Pizzo Marona, dall’alba al tramonto…
Continua il periodo di bel tempo ed è un peccato non sfruttare queste giornate per andare in montagna e, visto che da casa riesco a vedere lo scarso innevamento, propongo ai miei compagni la salita al Pizzo Marona, in Val Grande, una classica gita con panorami molto appaganti.
Raggiunto l’ampio parcheggio sterrato della Cappella Fina (sopra Miazzina – VB), eccoci partire di buon’ora seguendo le indicazioni per Pian Cavallone, percorrendo il comodo sentiero che sale con pendenza mai eccessiva.
Raggiunta questa prima meta dopo un paio d’ore di tranquillo cammino, seguiamo il traverso del versante ovest del Monte Todano, che porta al Colle della Forcola, da cui poi proseguiamo lungo il sentiero che traversa i ripidi versanti della Cima Cugnacorta.
Seguendo i segnavia ci portiamo verso l’ultimo ripido tratto per risalire verso la cima del Pizzo Marona, superando alcuni brevi tratti attrezzati e salendo la «scala santa» e il «passo del diavolo».
Dalla cima il panorama è davvero spaziale e, oltre a tutte le vicine montagne, riusciamo a vedere anche il lontano Monviso e gli Appennini; avendo percorso i sentieri con calma, siamo arrivati sulla cima (dove tira un vento gelido) un po’ lunghi e quindi decidiamo di saltare la prosecuzione verso la Zeda, che ci porterebbe via, tra andata e ritorno, circa due orette.
Dopo una pausa al riparo della cappella sotto la cima decidiamo di tornare facendo lo stesso percorso di salita, per arrivare alla Cappella di Pian Cavallone verso le 13.30, dove finalmente possiamo mangiare e bere quello che ci siamo portati.
Al termine della lunga sosta riprendiamo la via del ritorno, facendo però una breve deviazione verso l’Alpe Curgei, che non possiamo mancare di visitare visti i bei ricordi che ci legano a questo alpeggio; arrivando al bivacco vediamo del fumo uscire dal camino e facciamo un simpatico incontro con una signora svizzera che rimarrà lì a pernottare.
Ci sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’ al Bivacco del Gufo, perché la giornata è veramente bella, non c’è una nuvola a pagarla, ma a malincuore riprendiamo la via del ritorno attraversando in salita la bella faggeta e poi scendendo verso la macchina, dove arriviamo all’imbrunire (altre note sul percorso nelle didascalie delle foto).
E’ stata un’escursione dal giusto impegno (1200 m di dislivello per circa 7 ore di cammino effettivo), ma vissuta in una giornata dal meteo perfetto (con solo un po’ di vento teso e freddo nell’ultima parte) in una zona che conosciamo molto bene, ma che ci regala sempre delle belle emozione e, come mi piace dire: «la Val Grande non delude mai!».
Percorso su Relive https://www.relive.cc/view/vRO78yNZ8y6
Raggiunto l’ampio parcheggio sterrato della Cappella Fina (sopra Miazzina – VB), eccoci partire di buon’ora seguendo le indicazioni per Pian Cavallone, percorrendo il comodo sentiero che sale con pendenza mai eccessiva.
Raggiunta questa prima meta dopo un paio d’ore di tranquillo cammino, seguiamo il traverso del versante ovest del Monte Todano, che porta al Colle della Forcola, da cui poi proseguiamo lungo il sentiero che traversa i ripidi versanti della Cima Cugnacorta.
Seguendo i segnavia ci portiamo verso l’ultimo ripido tratto per risalire verso la cima del Pizzo Marona, superando alcuni brevi tratti attrezzati e salendo la «scala santa» e il «passo del diavolo».
Dalla cima il panorama è davvero spaziale e, oltre a tutte le vicine montagne, riusciamo a vedere anche il lontano Monviso e gli Appennini; avendo percorso i sentieri con calma, siamo arrivati sulla cima (dove tira un vento gelido) un po’ lunghi e quindi decidiamo di saltare la prosecuzione verso la Zeda, che ci porterebbe via, tra andata e ritorno, circa due orette.
Dopo una pausa al riparo della cappella sotto la cima decidiamo di tornare facendo lo stesso percorso di salita, per arrivare alla Cappella di Pian Cavallone verso le 13.30, dove finalmente possiamo mangiare e bere quello che ci siamo portati.
Al termine della lunga sosta riprendiamo la via del ritorno, facendo però una breve deviazione verso l’Alpe Curgei, che non possiamo mancare di visitare visti i bei ricordi che ci legano a questo alpeggio; arrivando al bivacco vediamo del fumo uscire dal camino e facciamo un simpatico incontro con una signora svizzera che rimarrà lì a pernottare.
Ci sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’ al Bivacco del Gufo, perché la giornata è veramente bella, non c’è una nuvola a pagarla, ma a malincuore riprendiamo la via del ritorno attraversando in salita la bella faggeta e poi scendendo verso la macchina, dove arriviamo all’imbrunire (altre note sul percorso nelle didascalie delle foto).
E’ stata un’escursione dal giusto impegno (1200 m di dislivello per circa 7 ore di cammino effettivo), ma vissuta in una giornata dal meteo perfetto (con solo un po’ di vento teso e freddo nell’ultima parte) in una zona che conosciamo molto bene, ma che ci regala sempre delle belle emozione e, come mi piace dire: «la Val Grande non delude mai!».
Percorso su Relive https://www.relive.cc/view/vRO78yNZ8y6
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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