Mottone (m.2812)
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Era un bel pò che non mi capitava una notte in rifugio, con tutta l'atmosfera che questa esperienza è in grado di regalare all'escursionista: pur essendoci ancora qualche capanna ticinese non ancora visitata ne scelgo una a me molto cara, cioè la Poncione di Braga, di cui serbo splendidi ricordi targati 2014 (https://www.hikr.org/tour/post83783.html). Il fatto di avere un "conto in sospeso" con una cima del posto è sicuramente elemento essenziale per la scelta, benchè non si tratti - a torto - di una meta frequentata o rinomata, come il suo nome stesso sembra effettivamente suggerire: Mottone.
Raggiunta in un paio d'ore comode la Capanna (m.2003, gestito dalle simpatiche volontarie dell'UTOE Locarno) direttamente dal Piano di Peccia (m.1034) col sentiero normale, il giorno dopo posso così dedicarlo in tutta calma al Mottone ed eventualmente ad altro...
Il secondo giorno, partito di buon ora, risalgo senza fretta verso il Fil de Taneda (m.2260) seguendo il sentiero marcato che scavalca una serie di vallette e riali (una catena aiuta a superare un muretto roccioso), per poi lasciare i segnavia abbassandomi all'imbocco della gola del Ri della Froda, che seguendo in breve condurrebbe in riva al magnifico Lago omonimo. Con una provvidenziale cengia-corridoio si supera la strozzatura alzandosi poi con piacevole gradualità su balze erbose via via più ripide. Benchè si possa proseguire su dorsale avanzo su ampio corridoio erboso e in parte roccioso, che costeggia a sinistra un risalto con andamente prevalentemente ad W proprio sopra il Lago della Froda (magnifiche visuali sul Castello e il Poncione di Braga), per poi arrampicarmi su alcune placche e giungere alla ripida ganna terminale del Mottone. Si risale la ganna nella medesima direzione, e giunti sotto le ultime placche si può scegliere se proseguire sulla cresta E (sinistra) o immettersi sulla NE (destra): per la salita passo a destra risalendo blocchi e placche divertenti che senza complicazioni mi depongono presso l'uomo di vetta (m.2812). Il tempo si è un pò guastato, scende qualche goccia e qualche nube ricopre il Poncione di Braga, ma la vista sui laghetti, il Basodino e il Cristallina è davvero molto bella. Un balcone non da meno dei più blasonati "vicini" insomma...
Scendo quasi subito per roccette ed erba dalla cresta S tornando alla base della cima puntando ora la Bocchetta del Mottone (m.2699, senza nome su CNS) tra quest'ultimo e una cima dal nome un pò contorto e complicato: Pizzo del Ghiacciaio di Sasso Nero. Con accorta discesa tra blocchi e placche in breve la raggiungo, avendo la fortuna di ammirare tra le velature del Cristallina e la zona dei laghetti un bell'arcobaleno. Non avendo avuto tempo d'informarmi sulle vie d'accesso a questa cima non rimane che farlo sul posto, poichè il dislivello da coprire è comunque modesto. Dalla Bocchetta m.2699 appare subito evidente che affrontare la cresta S/SE di petto è inimmaginabile, pertanto aggiro l'ostacolo ad E evitando di perdere quota più possibile e bypassando un primo pendio/canale, per poi invece risalirne su erba e sfasciumi ripidi un secondo subito dopo, delimitato a destra da un lungo sperone roccioso che si protende verso l'anticima S e caratterizzato da almeno tre intagli. Punto ovviamente il più alto, adocchiato da lontano, non prima di esser salito a un'ulteriore spalla (circa m.2800) per vedere - invano - se fosse possibile passare anche ad W; l'intaglio presenta un bell'imbuto d'accesso su bella roccia lucente ma siamo su difficoltà che valuto di III°. Non avendo certezza sul pur breve prosieguo lascio stare, anche perchè il viaggio di ritorno e rientro sarà lungo e laborioso.
La discesa avviene prevalentemente su ganne e prati - non senza qualche ripensamento data la presenza di qualche escavazione con salti di roccia importanti che impongono brevi risalite - prendendo come riferimento il Piatto della Froda e trovando l'ampia strada sterrata diretta alla Corte della Froda; fortunatamente non occorre seguirla perchè un bel sentiero tra prati, cespugli e larici scende agevole e diretto verso quest'ultima (m.1751). Con ulteriori scorciatoie su bei sentieri spesso a picco sul suggestivo solco della Valle di Peccia, toccando i piccoli nuclei di Sassello (m.1581) e Casgioléir (m.1558) ci si raccorda infine col sentiero fatto in salita il giorno prima, poco sopra Ghiéiba (m.1183). Con piacevole falsopiano su sterrato e sentiero giungo al Piano di Peccia (m.1034), ove però mi attende oltre un'ora e mezzo di attesa per il Bus Postale direzione Peccia... ovviamente mi conviene colmare il tempo camminando per asfalto e sentieri fino a Peccia (m.840), ma avendo ancora margine proseguo sino a Sornico (m.757) ed infine Prato Vallemaggia (m.742), ove la lunga e sorprendente giornata di montagna conosce termine in attesa dei bus per Bignasco e Locarno.
Avanti così.
NB. La difficoltà T4 è relativa a tutta la parte fuori sentiero dal Fil de Taneda al Mottone, la discesa da quest'ultimo alla Bocchetta m.2699, il tentativo di salita al Pizzo del Ghiacciaio del Sasso Nero e parte della discesa da quest'ultimo al Piatto della Froda. Il resto T2/T3.
A posteriori, dalle relazioni di Varoza e froloccone scoprirò poi che l'accesso normale al Pizzo del Ghiacciaio di Sasso Nero avviene da NE sul lato di Naret, ma è stato comunque bello dare un'occhiata anche a questo versante più soleggiato ma assai dirupato. Andava provato. ;)
Raggiunta in un paio d'ore comode la Capanna (m.2003, gestito dalle simpatiche volontarie dell'UTOE Locarno) direttamente dal Piano di Peccia (m.1034) col sentiero normale, il giorno dopo posso così dedicarlo in tutta calma al Mottone ed eventualmente ad altro...
Il secondo giorno, partito di buon ora, risalgo senza fretta verso il Fil de Taneda (m.2260) seguendo il sentiero marcato che scavalca una serie di vallette e riali (una catena aiuta a superare un muretto roccioso), per poi lasciare i segnavia abbassandomi all'imbocco della gola del Ri della Froda, che seguendo in breve condurrebbe in riva al magnifico Lago omonimo. Con una provvidenziale cengia-corridoio si supera la strozzatura alzandosi poi con piacevole gradualità su balze erbose via via più ripide. Benchè si possa proseguire su dorsale avanzo su ampio corridoio erboso e in parte roccioso, che costeggia a sinistra un risalto con andamente prevalentemente ad W proprio sopra il Lago della Froda (magnifiche visuali sul Castello e il Poncione di Braga), per poi arrampicarmi su alcune placche e giungere alla ripida ganna terminale del Mottone. Si risale la ganna nella medesima direzione, e giunti sotto le ultime placche si può scegliere se proseguire sulla cresta E (sinistra) o immettersi sulla NE (destra): per la salita passo a destra risalendo blocchi e placche divertenti che senza complicazioni mi depongono presso l'uomo di vetta (m.2812). Il tempo si è un pò guastato, scende qualche goccia e qualche nube ricopre il Poncione di Braga, ma la vista sui laghetti, il Basodino e il Cristallina è davvero molto bella. Un balcone non da meno dei più blasonati "vicini" insomma...
Scendo quasi subito per roccette ed erba dalla cresta S tornando alla base della cima puntando ora la Bocchetta del Mottone (m.2699, senza nome su CNS) tra quest'ultimo e una cima dal nome un pò contorto e complicato: Pizzo del Ghiacciaio di Sasso Nero. Con accorta discesa tra blocchi e placche in breve la raggiungo, avendo la fortuna di ammirare tra le velature del Cristallina e la zona dei laghetti un bell'arcobaleno. Non avendo avuto tempo d'informarmi sulle vie d'accesso a questa cima non rimane che farlo sul posto, poichè il dislivello da coprire è comunque modesto. Dalla Bocchetta m.2699 appare subito evidente che affrontare la cresta S/SE di petto è inimmaginabile, pertanto aggiro l'ostacolo ad E evitando di perdere quota più possibile e bypassando un primo pendio/canale, per poi invece risalirne su erba e sfasciumi ripidi un secondo subito dopo, delimitato a destra da un lungo sperone roccioso che si protende verso l'anticima S e caratterizzato da almeno tre intagli. Punto ovviamente il più alto, adocchiato da lontano, non prima di esser salito a un'ulteriore spalla (circa m.2800) per vedere - invano - se fosse possibile passare anche ad W; l'intaglio presenta un bell'imbuto d'accesso su bella roccia lucente ma siamo su difficoltà che valuto di III°. Non avendo certezza sul pur breve prosieguo lascio stare, anche perchè il viaggio di ritorno e rientro sarà lungo e laborioso.
La discesa avviene prevalentemente su ganne e prati - non senza qualche ripensamento data la presenza di qualche escavazione con salti di roccia importanti che impongono brevi risalite - prendendo come riferimento il Piatto della Froda e trovando l'ampia strada sterrata diretta alla Corte della Froda; fortunatamente non occorre seguirla perchè un bel sentiero tra prati, cespugli e larici scende agevole e diretto verso quest'ultima (m.1751). Con ulteriori scorciatoie su bei sentieri spesso a picco sul suggestivo solco della Valle di Peccia, toccando i piccoli nuclei di Sassello (m.1581) e Casgioléir (m.1558) ci si raccorda infine col sentiero fatto in salita il giorno prima, poco sopra Ghiéiba (m.1183). Con piacevole falsopiano su sterrato e sentiero giungo al Piano di Peccia (m.1034), ove però mi attende oltre un'ora e mezzo di attesa per il Bus Postale direzione Peccia... ovviamente mi conviene colmare il tempo camminando per asfalto e sentieri fino a Peccia (m.840), ma avendo ancora margine proseguo sino a Sornico (m.757) ed infine Prato Vallemaggia (m.742), ove la lunga e sorprendente giornata di montagna conosce termine in attesa dei bus per Bignasco e Locarno.
Avanti così.
NB. La difficoltà T4 è relativa a tutta la parte fuori sentiero dal Fil de Taneda al Mottone, la discesa da quest'ultimo alla Bocchetta m.2699, il tentativo di salita al Pizzo del Ghiacciaio del Sasso Nero e parte della discesa da quest'ultimo al Piatto della Froda. Il resto T2/T3.
A posteriori, dalle relazioni di Varoza e froloccone scoprirò poi che l'accesso normale al Pizzo del Ghiacciaio di Sasso Nero avviene da NE sul lato di Naret, ma è stato comunque bello dare un'occhiata anche a questo versante più soleggiato ma assai dirupato. Andava provato. ;)
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Poncione
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