Capanna Genzianella 1397m ed escursioni nei dintorni - Pasqua
La Genzianella sorge nel cuore della Valle Morobbia, sul suo solivo versante orografico destro e gode di uno straordinario panorama sul Piano di Magadino e sul gruppo Camoghè - Pizzo di Gino.
È una meta ideale per un comodo ritiro in compagnia, senza doversi impegnare in grandi dislivelli, ma con un potenziale escursionistico interessante.
Noi ci abbiamo trascorso la notte di Pasqua svolgendo due distinte escursioni nei due giorni del weekend.
Il costone che divide la Valle Morobbia da quella di Arbedo, che converge al San Jorio, è stato il nostro terreno.
La Capanna Genzianella
Alcune informazioni sulla Capanna
Ubicata a 1397 m presso Pian Dolce, è gestita dall'Associazione Amici della Natura (Bellinzona). In inverno è un Rifugio, in estate una Capanna solitamente incustodita. È dotata di cucina a gas e di stufa a legna, elettricità e acqua calda (con i pannelli solari).
Può ospitare una ventina di persone con 2 dormitori distinti e due refettori collegati. Ci sono anche dei servizi in un locale esterno e una doccia.
Gli accessi più logici sono 3:
Giorno 1:
Motto della Croce (1254 m) - Motto d'Arbino (1690 m e 1701 m)
Siamo io e Deborah con i nostri amici Gabriele Drappa (Rosa, Cevedale, Disgrazia), Manuel Bianco (Tödi e Molare) con Sara, Enea Andreotti (Leone, Gran Paradiso) con Leila.
Ci ritroviamo in un bar in piazza a Giubiasco intorno alle 13.00 e iniziamo con una buona birra al sole. Il clima è immediatamente conviviale e festoso. Dopo il Cevedale ho bisogno di qualcosa di diverso e la Pasqua mi offre l'occasione di rilassarmi come si deve con Deborah e i miei amici.
Ci spostiamo in auto ai Monti di Ravecchia. Da qui decidiamo di eseguire un giro panoramico anzichè salire direttamente in Capanna. Per questo passiamo dal Motto della Croce, situato a nord-est rispetto al nostro punto di partenza. Per raggiungere questa panoramicissima vetta prendiamo una strada sterrata che prosegue dai Monti di Ravecchia in mezzacosta per poi deviare a destra, presso un bivio, su un sentiero. Attraversiamo un bosco e abbastanza brevemente raggiungiamo la croce che si affaccia sulla Riviera (T2, massimo T3 sul tratto finale).
Motto della Croce 1254 m
Proseguiamo verso sud-est ancora nel bosco. Seguiamo le indicazioni per Sopra Arbinetto e per il Motto d'Arbino. Presso Sopra Arbinetto una parte del gruppo scende a scaldare la Capanna. Io, Manuel e Gabriele saliamo al Motto D'Arbino, seguiti successivamente da Enea. Il Motto sorge poco sopra l'omonima Alpe e si tratta più di un pratone che di una vetta. Pizzo di Claro e Camoghè sono in primo piano, il primo a nord e il secondo a sud. Compiliamo il libro di vetta (depositato da felix) e ci beviamo una birretta.
Ci spostiamo fuori traccia per toccare la massima elevazione del Motto di Arbino, leggermente a sud-est, quotata 1701 m. Da questa posizione si può ammirare il Pizzo di Gino ed in generale il suo gruppo, il quale essendo innevato, assomiglia ad una catena di tremila.
Per discendere alla Genzianella tagliamo a sud nel bosco (pendio molto ripido presso il toponimo Costa dei Larici) fino a confluire sul sentiero del Sasso Guidà che utilizzeremo all'indomani.
Il Pizzo di Gino visto dalla Cima SE del Motto d'Arbino 1701 m
Brevemente ritorniamo a Sopra Arbinetto e da qui discendiamo a Pian Dolce in Genzianella.
La serata sarà caratterizzata da un potente aperitivo e dalla preparazione dei pizzoccheri. Io e Drappa saremo impegnati ai fornelli e Manuel al tagliere del formaggio. I ragazzi insisteranno per farmi utilizzare 2 panetti interi di burro (500 g). In sette ci mangiamo 2 teglie di pizzoccheri. Anche io dò la mia parte.
Giorno 2 - Sasso Guidà 1743 m e Capanna Gesero Nuova 2002 m
Dopo ben sette ore di buon sonno, ci svegliamo e mangiamo la colomba nell'ampio terrazzo esterno. Ci sono 5 gradi ma il sole è forte e ci riscalda.
Con calma, riordinata la capanna, partiamo per il Sasso Guidà. Questa montagna è la massima elevazione della dorsale che divide le due valli prima della Biscia (Gesero Nuova). Da Sopra Arbinetto prendiamo il sentiero a destra (non quello per il Motto d'Arbino, ma a destra dello stesso) e lo percorriamo fedelmente. Procediamo verso est incontrando chiazze di neve. Raggiungiamo una radura e da qui risaliamo la vetta rocciosa del Guidà, dotata di scalini. In cima ci sono un libro ed una piccola croce. Ottima la vista.
Sasso Guidà 1713 m
Dopo una piccola pausa proseguiamo tenendo piuttosto fedelmente la cresta. Superiamo un paio di fortini e poi scendiamo presso una grande conca (quota 1753 m) dove non scorgiamo il laghetto dell'Alpe Gesero che sarebbe indicato sulla mappa. Probabilmente sarà prosciugato o gelato e nascosto dalla neve. In effetti qui la neve è quasi onnipresente. L'aria è fredda e la cumulogenesi in atto ci nasconde spesso dal sole. Manteniamo la cresta (il sentiero dalla Vecchia Capanna Gesero sarebbe troppo innevato e in ombra). Gradualmente guadagniamo quota, tra neve e tratti erbosi asciutti, fino a raggiungere la Biscia.
La Capanna Nuova Gesero è chiusa. Proviamo a chiamare i 3 numeri indicati per ottenere il codice d'accesso. Ma, come già capitatomi l'ultima volta, non abbiamo riscontro. Consiglio di chiamare il giorno prima.
Dopo il Guidà ci affacciamo al Gesero e alla Biscia
Non ci resta che mangiare qualcosa fuori dalla Capanna, al fresco.
Il progetto iniziale di salire alle Cicogne lo abbandoniamo un po' perchè siamo stanchi e un po' per la neve sul terreno. Torniamo indietro e ci riposiamo al sole sull'erba in un tratto protetto dal vento, poco sotto la Biscia.
Con molta calma e con ritmi "shalli" rientriamo alla Genzianella senza passare dal Sasso Guidà. Dalla conca sottostante la Biscia deviamo a sinistra e scendiamo mediante sentiero all'Alpe Croveggia. Da qui imbocchiamo una traccia in mezzacosta nel bosco verso ovest e passiamo dall'Alpe d'Urno. Infine perveniamo a Pian Dolce.
Ultimo buon aperitivo presso la Genzianella, ormai occupata da un nuovo gruppo, per poi discendere ai Monti di Ravecchia tramite il sentiero diretto. Non è un bel sentiero, è ripido e pieno di foglie e richiede prudenza per evitare di scivolare.
Ai Monti di Ravecchia c'è un grotto. La compagnia è così bella che non ci resta che prenderci ancora qualcosa da bere tutti assieme. Dopo aver chiuso il lungo anello di due giorni non è facile separarsi.
Ringrazio debbee per l'organizzazione di questo splendido soggiorno a media quota.
È una meta ideale per un comodo ritiro in compagnia, senza doversi impegnare in grandi dislivelli, ma con un potenziale escursionistico interessante.
Noi ci abbiamo trascorso la notte di Pasqua svolgendo due distinte escursioni nei due giorni del weekend.
Il costone che divide la Valle Morobbia da quella di Arbedo, che converge al San Jorio, è stato il nostro terreno.
La Capanna Genzianella
Alcune informazioni sulla Capanna
Ubicata a 1397 m presso Pian Dolce, è gestita dall'Associazione Amici della Natura (Bellinzona). In inverno è un Rifugio, in estate una Capanna solitamente incustodita. È dotata di cucina a gas e di stufa a legna, elettricità e acqua calda (con i pannelli solari).
Può ospitare una ventina di persone con 2 dormitori distinti e due refettori collegati. Ci sono anche dei servizi in un locale esterno e una doccia.
Gli accessi più logici sono 3:
- Melirolo: 1h 30 min per 500 m di dislivello e 2.5 km. Si tratta di una frazione lungo la strada per Carena.
- Paudo: 1h 45 min per 610 m di dislivello e 2.7 km. Si tratta di Monti raggiungibili deviando a sinistra lungo la strada principale della Valle Morobbia
- Monti di Ravecchia: 1h 25 min per 450 m di dislivello e 2.2 km. Essi sono Monti che si raggiungono da Paudo.
Giorno 1:
Motto della Croce (1254 m) - Motto d'Arbino (1690 m e 1701 m)
Siamo io e Deborah con i nostri amici Gabriele Drappa (Rosa, Cevedale, Disgrazia), Manuel Bianco (Tödi e Molare) con Sara, Enea Andreotti (Leone, Gran Paradiso) con Leila.
Ci ritroviamo in un bar in piazza a Giubiasco intorno alle 13.00 e iniziamo con una buona birra al sole. Il clima è immediatamente conviviale e festoso. Dopo il Cevedale ho bisogno di qualcosa di diverso e la Pasqua mi offre l'occasione di rilassarmi come si deve con Deborah e i miei amici.
Ci spostiamo in auto ai Monti di Ravecchia. Da qui decidiamo di eseguire un giro panoramico anzichè salire direttamente in Capanna. Per questo passiamo dal Motto della Croce, situato a nord-est rispetto al nostro punto di partenza. Per raggiungere questa panoramicissima vetta prendiamo una strada sterrata che prosegue dai Monti di Ravecchia in mezzacosta per poi deviare a destra, presso un bivio, su un sentiero. Attraversiamo un bosco e abbastanza brevemente raggiungiamo la croce che si affaccia sulla Riviera (T2, massimo T3 sul tratto finale).
Motto della Croce 1254 m
Proseguiamo verso sud-est ancora nel bosco. Seguiamo le indicazioni per Sopra Arbinetto e per il Motto d'Arbino. Presso Sopra Arbinetto una parte del gruppo scende a scaldare la Capanna. Io, Manuel e Gabriele saliamo al Motto D'Arbino, seguiti successivamente da Enea. Il Motto sorge poco sopra l'omonima Alpe e si tratta più di un pratone che di una vetta. Pizzo di Claro e Camoghè sono in primo piano, il primo a nord e il secondo a sud. Compiliamo il libro di vetta (depositato da felix) e ci beviamo una birretta.
Ci spostiamo fuori traccia per toccare la massima elevazione del Motto di Arbino, leggermente a sud-est, quotata 1701 m. Da questa posizione si può ammirare il Pizzo di Gino ed in generale il suo gruppo, il quale essendo innevato, assomiglia ad una catena di tremila.
Per discendere alla Genzianella tagliamo a sud nel bosco (pendio molto ripido presso il toponimo Costa dei Larici) fino a confluire sul sentiero del Sasso Guidà che utilizzeremo all'indomani.
Il Pizzo di Gino visto dalla Cima SE del Motto d'Arbino 1701 m
Brevemente ritorniamo a Sopra Arbinetto e da qui discendiamo a Pian Dolce in Genzianella.
La serata sarà caratterizzata da un potente aperitivo e dalla preparazione dei pizzoccheri. Io e Drappa saremo impegnati ai fornelli e Manuel al tagliere del formaggio. I ragazzi insisteranno per farmi utilizzare 2 panetti interi di burro (500 g). In sette ci mangiamo 2 teglie di pizzoccheri. Anche io dò la mia parte.
Giorno 2 - Sasso Guidà 1743 m e Capanna Gesero Nuova 2002 m
Dopo ben sette ore di buon sonno, ci svegliamo e mangiamo la colomba nell'ampio terrazzo esterno. Ci sono 5 gradi ma il sole è forte e ci riscalda.
Con calma, riordinata la capanna, partiamo per il Sasso Guidà. Questa montagna è la massima elevazione della dorsale che divide le due valli prima della Biscia (Gesero Nuova). Da Sopra Arbinetto prendiamo il sentiero a destra (non quello per il Motto d'Arbino, ma a destra dello stesso) e lo percorriamo fedelmente. Procediamo verso est incontrando chiazze di neve. Raggiungiamo una radura e da qui risaliamo la vetta rocciosa del Guidà, dotata di scalini. In cima ci sono un libro ed una piccola croce. Ottima la vista.
Sasso Guidà 1713 m
Dopo una piccola pausa proseguiamo tenendo piuttosto fedelmente la cresta. Superiamo un paio di fortini e poi scendiamo presso una grande conca (quota 1753 m) dove non scorgiamo il laghetto dell'Alpe Gesero che sarebbe indicato sulla mappa. Probabilmente sarà prosciugato o gelato e nascosto dalla neve. In effetti qui la neve è quasi onnipresente. L'aria è fredda e la cumulogenesi in atto ci nasconde spesso dal sole. Manteniamo la cresta (il sentiero dalla Vecchia Capanna Gesero sarebbe troppo innevato e in ombra). Gradualmente guadagniamo quota, tra neve e tratti erbosi asciutti, fino a raggiungere la Biscia.
La Capanna Nuova Gesero è chiusa. Proviamo a chiamare i 3 numeri indicati per ottenere il codice d'accesso. Ma, come già capitatomi l'ultima volta, non abbiamo riscontro. Consiglio di chiamare il giorno prima.
Dopo il Guidà ci affacciamo al Gesero e alla Biscia
Non ci resta che mangiare qualcosa fuori dalla Capanna, al fresco.
Il progetto iniziale di salire alle Cicogne lo abbandoniamo un po' perchè siamo stanchi e un po' per la neve sul terreno. Torniamo indietro e ci riposiamo al sole sull'erba in un tratto protetto dal vento, poco sotto la Biscia.
Con molta calma e con ritmi "shalli" rientriamo alla Genzianella senza passare dal Sasso Guidà. Dalla conca sottostante la Biscia deviamo a sinistra e scendiamo mediante sentiero all'Alpe Croveggia. Da qui imbocchiamo una traccia in mezzacosta nel bosco verso ovest e passiamo dall'Alpe d'Urno. Infine perveniamo a Pian Dolce.
Ultimo buon aperitivo presso la Genzianella, ormai occupata da un nuovo gruppo, per poi discendere ai Monti di Ravecchia tramite il sentiero diretto. Non è un bel sentiero, è ripido e pieno di foglie e richiede prudenza per evitare di scivolare.
Ai Monti di Ravecchia c'è un grotto. La compagnia è così bella che non ci resta che prenderci ancora qualcosa da bere tutti assieme. Dopo aver chiuso il lungo anello di due giorni non è facile separarsi.
Ringrazio debbee per l'organizzazione di questo splendido soggiorno a media quota.
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