Monte Leone 3553 m - cresta W e S
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Una giornata da leoni...non potrebbe essere altrimenti.
Un altro mio sogno realizzato.
Il Leone è stato nostro quel giorno. L'abbiamo temuto e corteggiato. Noi due da soli in uno spazio sconfinato ed ancestrale. Il Leone si è lasciato visitare, ma non è attualmente di facile accesso.
Non abbiamo incontrato alcuna persona e, soltanto dopo più di otto ore di cammino, abbiamo capito il perchè.
Il Monte Leone 3553 m visto lo scorso 3 agosto dal Weissmies

Avvicinamento
Per il Leone decidiamo di partire prestissimo. Danno temporali nel pomeriggio. Inoltre i ghiacciai sappiamo tutti in che condizioni versano.
Pertanto sveglia alle 00.15, prendo Enea in Valle Maggia e dalle Centovalli (attenzione alle chiusure diurne) raggiungiamo il Sempione. Parcheggiamo davanti all'Ospizio. Sono le 03.30.
È la prima uscita estiva che svolgo con lui (ci siamo conosciuti nel rigido rigore dell'inverno e abbiamo condiviso alcune pregiatissime avventure).
Alle 03.45 ci incamminiamo con le frontali lungo il sentiero. Dobbiamo prestare attenzione al gps: presto bisogna deviare a destra per evitare di proseguire verso la Leone-Hütte. Deviamo intorno alla quota 2150 m nei pressi di un corso d'acqua. È possibile farlo anche 50 metri prima (come avverrà al ritorno secondo la nostra traccia). Dopo di che ci alziamo più decisamente e alla quota 2362 m affrontiamo il traverso: col buio della notte sembra di essere sospesi su una parete. Al pomeriggio, durante il ritorno, questa sensazione non ci sarà.
Guadagniamo ulteriormente quota (è facile perdere la traccia, attenzione ai segni verdi e rossi e agli omini) fino ad una piana di rocce.
Siamo a 2604 m ed Enea procede troppo sicuro in piano sbagliando la via. C'è un risalto da superare sulla destra.
Controllo la mappa e la traccia rimane sopra il risalto. Occorreva deviare prima. Enea mi propone di salire direttamente da lì e va in avanscoperta.
Non mi piace molto l'idea di affrontare una placconata esposta al buio. Pazienza mi prendo il tempo che mi serve per farlo nel migliore dei modi e mi ritrovo presto anche io al di sopra.
Ora siamo nel vallone morenico. Grandi rocce levigate, pietraie e corsi d'acqua ci accompagnano fino al fronte del ghiacciaio.
Ci prendiamo una pausa per mangiare qualcosa. Sono le 06.30, si alza un'aria gelida. Non siamo più abituati dopo i tepori estivi. Per noi è un modo di portarci avanti in previsione dell'imminente cambio stagione.
Risaliamo fin dove possiamo su roccia la prima parte dell'Homattugletscher. Enea punta al lungo crinale occidentale del Leone in corrispondenza del punto 3374 m. Per me la cresta ovest del Leone è ben più avanti e si prende dall'Alpjergletscher. Ma lui è così, prende, va e si crea le sue vie.
Procedo sul facile ghiacciaio a passo regolare fino al Breithornpass. Alla mia sinistra vedo Enea scalare la cresta di quella che per me è un'anticima e una possibile perdita di tempo in caso di impossibilità di proseguire.
Ora devo cambiare ghiacciaio percorrendo un tratto nuovamente su rocce (cambio assetto e discendo di un centinaio di metri).
Superato il Breithornpass appare finalmente il Monte Leone

Monte Leone 3553 m
Salto sul nuovo ghiacciaio e mi abbasso di un poco per aggirare alcuni piccoli crepacci. Il ghiaccio vivo mi dà una certa sicurezza. La parte alta del ghiacciaio è invece ancora ricoperta dalla neve e presenta profondi crepacci.
Aggiro le voragini e mi avvicino alla base del pendio per accedere all'attacco della cresta ovest. Ghiacciaio e pendio sono collegati da un buon ponte.
Crepacci nella parte alta dell'Alpjergletscher
Risalgo il pendio con difficoltà: è una frana unica. Ma almeno ho superato il ghiacciaio. A saperlo prima avrei impedito ad Enea di lasciarmi da solo. Non è stato ideale per me.
Finalmente sono sulla cresta e incontro il mio amico nel frattempo sopraggiunto.
Subito si staglia dinnanzi a noi un'imponente muro. A sinistra invece una cengia che Enea segue subito fiducioso. Da un video visto la sera prima so che è da evitare: conduce sulla parete nord esposta e marcia.
Dobbiamo seguire il più possibile il filo.
Così risaliamo da sinistra il primo risalto e cerchiamo di restare in cresta o appena al di sotto della stessa.
La roccia è buona ma c'è brina ovunque. Si scivola, siamo in ombra.
Inoltre è molto esposto per i miei gusti. Ho un momento di esitazione. Enea sale sicuro e rapido. Io invece ho paura sinceramente. Lui mi dice che "è buona". Mi fido. In effetti è ben gradinata e i gradini sono inclinati verso la montagna. Pertanto i piedi hanno un appoggio sicuro. Ma non si possono commettere errori altrimenti si precipita.
Una volta sul filo invece la situazione è decisamente migliore, meno esposta ma pur sempre doverosa di attenzione.
Proseguo con calma e pian piano mi avvicino alla vetta e la raggiungo.
Enea mi aspetta lassù.
Siamo in cima al Leone!
Parte esposta della cresta ovest

La cresta sud e il difficile ritorno sull'Alpjergletscher
Ampiamente descritta la cresta sud non ci da alcun problema. Ha un paio di passaggi di secondo grado nella parte più alta, appena sotto la vetta. Il filo si allarga man mano scendendo.
Raggiunto il famoso intaglio (dei 2 visibili dal ghiacciaio è quello a sinistra, più nella direzione della cima) seguiamo gli omini che ci indicano di scendere. Ci ritroviamo presto su una frana di sfasciumi e terriccio che alla base diventa un salto di diversi metri. Il ghiacciaio si è staccato dalla base della montagna, un lungo crepaccio terminale non offre ponti per passare.
A questo punto dovremmo tornare in vetta e rientrare dalla via dell'andata.
Abbiamo capito anche il motivo per cui non c'è nessuno sul Leone: la via normale passerebbe proprio da qui.
La cresta sud

Accesso alla cresta sud attualmente problematico

Per evitare il ritorno in vetta decidiamo di abbandonare un cordino presso un macigno sopra il salto. Effettuiamo una calata in doppia d'emergenza con un moschettone. Il macigno tiene bene ma per me è una manovra mai fatta prima, non sul vuoto. Devo chiudere gli occhi prima di scendere e fidarmi. Funziona.
Risalire sul ghiacciaio dall'altra parte non è un problema.
Incordati e molto prudenti procediamo sul ghiacciaio, ormai sono le 13.00 dobbiamo andare.
Raggiungiamo il Breithornpass dopo le 14.00.
Decidiamo di lasciare stare il Breithorn. Era in programma nel caso fossimo riusciti a salire bene sul Leone.
Enea lascia a me la scelta: decido di non strafare. Non sfidiamo la sorte: siamo stanchi, si fa tardi, la casa è lontana, il Breithorn è pieno di crepacci, la parte rocciosa invece ci appare franosa da lontano.
Non farlo mi offre un motivo per ritornare.
La prossima primavera?
Allontanamento
Evitiamo il ghiacciaio (Homattugletscher) tenendo la cresta rocciosa a destra. Non è semplicissimo abbandonarla (franoso e scivoloso).
Discendiamo l'infinita morena.
Ci godiamo alla luce del giorno quello che nel buio della notte non abbiamo potuto ammirare.
Per le 17.00 raggiungiamo infine il Simplonpass dove 2 enormi boccali di birra ci aspettano.
Quindi rientriamo in Ticino.
Gran bella gita! Devo ancora metabolizzarla.
Una lunga discesa ci aspetta (Breithornpass)

Video
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Crepaccio terminale [/drive.google.com/file/d/1VvwFx64bncM3KZXEDwH_9tJn6PaqYAAl/v...]
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Accesso cresta ovest [/drive.google.com/file/d/1OF1DDpDaO0lGWoOUHJdvxBLslnDzVEYR/v...]
Cresta ovest
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Un altro mio sogno realizzato.
Il Leone è stato nostro quel giorno. L'abbiamo temuto e corteggiato. Noi due da soli in uno spazio sconfinato ed ancestrale. Il Leone si è lasciato visitare, ma non è attualmente di facile accesso.
Non abbiamo incontrato alcuna persona e, soltanto dopo più di otto ore di cammino, abbiamo capito il perchè.
Il Monte Leone 3553 m visto lo scorso 3 agosto dal Weissmies

Avvicinamento
Per il Leone decidiamo di partire prestissimo. Danno temporali nel pomeriggio. Inoltre i ghiacciai sappiamo tutti in che condizioni versano.
Pertanto sveglia alle 00.15, prendo Enea in Valle Maggia e dalle Centovalli (attenzione alle chiusure diurne) raggiungiamo il Sempione. Parcheggiamo davanti all'Ospizio. Sono le 03.30.
È la prima uscita estiva che svolgo con lui (ci siamo conosciuti nel rigido rigore dell'inverno e abbiamo condiviso alcune pregiatissime avventure).
Alle 03.45 ci incamminiamo con le frontali lungo il sentiero. Dobbiamo prestare attenzione al gps: presto bisogna deviare a destra per evitare di proseguire verso la Leone-Hütte. Deviamo intorno alla quota 2150 m nei pressi di un corso d'acqua. È possibile farlo anche 50 metri prima (come avverrà al ritorno secondo la nostra traccia). Dopo di che ci alziamo più decisamente e alla quota 2362 m affrontiamo il traverso: col buio della notte sembra di essere sospesi su una parete. Al pomeriggio, durante il ritorno, questa sensazione non ci sarà.
Guadagniamo ulteriormente quota (è facile perdere la traccia, attenzione ai segni verdi e rossi e agli omini) fino ad una piana di rocce.
Siamo a 2604 m ed Enea procede troppo sicuro in piano sbagliando la via. C'è un risalto da superare sulla destra.
Controllo la mappa e la traccia rimane sopra il risalto. Occorreva deviare prima. Enea mi propone di salire direttamente da lì e va in avanscoperta.
Non mi piace molto l'idea di affrontare una placconata esposta al buio. Pazienza mi prendo il tempo che mi serve per farlo nel migliore dei modi e mi ritrovo presto anche io al di sopra.
Ora siamo nel vallone morenico. Grandi rocce levigate, pietraie e corsi d'acqua ci accompagnano fino al fronte del ghiacciaio.
Ci prendiamo una pausa per mangiare qualcosa. Sono le 06.30, si alza un'aria gelida. Non siamo più abituati dopo i tepori estivi. Per noi è un modo di portarci avanti in previsione dell'imminente cambio stagione.
Risaliamo fin dove possiamo su roccia la prima parte dell'Homattugletscher. Enea punta al lungo crinale occidentale del Leone in corrispondenza del punto 3374 m. Per me la cresta ovest del Leone è ben più avanti e si prende dall'Alpjergletscher. Ma lui è così, prende, va e si crea le sue vie.
Procedo sul facile ghiacciaio a passo regolare fino al Breithornpass. Alla mia sinistra vedo Enea scalare la cresta di quella che per me è un'anticima e una possibile perdita di tempo in caso di impossibilità di proseguire.
Ora devo cambiare ghiacciaio percorrendo un tratto nuovamente su rocce (cambio assetto e discendo di un centinaio di metri).
Superato il Breithornpass appare finalmente il Monte Leone

Monte Leone 3553 m
Salto sul nuovo ghiacciaio e mi abbasso di un poco per aggirare alcuni piccoli crepacci. Il ghiaccio vivo mi dà una certa sicurezza. La parte alta del ghiacciaio è invece ancora ricoperta dalla neve e presenta profondi crepacci.
Aggiro le voragini e mi avvicino alla base del pendio per accedere all'attacco della cresta ovest. Ghiacciaio e pendio sono collegati da un buon ponte.
Crepacci nella parte alta dell'Alpjergletscher

Risalgo il pendio con difficoltà: è una frana unica. Ma almeno ho superato il ghiacciaio. A saperlo prima avrei impedito ad Enea di lasciarmi da solo. Non è stato ideale per me.
Finalmente sono sulla cresta e incontro il mio amico nel frattempo sopraggiunto.
Subito si staglia dinnanzi a noi un'imponente muro. A sinistra invece una cengia che Enea segue subito fiducioso. Da un video visto la sera prima so che è da evitare: conduce sulla parete nord esposta e marcia.
Dobbiamo seguire il più possibile il filo.
Così risaliamo da sinistra il primo risalto e cerchiamo di restare in cresta o appena al di sotto della stessa.
La roccia è buona ma c'è brina ovunque. Si scivola, siamo in ombra.
Inoltre è molto esposto per i miei gusti. Ho un momento di esitazione. Enea sale sicuro e rapido. Io invece ho paura sinceramente. Lui mi dice che "è buona". Mi fido. In effetti è ben gradinata e i gradini sono inclinati verso la montagna. Pertanto i piedi hanno un appoggio sicuro. Ma non si possono commettere errori altrimenti si precipita.
Una volta sul filo invece la situazione è decisamente migliore, meno esposta ma pur sempre doverosa di attenzione.
Proseguo con calma e pian piano mi avvicino alla vetta e la raggiungo.
Enea mi aspetta lassù.
Siamo in cima al Leone!
Parte esposta della cresta ovest


La cresta sud e il difficile ritorno sull'Alpjergletscher
Ampiamente descritta la cresta sud non ci da alcun problema. Ha un paio di passaggi di secondo grado nella parte più alta, appena sotto la vetta. Il filo si allarga man mano scendendo.
Raggiunto il famoso intaglio (dei 2 visibili dal ghiacciaio è quello a sinistra, più nella direzione della cima) seguiamo gli omini che ci indicano di scendere. Ci ritroviamo presto su una frana di sfasciumi e terriccio che alla base diventa un salto di diversi metri. Il ghiacciaio si è staccato dalla base della montagna, un lungo crepaccio terminale non offre ponti per passare.
A questo punto dovremmo tornare in vetta e rientrare dalla via dell'andata.
Abbiamo capito anche il motivo per cui non c'è nessuno sul Leone: la via normale passerebbe proprio da qui.
La cresta sud

Accesso alla cresta sud attualmente problematico

Per evitare il ritorno in vetta decidiamo di abbandonare un cordino presso un macigno sopra il salto. Effettuiamo una calata in doppia d'emergenza con un moschettone. Il macigno tiene bene ma per me è una manovra mai fatta prima, non sul vuoto. Devo chiudere gli occhi prima di scendere e fidarmi. Funziona.
Risalire sul ghiacciaio dall'altra parte non è un problema.
Incordati e molto prudenti procediamo sul ghiacciaio, ormai sono le 13.00 dobbiamo andare.
Raggiungiamo il Breithornpass dopo le 14.00.
Decidiamo di lasciare stare il Breithorn. Era in programma nel caso fossimo riusciti a salire bene sul Leone.
Enea lascia a me la scelta: decido di non strafare. Non sfidiamo la sorte: siamo stanchi, si fa tardi, la casa è lontana, il Breithorn è pieno di crepacci, la parte rocciosa invece ci appare franosa da lontano.
Non farlo mi offre un motivo per ritornare.
La prossima primavera?
Allontanamento
Evitiamo il ghiacciaio (Homattugletscher) tenendo la cresta rocciosa a destra. Non è semplicissimo abbandonarla (franoso e scivoloso).
Discendiamo l'infinita morena.
Ci godiamo alla luce del giorno quello che nel buio della notte non abbiamo potuto ammirare.
Per le 17.00 raggiungiamo infine il Simplonpass dove 2 enormi boccali di birra ci aspettano.
Quindi rientriamo in Ticino.
Gran bella gita! Devo ancora metabolizzarla.
Una lunga discesa ci aspetta (Breithornpass)

Video
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Accesso cresta ovest [/drive.google.com/file/d/1OF1DDpDaO0lGWoOUHJdvxBLslnDzVEYR/v...]
Cresta ovest
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Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Top of a region
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