Vajont:anello Casso Erto,lungo il sentiero della memoria "on the road"
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Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi vicini alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone, tra cui 487 persone di età inferiore a 15 anni[2].
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l'ente gestore e i suoi dirigenti, pur essendo a conoscenza della pericolosità, anche se supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolo i dati a loro disposizione, con il beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
quattro giorni on the road
Non dobbiamo prenotare nulla,la nostra tenda da tetto ci permette di sostare e dormire ovunque
Giunti a Longarone dopo un'estenuante viaggio"troppo lungo",ci fermiamo in un'area sosta,sono quasi le ore 23:00, domani vedremo cosa fare.
Dopo aver letto e visto tutto cio che c'era da sapere sulla diga del Vajont,con il mio amore Ida,non mi resta che andare sul luogo e visitare questo luogo,la commozione è forte,il silenzio domina la valle e noi ascoltiamo la sua voce.
Partiti da Casso (950 m) un lungo traverso che richiede un po di attenzione per i continui franamenti e sfasciumi.ci porta sopra l'abitato di Erto,attraversiamo il paese nuovo e gli occhi non possono non notare il laboratorio di Mauro Corona,lui è all'interno intento con le sue sculture,preferiamo non disturbarlo.
Dopo scendiamo a Erto vecchia ,a parer mio è molto piu bella e caratteristica da visitare.
Con calma e rispetto ci rechiamo anche al cimitero e dopo scendiamo sulle rive del lago,per risalire su una strada sconosciuta anche sulla mappa e giungere al luogo di culto,la diga del Vajont,dov'è stata eretta una cappella votiva.
Per visitare e attraversare la corona della diga,è possibile solamente a pagamento e con guida.
Noi,aiutati dalle dritte di un'arzilla signora di Casso,giungiamo esattamente dalla parte opposta,ma senza attraversare la corona,in quanto chiusa da un grande cancello,comunque un irto e nascosto sentierino ci permette di scendere fino alla base dove si erge l'imponente costruzione che causò oltre 1900 vittime.
Dopo esser giunti all'ingresso principale tramite un sentiero by-pass,una sosta è d'obbligo.
A questo punto non ci resta che risalire a Casso,dove abbiam lasciato la nostra auto e concludere la giornata nella tipica trattoria del centro e infine sulle rive del fiume a Cimolais.

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