Piz Tschierva 3545mt e tentativo Piz Morteratsch
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Facile escursione, di ripiego per il tentativo fallito al Piz Morteratsch. Condizioni del Vadrettin da Tschierva terribili, con crepacci molto aperti e ponti di neve marcia già alle 5.00 di mattina. La discesa dalla cresta SE consente di evitare il tratto su ghiacciaio e si svolge su pietraia senza traccia ma con rarissimi ometti a indicare la via.
1° giorno
Dalla stazione di Pontresina (1770mt), si ignora la strada sterrata che si inoltra in Val Roseg dove parte il servizio carrozze e dopo aver attraversato il fiume si giunge a un parcheggio dove parte il sentiero che costeggia il lato destro orografico della Val Roseg. Il sentiero è sempre ben segnalato e facile ma abbastanza lungo e si guadagna poca quota fino all'Alpe Misaun (1h30min). Da qui, il sentiero si restringe e inizia a risalire, prima in obliquo e poi con alcuni stretti tornanti, il versante puntando alla grande morena che scende dal Vadret da Tschierva. Finalmente in vista della capanna, si salgono gli ultimi 100mt di dislivello o poco più restando appena sotto il filo della morena e risalendo quindi in breve alla Tschierva Hutte (2583mt; 3h dal parcheggio).
2° giorno
Partenza alle 4.00 dalla capanna, anticipando di 1h la partenza consigliata dai gestori per chi affronta la salita al Piz Morteratsch, in quanto è prevista una giornata molto calda. Dalla capanna, si risale su terreno morenico un sentiero segnato da ometti. Dopo poco, si incontra una breve paretina di roccia attrezzata con staffe e catene e proseguendo sul sentiero si arriva a una seconda placca attrezzata con catene da cui si scorge su un masso una placca che indica la deviazione per la Biancograt. Qui si prosegue dritti addentrandosi nella vallata occupata dal Vadrettin da Tschierva su terreno sempre più sconnesso che alterna pietraia a brevi tratti di rocce lavorate dal ghiaccio fino a raggiungere il ghiacciaio circa a quota 3150mt in prossimità di un grande ometto (1h10min dal rifugio). Purtroppo le condizioni appaiono già critiche con quasi totale assenza di copertura nevosa, fiumi di acqua che scorrono sulla superficie e ampi crepacci colmi di neve marcia.
Predisposta la cordata, si compie un ampio semicerchio in senso orario sul ghiacciaio fino a giungere nei pressi della cresta rocciosa dove è posta la Fuorcla da Boval. Qui, bisognerebbe risalire il ripido pendio glaciale (o quel poco che resta) per raggiungere la cresta N del PIz Morteratsch. Purtroppo il ritiro del ghiacciaio ha reso il pendio sempre più ripido (45°) e il caldo della settimana ha sciolto completamente la neve, lasciando il pendio alcune zone di ghiaccio vivo ed esposto alla caduta di massi (pare sia stata attrezzata di recente dalle guide di Pontresina una via alternativa che dalla Fuorcla da Boval la cresta rocciosa fino a raggiungere ghiacciaio NE, ma non abbiamo trovato l'attacco ne tantomeno visto chiodi lungo la cresta).
Abbandonata l'idea di salire il Piz Morteratsch, deviamo verso il vicino Piz Tschierva. Dopo essere ridiscesi un poco sul Vadrettin da Tschierva, si risale il pendio di rocce instabili (ometti) che porta alla Fuorcla da Tschierva (3334mt) e da lì, seguendo la facile e ampia cresta ormai priva di neve si giunge in poco tempo alla cima del Piz Tschierva (3545mt; 30min dalla Fuorcla da Tschierva).
Per la discesa, decidiamo di seguire la facile e mai troppo esposta cresta SE che, per rocce rotte e pietraie, giunge fino ad un pianoro a quota 3250 circa (solo rarissimi ometti indicano la via ma il percorso è intuitivo). Da qui, seguendo sempre rarissimi ometti, è necessario scendere alcune facili balze rocciose sfruttando diverse cenge e puntando alla lingua terminale del Vadrettin da Tschierva. Giunti in prossimità del ghiacciaio, non resta che seguire il percorso dell'andata fino al rifugio e quindi percorrere a ritroso l'infinita Val Roseg.
1° giorno
Dalla stazione di Pontresina (1770mt), si ignora la strada sterrata che si inoltra in Val Roseg dove parte il servizio carrozze e dopo aver attraversato il fiume si giunge a un parcheggio dove parte il sentiero che costeggia il lato destro orografico della Val Roseg. Il sentiero è sempre ben segnalato e facile ma abbastanza lungo e si guadagna poca quota fino all'Alpe Misaun (1h30min). Da qui, il sentiero si restringe e inizia a risalire, prima in obliquo e poi con alcuni stretti tornanti, il versante puntando alla grande morena che scende dal Vadret da Tschierva. Finalmente in vista della capanna, si salgono gli ultimi 100mt di dislivello o poco più restando appena sotto il filo della morena e risalendo quindi in breve alla Tschierva Hutte (2583mt; 3h dal parcheggio).
2° giorno
Partenza alle 4.00 dalla capanna, anticipando di 1h la partenza consigliata dai gestori per chi affronta la salita al Piz Morteratsch, in quanto è prevista una giornata molto calda. Dalla capanna, si risale su terreno morenico un sentiero segnato da ometti. Dopo poco, si incontra una breve paretina di roccia attrezzata con staffe e catene e proseguendo sul sentiero si arriva a una seconda placca attrezzata con catene da cui si scorge su un masso una placca che indica la deviazione per la Biancograt. Qui si prosegue dritti addentrandosi nella vallata occupata dal Vadrettin da Tschierva su terreno sempre più sconnesso che alterna pietraia a brevi tratti di rocce lavorate dal ghiaccio fino a raggiungere il ghiacciaio circa a quota 3150mt in prossimità di un grande ometto (1h10min dal rifugio). Purtroppo le condizioni appaiono già critiche con quasi totale assenza di copertura nevosa, fiumi di acqua che scorrono sulla superficie e ampi crepacci colmi di neve marcia.
Predisposta la cordata, si compie un ampio semicerchio in senso orario sul ghiacciaio fino a giungere nei pressi della cresta rocciosa dove è posta la Fuorcla da Boval. Qui, bisognerebbe risalire il ripido pendio glaciale (o quel poco che resta) per raggiungere la cresta N del PIz Morteratsch. Purtroppo il ritiro del ghiacciaio ha reso il pendio sempre più ripido (45°) e il caldo della settimana ha sciolto completamente la neve, lasciando il pendio alcune zone di ghiaccio vivo ed esposto alla caduta di massi (pare sia stata attrezzata di recente dalle guide di Pontresina una via alternativa che dalla Fuorcla da Boval la cresta rocciosa fino a raggiungere ghiacciaio NE, ma non abbiamo trovato l'attacco ne tantomeno visto chiodi lungo la cresta).
Abbandonata l'idea di salire il Piz Morteratsch, deviamo verso il vicino Piz Tschierva. Dopo essere ridiscesi un poco sul Vadrettin da Tschierva, si risale il pendio di rocce instabili (ometti) che porta alla Fuorcla da Tschierva (3334mt) e da lì, seguendo la facile e ampia cresta ormai priva di neve si giunge in poco tempo alla cima del Piz Tschierva (3545mt; 30min dalla Fuorcla da Tschierva).
Per la discesa, decidiamo di seguire la facile e mai troppo esposta cresta SE che, per rocce rotte e pietraie, giunge fino ad un pianoro a quota 3250 circa (solo rarissimi ometti indicano la via ma il percorso è intuitivo). Da qui, seguendo sempre rarissimi ometti, è necessario scendere alcune facili balze rocciose sfruttando diverse cenge e puntando alla lingua terminale del Vadrettin da Tschierva. Giunti in prossimità del ghiacciaio, non resta che seguire il percorso dell'andata fino al rifugio e quindi percorrere a ritroso l'infinita Val Roseg.
Tourengänger:
ro19

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