Solitaria in giornata al Monte Adamello 3539 m & friends
Sono in ferie in Valcamonica.
Un idea da vecchi e mai contenti rimba mi rode da anni: L'Adamello in giornata. La solitaria è poi una conseguenza, non si riesce a trovare sempre la gente giusta al momento giusto.
La mia fortuna è che la montagna la conosco bene, soprattutto il versante Val Miller, già dai tempi pre-ferrata.
Conclusione si parte alle 3 dalla baita in media valle Camonica. 38 km, google maps dice un ora, mi pare troppo, cercherò di fare meglio.
Ma ho fatto i conti senza l'oste : che in questo caso è il maresciallo dei carabinieri che ha deciso di fermare le auto appena fuori dalla galleria al termine della superstrada. 10 minuti buoni di sosta per controllare patente e libretto.
Alla domanda cosa ci faccio in giro alle 3 del mattino, rispondo con voce assonnata che vado in Adamello, e lui visto la sua pancia prominente , replica, ah vai al centro commerciale ( che si chiama anche lui Adamello ma si trova in bassa valle ). Simpatico, con il suo accento che ricorda il governatore De Luca della Campania.
Manca poco che lo invitavo alla grigliata che farò in serata.
Per la stradina della Val Malga, incrocio un altro nottambulo : un tasso che camminava in strada.
Arrivato al Ponte del Guat 1528 m, parto a camminare alle 4,05 alla luce della frontale. Ci sono 15 gradi. Bello. Nonostante abbia lo zaino un pò più pesante del solito : imbrago-set da ferrata e ramponi.
Passo velocemente dalla Malga Premassone e poi sempre sulla sterrata arrivo alla stalla di Malga Frino 1695. Da qui inizia il sentiero che costeggia il fiume Remulo e imbocca le "Scale del Miller": un tratto molto ripido e fatto a gradoni che costeggia una cascata.
Quasi in cima alle "Scale" albeggia. Percorro un lungo tratto in falsopiano. Qui incontro un escursionista teutonico in discesa, che stà facendo la traversata delle Alpi. Poco dopo si vede già la diga, e dopo un ultimo strappo in salita arrivo al Rifugio Gnutti ( 1h50' dalla partenza ).
Nessuno in giro, rinuncio a disturbare per farmi fare un caffè.
Proseguo passando dal bivacco invernale, e dopo il ponte su un torrente artificiale con acqua spumeggiante, proseguo a risalire la vallata del Miller. Arrivo sul piano di cemento di un canale di gronda, che percorro per buona parte fino a che il sentiero lo lascia salendo a sinistra. Quando arrivo al Laghetto "naturale" del Miller 2268 m, vedo in lontananza nell'erta salita morenica successiva, la retroguardia di un gruppo di alpinisti.
Avranno circa 40 minuti di vantaggio su di me, penso.
Più sopra si passa a saliscendi a fianco della torbiera, detta : Pantano del Miller. Nella instabile morena successiva vedo davanti a me sempre più persone ( alla fine saranno 16 ). Questo è il tratto più instabile, non è ancora cresciuta l'erba e franano spesso alcuni tratti.
Alla fine a circa 2950 m arrivo all'attacco della Ferrata Terzulli. Qui raggiungo i 2 gruppi che mi precedono.
Il tempo di imbracarmi e parto sulla via, mai troppo difficile, e con un certo senso per la storia, hanno lasciato i vecchi ancoraggi pre-ferrata, integrando dove necessario con altri più moderni.
Arrivato al Passo dell'Adamello 3240 m, ormai davanti a tutti gli altri, scendo sul ghiacciaio, che qui forma una specie di conca, visto che è scaldato a sinistra dalle rocce della Cima Ugolini.
Calzo i ramponi, evitabili, se si vuole saltellare sui grossi massi a sinistra, ma li ho portati e decido di usarli. Dopo il primo tratto inizia la copertura nevosa che renderebbe quasi superflui i ramponi, ma continuo a usarli finchè non arrivo sul largo costone sud, dove prevalgono le rocce.
E dopo non molto sono alla croce di vetta del Monte Adamello 3539 m, in esattamente 6 ore per 2057 m+ ( compresi i saliscendi ).
La visibilità è eccezionale. Il Rifugio Garibaldi è là sotto mille metri più in basso.
Nel mentre che salgono gli altri, inizio la discesa, restando poi di cresta, risalgo la bella "puntina" di Cima del Laghetto 3364 m. Dopodichè inizio a traversare in discesa verso il bivacco Ugolini. Ma ahimè il giochetto di 16 anni fà non riesce facilmente. Ci sono stati importanti crolli di roccia e finisco in un "Cul de Sac" o vicolo cieco dir si voglia. Non riesco a traversare e non riesco a scendere sul nevaio senza grossi pericoli. Alla fine, tornando indietro dove più mi sembrava facile, con i ramponi ai piedi scendo sul ripido nevaio, per riprendere poi a risalire sulla neve verso il bivacco. Arrivato tra le rocce, tolgo per l'ennesima volta i ramponi e non senza fatica raggiungo il bivacco Ugolini ( i crolli in questa zona hanno cambiato la fisionomia della montagna.
Ma cavoli hanno riverniciato il bivacco, e la firma di Reinhold Messner all'interno della porta che fine avrà fatto ?
Apro la porta e sorpresa, la porta interna no è stata riverniciata, così la firma in matita del leggendario personaggio è rimasta dopo 40 anni.
Ora risalgo gli ultimi metri verso la vetta, bisogna fare in fretta, stà letteralmente crollando questa cima. In pochi minuti sono sulla Cima Ugolini 3284 m. Una finestra di roccia qui mi permette una bella inquadratura sul Corno Miller. Percorro a ritroso le rocce salite, e ricuperati i ramponi, scendo sul ghiacciaio.
Avevo lasciato aperta la possibilità di fare poker di cime, salendo il bel Corno Miller attraversando un tratto di ghiacciaio, ma una nuvola scura si è accampata sulla mia vetta. E' un ottima scusa per rientrare. Scendo quindi al punto glaciale più basso, per poi risalire a prendere la ferrata. Dove raggiungo le retrovie del "gruppone" che nel frattempo era passato avanti.
Ridiscesa la Ferrata Terzulli, alla sua base senza fare soste proseguo la lunga discesa, che ripassa dal Rifugio Gnutti e dalle Scale del Miller. La calura si fà davvero sentire ora, e al parcheggio è davvero un forno. Poco prima delle 17,30 avventura terminata, iniziata alle 4,05.
Un idea da vecchi e mai contenti rimba mi rode da anni: L'Adamello in giornata. La solitaria è poi una conseguenza, non si riesce a trovare sempre la gente giusta al momento giusto.
La mia fortuna è che la montagna la conosco bene, soprattutto il versante Val Miller, già dai tempi pre-ferrata.
Conclusione si parte alle 3 dalla baita in media valle Camonica. 38 km, google maps dice un ora, mi pare troppo, cercherò di fare meglio.
Ma ho fatto i conti senza l'oste : che in questo caso è il maresciallo dei carabinieri che ha deciso di fermare le auto appena fuori dalla galleria al termine della superstrada. 10 minuti buoni di sosta per controllare patente e libretto.
Alla domanda cosa ci faccio in giro alle 3 del mattino, rispondo con voce assonnata che vado in Adamello, e lui visto la sua pancia prominente , replica, ah vai al centro commerciale ( che si chiama anche lui Adamello ma si trova in bassa valle ). Simpatico, con il suo accento che ricorda il governatore De Luca della Campania.
Manca poco che lo invitavo alla grigliata che farò in serata.
Per la stradina della Val Malga, incrocio un altro nottambulo : un tasso che camminava in strada.
Arrivato al Ponte del Guat 1528 m, parto a camminare alle 4,05 alla luce della frontale. Ci sono 15 gradi. Bello. Nonostante abbia lo zaino un pò più pesante del solito : imbrago-set da ferrata e ramponi.
Passo velocemente dalla Malga Premassone e poi sempre sulla sterrata arrivo alla stalla di Malga Frino 1695. Da qui inizia il sentiero che costeggia il fiume Remulo e imbocca le "Scale del Miller": un tratto molto ripido e fatto a gradoni che costeggia una cascata.
Quasi in cima alle "Scale" albeggia. Percorro un lungo tratto in falsopiano. Qui incontro un escursionista teutonico in discesa, che stà facendo la traversata delle Alpi. Poco dopo si vede già la diga, e dopo un ultimo strappo in salita arrivo al Rifugio Gnutti ( 1h50' dalla partenza ).
Nessuno in giro, rinuncio a disturbare per farmi fare un caffè.
Proseguo passando dal bivacco invernale, e dopo il ponte su un torrente artificiale con acqua spumeggiante, proseguo a risalire la vallata del Miller. Arrivo sul piano di cemento di un canale di gronda, che percorro per buona parte fino a che il sentiero lo lascia salendo a sinistra. Quando arrivo al Laghetto "naturale" del Miller 2268 m, vedo in lontananza nell'erta salita morenica successiva, la retroguardia di un gruppo di alpinisti.
Avranno circa 40 minuti di vantaggio su di me, penso.
Più sopra si passa a saliscendi a fianco della torbiera, detta : Pantano del Miller. Nella instabile morena successiva vedo davanti a me sempre più persone ( alla fine saranno 16 ). Questo è il tratto più instabile, non è ancora cresciuta l'erba e franano spesso alcuni tratti.
Alla fine a circa 2950 m arrivo all'attacco della Ferrata Terzulli. Qui raggiungo i 2 gruppi che mi precedono.
Il tempo di imbracarmi e parto sulla via, mai troppo difficile, e con un certo senso per la storia, hanno lasciato i vecchi ancoraggi pre-ferrata, integrando dove necessario con altri più moderni.
Arrivato al Passo dell'Adamello 3240 m, ormai davanti a tutti gli altri, scendo sul ghiacciaio, che qui forma una specie di conca, visto che è scaldato a sinistra dalle rocce della Cima Ugolini.
Calzo i ramponi, evitabili, se si vuole saltellare sui grossi massi a sinistra, ma li ho portati e decido di usarli. Dopo il primo tratto inizia la copertura nevosa che renderebbe quasi superflui i ramponi, ma continuo a usarli finchè non arrivo sul largo costone sud, dove prevalgono le rocce.
E dopo non molto sono alla croce di vetta del Monte Adamello 3539 m, in esattamente 6 ore per 2057 m+ ( compresi i saliscendi ).
La visibilità è eccezionale. Il Rifugio Garibaldi è là sotto mille metri più in basso.
Nel mentre che salgono gli altri, inizio la discesa, restando poi di cresta, risalgo la bella "puntina" di Cima del Laghetto 3364 m. Dopodichè inizio a traversare in discesa verso il bivacco Ugolini. Ma ahimè il giochetto di 16 anni fà non riesce facilmente. Ci sono stati importanti crolli di roccia e finisco in un "Cul de Sac" o vicolo cieco dir si voglia. Non riesco a traversare e non riesco a scendere sul nevaio senza grossi pericoli. Alla fine, tornando indietro dove più mi sembrava facile, con i ramponi ai piedi scendo sul ripido nevaio, per riprendere poi a risalire sulla neve verso il bivacco. Arrivato tra le rocce, tolgo per l'ennesima volta i ramponi e non senza fatica raggiungo il bivacco Ugolini ( i crolli in questa zona hanno cambiato la fisionomia della montagna.
Ma cavoli hanno riverniciato il bivacco, e la firma di Reinhold Messner all'interno della porta che fine avrà fatto ?
Apro la porta e sorpresa, la porta interna no è stata riverniciata, così la firma in matita del leggendario personaggio è rimasta dopo 40 anni.
Ora risalgo gli ultimi metri verso la vetta, bisogna fare in fretta, stà letteralmente crollando questa cima. In pochi minuti sono sulla Cima Ugolini 3284 m. Una finestra di roccia qui mi permette una bella inquadratura sul Corno Miller. Percorro a ritroso le rocce salite, e ricuperati i ramponi, scendo sul ghiacciaio.
Avevo lasciato aperta la possibilità di fare poker di cime, salendo il bel Corno Miller attraversando un tratto di ghiacciaio, ma una nuvola scura si è accampata sulla mia vetta. E' un ottima scusa per rientrare. Scendo quindi al punto glaciale più basso, per poi risalire a prendere la ferrata. Dove raggiungo le retrovie del "gruppone" che nel frattempo era passato avanti.
Ridiscesa la Ferrata Terzulli, alla sua base senza fare soste proseguo la lunga discesa, che ripassa dal Rifugio Gnutti e dalle Scale del Miller. La calura si fà davvero sentire ora, e al parcheggio è davvero un forno. Poco prima delle 17,30 avventura terminata, iniziata alle 4,05.
Tourengänger:
Antonio59 !

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Kommentare (14)