più pareri e leggendo le relazioni ho ritenuto più prudente scegliere la salita dalla Buca di Comasnè. Il canale è meno esposto e meno ripido (40 gradi). L'itinerario è più lungo perchè devo scendere di quota. L'altra via mi è parsa più pericolosa da fare in solitario. La tentazione di salire dalla Capanna per abbreviare c'è ma la tengo a bada: ho dato la mia idea di traccia a chi mi segue da casa e intendo rispettarla.
Alle 06.00 lascio la Capanna Campo Tencia sotto una lesta aurora. Il momento è magico: io da solo, una capanna tutta per me, il Campo Tencia tutto per me, una sciata mentre il mondo si sta svegliando.
Discendo tenendomi tutto a destra contro il pendio con l'obiettivo di non perdere quota inutilmente in fondo alla vallata. Poco prima di Comansnè ci sono tante valanghe e devo procedere a piedi. Siccome non devo scendere più mi preparo già con l'assetto per la salita: monto le pelli agli sci, li attacco allo zaino e indosso i ramponi. Il freddo è pungente ma io ho caldo. Entro nel circo e mi ritrovo di fronte ad imponenti pareti. Fino a qui nessuno sospetterebbe l'esistenza di un canale che consenta l'accesso ai pendii superiori. Ma una volta entrato nel circo alla mia destra si apre un varco. Chiamato Giovanelli il canale è piuttosto breve e incassato tra le rocce. Sulla sinistra ci sono cascate di ghiaccio. La pendenza è di 40 gradi al massimo. Per raggiungerlo attraverso una grande valanga. Con i ramponi eseguo un breve traverso fino ad immettermi nel canale. Lo risalgo facendo fatica (soltanto a casa mi rendo conto che la fatica fosse dovuta al peso dello zaino con gli sci). Inoltre il pendio è gelato e la neve molto compatta. Pertanto devo salire con prudenza sfruttando qualche tacca dei passaggi precedenti.
Vista indietro nel Canale Giovanelli

Una volta raggiunta l'uscita mi ritrovo subito un'ulteriore passaggio di 35 gradi o più. Proseguo pertanto ancora a piedi fino a superarlo. Quindi cambio assetto e con gli sci intraprendo la salita. C'è un canalone che risalgo seguendo una traccia fresca (del giorno precedente). In effetti ho incontrato due scialpinisti che risultano visibili in una delle foto scattate da Piumogna. La traccia mi porta in una zona un po' ripida che avrei evitato. Metto i coltelli agli sci e per il resto della salita li tengo (siccome si alternano spesso passaggi ripidi a zone più tranquille). Mi accorgo che dietro di me sta arrivando una persona. Anch'essa si basa sulla traccia seguita da me. Pertanto la ricontrollo per non sbagliare in due e in effetti mi rendo conto che devo uscire a destra. Mi affaccio così sul laghetto di quota 2642 m.
Anche qui non è evidente intuire la direzione (la traccia dei tedeschi non c'è più). Controllando la mappa noto che bisogna affrontare un bel muro. Nel frattempo sopraggiunge la persona: è un ragazzo di Lucerna, Luka. Sono contento che ci sia qualcuno con me per affrontare la parte alta del tour. Si offre di sostituirmi nel compito di tracciare e veloce risale il muro con abilità. Lo seguo sfruttando la sua traccia e insieme ci immettiamo nel Ghiacciaio Grande di Croslina. Appare anche il Croslina stesso che si staglia nel cielo come una piramide egizia. Sembra un Cervino.
Sono passate diverse ore e, siccome non prevedo una pausa in vetta a causa delle temperature, decido di fermarmi il tempo necessario per uno snack. Ormai Luka è avanti e non lo raggiungerò più. Da quota 2700 m facilmente proseguiamo fino a ridosso del crinale. Un'ampia cornice sulla cresta del Tenca è visibile e minacciosa e ci passiamo sotto su un traverso che anche con i coltelli per me risulta difficile. Luka è salito dal pendio settentrionale senza passare dalla sella tra Tencia e Tenca. Io punto alla sella dove faccio un deposito sci, cambio assetto e, bersagliato dal vento, risalgo la ripida cresta nevosa accompagnato dal ticchettio delle punte dei ramponi.
La cresta si impenna ma non è mai troppo ripida, riesco a raggiungere la cima senza particolari difficoltà. Nel frattempo Luka mi passa vicino e ci salutiamo: lui ritorna dalla Val Piumogna.
La vetta è letteralmente sepolta da una quantità mai vista di neve: della croce e del grande omino di roccia non vi è alcuna traccia. Riposano sotto la neve in attesa della bella stagione. Mi trattengo soltanto il tempo di fare le foto di rito e di dare una vera occhiata al contesto, alle cime, alle valli, a tutto ciò che mi circonda e mi avvolge. Non è possibile fare una pausa. Inoltre affacciandomi sulla Val di Prato mi accorgo di quanto sia profonda e vasta: devo pensare alla discesa. Ma prima faccio un grido di esultanza e mi concedo questo momento di contemplazione.
Vista sulle altre cime del gruppo (verso est)

Discesa dalla Val di Prato (pomeriggio giorno 2)
Sono abbastanza convinto che negli anni '80 una persona da sola non potesse fare una discesa di questo tipo senza impiegarci almeno il doppio del mio tempo e senza rischiare di perdersi. Oggi con la geolocalizzazione e le mappe scaricate offline il gioco è relativamente semplice.
È mezzogiorno e ritorno alla base della cresta est del Tencia. Sono sul crinale. Mi preparo a scendere con gli sci. I pendii sottovento a sud del crinale sono carichi di neve ventata. Li discendo con delicatezza allontanandomi presto dal tratto iniziale più ripido e delicato. Quindi proseguo a sinistra su dolci pendii piacevoli per me da sciare. Regolarmente mi fermo a controllare la mappa. Tengo la sinistra e aggiro un passaggio ripido. Quindi devo evitare un salto dovuto alla presenza di un'ampia scogliera obliqua: per farlo devo spostarmi tutto a destra e trovare un passaggio. Questo è breve e ubicato tra le rocce. Quindi discendo un lungo pendio fino al Rifugio Pradoi.
Linea rocciosa nell'alta Valle di Prato da evitare scendendo

Da qui proseguo ancora fino ad una piccola dorsale al termine della quale mi ritrovo affacciato su una valle. La discesa prosegue a destra e compaiono le piante. Riesco a sciare bene fino a circa 1700 m di quota. Quindi ci sono valanghe, piante e cespugli e devo togliere gli sci. Inizia la zona di transizione. Appena supero la valanga e mi immetto sulla piana di Soveltra riesco nuovamente a sciare sebbene ravanando spesso nella vegetazione. Mi fermo per il cambio assetto in un bel luogo dove mi concedo anche una breve pausa. Mi accorgo di essere di fronte a ciò che resta della Capanna Soveltra: certo che la scelta del luogo aveva senso. Con il massiccio del Tencia che domina la vallata dall'alto, la Capanna accoglie l'escursionista che si addentra in questo magico mondo dal basso. Mi trattengo ad ammirare la vastità dell'ambiente e della remota parte alta di questa vallata. Immaginarmi di essere appena sceso da lassù mi dà una sensazione di grande soddisfazione.
Capanna Soveltra 1534 m

Indosso le scarpette per la discesa dalla Soveltra. I cartelli indicano un sentiero invernale a sinistra e uno estivo dritto. Con le scarpette non posso camminare a lungo sulla neve del sentiero invernale quindi scelgo il sentiero estivo. Ma commetto un errore: questo ben presto si infila in una gola profonda divenendo una pericolosa cengia priva di protezione laterale. I cavi metallici sono stati tolti per l'inverno e alla mia destra c'è un salto di 50 o più metri. A complicare le cose però c'é la neve che si alterna con il ghiaccio vivo. Inoltre le stalattiti sono un pericolo perchè continuo a toccarle con gli sci e rischiano di sbilanciarmi. Me ne cadono alcune in testa. Con ,la massima attenzione attraverso tutto il canyon e finalmente accedo alla parte inferiore della Val di Prato. Sono all'altitudine dei monti, dei prati, delle pecore e delle cascine. Proseguo senza sosta fino a Prato dove ritrovo Enrico ad attendermi.
Ce l'ho fatta. Mammamia che giro!
Monte di Predee 1001 m (Valle di Prato)

Video
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Comparazione con l'estate
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Storie in evidenza
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Pensare a questo itinerario è stato pura ispirazione. Realizzarlo è stato una grande opportunità personale.
I pendii superiori della salita da Comasnè (notare due persone)

Perchè il Campo Tencia?
In effetti sono salito già due volte al Pizzo Campo Tencia ma mai in veste invernale.
Avendo a disposizione due giornate intere ho cercato una meta da poter raggiungere pernottando in un rifugio. Inizialmente avevo studiato il Polluce da Cervinia. Volevo dormire nel bivacco Rossi e Volante. Ma le temperature erano troppo basse con coperture nuvolose e venti da nord. Secondo le previsioni in questi due giorni l'ideale sarebbe stato rimanere a sud del crinale alpino. Il Basodino sconfinava già troppo nelle nubi. Inoltre a nord nevicate recenti e vento mi avrebbero esposto troppo al rischio di valanghe. Le destinazioni migliori mi si sono profilate proprio nel centro-sud del Ticino. Il massiccio del Campo Tencia sarebbe rimasto libero da nubi proprio la mattina della mia seconda giornata libera. Cosa avrei potuto combinare in quei due giorni con simili condizioni? È così che ho pensato di salire a dormire alla Capanna Campo Tencia.
Capanna Campo Tencia (2140 m)

Perché una traversata nord-sud?
Studiando le vie di salita all'omonimo Pizzo mi sono reso conto che mancasse una descrizione invernale della via meridionale, quella dalla Valle di Prato. L'unica relazione che ho trovato è quella descritta dal CAS che valuta la via come difficile. Le due vie settentrionali (dalla Val Piumogna) sono invece diffusamente descritte e ci sono a disposizione anche file gpx. Risultano anch'esse difficili.
Essendo principiante con gli sci mi sono messo in gioco per una salita da nord. Ma non per una discesa. Questa ho preferito svolgerla sul versante meridionale. Seppure valutata difficile ho letto e interpretato la CNS e ritengo poco difficile il percorso di discesa (la difficoltà si concentra sulla cresta finale).
Ho potuto in questo modo unire l'aspetto esplorativo (discesa in una valle poco frequentata e scarsamente documentata con vergini pendii) all'aspetto tecnico (discesa più facile a livello scialpinistico).
Questo mi ha imposto una scelta alternativa alla macchina per l'avvicinamento: ho usato i mezzi pubblici al fine di svincolarmi dal recupero del veicolo. Per il rientro si è invece offerto di riaccompagnarmi il mio caro amico Enrico Gianella di Orselina, il quale è salito a Prato già in giornata ad aspettarmi.
Ma veniamo al nostro tour.
Uno dei punti più belli - vista sul Pizzo Croslina

Salita alla Capanna Campo Tencia da Faido (giorno 1)
Il primo giorno me la prendo con calma. Mi incammino intorno alle 11.00 del mattino dalla stazione di Faido. Sono super equipaggiato: lo zaino pesa ben 21 kg. La capannara mi ha detto che a fine stagione non sa cosa possa aspettarmi in capanna. Da un report di gipfelbook risulta quasi finita la legna. Ho con me sacco a pelo, fornello e cibo per due giorni. Inoltre dispongo di un equipaggiamento completo con 2 piccozze, ramponi, coltelli, kit valanghe, sci, scarponi appesi agli sci, vestiti pesanti.
Il mio ritmo sarà pertanto un po' rallentato.
Tramite un ponticello attraverso il fiume Ticino in località Maglio (punto più basso della mia escursione, ovvero 706 m). Seguo dapprima una stradina e poi imbocco il sentiero per Dalpe. Esso risale un bel bosco di sempreverdi e mi conduce su una verde piana denominata Piana Selva (a quota 1095 m).
Poco più avanti il sentiero si biforca: scelgo di andare dritto passando da Dalpe. Forse è più lungo ma il mio desiderio è quello di fare una pausa nell'ultima zona con civiltà prima di proseguire lungo le vaste pendici del Tencia. L'alternativa è quella di andare a sinistra verso Vallascia e quindi Polpiano.
A Dalpe mi fermo a pranzare nei pressi di una fontana. Ho i miei panini.
Proseguo per Polpiano tramite il sentiero. Tra Polpiano e Piumogna compare la neve sul terreno in modo non uniforme ma sufficiente a farmi decidere di mettere via le scarpette ed indossare gli scarponi da sci.
Non posso ancora pellare perchè ci sono troppi tratti senza neve. Seguo il sentiero e soltanto a Sgnòi potrò finalmente indossare gli sci.
Mi sono fatto 900 m di portage. Sarei potuto partire da Dalpe salendo in autobus. Ma ci tenevo ad avere la parte bassa nel mio tour.
Da Sgnoi il sentiero invernale coincide più o meno con quello estivo. L'attacco non è lo stesso, bisogna proseguire un po' lungo il fiume e salire a sinistra. La pendenza per 200 metri è importante. Terminato il bosco mi affaccio gradualmente sull'ampia vallata dell'Alpe Croslina. Alla mia sinistra posso studiare la Buca di Comasnè da cui domani partirà la mia salita.
Per raggiungere la Capanna mi tengo un po' a destra rispetto al fiume e poi salgo descrivendo un semicerchio nel ripido pendio (breve tratto).
In sei ore sono alla Capanna Campo Tencia.
Piumogna 1399 m

Breve descrizione della notte in Capanna
La Capanna ha una sala invernale al primo piano e due camere aperte al secondo piano. L'ultima scorta di legna presente all'entrata mi è bastata giusto per la notte. Ho provato a scavare sul retro della Capanna per accedere al seminterrato dove c'é la legnaia ma ci sono ben 2 metri di neve compatta. La stufa ha fatto molto fumo durante la notte ed è partito l'allarme antincendio. Al piano terra ci sono le toilette e c'è dell'acqua corrente. Inoltre in cucina c'è il gas. Io ho usato il mio jet boil. Consiglio di portarsi il proprio cibo perchè ne ho visto poco (siamo anche a fine stagione).
Ho dormito nella sala portando un materasso da sopra. Ho riposato tante ore (quasi 9) ma ne ho dormite meno della metà a causa della pancia che si è incasinata e a causa del fumo.
Nella sala invernale

Ascesa al Pizzo Campo Tencia 3072 m (mattina del giorno 2)
Le vie di salita invernali sono 2: una parte direttamente dalla Capanna, presenta 2 canali, quello inferiore e quello superiore. L'altra dalla Buca di Comasnè ha il Canale Giovanelli.
Ascoltando più pareri e leggendo le relazioni ho ritenuto più prudente scegliere la salita dalla Buca di Comasnè. Il canale è meno esposto e meno ripido (40 gradi). L'itinerario è più lungo perchè devo scendere di quota. L'altra via mi è parsa più pericolosa da fare in solitario. La tentazione di salire dalla Capanna per abbreviare c'è ma la tengo a bada: ho dato la mia idea di traccia a chi mi segue da casa e intendo rispettarla.
Alle 06.00 lascio la Capanna Campo Tencia sotto una lesta aurora. Il momento è magico: io da solo, una capanna tutta per me, il Campo Tencia tutto per me, una sciata mentre il mondo si sta svegliando.
Discendo tenendomi tutto a destra contro il pendio con l'obiettivo di non perdere quota inutilmente in fondo alla vallata. Poco prima di Comansnè ci sono tante valanghe e devo procedere a piedi. Siccome non devo scendere più mi preparo già con l'assetto per la salita: monto le pelli agli sci, li attacco allo zaino e indosso i ramponi. Il freddo è pungente ma io ho caldo. Entro nel circo e mi ritrovo di fronte ad imponenti pareti. Fino a qui nessuno sospetterebbe l'esistenza di un canale che consenta l'accesso ai pendii superiori. Ma una volta entrato nel circo alla mia destra si apre un varco. Chiamato Giovanelli il canale è piuttosto breve e incassato tra le rocce. Sulla sinistra ci sono cascate di ghiaccio. La pendenza è di 40 gradi al massimo. Per raggiungerlo attraverso una grande valanga. Con i ramponi eseguo un breve traverso fino ad immettermi nel canale. Lo risalgo facendo fatica (soltanto a casa mi rendo conto che la fatica fosse dovuta al peso dello zaino con gli sci). Inoltre il pendio è gelato e la neve molto compatta. Pertanto devo salire con prudenza sfruttando qualche tacca dei passaggi precedenti.
Vista indietro nel Canale Giovanelli

Una volta raggiunta l'uscita mi ritrovo subito un'ulteriore passaggio di 35 gradi o più. Proseguo pertanto ancora a piedi fino a superarlo. Quindi cambio assetto e con gli sci intraprendo la salita. C'è un canalone che risalgo seguendo una traccia fresca (del giorno precedente). In effetti ho incontrato due scialpinisti che risultano visibili in una delle foto scattate da Piumogna. La traccia mi porta in una zona un po' ripida che avrei evitato. Metto i coltelli agli sci e per il resto della salita li tengo (siccome si alternano spesso passaggi ripidi a zone più tranquille). Mi accorgo che dietro di me sta arrivando una persona. Anch'essa si basa sulla traccia seguita da me. Pertanto la ricontrollo per non sbagliare in due e in effetti mi rendo conto che devo uscire a destra. Mi affaccio così sul laghetto di quota 2642 m.
Anche qui non è evidente intuire la direzione (la traccia dei tedeschi non c'è più). Controllando la mappa noto che bisogna affrontare un bel muro. Nel frattempo sopraggiunge la persona: è un ragazzo di Lucerna, Luka. Sono contento che ci sia qualcuno con me per affrontare la parte alta del tour. Si offre di sostituirmi nel compito di tracciare e veloce risale il muro con abilità. Lo seguo sfruttando la sua traccia e insieme ci immettiamo nel Ghiacciaio Grande di Croslina. Appare anche il Croslina stesso che si staglia nel cielo come una piramide egizia. Sembra un Cervino.
Sono passate diverse ore e, siccome non prevedo una pausa in vetta a causa delle temperature, decido di fermarmi il tempo necessario per uno snack. Ormai Luka è avanti e non lo raggiungerò più. Da quota 2700 m facilmente proseguiamo fino a ridosso del crinale. Un'ampia cornice sulla cresta del Tenca è visibile e minacciosa e ci passiamo sotto su un traverso che anche con i coltelli per me risulta difficile. Luka è salito dal pendio settentrionale senza passare dalla sella tra Tencia e Tenca. Io punto alla sella dove faccio un deposito sci, cambio assetto e, bersagliato dal vento, risalgo la ripida cresta nevosa accompagnato dal ticchettio delle punte dei ramponi.
La cresta si impenna ma non è mai troppo ripida, riesco a raggiungere la cima senza particolari difficoltà. Nel frattempo Luka mi passa vicino e ci salutiamo: lui ritorna dalla Val Piumogna.
La vetta è letteralmente sepolta da una quantità mai vista di neve: della croce e del grande omino di roccia non vi è alcuna traccia. Riposano sotto la neve in attesa della bella stagione. Mi trattengo soltanto il tempo di fare le foto di rito e di dare una vera occhiata al contesto, alle cime, alle valli, a tutto ciò che mi circonda e mi avvolge. Non è possibile fare una pausa. Inoltre affacciandomi sulla Val di Prato mi accorgo di quanto sia profonda e vasta: devo pensare alla discesa. Ma prima faccio un grido di esultanza e mi concedo questo momento di contemplazione.
Vista sulle altre cime del gruppo (verso est)

Discesa dalla Val di Prato (pomeriggio giorno 2)
Sono abbastanza convinto che negli anni '80 una persona da sola non potesse fare una discesa di questo tipo senza impiegarci almeno il doppio del mio tempo e senza rischiare di perdersi. Oggi con la geolocalizzazione e le mappe scaricate offline il gioco è relativamente semplice.
È mezzogiorno e ritorno alla base della cresta est del Tencia. Sono sul crinale. Mi preparo a scendere con gli sci. I pendii sottovento a sud del crinale sono carichi di neve ventata. Li discendo con delicatezza allontanandomi presto dal tratto iniziale più ripido e delicato. Quindi proseguo a sinistra su dolci pendii piacevoli per me da sciare. Regolarmente mi fermo a controllare la mappa. Tengo la sinistra e aggiro un passaggio ripido. Quindi devo evitare un salto dovuto alla presenza di un'ampia scogliera obliqua: per farlo devo spostarmi tutto a destra e trovare un passaggio. Questo è breve e ubicato tra le rocce. Quindi discendo un lungo pendio fino al Rifugio Pradoi.
Linea rocciosa nell'alta Valle di Prato da evitare scendendo

Da qui proseguo ancora fino ad una piccola dorsale al termine della quale mi ritrovo affacciato su una valle. La discesa prosegue a destra e compaiono le piante. Riesco a sciare bene fino a circa 1700 m di quota. Quindi ci sono valanghe, piante e cespugli e devo togliere gli sci. Inizia la zona di transizione. Appena supero la valanga e mi immetto sulla piana di Soveltra riesco nuovamente a sciare sebbene ravanando spesso nella vegetazione. Mi fermo per il cambio assetto in un bel luogo dove mi concedo anche una breve pausa. Mi accorgo di essere di fronte a ciò che resta della Capanna Soveltra: certo che la scelta del luogo aveva senso. Con il massiccio del Tencia che domina la vallata dall'alto, la Capanna accoglie l'escursionista che si addentra in questo magico mondo dal basso. Mi trattengo ad ammirare la vastità dell'ambiente e della remota parte alta di questa vallata. Immaginarmi di essere appena sceso da lassù mi dà una sensazione di grande soddisfazione.
Capanna Soveltra 1534 m

Indosso le scarpette per la discesa dalla Soveltra. I cartelli indicano un sentiero invernale a sinistra e uno estivo dritto. Con le scarpette non posso camminare a lungo sulla neve del sentiero invernale quindi scelgo il sentiero estivo. Ma commetto un errore: questo ben presto si infila in una gola profonda divenendo una pericolosa cengia priva di protezione laterale. I cavi metallici sono stati tolti per l'inverno e alla mia destra c'è un salto di 50 o più metri. A complicare le cose però c'é la neve che si alterna con il ghiaccio vivo. Inoltre le stalattiti sono un pericolo perchè continuo a toccarle con gli sci e rischiano di sbilanciarmi. Me ne cadono alcune in testa. Con ,la massima attenzione attraverso tutto il canyon e finalmente accedo alla parte inferiore della Val di Prato. Sono all'altitudine dei monti, dei prati, delle pecore e delle cascine. Proseguo senza sosta fino a Prato dove ritrovo Enrico ad attendermi.
Ce l'ho fatta. Mammamia che giro!
Monte di Predee 1001 m (Valle di Prato)

Video
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Comparazione con l'estate
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Storie in evidenza
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Tourengänger:
Michea82

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