Val Grosina. I laghi della Val D'Avedo: Tres e Venere.
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Dopo una settimana torniamo in Val Grosina, visto che le previsioni del tempo ce la indicano, qui in Valtellina, come la meno coinvolta nei temporali pomeridiani implacabili di queste ultime settimane (e infatti saremo colpiti solo da poche gocce d'acqua e qualche chicco di grandine; e comunque di sole poco).
In effetti il progetto dell'escursione aveva, sulla carta, qualche ambizione maggiore, ma la presenza in quota ancora di notevoli quantità di neve fradicia ci ha consigliato di limitare le pretese: avremmo voluto attraversare dalla Valle di Avedo alla Val Grosina occidentale attraverso il Passo di Vermulera, ma 200 metri sotto il passo un canalone ancora intasato di neve troppo faticosa ci ha fermati. Presa questa decisione, al ritorno, per non ripercorrere completamente la stessa via, improvvisiamo un piccolo anello seguendo un canalone detritico che segue parzialmente il torrente emissario del Lago Venere.
Da Eita si torna per breve tratto verso valle fin dove, sulla destra, si stacca una sterrata che si addentra fra i boschi della Val d'Avedo, schiariti qua e là dalle ampie aperture di ex-alpeggi, le cui baite sono ora trasformate in belle residenze molto ben restaurate. Oltrepassato il nucleo di Stabine, si prosegue comodamente fino alla spianata alluvionale di Vermolera, con le sue baite addossate al pendio e recentemente rinnovate; proseguendo dopo aver attraversato il torrente, se ne segue il corso salendo lungo una traccia più stretta e pietrosa, ma ancora percorribile da mezzi speciali. Raggiunto un secondo attraversamento del corso d'acqua, che conduce alle baite di Tres, lo si evita e, proseguendo verso sinistra, si costeggia la riva del primo Lago di Tres fino a dove l'immissario serpeggia nella piana; qui si volge nettamente a monte, scoprendo che le tracce del vecchio sentiero sono state recentemente allargate e spianate con l'uso di una ruspetta: lo scopo del pesante intervento rimane oscuro, vista l'assenza in quota di qualsivoglia baita o pascolo e anche l'impossibilità - ghiaioni e pendenze improponibili - di proseguire neppure con le e-bike... La traccia serpeggia sul pendio per circa 200 metri di dislivello, per poi raggiungere l'altopiano prevalentemente roccioso che ospita il Lago Venere (oggi ancora del tutto ghiacciato) e qualche altra piccola pozza in posizione riposta. Qui ormai la copertura nevosa diventa preponderante e la già scarsissima presenza di indicazioni a vernice (ci troviamo sul Sentiero Italia, ma i bolli sono distanziati l'uno dall'altro più di 100 metri) non ne trae giovamento: usciamo dalla direttiva per aggirare il più possibile le aree innevate, ma quando siamo costretti ad attraversarle sprofondiamo fino al bacino; in queste condizioni la fatica diventa eccessiva e davanti abbiamo il tratto di pendio più ripido: non proprio con buon animo, ma ci fermiamo. Come detto più in alto, per evitare la totale ripetizione del percorso, deviamo sulla sinistra compiendo un arco che, dal Lago Venere, si porta sotto le pendici dirupate del Sass Campana per poi infilarsi in una valletta percorsa dalle acque del lago, evitando qualche salto roccioso solcato - in queste condizioni - da belle cascate. Al termine della parte sassosa, rientrando fra gli scarsi pascoli, scendiamo a raggiungere di nuovo la riva del primo Lago di Tres, non prima di aver affiancato, poco sopra e defilato, il secondo.
Per il resto, come in salita.
In effetti il progetto dell'escursione aveva, sulla carta, qualche ambizione maggiore, ma la presenza in quota ancora di notevoli quantità di neve fradicia ci ha consigliato di limitare le pretese: avremmo voluto attraversare dalla Valle di Avedo alla Val Grosina occidentale attraverso il Passo di Vermulera, ma 200 metri sotto il passo un canalone ancora intasato di neve troppo faticosa ci ha fermati. Presa questa decisione, al ritorno, per non ripercorrere completamente la stessa via, improvvisiamo un piccolo anello seguendo un canalone detritico che segue parzialmente il torrente emissario del Lago Venere.
Da Eita si torna per breve tratto verso valle fin dove, sulla destra, si stacca una sterrata che si addentra fra i boschi della Val d'Avedo, schiariti qua e là dalle ampie aperture di ex-alpeggi, le cui baite sono ora trasformate in belle residenze molto ben restaurate. Oltrepassato il nucleo di Stabine, si prosegue comodamente fino alla spianata alluvionale di Vermolera, con le sue baite addossate al pendio e recentemente rinnovate; proseguendo dopo aver attraversato il torrente, se ne segue il corso salendo lungo una traccia più stretta e pietrosa, ma ancora percorribile da mezzi speciali. Raggiunto un secondo attraversamento del corso d'acqua, che conduce alle baite di Tres, lo si evita e, proseguendo verso sinistra, si costeggia la riva del primo Lago di Tres fino a dove l'immissario serpeggia nella piana; qui si volge nettamente a monte, scoprendo che le tracce del vecchio sentiero sono state recentemente allargate e spianate con l'uso di una ruspetta: lo scopo del pesante intervento rimane oscuro, vista l'assenza in quota di qualsivoglia baita o pascolo e anche l'impossibilità - ghiaioni e pendenze improponibili - di proseguire neppure con le e-bike... La traccia serpeggia sul pendio per circa 200 metri di dislivello, per poi raggiungere l'altopiano prevalentemente roccioso che ospita il Lago Venere (oggi ancora del tutto ghiacciato) e qualche altra piccola pozza in posizione riposta. Qui ormai la copertura nevosa diventa preponderante e la già scarsissima presenza di indicazioni a vernice (ci troviamo sul Sentiero Italia, ma i bolli sono distanziati l'uno dall'altro più di 100 metri) non ne trae giovamento: usciamo dalla direttiva per aggirare il più possibile le aree innevate, ma quando siamo costretti ad attraversarle sprofondiamo fino al bacino; in queste condizioni la fatica diventa eccessiva e davanti abbiamo il tratto di pendio più ripido: non proprio con buon animo, ma ci fermiamo. Come detto più in alto, per evitare la totale ripetizione del percorso, deviamo sulla sinistra compiendo un arco che, dal Lago Venere, si porta sotto le pendici dirupate del Sass Campana per poi infilarsi in una valletta percorsa dalle acque del lago, evitando qualche salto roccioso solcato - in queste condizioni - da belle cascate. Al termine della parte sassosa, rientrando fra gli scarsi pascoli, scendiamo a raggiungere di nuovo la riva del primo Lago di Tres, non prima di aver affiancato, poco sopra e defilato, il secondo.
Per il resto, come in salita.
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