I segreti del Tuzzo Grande - Val Mastallone
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Il dimenticato vallone a sud dei Toni è un luogo misterioso, di cui non si trovano foto in rete e pressoché ignorato dalla cartografia. Unica eccezione è la mappa catastale dove appaiono, oltre al tracciato di un sentiero e a diversi toponimi assenti dalle altre mappe, particelle di piccole dimensioni, segno questo che forse qui c'era era qualcosa di più di una selva sfruttata per il legname...
La Mappa Rabbini mostra solo un grande vuoto ma dice che ai tempi (metà '800) il territorio in questione era conteso tra i comuni di Varallo e Cravagliana.
Dagli atti della contesa sappiamo che la zona era chiamata "Grignano Inferiore" e che una parte era stata venduta dal Comune di Varallo ai signori Fuselli, un nome che su altri documenti figura associato a concessioni minerarie.
Ringrazio ChristianR per la ricerca storica e per gli ottimi suggerimenti.
Ringrazio ChristianR per la ricerca storica e per gli ottimi suggerimenti.
La precisa relazione di itineralp (clic) descrive un percorso lungo il Rio del Tuzzo Grande, grosso modo corrispondente al tracciato della Carta Svizzera. La mia intenzione è quella di provare a seguire il sentiero della mappa catastale, in modo da toccare le zone in cui la proprietà è più frammentata (e che sembrano le più promettenti...).
Parto così dal Ponte della Gula e mi addentro nel Grignano Inferiore seguendo il percorso di Itineralp fino al guado del Rio del Tuzzo Grande. Si tratta di un sentiero evidente e ben tracciato ma non segnalato e con alcuni tratti esposti. Dal guado del Tuzzo Grande in avanti, il sentiero catastale si sposta sulla sinistra idrografica con ben poche evidenze e seguirlo diviene un esercizio di rabdomanzia, aggiornato all'era digitale (cioè GPS alla mano). Il terreno però non presenta difficoltà particolari, solo alcuni tratti scomodi per le piante cadute e l'assenza di calpestio.
La cosa più interessante saranno i resti di alcuni ruderi ignorati da tutte le mappe, proprio dove le dimensioni delle particelle catastali lasciavano supporre che ci potesse essere qualche resto.
Il procedere oltre la zona dei ruderi oppone difficoltà ben maggiori, soprattutto nel superamento della dorsale ESE del Tono di Nona. Raggiunto uno splendido faggio capitozzato, con radici contorte e rami a candelabro, nel canale tra Tono Piatto e Tono di Nona, una traccia di animali si alza su terreno ripido prima di compiere un esposto traverso sotto i dirupi della dorsale di cui sopra. Svoltato l'angolo, il paesaggio si addolcisce e si ritrova il percorso del vecchio sentiero che, senza più difficoltà, si inoltra in un bosco poco pendente fino alla zona denominata Giavinoni. Qui - oltre la pietraia all'origine del toponimo - sono stati eretti due grossi muri a secco di contenimento, il cui scopo non sono riuscito a spiegarmi.
Il procedere oltre la zona dei ruderi oppone difficoltà ben maggiori, soprattutto nel superamento della dorsale ESE del Tono di Nona. Raggiunto uno splendido faggio capitozzato, con radici contorte e rami a candelabro, nel canale tra Tono Piatto e Tono di Nona, una traccia di animali si alza su terreno ripido prima di compiere un esposto traverso sotto i dirupi della dorsale di cui sopra. Svoltato l'angolo, il paesaggio si addolcisce e si ritrova il percorso del vecchio sentiero che, senza più difficoltà, si inoltra in un bosco poco pendente fino alla zona denominata Giavinoni. Qui - oltre la pietraia all'origine del toponimo - sono stati eretti due grossi muri a secco di contenimento, il cui scopo non sono riuscito a spiegarmi.
Percorso impegnativo, per esperti ravanatori dotati di GPS, in ambiente molto impervio. Si è rivelata utile la corda per risolvere un errore di percorso.
Tempo impiegato: 5 ore per l'andata, 2 per il ritorno (sapendo già dove passare, è tutta un'altra cosa...)
Tourengänger:
atal

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