Bec Costazza Champorcher 3092
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Escludendo il Mont Delà che non ritengo alla mia portata, credo il Bec Costazza che chiude la valle di Champorcher a fianco del maggiormente frequentato Ponton, sia la cima più complessa del comprensorio.
Sino al Rifugio Miserin procediamo senza alcun problema scendendo al ponte e traversando su prati sino ad intercettare la ponderale che seguiamo per abbondonarla a destra sul sentiero 2 (è una scorciatoia, volendo si può arrivare al rifugio sempre su comoda strada).
Ci fermiamo per una pausa e per uno sguardo sul lago, u luogo che chiunque ami la montagna (o semplicemente la Bellezza) dovrebbe visitare almeno una volta nella vita.
A questo punto per la nostra ben visibile meta non c'è itinerario segnalato che va costruito ad intuito e gusti.
Noi scegliamo di proseguire sul sentiero per la finestra di Champorcher per duecento metri circa, quindi deviamo a sinistra su prati e risaliamo un motto erboso dove troviamo qualche ometto e tracce di sentiero.
Questo percorre in traverso il lato destro di un amplissimo canale e giunge ad una cengia con roccia che costringe a qualche acrobazia per il suo superamento.
Fine della serie di ometti a questo punto. Ci consultiamo e individuiamo due possibilità per giungere al visibile colletto in alto: risalire il canalone nel suo centro o risalire a destra sino a placche rocciose per poi traversare su sfasciumi non sempre stabili sino alla depressione.
Scegliamo questa seconda via, non difficile ma faticosa. La buona visibilità ci guida senza problemi ma in caso di nebbia sarebbero stati problemoni.
Al Colletto giriamo verso destra e intercettiamo tracce di sentiero detritico che risalgono la cresta lato Urtier (valle di Cogne) incontrando in una paio di occasioni difficoltà discrete per il loro superamento, vuoi per il terreno insidioso, vuoi per l'esposizione e la necessità di usare le mani.
In poco più di tre ore ci troviamo così in cima di questa avvincente montagna, come avvincente è il panorama che vede gran protagoniste la Tersiva e la Rosa dei Banchi. Anche Mont Delà e Mont Glacier fanno bello sfoggio. Di sotto, è una magnifica distesa verde che sembra abbracciare il superbo lago del Miserin.
Torniamo al Colletto nel mio caso non senza difficoltà accentuate dalla fastidiosa fascite plantare che mi assedia da mesi, quindi decidiamo di discendere il canalone per la sua pancia, guidati da qualche ometto su terreno rognoso ma mai pericoloso.
Fuori dal canalone, per prati atterriamo direttamente al lago senza transitare dal precedente motto, lo costeggiamo e torniamo al rifugio.
Da qui all'auto che ci attende da sei ore e mezza è solo sofferenza causate dalle proteste del mio tallone, evidentemente poco contento degli sforzi a cui lo sottopongo.
Tempi comprensivi di un'ora abbondante di pause complessive.
Sviluppo: 13,5 Km (dati Strava); SE: 24,6 km.
Sino al Rifugio Miserin procediamo senza alcun problema scendendo al ponte e traversando su prati sino ad intercettare la ponderale che seguiamo per abbondonarla a destra sul sentiero 2 (è una scorciatoia, volendo si può arrivare al rifugio sempre su comoda strada).
Ci fermiamo per una pausa e per uno sguardo sul lago, u luogo che chiunque ami la montagna (o semplicemente la Bellezza) dovrebbe visitare almeno una volta nella vita.
A questo punto per la nostra ben visibile meta non c'è itinerario segnalato che va costruito ad intuito e gusti.
Noi scegliamo di proseguire sul sentiero per la finestra di Champorcher per duecento metri circa, quindi deviamo a sinistra su prati e risaliamo un motto erboso dove troviamo qualche ometto e tracce di sentiero.
Questo percorre in traverso il lato destro di un amplissimo canale e giunge ad una cengia con roccia che costringe a qualche acrobazia per il suo superamento.
Fine della serie di ometti a questo punto. Ci consultiamo e individuiamo due possibilità per giungere al visibile colletto in alto: risalire il canalone nel suo centro o risalire a destra sino a placche rocciose per poi traversare su sfasciumi non sempre stabili sino alla depressione.
Scegliamo questa seconda via, non difficile ma faticosa. La buona visibilità ci guida senza problemi ma in caso di nebbia sarebbero stati problemoni.
Al Colletto giriamo verso destra e intercettiamo tracce di sentiero detritico che risalgono la cresta lato Urtier (valle di Cogne) incontrando in una paio di occasioni difficoltà discrete per il loro superamento, vuoi per il terreno insidioso, vuoi per l'esposizione e la necessità di usare le mani.
In poco più di tre ore ci troviamo così in cima di questa avvincente montagna, come avvincente è il panorama che vede gran protagoniste la Tersiva e la Rosa dei Banchi. Anche Mont Delà e Mont Glacier fanno bello sfoggio. Di sotto, è una magnifica distesa verde che sembra abbracciare il superbo lago del Miserin.
Torniamo al Colletto nel mio caso non senza difficoltà accentuate dalla fastidiosa fascite plantare che mi assedia da mesi, quindi decidiamo di discendere il canalone per la sua pancia, guidati da qualche ometto su terreno rognoso ma mai pericoloso.
Fuori dal canalone, per prati atterriamo direttamente al lago senza transitare dal precedente motto, lo costeggiamo e torniamo al rifugio.
Da qui all'auto che ci attende da sei ore e mezza è solo sofferenza causate dalle proteste del mio tallone, evidentemente poco contento degli sforzi a cui lo sottopongo.
Tempi comprensivi di un'ora abbondante di pause complessive.
Sviluppo: 13,5 Km (dati Strava); SE: 24,6 km.
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