Camogli
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Stamane scenderò a Camogli da Ruta, ho deciso di prendere l'autobus perché i miei piedi sono decisamente in pessime condizioni fra vesciche sotto la pianta ed unghie sul punto di staccarsi.
Faccio colazione, saluto i miei ospiti e mi metto in attesa dell'autobus, la fermata è proprio dinanzi all'hotel.
In una quindicina di minuti sono alla stazione, decido di fare subito il biglietto del treno, naturalmente vi sono solo biglietterie automatiche e neppure l'ombra di un deposito bagagli dove mollare per un po' il mio zaino.
Oggi si va all'insegna del relax per cui approfitto di un ascensore per portarmi al livello del mare, poi inizio ad addentrarmi fra viuzze e caruggi e raggiungo il porticciolo. Non sono mai stato qui, mi guardo intorno, tutto molto bello: le case colorate, la spiaggia di ciottoli e sabbia nera, tanti bar e negozietti che stanno aprendo, prendo un caffè seduto al tavolino di un bar accanto al porto poi salgo verso la chiesa ed il castello, ridiscendo e faccio il periplo del porto. Ad un tratto sento un gran vociare, qualcuno sta facendo il mio nome, non vi faccio molto caso: non conosco nessuno qui. Poi con la coda dell'occhio vedo una coppia sopra un battello che si sbraccia nella mia direzione: sono Giovanni e Raffaella che, dopo aver concluso la loro Via a Recco stamane hanno deciso di imbarcarsi per andare a visitare l'abbazia di San Fruttuoso.
Ci salutiamo e riprendo il mio girovagare per Camogli, verso le 10 decido di avviarmi verso la stazione, raggiungo l'ascensore ma devo desistere dal prenderlo: una coppia di turisti è rimasta bloccata fra il primo ed il secondo piano, percorro la strada e quando passo davanti all'ascensore vedo che un tecnico è già all'opera per liberare i malcapitati.
Raggiungo il primo binario, lascio lo zaino accanto ad una panchina, il suo peso è un antifurto naturale, e approfitto dei bagni, incredibilmente puliti, un plauso al capostazione di Camogli.
Poco dopo ecco il mio regionale, una decina di fermate fino a Genova Principe con viste sul mare inframezzate da numerose gallerie, quando arrivo scopro che,chiaramente, il binario dove transita il treno per Piacenza è all'angolo opposto della stazione ed un piano sopra ed ho solo due minuti...arrivo trafelato al binario 17 e scopro che, fortuna, il mio treno ha cinque minuti di ritardo.
Imbarco, discesa a Voghera, prima di recuperare l'auto ci sta anche un panino al buffet della stazione.
Alle 15,30 sono a casa. Fine dell'avventura, sono molto soddisfatto nonostante il tempo inclemente, il fango ed i piedi urlanti.
Faccio colazione, saluto i miei ospiti e mi metto in attesa dell'autobus, la fermata è proprio dinanzi all'hotel.
In una quindicina di minuti sono alla stazione, decido di fare subito il biglietto del treno, naturalmente vi sono solo biglietterie automatiche e neppure l'ombra di un deposito bagagli dove mollare per un po' il mio zaino.
Oggi si va all'insegna del relax per cui approfitto di un ascensore per portarmi al livello del mare, poi inizio ad addentrarmi fra viuzze e caruggi e raggiungo il porticciolo. Non sono mai stato qui, mi guardo intorno, tutto molto bello: le case colorate, la spiaggia di ciottoli e sabbia nera, tanti bar e negozietti che stanno aprendo, prendo un caffè seduto al tavolino di un bar accanto al porto poi salgo verso la chiesa ed il castello, ridiscendo e faccio il periplo del porto. Ad un tratto sento un gran vociare, qualcuno sta facendo il mio nome, non vi faccio molto caso: non conosco nessuno qui. Poi con la coda dell'occhio vedo una coppia sopra un battello che si sbraccia nella mia direzione: sono Giovanni e Raffaella che, dopo aver concluso la loro Via a Recco stamane hanno deciso di imbarcarsi per andare a visitare l'abbazia di San Fruttuoso.
Ci salutiamo e riprendo il mio girovagare per Camogli, verso le 10 decido di avviarmi verso la stazione, raggiungo l'ascensore ma devo desistere dal prenderlo: una coppia di turisti è rimasta bloccata fra il primo ed il secondo piano, percorro la strada e quando passo davanti all'ascensore vedo che un tecnico è già all'opera per liberare i malcapitati.
Raggiungo il primo binario, lascio lo zaino accanto ad una panchina, il suo peso è un antifurto naturale, e approfitto dei bagni, incredibilmente puliti, un plauso al capostazione di Camogli.
Poco dopo ecco il mio regionale, una decina di fermate fino a Genova Principe con viste sul mare inframezzate da numerose gallerie, quando arrivo scopro che,chiaramente, il binario dove transita il treno per Piacenza è all'angolo opposto della stazione ed un piano sopra ed ho solo due minuti...arrivo trafelato al binario 17 e scopro che, fortuna, il mio treno ha cinque minuti di ritardo.
Imbarco, discesa a Voghera, prima di recuperare l'auto ci sta anche un panino al buffet della stazione.
Alle 15,30 sono a casa. Fine dell'avventura, sono molto soddisfatto nonostante il tempo inclemente, il fango ed i piedi urlanti.
Tourengänger:
paoloski

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