Monte Confinale (3370m) da Rifugio dei Forni
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Lasciata la macchina nel parcheggio del Rifugio dei Forni, risaliamo all'omonimo rifugio. Qui imbocchiamo il sentiero alle sue spalle seguendo le indicazioni per il Monte Confinale. La giornata è coperta, ma le previsioni danno aperture in tarda mattinata, quindi ci mettiamo a camminare speranzosi. Risaliamo un ripido sentierino nel bosco che in breve ci fa guadagnare oltre 100m di quota. Arrivati attorno ai 2300m, incrociamo una larga stradina che trasversa il versante della montagna. La imbocchiamo verso sinistra, seguendo le indicazioni per Il Monte Confinale e il Lago della Manzina. Il trasverso prosegue per circa un chilometro e mezzo, con un leggero saliscendi, sempre al di sopra della quota degli alberi. Si supera il sentiero che, da sinistra, arriva dal rifugio Stella Alpina passando dalle Baite di Predaccio Inferiore e Superiore (quest'ultime le vediamo pochi metri sotto di noi). Ad un primo bivio abbandoniamo il sentiero che stiamo percorrendo (che conduce alle baite dell'Ables) e imbocchiamo il sentiero numero 575 che sale in direzione del lago e della cima. Qui le pendenze iniziano ad aumentare. Nel primo tratto procediamo su traccia di sentiero, in direzione di un paletto con segnavia bianco-rosso. Qui, ignoriamo un secondo bivio che, sulla sinistra porta nuovamente verso l'Ables, e proseguiamo dritti. Seguendo segnavia ed ometti superiamo un torrentello che ci porta in una conca alla base di un largo dosso. Lo risaliamo seguendo il sentiero ora ripido e a tornanti. Le pendenze si fanno ora più tranquille e, in breve tempo, si raggiunge il Lago della Manzina (2785m). Le nuvole non hanno ancora accennato a diradarsi e, anzi, ora sono proprio appena sopra di noi, nascondendo il vallone detritico che porta alla cima del Confinale. Dentro di me inizio a sperare di oltrepassarle del tutto e sbucare sulla cima al di sopra delle nuvole.
Ci lasciamo il lago sulla sinistra e, seguendo omini di roccia su lievi pendenze, guadagniamo l'imbocco dell'ampio vallone si sfasciumi che scende dalla sella che separa il Monte Confinale dalla cima della Manzina. Siamo ora immersi nelle nuvole e la strada si apre a noi passo dopo passo, senza lasciarci intuire quello che ci attenderà più avanti.
Il sentiero prende a salire ora più ripido, su sfasciumi e pietre mobili. Il tracciato, non sempre chiaro (probabilmente anche a causa della scarsa visibilità) non è però mai difficile. Lo risaliamo con calma, finché, una minima apertura della nebbia in cui siamo avvolti, non ci rivela il Bivacco del Piero un centinaio di metri sopra di noi. Questo ultimi tratto si inerpica ancora più ripido, su terreno ghiaioso e infido, ma mai esposto.
Lo risaliamo con calma e finalmente guadagniamo la forcella del Confinale dove è posto il Bivacco del Piero (3173m). Dalla sella, proseguendo a destra si potrebbe salire sulla cima della Manzina. Noi seguiamo le indicazioni verso sinistra che invece danno la cima del Monte Confinale a 40 minuti. Attacchiamo il largo crinale, risalendo sempre su buone pendenze. La cresta sommitale del Confinale non presenta mai particolari problemi o pericoli, se non il superamento di qualche facile roccetta nella parte terminale. In questi passaggi potrebbe essere richiesto di aiutarsi con le mani, ma il percorso non è mai particolarmente esposto e rischioso. Infine, dopo circa mezz'ora dal bivacco, raggiungiamo la grossa croce posta sulla cima del Monte Confinale (3370m).
Le nubi non si sono ancora aperte e la mia speranza di sbucarci sopra si è rivelata vana. Proviamo ad aspettare qualche minuto in vetta nella speranza di un'apertura almeno parziale, ma presto il freddo e la noia prendono il sopravvento.
Iniziamo la discesa e, giunti a metà strada tra la cima e il bivacco ecco le prime parziali aperture. Riusciamo a scorgere qualcosa delle vallate, lontane sotto di noi, ma l'infinità di cime che ci circondano sono ancora ammantate nel bianco della nuvola. Riprendiamo la discesa sulla via di salita e pian piano le nuvole si diradano sempre di più. Osserviamo così meglio il canalone detritico che abbiamo risalito dal lago lago al bivacco. Una volta arrivati al lago la giornata sembra essere decisamente migliorata, con qualche ora di ritardo rispetto alle previsioni.
Ridiscendiamo per la stessa via di salita, con la consapevolezza di dover riguadagnarci una seconda volta questa ambita cima in futuro. La prossima volta sarà sicuramente in un giorno soleggiato e limpido, senza rischio di annuvolamenti.
Il monte Confinale infatti sorge isolato, circondato dalla valle di Santa Caterina, la val Zebù e la valle dei Forni. Dalla sua cima si gode quindi di un panorama a 360 gradi sulle vette più alte e famose della zona, quali Bernina, Ortles, Cevedale, Gran Zebrù e Adamello.
NOTE: La salita alla cima non è mai pericolosa e con le dovute attenzioni si affronta senza nessuna particolare difficoltà. Oltre il lago, tuttavia, il terreno è quello insidioso dei 3000m con pietraie e sentierino ripido e ghiaioso. E' quindi sempre fondamentale procedere con cautela e con attenzione.
Marco
Ci lasciamo il lago sulla sinistra e, seguendo omini di roccia su lievi pendenze, guadagniamo l'imbocco dell'ampio vallone si sfasciumi che scende dalla sella che separa il Monte Confinale dalla cima della Manzina. Siamo ora immersi nelle nuvole e la strada si apre a noi passo dopo passo, senza lasciarci intuire quello che ci attenderà più avanti.
Il sentiero prende a salire ora più ripido, su sfasciumi e pietre mobili. Il tracciato, non sempre chiaro (probabilmente anche a causa della scarsa visibilità) non è però mai difficile. Lo risaliamo con calma, finché, una minima apertura della nebbia in cui siamo avvolti, non ci rivela il Bivacco del Piero un centinaio di metri sopra di noi. Questo ultimi tratto si inerpica ancora più ripido, su terreno ghiaioso e infido, ma mai esposto.
Lo risaliamo con calma e finalmente guadagniamo la forcella del Confinale dove è posto il Bivacco del Piero (3173m). Dalla sella, proseguendo a destra si potrebbe salire sulla cima della Manzina. Noi seguiamo le indicazioni verso sinistra che invece danno la cima del Monte Confinale a 40 minuti. Attacchiamo il largo crinale, risalendo sempre su buone pendenze. La cresta sommitale del Confinale non presenta mai particolari problemi o pericoli, se non il superamento di qualche facile roccetta nella parte terminale. In questi passaggi potrebbe essere richiesto di aiutarsi con le mani, ma il percorso non è mai particolarmente esposto e rischioso. Infine, dopo circa mezz'ora dal bivacco, raggiungiamo la grossa croce posta sulla cima del Monte Confinale (3370m).
Le nubi non si sono ancora aperte e la mia speranza di sbucarci sopra si è rivelata vana. Proviamo ad aspettare qualche minuto in vetta nella speranza di un'apertura almeno parziale, ma presto il freddo e la noia prendono il sopravvento.
Iniziamo la discesa e, giunti a metà strada tra la cima e il bivacco ecco le prime parziali aperture. Riusciamo a scorgere qualcosa delle vallate, lontane sotto di noi, ma l'infinità di cime che ci circondano sono ancora ammantate nel bianco della nuvola. Riprendiamo la discesa sulla via di salita e pian piano le nuvole si diradano sempre di più. Osserviamo così meglio il canalone detritico che abbiamo risalito dal lago lago al bivacco. Una volta arrivati al lago la giornata sembra essere decisamente migliorata, con qualche ora di ritardo rispetto alle previsioni.
Ridiscendiamo per la stessa via di salita, con la consapevolezza di dover riguadagnarci una seconda volta questa ambita cima in futuro. La prossima volta sarà sicuramente in un giorno soleggiato e limpido, senza rischio di annuvolamenti.
Il monte Confinale infatti sorge isolato, circondato dalla valle di Santa Caterina, la val Zebù e la valle dei Forni. Dalla sua cima si gode quindi di un panorama a 360 gradi sulle vette più alte e famose della zona, quali Bernina, Ortles, Cevedale, Gran Zebrù e Adamello.
NOTE: La salita alla cima non è mai pericolosa e con le dovute attenzioni si affronta senza nessuna particolare difficoltà. Oltre il lago, tuttavia, il terreno è quello insidioso dei 3000m con pietraie e sentierino ripido e ghiaioso. E' quindi sempre fondamentale procedere con cautela e con attenzione.
Marco
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