Cima Corte Lorenzo 1574-Faiè 1352 & friends da Bracchio
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Partenza da Bracchio 300, saliti in centro paese, si svolta a sinistra percorrendo Via Pera e Via Resiga. Qui parte in salita verso destra un anonima mulattiera, che poco sopra attraversa il Rio Rescina su un ponte costituito da 3 lunghe stele di granito. Poi si arriva in una ampia radura con baita, qui occorre salire al margine destro per trovare una piccola strada sterrata che poi va a innestarsi su una più ampia sterrata : è la carrabile per l'Alpe Vercio. Si segue questa sterrata in salita, che sale abbastanza decisa e poi arriva a un cancello aperto, alle porte dell'alpe. Meglio starne fuori e proseguire a sinistra per arrivare ai tali dell'area pic-nic nella parte alta di Vercio. Dove c'è anche una fontanella, 852 m.
Qui prendiamo in salita il sentiero 52, che entra nel bosco e passa dall'Alpe Fontana per poi in un terreno più aperto passare da un pulpito panoramico e salire infine alla Colma di Vercio 1250 m.
Qui prendiamo a sinistra il sentiero 52C che passa da una grande trincea che risale al grande disboscamento della Valgrande, poi si si sale sul fianco destro della Cima Mergozzoni e saliamo dal lato est alla sua vetta 1384 m ( molto panoramica ), scesi a nord per riprendere il sentiero marcato. Si resta sul lato Valgrande per poi salire in cresta appena a nord del Carbunisc Sud ( roccioso ), si va quindi al Carbunisc 1475 ( ometto ), una discesa porta alla sella da cui risaliamo al Sassarut 1523. Da qui finalmente si vede tutto il resto del tragitto a saliscendi. Percorriamo una cresta delicata per poi scendere a un altra profonda sella, da cui si sale facilmente il pendio pratoso della Cima Pasquetta fino al suo culmine, da dove si vedono le catene scendere il tratto delicato. Quindi con un traverso attrezzato si arriva alla risalita finale dello spigolo roccioso. In tempi più remoti tutta la via era più selvaggia e non marcata e il C. Lorenzo sembrava offrire il suo lato debole nel canale erboso che si vede al suo centro, ed è quello che io ho risalito più volte a suo tempo. Sopra lo spigolo attrezzato si è praticamente in vetta, dove c'è un ometto, poco sotto vi è una crocetta con libro di vetta.
Ritorno stessa via, stando tutti ben attenti a non toccare le catene :-) . Che comunque sarebbero molto utili con neve e ghiaccio.
Evitiamo chiaramente la risalita a Cima Mergozzoni e andiamo direttamente alla Colma di Vercio 1250,
Avendo ancora qualche minuto, decidiamo di complicarci la vita risalendo di cresta all'Alpe Pianezza e poi al Monte Faiè.
Da qui per non tornare alla Colma per la discesa, decidiamo per una discesa roccambolesca del costone Sud-Sud-Ovest, su scivoloso paglione per circa 150 metri di dislivello e poi si entra nei cespugli. Trovato un antico sentiero, cerchiamo di scendere con questo finchè va nella nostra direzione. Arriviamo alle baite abbandonate di Cortaccia. Il sentiero si perde a volte, ma infine passiamo anche da un nucleo di baite imboscate, più basse. Bisogna ora puntare ad attraversare il valloncello del Rio Rescina, e sull'altro lato compare la mulattiera che ci porta a Vercio e al suo Eremo 828.
Ora con la sua storica mulattiera lastricata scendiamo passando da Curghei, fino a Bracchio, già al limitare della notte.
Qui prendiamo in salita il sentiero 52, che entra nel bosco e passa dall'Alpe Fontana per poi in un terreno più aperto passare da un pulpito panoramico e salire infine alla Colma di Vercio 1250 m.
Qui prendiamo a sinistra il sentiero 52C che passa da una grande trincea che risale al grande disboscamento della Valgrande, poi si si sale sul fianco destro della Cima Mergozzoni e saliamo dal lato est alla sua vetta 1384 m ( molto panoramica ), scesi a nord per riprendere il sentiero marcato. Si resta sul lato Valgrande per poi salire in cresta appena a nord del Carbunisc Sud ( roccioso ), si va quindi al Carbunisc 1475 ( ometto ), una discesa porta alla sella da cui risaliamo al Sassarut 1523. Da qui finalmente si vede tutto il resto del tragitto a saliscendi. Percorriamo una cresta delicata per poi scendere a un altra profonda sella, da cui si sale facilmente il pendio pratoso della Cima Pasquetta fino al suo culmine, da dove si vedono le catene scendere il tratto delicato. Quindi con un traverso attrezzato si arriva alla risalita finale dello spigolo roccioso. In tempi più remoti tutta la via era più selvaggia e non marcata e il C. Lorenzo sembrava offrire il suo lato debole nel canale erboso che si vede al suo centro, ed è quello che io ho risalito più volte a suo tempo. Sopra lo spigolo attrezzato si è praticamente in vetta, dove c'è un ometto, poco sotto vi è una crocetta con libro di vetta.
Ritorno stessa via, stando tutti ben attenti a non toccare le catene :-) . Che comunque sarebbero molto utili con neve e ghiaccio.
Evitiamo chiaramente la risalita a Cima Mergozzoni e andiamo direttamente alla Colma di Vercio 1250,
Avendo ancora qualche minuto, decidiamo di complicarci la vita risalendo di cresta all'Alpe Pianezza e poi al Monte Faiè.
Da qui per non tornare alla Colma per la discesa, decidiamo per una discesa roccambolesca del costone Sud-Sud-Ovest, su scivoloso paglione per circa 150 metri di dislivello e poi si entra nei cespugli. Trovato un antico sentiero, cerchiamo di scendere con questo finchè va nella nostra direzione. Arriviamo alle baite abbandonate di Cortaccia. Il sentiero si perde a volte, ma infine passiamo anche da un nucleo di baite imboscate, più basse. Bisogna ora puntare ad attraversare il valloncello del Rio Rescina, e sull'altro lato compare la mulattiera che ci porta a Vercio e al suo Eremo 828.
Ora con la sua storica mulattiera lastricata scendiamo passando da Curghei, fino a Bracchio, già al limitare della notte.
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Antonio59 !
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