Pizzo dello Scudo
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Te l'avevo detto che non volevo andare tanto lontano, tantomeno salire troppo.
Sapevi che mi sarei alzato presto, alle sette ero a Borgonuovo, dove paghi tutto,
anche l'aria che respiri.
Non ero salito a Savogno in auto, 10 euro per quella stradina, rappresentano un furto
legalizzato che non volevo subire.
Ero quindi giunto a piedi, oltrepassato il paese dormiente ero entrato nella valle ombrosa.
Raggiunta Ponciagna e il lago, avevo seguito il sentierino che lo costeggia.
Avevo camminato, solo ed in silenzio, fino ai pascoli dell'Alpe Lago di Dentro.
Arrivato nei pressi dell'avvallamento poco oltre la quota 2111m, l'avevo risalito.
La cresta (qui orientata a N/NW), riconoscibile per la sua inconfondibile piodata
poco inclinata, mi stava osservando. L'avevo costeggiata alla sua base per un ripido
pendio erboso fino al suo culmine. Una volta in cresta l'avevo seguita facilmente.
Due stambecchi non avevano gradito molto la mia presenza, si erano allontanati
infastiditi (mai preteso di essere popolare fra gli ungulati).
Arrivato sotto la vetta, mi ero dapprima spostato a destra (per evitare delle rocce), poi a
sinistra. Risaliti gli ultimi metri del versante N, ero giunto in breve in vetta.
Avevo scattato alcune foto. Sapendo dove eri tu, te le avevo mandate:
cattiveria gratuita o tentativo per ricordarti che il mondo (fuori dalle quattro mura
lavorative) riesce ancora a regalare grandi emozioni!?
Come se tu non ne fossi a conoscenza...e allora cosa? Eterno bisogno di condivisione?
Certo che si! Seduto, con le braccia a ciondoloni e la bocca chiusa, ci avevo pensato su
mentre il silenzio mi girava intorno senza sosta.
C'era vento e faceva fresco. Le mani si erano raffreddate, con guanti e giubbetto, avevo
scritto ancora. Ora anche tu sapevi quale temperatura ci fosse qui.
Non so perchè ma, all'improvviso, avevo deciso di scendere direttamente verso N. Non avevo
fatto foto lungo il percorso di salita, ciò che i miei occhi avevano visto, solo io li avevo veduti.
Poteva dispiacerti? Non so. Non credo comunque, molto peggio essere qui da solo e tu
lontana a lavorare.....
Sceso tra ripidi prati e pietraie, avevo costeggiato la cresta N cercando di non perdere
troppo quota. Appena possibile ero salito verso E in direzione del Passo del Turbine.
Raggiuntolo, avevo scattato altre foto, non prima di aver visto la cresta S del Galleggione.
Le avevi viste anche tu, mi avevi risposto mentre guardavo la Bondasca con le sue
splendide cime. Resti di ghiacciai, pareti verticali e orizzonti frastagliati: che bel vedere!!!
Ti eri alzata lasciando vuota la scrivania. Raggiunte le scale era cominciata la tua discesa
(certo più corta della mia). Avevi detto addio (ma solo per oggi) al tuo posto di lavoro.
Umani (e meno umani) erano ora lontani da te. Salita in auto eri giunta in breve a casa.
Stavi facendo quello che dovevi quando ero arrivato anch'io.
Quattro parole, quattro cose da fare, poi il tempo corre...si era fatta notte.
Tu dormivi per dimenticare un lunedi che doveva "per forza" passare.
Io con gli occhi ancora "pieni" di cimelaghisassialbericieliazzurriepace rivedevo la mia
giornata. Lo facevo ad occhi chiusi, so fare anche quello (?!).
Non rimaneva che pazientare un po', poi il sonno avrebbe trovato anche me.
Ne ero quasi certo, un'altra alba sarebbe arrivata.
Un giorno da aggiungere ai precedenti,
come questa nuova cima isolata quasi mai raggiunta....
....un luogo in più da ricordare!!
Sapevi che mi sarei alzato presto, alle sette ero a Borgonuovo, dove paghi tutto,
anche l'aria che respiri.
Non ero salito a Savogno in auto, 10 euro per quella stradina, rappresentano un furto
legalizzato che non volevo subire.
Ero quindi giunto a piedi, oltrepassato il paese dormiente ero entrato nella valle ombrosa.
Raggiunta Ponciagna e il lago, avevo seguito il sentierino che lo costeggia.
Avevo camminato, solo ed in silenzio, fino ai pascoli dell'Alpe Lago di Dentro.
Arrivato nei pressi dell'avvallamento poco oltre la quota 2111m, l'avevo risalito.
La cresta (qui orientata a N/NW), riconoscibile per la sua inconfondibile piodata
poco inclinata, mi stava osservando. L'avevo costeggiata alla sua base per un ripido
pendio erboso fino al suo culmine. Una volta in cresta l'avevo seguita facilmente.
Due stambecchi non avevano gradito molto la mia presenza, si erano allontanati
infastiditi (mai preteso di essere popolare fra gli ungulati).
Arrivato sotto la vetta, mi ero dapprima spostato a destra (per evitare delle rocce), poi a
sinistra. Risaliti gli ultimi metri del versante N, ero giunto in breve in vetta.
Avevo scattato alcune foto. Sapendo dove eri tu, te le avevo mandate:
cattiveria gratuita o tentativo per ricordarti che il mondo (fuori dalle quattro mura
lavorative) riesce ancora a regalare grandi emozioni!?
Come se tu non ne fossi a conoscenza...e allora cosa? Eterno bisogno di condivisione?
Certo che si! Seduto, con le braccia a ciondoloni e la bocca chiusa, ci avevo pensato su
mentre il silenzio mi girava intorno senza sosta.
C'era vento e faceva fresco. Le mani si erano raffreddate, con guanti e giubbetto, avevo
scritto ancora. Ora anche tu sapevi quale temperatura ci fosse qui.
Non so perchè ma, all'improvviso, avevo deciso di scendere direttamente verso N. Non avevo
fatto foto lungo il percorso di salita, ciò che i miei occhi avevano visto, solo io li avevo veduti.
Poteva dispiacerti? Non so. Non credo comunque, molto peggio essere qui da solo e tu
lontana a lavorare.....
Sceso tra ripidi prati e pietraie, avevo costeggiato la cresta N cercando di non perdere
troppo quota. Appena possibile ero salito verso E in direzione del Passo del Turbine.
Raggiuntolo, avevo scattato altre foto, non prima di aver visto la cresta S del Galleggione.
Le avevi viste anche tu, mi avevi risposto mentre guardavo la Bondasca con le sue
splendide cime. Resti di ghiacciai, pareti verticali e orizzonti frastagliati: che bel vedere!!!
Ti eri alzata lasciando vuota la scrivania. Raggiunte le scale era cominciata la tua discesa
(certo più corta della mia). Avevi detto addio (ma solo per oggi) al tuo posto di lavoro.
Umani (e meno umani) erano ora lontani da te. Salita in auto eri giunta in breve a casa.
Stavi facendo quello che dovevi quando ero arrivato anch'io.
Quattro parole, quattro cose da fare, poi il tempo corre...si era fatta notte.
Tu dormivi per dimenticare un lunedi che doveva "per forza" passare.
Io con gli occhi ancora "pieni" di cimelaghisassialbericieliazzurriepace rivedevo la mia
giornata. Lo facevo ad occhi chiusi, so fare anche quello (?!).
Non rimaneva che pazientare un po', poi il sonno avrebbe trovato anche me.
Ne ero quasi certo, un'altra alba sarebbe arrivata.
Un giorno da aggiungere ai precedenti,
come questa nuova cima isolata quasi mai raggiunta....
....un luogo in più da ricordare!!
Tourengänger:
Gabrio
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