Periplo alto del Lago d'Endine
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Il Lago d’Endine è il più piccolo dei grandi laghi prealpini; ha una superficie di circa 2,3 chilometri quadrati e sviluppa un perimetro di circa 14 chilometri, la sua massima profondità è poco più di 9 metri, e occupa la parte centrale della Val Cavallina. La sponda occidentale, percorsa dalla SS42 del Tonale e della Mendola, è totalmente insediata, mentre la sponda orientale ha pochi centri abitati.
Il perimetro del lago è totalmente percorribile.
Il Lago d’Endine presenta la caratteristica di ghiacciare totalmente durante il periodo più freddo dell’inverno, tanto che fino alla fine del secolo scorso nella sua parte meridionale veniva persino allestita una rudimentale pista di pattinaggio, ed era attraversabile a piedi in alcuni punti (io, non mi sono mai azzardato a farlo). Dubito che il fenomeno riesca a ripresentarsi: quest’anno a gennaio era completamente liquido.
L’escursione di questa relazione descrive il periplo del lago non a quota acqua, ma percorrendo antiche mulattiere e sentieri a mezza costa dei due versanti.
È fattibile tutto l’anno; è facile, ma richiede un certo allenamento per il considerevole sviluppo e per il dislivello complessivo non trascurabile.
LOCALITA' DI PARTENZA. Spinone al Lago (m 355).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Nella bella stagione si può affrontare “leggeri”, sviluppandosi a quota modesta.
DIFFICOLTÀ.
T2 (T/E, utilizzando la classificazione CAI). Si svolge per buona parte lungo mulattiere e larghi sentieri ben tracciati. Le pendenze sono regolari e la segnaletica è sempre presente.
Richiede una discreta preparazione fisica: dislivello in salita e distanza non sono da trascurare.
QUOTA MASSIMA: m 748, fra Bianzano e Ranzanico.
QUOTA MINIMA: m 337, alla chiesa di San Remigio a Endine.
SVILUPPO: km 18.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 05:05.
TEMPI PARZIALI:
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dal parcheggio si attraversa il centro abitato di Spinone al Lago, transitando nei pressi della chiesa dei Santi Pietro e Paolo; al termine della via si svolta a sinistra e poi subito a destra per via Bianzano, dalla quale inizia la mulattiera acciottolata che si inizia a risalire in ambiente boscoso, fino ad immettersi sulla strada asfaltata (via Provinciale) che si attraversa e, fatti pochi passi in salita, si arriva al Castello Suardi (m 596).
Castello Suardi o Suardo, come riportano alcuni documenti del XIII e XIV secolo, si presenta a pianta quadrata i cui spigoli sono allineati ai quattro punti cardinali, È strutturato con una doppia cinta muraria della quale rimangono numerosi resti, una possente torre sul fronte principale e una seconda torre sul perimetro fortificato esterno.
L’atrio d’ingresso è impreziosito da un ciclo di affreschi di scuola lombarda. Entro le mura sono visibili alcuni affreschi decorativi con i “fiori della vita”, un simbolo della tradizione templare e, in un medaglione visibile sulla volta del mastio della torre, si notano dei crocieri, uccelli che secondo la leggenda avrebbero tentato di togliere le spine dalla corona di Cristo: anche qui, il rimando alla croce dei Templari potrebbe essere possibile. Lo stemma dei Suardi ancora oggi si trova sopra il portale d’ingresso al castello.
Edificato lungo un millenario percorso verso l’Europa centrale, questo maniero è segnato dalle tracce dei templari. La Val Cavallina è una piccola valle, segnata da varie strutture fortificate, con un ruolo interessante per la sua posizione strategica di collegamento per il traffico di merci tra la pianura e i passi alpini che portavano nel nord Europa.
Tra gli edifici medievali della valle il Castello di Bianzano è uno dei più suggestivi; da qui si può ammirare un panorama splendido verso il lago e la natura circostante, e attorno sorge un interessante borgo medievale.
Il Castello attualmente è di proprietà privata e, dopo i restauri tra il 1960 e il 1970, si presenta in buone condizioni strutturali. Lo si può visitare solo con “visita guidata” prenotabile presso il Comune di Bianzano o l’Associazione culturale e turistica “Pro Bianzano”.
Risaliti i vicoli acciottolati dell’abitato e raggiunte le ultime case, si svolta a destra e, seguendo le bandierine bianco/rosse dei segnavia, si prende la stradina che sale a sinistra inoltrandosi nel bosco e che ben presto si trasforma in un sentiero ben tracciato. Si continua a salire, raggiungendo quota m 748, il punto più elevato dell’intero anello, dove, trascurata la traccia che sale alla nostra sinistra, un tatto in leggera discesa ci porta alla panoramica panchina gigante. È molto grande, ma non mi sembra avere la maestosità delle Big Bench(Grande Panchina) del circuito ufficiale di cui ho già parlato in una precedente relazione riguardante la Ferrata del nido dei Santacroce (la trovate qui: https://www.hikr.org/tour/post179107.html ), mancano anche cartelli informativi: forse si tratta solo di un’imitazione.
Da qui inizia la discesa che rapidamente ci porta a Ranzanico (m 524). Si attraversa l’abitato in direzione est percorrendo le vie Gandino, Silvio Pellico e San Bernardino. Ignorando le indicazioni per la Forcella di Ranzanico, si prosegue in falsopiano arrivando alla chiesa di San Bernardino, prima, poi alla Chiesetta degli Alpini, dove si abbandona la strada asfaltati per proseguire sulla sinistra per un percorso nel bosco che porta alle case più elevate di Endine Gaiano (m 495). Attraversando le vie dell’abitato si scende fino alla strada statale, che si attraversa, per proseguire lungo Via San Remigio fino a raggiungere la frazione di Valmaggiore (m 371). A questo punto, di fronte alla chiesa, si svolta a sinistra attraversando il piccolo abitato, si prosegue lungo la stradina di sinistra, si supera il Torrente Valle dei Cerri e si prosegue per il viottolo fino ad arrivare alla radura di Rumignano (m 592). Attraversata la radura si entra nuovamente nel bosco, giunti ad un tornante, si abbandona il viottolo e si prosegue imboccando il sentiero di destra: questo è il tratto più impervio (si fa per dire) dell’escursione, che, dopo un ultimo tratto in salita, conduci a una radura con alcune baite, dove ci si immette su un viottolo che in breve porta all’ameno pianoro di Le Piane (m 645).
Da Le Piane inizia la dolce discesa fino a Monasterolo del Castello dove, costeggiata la sponda sud-est del lago e, in prossimità del castello di Monasterolo, si attraversa il Fiume Chiera (emissario del Lago d’Endine), raggiungendo la strada statale e, attraversatala, Spinone al Lago.
Il Castello di Monasterolo che (non) si può vedere oggi è il frutto dei restauri negli anni trenta e quaranta del XX secolo fatti eseguire da una nobildonna britannica. Oggi è utilizzato come sede di eventi.
Le sue origini non sono chiare. Sembra che sia stato edificato in luogo di un precedente edificio adibito a monastero benedettino ed abbattuto sul finire dell’VIII secolo dai Franchi o, secondo altre ipotesi, da Federico Barbarossa. La prima citazione documentale risale al 1130, epoca in cui si pensa che il maniero fosse utilizzato sia per scopi difensivi che residenziali. Si suppone anche che la fosse anche adibito al deposito di animali e scorte alimentari durante, e come rifugio per la popolazione del luogo, durante il passaggio di eserciti nemici.
Nessun episodio di rilievo si verificò fino all'arrivo della Repubblica veneziana (prima metà del XV secolo) la quale, al fine di porre fine alle lotte fra guelfi e ghibellini, ordinò la distruzione di tutte le fortificazioni. La famiglia Suardi, proprietaria del castello, al fine di evitarne la demolizione, lo trasformò in una dimora signorile. I secoli seguenti videro un progressivo e inesorabile abbandono del castello, fino al punto da renderlo fatiscente e a rischio di crolli; pio arrivò la nobildonna britannica …
METEO.
Cielo sereno, qualche velatura dal primo pomeriggio. Vento assente. Temperatura alla partenza 2°; a Rumignano 10°; al termine 12°.
FREQUENTAZIONE. Scarsa.
COMPAGNI: Paolo.
Note sitografiche:
Il perimetro del lago è totalmente percorribile.
Il Lago d’Endine presenta la caratteristica di ghiacciare totalmente durante il periodo più freddo dell’inverno, tanto che fino alla fine del secolo scorso nella sua parte meridionale veniva persino allestita una rudimentale pista di pattinaggio, ed era attraversabile a piedi in alcuni punti (io, non mi sono mai azzardato a farlo). Dubito che il fenomeno riesca a ripresentarsi: quest’anno a gennaio era completamente liquido.
L’escursione di questa relazione descrive il periplo del lago non a quota acqua, ma percorrendo antiche mulattiere e sentieri a mezza costa dei due versanti.
È fattibile tutto l’anno; è facile, ma richiede un certo allenamento per il considerevole sviluppo e per il dislivello complessivo non trascurabile.
LOCALITA' DI PARTENZA. Spinone al Lago (m 355).
ATTREZZATURA.
Normale da escursionismo. Nella bella stagione si può affrontare “leggeri”, sviluppandosi a quota modesta.
DIFFICOLTÀ.
T2 (T/E, utilizzando la classificazione CAI). Si svolge per buona parte lungo mulattiere e larghi sentieri ben tracciati. Le pendenze sono regolari e la segnaletica è sempre presente.
Richiede una discreta preparazione fisica: dislivello in salita e distanza non sono da trascurare.
QUOTA MASSIMA: m 748, fra Bianzano e Ranzanico.
QUOTA MINIMA: m 337, alla chiesa di San Remigio a Endine.
SVILUPPO: km 18.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 05:05.
TEMPI PARZIALI:
da | Spinone al Lago | a | Bianzano: | 35 minuti; |
da | Bianzano | a | Ranzanico: | 45 minuti; |
da | Ranzanico | a | Endine: | 50 minuti; |
da | Endine | a | Valmaggiore: | 20 minuti; |
da | Valmaggiore | a | Rumignano: | 30 minuti; |
da | Rumignano | a | Le Paine: | 40 minuti; |
da | Le Piane | a | Monasterolo del Castello: | 50 minuti |
da | Monasterolo del Castello | a | Spinone al Lago: | 35 minuti. |
DESCRIZIONE PERCORSO.
Dal parcheggio si attraversa il centro abitato di Spinone al Lago, transitando nei pressi della chiesa dei Santi Pietro e Paolo; al termine della via si svolta a sinistra e poi subito a destra per via Bianzano, dalla quale inizia la mulattiera acciottolata che si inizia a risalire in ambiente boscoso, fino ad immettersi sulla strada asfaltata (via Provinciale) che si attraversa e, fatti pochi passi in salita, si arriva al Castello Suardi (m 596).
Castello Suardi o Suardo, come riportano alcuni documenti del XIII e XIV secolo, si presenta a pianta quadrata i cui spigoli sono allineati ai quattro punti cardinali, È strutturato con una doppia cinta muraria della quale rimangono numerosi resti, una possente torre sul fronte principale e una seconda torre sul perimetro fortificato esterno.
L’atrio d’ingresso è impreziosito da un ciclo di affreschi di scuola lombarda. Entro le mura sono visibili alcuni affreschi decorativi con i “fiori della vita”, un simbolo della tradizione templare e, in un medaglione visibile sulla volta del mastio della torre, si notano dei crocieri, uccelli che secondo la leggenda avrebbero tentato di togliere le spine dalla corona di Cristo: anche qui, il rimando alla croce dei Templari potrebbe essere possibile. Lo stemma dei Suardi ancora oggi si trova sopra il portale d’ingresso al castello.
Edificato lungo un millenario percorso verso l’Europa centrale, questo maniero è segnato dalle tracce dei templari. La Val Cavallina è una piccola valle, segnata da varie strutture fortificate, con un ruolo interessante per la sua posizione strategica di collegamento per il traffico di merci tra la pianura e i passi alpini che portavano nel nord Europa.
Tra gli edifici medievali della valle il Castello di Bianzano è uno dei più suggestivi; da qui si può ammirare un panorama splendido verso il lago e la natura circostante, e attorno sorge un interessante borgo medievale.
Il Castello attualmente è di proprietà privata e, dopo i restauri tra il 1960 e il 1970, si presenta in buone condizioni strutturali. Lo si può visitare solo con “visita guidata” prenotabile presso il Comune di Bianzano o l’Associazione culturale e turistica “Pro Bianzano”.
Risaliti i vicoli acciottolati dell’abitato e raggiunte le ultime case, si svolta a destra e, seguendo le bandierine bianco/rosse dei segnavia, si prende la stradina che sale a sinistra inoltrandosi nel bosco e che ben presto si trasforma in un sentiero ben tracciato. Si continua a salire, raggiungendo quota m 748, il punto più elevato dell’intero anello, dove, trascurata la traccia che sale alla nostra sinistra, un tatto in leggera discesa ci porta alla panoramica panchina gigante. È molto grande, ma non mi sembra avere la maestosità delle Big Bench(Grande Panchina) del circuito ufficiale di cui ho già parlato in una precedente relazione riguardante la Ferrata del nido dei Santacroce (la trovate qui: https://www.hikr.org/tour/post179107.html ), mancano anche cartelli informativi: forse si tratta solo di un’imitazione.
Da qui inizia la discesa che rapidamente ci porta a Ranzanico (m 524). Si attraversa l’abitato in direzione est percorrendo le vie Gandino, Silvio Pellico e San Bernardino. Ignorando le indicazioni per la Forcella di Ranzanico, si prosegue in falsopiano arrivando alla chiesa di San Bernardino, prima, poi alla Chiesetta degli Alpini, dove si abbandona la strada asfaltati per proseguire sulla sinistra per un percorso nel bosco che porta alle case più elevate di Endine Gaiano (m 495). Attraversando le vie dell’abitato si scende fino alla strada statale, che si attraversa, per proseguire lungo Via San Remigio fino a raggiungere la frazione di Valmaggiore (m 371). A questo punto, di fronte alla chiesa, si svolta a sinistra attraversando il piccolo abitato, si prosegue lungo la stradina di sinistra, si supera il Torrente Valle dei Cerri e si prosegue per il viottolo fino ad arrivare alla radura di Rumignano (m 592). Attraversata la radura si entra nuovamente nel bosco, giunti ad un tornante, si abbandona il viottolo e si prosegue imboccando il sentiero di destra: questo è il tratto più impervio (si fa per dire) dell’escursione, che, dopo un ultimo tratto in salita, conduci a una radura con alcune baite, dove ci si immette su un viottolo che in breve porta all’ameno pianoro di Le Piane (m 645).
Da Le Piane inizia la dolce discesa fino a Monasterolo del Castello dove, costeggiata la sponda sud-est del lago e, in prossimità del castello di Monasterolo, si attraversa il Fiume Chiera (emissario del Lago d’Endine), raggiungendo la strada statale e, attraversatala, Spinone al Lago.
Il Castello di Monasterolo che (non) si può vedere oggi è il frutto dei restauri negli anni trenta e quaranta del XX secolo fatti eseguire da una nobildonna britannica. Oggi è utilizzato come sede di eventi.
Le sue origini non sono chiare. Sembra che sia stato edificato in luogo di un precedente edificio adibito a monastero benedettino ed abbattuto sul finire dell’VIII secolo dai Franchi o, secondo altre ipotesi, da Federico Barbarossa. La prima citazione documentale risale al 1130, epoca in cui si pensa che il maniero fosse utilizzato sia per scopi difensivi che residenziali. Si suppone anche che la fosse anche adibito al deposito di animali e scorte alimentari durante, e come rifugio per la popolazione del luogo, durante il passaggio di eserciti nemici.
Nessun episodio di rilievo si verificò fino all'arrivo della Repubblica veneziana (prima metà del XV secolo) la quale, al fine di porre fine alle lotte fra guelfi e ghibellini, ordinò la distruzione di tutte le fortificazioni. La famiglia Suardi, proprietaria del castello, al fine di evitarne la demolizione, lo trasformò in una dimora signorile. I secoli seguenti videro un progressivo e inesorabile abbandono del castello, fino al punto da renderlo fatiscente e a rischio di crolli; pio arrivò la nobildonna britannica …
METEO.
Cielo sereno, qualche velatura dal primo pomeriggio. Vento assente. Temperatura alla partenza 2°; a Rumignano 10°; al termine 12°.
FREQUENTAZIONE. Scarsa.
COMPAGNI: Paolo.
Note sitografiche:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Endine
- https://bianzano-ranzanico.it/arte-e-cultura/arte-e-cultura-bianzano/il-castello-suardi/https://bianzano-ranzanico.it/arte-e-cultura/arte-e-cultura-bianzano/il-castello-suardi/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Monasterolo
Tourengänger:
Alberto C.

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