Monte Vago / Al Vach (3059 m)
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Bellissima escursione nelle Alpi di Livigno, nei pressi del confine tra il Canton Grigioni e la Valle di Livigno, con meta un tremila molto interessante, soprattutto per la sua cresta sommitale, che richiede spesso l’aiuto delle mani.
Inizio dell’escursione: ore 8.00
Fine dell’escursione: ore 12.15
Temperatura alla partenza: 8°C
Temperatura al rientro: 17,5°C
Sorgere del sole: 6.33
Tramonto del sole: 20.07
Sveglia alle 6.20, partenza da Livigno alle 7:30, arrivo alla Forcola di Livigno (2314 m) alle 7:49, dopo 13 km d’auto.
È un lunedì con bel tempo, leggermente ventilato, che mi permetterà di fare una scorpacciata di foto panoramiche sulle cime della zona.
All’arrivo al Passo della Forcola, il Rifugio Tridentina è ancora chiuso: ahimè, dovrò partire senza il corroborante.
Alle 8:00 mi avvio, seguendo i segnavia scritti in dialetto livignasco: Al Vach, 2 h 30 min.
È una parlata che ha subito l’influenza del romancio e del bormino. Il lessico livignasco comprende principalmente termini relativi alle attività pastorizie ed artigianali o alla conformazione del terreno; altre parole sono prese dal lessico religioso e militare e riadattate.
Vach deriva probabilmente dal latino vacuum, cioè “vuoto”, ad indicare il terreno desolato e incolto che caratterizza tutta l’area di questa montagna. Il nome italianizzato Vago, dal canto suo, significa “instabile”, come buona parte dei fianchi che delimitano la sua cima.
Il sole non è ancora sorto. La temperatura, tutt’altro che estiva, mi induce a partire ben coperto. Il sentiero, all’inizio piuttosto dolce, si sviluppa in direzione sud, lungo dossi e conche, nella Val de l’Orsera. I numerosi cippi confinali di granito rossiccio lucidato, assai vicini tra di loro, sembrerebbero infissi per pubblicizzare le cave di granito della zona.
Passo in prossimità dell’opera artistica “Nostra Signora delle Acque”, una scultura realizzata in ferro e legno, assemblati con bulloni e saldatura elettrica, sulla quale preferisco non esprimere né opinioni né giudizi. L’artista Guglielmo Bertarelli “El Duca”, di fama internazionale, a suo dire è stato ispirato da due termini essenziali e simbolici “sincretismo e acqua”…
A sud-ovest svettano le fantastiche cime del massiccio del Bernina.
Dopo 25 minuti di cammino arrivo ad un bivio (2461 m); a destra si continua verso il Piz Orséra (3031 m), a sinistra verso la mia meta. Il successivo strappo su sentiero ben segnalato, mi porta alla conca glaciale che ospita il meraviglioso Lago Vago (2687 m), meta di numerosi escursionisti, comprese famiglie con bambini. Il sentiero per il Monte Vago lo aggira dall’alto, a circa 250 m di distanza. Il suo colore turchese, accentuato dal sole nascente, è più unico che raro.
Alle 9:40 raggiungo la sella (2906 m) dalla quale inizia la dorsale terminale della cima: comincia la parte più interessante della gita. Dei tre escursionisti che mi hanno superato, due hanno deciso di fermarsi qui; la visione dei ripidi fianchi su entrambi i lati della cresta li ha indotti ad interrompere la salita.

Monte Vago / Al Vach (3059 m)
Ripongo i bastoncini nello zaino e affronto gli ultimi 25 minuti di salita, che richiedono l’aiuto delle mani. Alcuni passaggi sono lievemente esposti, tuttavia nelle condizioni odierne, con roccia asciutta, non pongono particolari problemi. I segnavia indicano la via più facile, per detriti, rocce frantumate e spuntoni, aggirando i tratti più impervi sul versante ovest. Al risalto terminale la pendenza diminuisce: posso persino permettermi di registrare un video dell'arrivo in vetta. Dopo 2 h e 5 min dalla partenza, soste comprese, raggiungo la piccola croce di vetta: il Monte Vago (3059 m) è nel carniere.
Che bello, sono da solo e posso quindi scattare foto senza restrizioni. Non ci sono magliette madide di sudore distese sulla croce di vetta, inoltre la cima concede spazio a sufficienza per muoversi tranquillamente senza il timore di precipitare.
A sud-est spicca il ghiacciaio Vedreit da Camp, racchiuso tra il Corn da Camp (3231 m) e il Piz Paradisin (3302 m), nonché il Pass da Val Mera (2670 m). A NNE si estende la bellissima Valle di Livigno, dominata dal Monte delle Rezze (2858 m).
Dopo una sosta in vetta di 25 min inizio la discesa. A metà cresta, al punto chiave della gita, incontro cinque escursionisti croati che decidono di interrompere la salita. Peccato, perché superati questi pochi metri un po’ esposti, la salita non pone più alcuna difficoltà concreta.
Nel tratto intermedio dell’escursione, sotto la conca del Lago Vago, incrocio decine di escursionisti di tutte le età, che desiderano visitare il magnifico specchio d’acqua. Tutti mi chiedono informazioni: “manca molto”, “è difficile”, …
Rassicuro e incoraggio tutti, in particolare i giovanissimi. La gita si conclude alle 12:15, dopo 4 h e 15 min di cammino.
Bellissima salita ad un tremila con percorso variato, che fino alla sella a 2904 m non supera il grado di difficoltà T2. La dorsale sommitale richiede passo sicuro e allenamento nello spostamento su macigni e rocce frantumate: nelle condizioni odierne è stato più facile di quanto apparisse a prima vista.
Tempo totale: 4 h 15 min
Tempo di salita: 2 h 05 min
Tempi parziali
Forcola di Livigno (2314 m) – Sella al punto 2906 m: 1 h 40 min
Sella al punto 2906 m – Monte Vago (3059 m): 25 min
Dislivello in salita: 772 m
Sviluppo complessivo: 8 km
Quota massima: 3059 m
Quota minima: 2314 m
Difficoltà: T3+
Copertura della rete cellulare: buona
Soccorso: 112.

Kommentare (8)