Bivacco Forcola e Alpe Scima. Un sentiero diverso: più bello.
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Io trovo che l'Alpe Scima sia uno dei posti più belli della Valchiavenna: per cui non spiace tornarvi qualche volta in più. Questo sentiero, recentemente segnalato e ripulito, aggiunge un valore ambientale che il percorso classico, peraltro ben più panoramico, secondo me non ha: specialmente in autunno i boschi di larice e betulla esprimono colori e luminosità incredibili e le piode affioranti dove scorrono le cascate del torrente spiccano tra il fogliame, con lo sfondo delle vette del Pizzo della Forcola, del Pizasc e del Monte Mater. Un poco meno accattivante è il percorso del Tracciolino che, benchè rappresenti la via più breve per raggiungere il bivacco da Cermine (raggiungibile con strada a pedaggio), sconta una moderna costruzione con qualche sbancamento franato e nessun riguardo nell'assecondare l'orografia: un taglio netto ben diverso dall'accuratezza del sentiero antico fra Dardano e Scima. Fortunatamente la vegetazione ha già avuto il tempo per mimetizzare un po'.
Dal parcheggio, che si trova sulla breve deviazione verso Voga della strada, si torna sulla carrozzabile e la si segue finchè, diventatata pista a pedaggio, raggiunge un tornante; qui si stacca sulla destra un tratto di sentiero che conduce fino alla località Guast, dove si trovano una baita, un alto traliccio e le indicazioni per il Passo della Forcola. Risaliamo per lungo tratto il bel sentiero attraverso il bosco fino a ritrovare una sterrata, deviazione dell'iniziale Strada Consortile dei Monti di Menarola, che termina in breve nel parcheggio (attualmente in allargamento) di Dardano; si entra fra i prati e, all'altezza di una fontana, si lascia a destra la direzione per il passo ed il confine; davanti ad una residenza di vacanza si prosegue in piano rientrando nel bosco verso il fondo della Valle della Forcola. Il tracciato è prevalentemente pianeggiante con qualche irrilevante saliscendi e, dopo aver valicato alcune vallette umide (la principale è la Val de poos), arriva alla passerella di tronchi che attraversa la Crezza (torrente della Valle della Forcola inserito nella omonima falda tettonica) appena a valle di una pioda solcata da una cascata: sull'altra riva inizia la vera salita. Il sentierino inanella una serie di ravvicinati risvolti a cavallo di una dorsale che mantiene sulla sinistra il solco secondario della "Valascia", poi prosegue con un lungo traverso a sinistra, per terminare con un'ultima impennata sul piano del Tracciolino. Tralasciamo di attraversare verso la Scima (da cui torneremo) e proseguiamo verso destra: la traccia è spesso assai larga, ma le dimensioni dello sbancamento meccanico risentono parecchio (e senza scrupolosità) della quantità di roccia presente sulla linea di direzione. Spesso il tubo dell'acquedotto affiora in corrispondenza dei numerosi cedimenti del sedime, oppure risulta solo appoggiato alla superficie del terreno, come specialmente in corrispondenza di un cospicuo sbalzo di quota nel delicato ed esposto tratto di attraversamento del "Dos del Galon". Subito dopo (casello di presa dell'acquedotto) si entra nella conca di pascoli dell'Alpe della Forcola: l'ultima baita in direzione del passo è dall'anno 2000 adibita a bivacco. Per andare a Scima si percorre la nota "traversata alta" ("Sentée de la Scima"): appena abbandonati i prati dell'alpe si sale attraverso le balze del "Mot Pultron" tramite una splendida scalinata, la "Sc'ch'iela de la Forcula"; da qui la traversata, pur mantenendo circa uguali le quote di arrivo e partenza, si sviluppa lungamente, con anche evidenti saliscendi, percorrendo un meraviglioso bosco di larici: il percorso, assecondando i numerosi valloni che scendono dal "Balzon" raggiunge il crinale di confine con la Val Pesciadello proprio in corrispondenza del ripiano dell'Alpe Scima: dal piccolo sagrato della peculiare chiesa rotonda o meglio dalle rocce che sostengono il distaccato campaniletto si può ammirare un panorama assolutaente unico verso la Valchiavenna e la Valbregaglia.
Proprio sotto la chiesa si trovano i segnali della strada per scendere al Tracciolino: anche qui un bel sentiero fra i larici, che per lungo tratto segue una curiosa e profonda crepa nel versante. Dal Tracciolino si riprende la via di salita.
Dal parcheggio, che si trova sulla breve deviazione verso Voga della strada, si torna sulla carrozzabile e la si segue finchè, diventatata pista a pedaggio, raggiunge un tornante; qui si stacca sulla destra un tratto di sentiero che conduce fino alla località Guast, dove si trovano una baita, un alto traliccio e le indicazioni per il Passo della Forcola. Risaliamo per lungo tratto il bel sentiero attraverso il bosco fino a ritrovare una sterrata, deviazione dell'iniziale Strada Consortile dei Monti di Menarola, che termina in breve nel parcheggio (attualmente in allargamento) di Dardano; si entra fra i prati e, all'altezza di una fontana, si lascia a destra la direzione per il passo ed il confine; davanti ad una residenza di vacanza si prosegue in piano rientrando nel bosco verso il fondo della Valle della Forcola. Il tracciato è prevalentemente pianeggiante con qualche irrilevante saliscendi e, dopo aver valicato alcune vallette umide (la principale è la Val de poos), arriva alla passerella di tronchi che attraversa la Crezza (torrente della Valle della Forcola inserito nella omonima falda tettonica) appena a valle di una pioda solcata da una cascata: sull'altra riva inizia la vera salita. Il sentierino inanella una serie di ravvicinati risvolti a cavallo di una dorsale che mantiene sulla sinistra il solco secondario della "Valascia", poi prosegue con un lungo traverso a sinistra, per terminare con un'ultima impennata sul piano del Tracciolino. Tralasciamo di attraversare verso la Scima (da cui torneremo) e proseguiamo verso destra: la traccia è spesso assai larga, ma le dimensioni dello sbancamento meccanico risentono parecchio (e senza scrupolosità) della quantità di roccia presente sulla linea di direzione. Spesso il tubo dell'acquedotto affiora in corrispondenza dei numerosi cedimenti del sedime, oppure risulta solo appoggiato alla superficie del terreno, come specialmente in corrispondenza di un cospicuo sbalzo di quota nel delicato ed esposto tratto di attraversamento del "Dos del Galon". Subito dopo (casello di presa dell'acquedotto) si entra nella conca di pascoli dell'Alpe della Forcola: l'ultima baita in direzione del passo è dall'anno 2000 adibita a bivacco. Per andare a Scima si percorre la nota "traversata alta" ("Sentée de la Scima"): appena abbandonati i prati dell'alpe si sale attraverso le balze del "Mot Pultron" tramite una splendida scalinata, la "Sc'ch'iela de la Forcula"; da qui la traversata, pur mantenendo circa uguali le quote di arrivo e partenza, si sviluppa lungamente, con anche evidenti saliscendi, percorrendo un meraviglioso bosco di larici: il percorso, assecondando i numerosi valloni che scendono dal "Balzon" raggiunge il crinale di confine con la Val Pesciadello proprio in corrispondenza del ripiano dell'Alpe Scima: dal piccolo sagrato della peculiare chiesa rotonda o meglio dalle rocce che sostengono il distaccato campaniletto si può ammirare un panorama assolutaente unico verso la Valchiavenna e la Valbregaglia.
Proprio sotto la chiesa si trovano i segnali della strada per scendere al Tracciolino: anche qui un bel sentiero fra i larici, che per lungo tratto segue una curiosa e profonda crepa nel versante. Dal Tracciolino si riprende la via di salita.
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