Tra i masi di Cavalese
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Tornati nel pomeriggio dalla ferrata del Bombasel, lasciati Rosanna e Damiano in Hotel, visto che avevo ancora voglia di camminare, ho voluto fare un giro nella zona dei Masi di Cavalese, che sono posti a est del centro abitato.
Tutti, bene o male, conosciamo le caratteristiche di queste «fattorie», a partire dalla loro indivisibilità in caso di successione, ma quello che più mi ha colpito di questi edifici, sono stati l’ordine e la pulizia che regnano, tutto l’opposto di quello che sono abituato a vedere nelle cascine che ho vicino a casa (alto milanese), dove i nostri agricoltori (a parte qualche raro caso) hanno nel dna il disordine: macchine agricole vecchie abbandonate e arrugginite, legna sparpagliata in ogni dove, fieno accatastato alla meglio, e così via…
Oltre all’ordine che regna nei Masi, anche le stradine di collegamento sono tutte (e dico tutte) in ottime condizioni, ed è stato davvero rilassante percorrerle, passando tra i boschi e i prati.
A proposito di prati, ho scoperto che qui ci sono zone dove si stanno recuperando con metodi innovativi, i cosiddetti «prati magri», che sono una caratteristica della Val di Fiemme e che producono un ottimo foraggio; questi prati, ricchi di biodiversità, sono minacciati da due fattori: nel fondovalle dall’eccesso di concimazione e sui prati di versante dall’invasione di arbusti ed alberi.
Il giro che ho fatto, della lunghezza di 7 km, ha avuto la durata di circa due ore con un dislivello di 320 m, una giusta camminata di defaticamento dopo la cima della mattinata.
Tutti, bene o male, conosciamo le caratteristiche di queste «fattorie», a partire dalla loro indivisibilità in caso di successione, ma quello che più mi ha colpito di questi edifici, sono stati l’ordine e la pulizia che regnano, tutto l’opposto di quello che sono abituato a vedere nelle cascine che ho vicino a casa (alto milanese), dove i nostri agricoltori (a parte qualche raro caso) hanno nel dna il disordine: macchine agricole vecchie abbandonate e arrugginite, legna sparpagliata in ogni dove, fieno accatastato alla meglio, e così via…
Oltre all’ordine che regna nei Masi, anche le stradine di collegamento sono tutte (e dico tutte) in ottime condizioni, ed è stato davvero rilassante percorrerle, passando tra i boschi e i prati.
A proposito di prati, ho scoperto che qui ci sono zone dove si stanno recuperando con metodi innovativi, i cosiddetti «prati magri», che sono una caratteristica della Val di Fiemme e che producono un ottimo foraggio; questi prati, ricchi di biodiversità, sono minacciati da due fattori: nel fondovalle dall’eccesso di concimazione e sui prati di versante dall’invasione di arbusti ed alberi.
Il giro che ho fatto, della lunghezza di 7 km, ha avuto la durata di circa due ore con un dislivello di 320 m, una giusta camminata di defaticamento dopo la cima della mattinata.
Tourengänger:
imerio

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