Regagno (m.1627), Cresta Sud
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Incuriosito dal Regagno, cima più settentrionale della Valsolda che chiude a E la lunga dorsale italiana dal Sass di Mont al Torrione, e quella svizzera dai Denti della Vecchia alla Fojorina,
Gabrio mi chiede di accompagnarlo, unendo così la possibilità da parte mia di scoprirne approcci nuovi. ;)
Partiamo da Dasio (m.580), dal quale per il sentiero classico transitante da Rancò (m.768) e l'Alpe Serte (m.900) si raggiunge l'importante e suggestivo valico del Passo Stretto (m.1102), che divide la Valsolda dalla Val Rezzo. Ignorando le deviazioni per la Val Rezzo iniziamo la salita nel solco della Valle di Fiorina, e proprio all'altezza dell'intaglio con l'ultimo bivio per l'Alpe Riccola e Seghebbia abbandoniamo il percorso marcato per l'Alpe Fiorina tagliando dritti nel bosco iniziando la nostra linea di salita ideale della cresta S del Regagno. Dopo il primo strappo un importante bastione impedisce di proseguire, costringendoci all'aggiramento, che avviene a destra tramite un valloncello nel bosco rado; non appena possibile ci spostiamo a sinistra salendo in groppa alla dorsale, che di fatto non abbandoneremo sino alla vetta.
La cresta è prevalentemente ampia, ma sempre molto ripida, affrontabile con facili passaggi rocciosi e rari aggiramenti, offrendo scorci - come sempre in Valsolda - di bellezza assoluta: essa ha il pregio di poter osservare dal lato opposto la pala del Torrione di Val Fiorina (m.1380), unica cima della Valsolda che presenta itinerari su roccia, pertanto fuori dai canoni escursionistici. La ripida salita tocca la quota intermedia a m.1464, dove incontriamo l'unica breve depressione della cresta, che si presenta da questo punto in avanti molto articolata, e in cui ad ogni risalto va ogni volta valutata la via migliore per proseguire in modo sicuro, poichè il lato Val Rezzo si presenta quasi sempre dirupato. Proseguendo lungo le quote successive, in uno stupendo mutare di scorci rocciosi, s'incontra intorno ai m.1580 un sentierino che a tratti aggira le rocce pervenendo più agevolmente al colletto sopra la forcella di Val Fiorina, punto d'accesso più comodo al Regagno, che ovviamente faremo in discesa. Non resta che salire l'ultimo tratto su paglione ripido e roccette toccando in successione anticima W e, per breve ma esposto canalino, cima del Regagno (m.1627) sormontato da paletto sempre più piegato.
Goduta in pace la cima, raggiunta in poco più di tre ore da questo itinerario insolito e severo, iniziamo la discesa alla forcella e alla segnaletica CAI proveniente dalla Bocchetta di Regagno, giungendo tranquillamente alla bucolica Alpe Fiorina (m.1348), ove pranziamo per poi riprendere con calma il sinuoso andamento della valle transitando sotto il Torrione di Val Fiorina e chiudendo il cerchio dove avevamo iniziato il fuori sentiero. Il ritorno è quasi identico all'andata, con la piccola variante della goletta sul Soldo, bello pieno dopo le recenti piogge, ricongiungendoci a Rancò e infine a Dasio.
Avanti così.
Nota di servizio... le fameliche zecche della Valsolda sono già affamate, e la sfida tra me e
Gabrio si è risolta in un perfetto 4-4. Pertanto, se qualcuno volesse programmare gite in questa zona, si prepari all'assalto. ;)
NB. Escursione valutabile T2 sui sentieri marcati, mentre la cresta S del Regagno è mediamente T4.
Gabrio
Lungamente in bilico se sciroppare a Emiliano un'altra delle mie storie aberranti,
o limitarmi ad un semplice commento sulla gita odierna decido di...non decidere.
"Cominciamo a scrivere" mi sono detto " poi vedremo che succede!"
Anche oggi il fascino della Val Solda mi ha colpito in pieno petto.
Emiliano, vittima e carnefice, sa bene (da molto tempo) di cosa parlo.
La salita tra prati ripidi, zecche, rocce, creste ed impervi canaloni rimane nel cuore,
impossibile negarlo!!!
Breve camminata senza pizza annessa, intensa e veloce, ma non per questo da sottovalutare.
Finalmente dopo oltre vent'anni salgo su una cima che troppo spesso ho semplicemente
sfiorato.
L'intraprendenza di Emiliano nello scoprire nuove forme di.......
......."sano sadismo escursionistico" non mancano mai:
la banalità non fa per lui!!
Illudersi che mi faccia salire una cima per la sua via normale, è come sperare che si presenti
la mattina perfettamente sbarbato, capelli corti, giacca e cravatta (ma con lo zaino in spalla) a
sciorinarmi un panegirico su quanto sia bello camminare in piano su asfalto.....
.....in città, ovviamente!!!!!!
Indietro così e subiamo!!!

Partiamo da Dasio (m.580), dal quale per il sentiero classico transitante da Rancò (m.768) e l'Alpe Serte (m.900) si raggiunge l'importante e suggestivo valico del Passo Stretto (m.1102), che divide la Valsolda dalla Val Rezzo. Ignorando le deviazioni per la Val Rezzo iniziamo la salita nel solco della Valle di Fiorina, e proprio all'altezza dell'intaglio con l'ultimo bivio per l'Alpe Riccola e Seghebbia abbandoniamo il percorso marcato per l'Alpe Fiorina tagliando dritti nel bosco iniziando la nostra linea di salita ideale della cresta S del Regagno. Dopo il primo strappo un importante bastione impedisce di proseguire, costringendoci all'aggiramento, che avviene a destra tramite un valloncello nel bosco rado; non appena possibile ci spostiamo a sinistra salendo in groppa alla dorsale, che di fatto non abbandoneremo sino alla vetta.
La cresta è prevalentemente ampia, ma sempre molto ripida, affrontabile con facili passaggi rocciosi e rari aggiramenti, offrendo scorci - come sempre in Valsolda - di bellezza assoluta: essa ha il pregio di poter osservare dal lato opposto la pala del Torrione di Val Fiorina (m.1380), unica cima della Valsolda che presenta itinerari su roccia, pertanto fuori dai canoni escursionistici. La ripida salita tocca la quota intermedia a m.1464, dove incontriamo l'unica breve depressione della cresta, che si presenta da questo punto in avanti molto articolata, e in cui ad ogni risalto va ogni volta valutata la via migliore per proseguire in modo sicuro, poichè il lato Val Rezzo si presenta quasi sempre dirupato. Proseguendo lungo le quote successive, in uno stupendo mutare di scorci rocciosi, s'incontra intorno ai m.1580 un sentierino che a tratti aggira le rocce pervenendo più agevolmente al colletto sopra la forcella di Val Fiorina, punto d'accesso più comodo al Regagno, che ovviamente faremo in discesa. Non resta che salire l'ultimo tratto su paglione ripido e roccette toccando in successione anticima W e, per breve ma esposto canalino, cima del Regagno (m.1627) sormontato da paletto sempre più piegato.
Goduta in pace la cima, raggiunta in poco più di tre ore da questo itinerario insolito e severo, iniziamo la discesa alla forcella e alla segnaletica CAI proveniente dalla Bocchetta di Regagno, giungendo tranquillamente alla bucolica Alpe Fiorina (m.1348), ove pranziamo per poi riprendere con calma il sinuoso andamento della valle transitando sotto il Torrione di Val Fiorina e chiudendo il cerchio dove avevamo iniziato il fuori sentiero. Il ritorno è quasi identico all'andata, con la piccola variante della goletta sul Soldo, bello pieno dopo le recenti piogge, ricongiungendoci a Rancò e infine a Dasio.
Avanti così.
Nota di servizio... le fameliche zecche della Valsolda sono già affamate, e la sfida tra me e

NB. Escursione valutabile T2 sui sentieri marcati, mentre la cresta S del Regagno è mediamente T4.

Lungamente in bilico se sciroppare a Emiliano un'altra delle mie storie aberranti,
o limitarmi ad un semplice commento sulla gita odierna decido di...non decidere.
"Cominciamo a scrivere" mi sono detto " poi vedremo che succede!"
Anche oggi il fascino della Val Solda mi ha colpito in pieno petto.
Emiliano, vittima e carnefice, sa bene (da molto tempo) di cosa parlo.
La salita tra prati ripidi, zecche, rocce, creste ed impervi canaloni rimane nel cuore,
impossibile negarlo!!!
Breve camminata senza pizza annessa, intensa e veloce, ma non per questo da sottovalutare.
Finalmente dopo oltre vent'anni salgo su una cima che troppo spesso ho semplicemente
sfiorato.
L'intraprendenza di Emiliano nello scoprire nuove forme di.......
......."sano sadismo escursionistico" non mancano mai:
la banalità non fa per lui!!
Illudersi che mi faccia salire una cima per la sua via normale, è come sperare che si presenti
la mattina perfettamente sbarbato, capelli corti, giacca e cravatta (ma con lo zaino in spalla) a
sciorinarmi un panegirico su quanto sia bello camminare in piano su asfalto.....
.....in città, ovviamente!!!!!!
Indietro così e subiamo!!!
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