Rifugio Gianetti; alla ricerca di un pastore perduto...
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Ritorno sempre volentieri in Val Porcellizzo, anche se ci sono già stato altre volte, ma quando si arriva all’Alpe Zocconee ancor di più al Rifugio Gianetti, lo scenario che si apre all’escursionista è, secondo me, uno dei più belli della montagne di Lombardia: ci si trova infatti immersi in un mondo di granito, al cospetto di montagne che hanno fatto la storia dell’alpinismo e in un anfiteatro da togliere il fiato.
Lo scopo dell’escursione di oggi era anche quello di ritrovare il pastore Giacomo , che avevamo conosciuto due anni fa, e che ci aveva amabilmente intrattenuti in una lunga conversazione, mentre espletava i suoi lavori nell’alpeggio.
Purtroppo abbiamo poi saputo che quest’anno Giacomo non ha caricato l’alpeggio a causa di un contrasto con il proprietario dello stesso e quindi, la bottiglia di vino che avevamo portato per lui, me la sono spupazzata per tutta l’escursione…
La salita al Rifugio Gianetti l’abbiamo effettuata per il classico sentiero che parte dai Bagni di Masino, a cui si arriva risalendo in auto l’omonima valle che inizia dalla Valtellina presso il paese di Masino (prima di Ardenno) lungo la SS38; salita e discesa fatti lungo lo stesso percorso, che è descritto nelle didascalie delle foto successive.
Durante la salita siamo stati particolarmente attenti all’eventuale incontro con le zecche, perché proprio tra S. Martino e i Bagni di Masino, la settimana scorsa sedici persone (ragazzi ed accompagnatori) sono stati portati in ospedale a causa di un vero e proprio attacco massivo di questo pericoloso acaro; salendo, abbiamo comunque notato che la prima parte del sentiero per il rifugio è stata pulita con i decespugliatori (l’erba alta è infatti uno dei principali posti dove le zecche si mettono in attesa dei passanti per poterli poi parassitare).
Molto nutrita la presenza di persone in valle e soprattutto al rifugio, cosa che fa ben sperare per l’economia del turismo di alta montagna.
Buona come lo scorso anno la sosta al Rifugio Gianetti, dove abbiamo incontrato di nuovo Giacomo Fiorelli, un discendente della famiglia che da molti anni e in maniera continuativa gestisce questo storico rifugio.
Certo sarebbe stato bello proseguire verso altre mete, percorrendo il Sentiero Roma, o facendo qualche cima, ma oggi ci siamo attenuti a quello che prevedeva il programma, che comunque non è stato male, visto che abbiamo superato un dislivello di circa 1400 m camminando per sei ore.
Peccato non aver incontrato Giacomo, che presumiamo abbia trascorso la stagione nell’agriturismo gestito dalla moglie in Valdi Mello, ma sarà quindi per un’altra volta.
Ottima la compagnia dei “malnat” di oggi e la prestazione di Enrico che, nonostante aver superato la soglia dei 70, è salito e sceso con piglio giovanile.
Lo scopo dell’escursione di oggi era anche quello di ritrovare il pastore Giacomo , che avevamo conosciuto due anni fa, e che ci aveva amabilmente intrattenuti in una lunga conversazione, mentre espletava i suoi lavori nell’alpeggio.
Purtroppo abbiamo poi saputo che quest’anno Giacomo non ha caricato l’alpeggio a causa di un contrasto con il proprietario dello stesso e quindi, la bottiglia di vino che avevamo portato per lui, me la sono spupazzata per tutta l’escursione…
La salita al Rifugio Gianetti l’abbiamo effettuata per il classico sentiero che parte dai Bagni di Masino, a cui si arriva risalendo in auto l’omonima valle che inizia dalla Valtellina presso il paese di Masino (prima di Ardenno) lungo la SS38; salita e discesa fatti lungo lo stesso percorso, che è descritto nelle didascalie delle foto successive.
Durante la salita siamo stati particolarmente attenti all’eventuale incontro con le zecche, perché proprio tra S. Martino e i Bagni di Masino, la settimana scorsa sedici persone (ragazzi ed accompagnatori) sono stati portati in ospedale a causa di un vero e proprio attacco massivo di questo pericoloso acaro; salendo, abbiamo comunque notato che la prima parte del sentiero per il rifugio è stata pulita con i decespugliatori (l’erba alta è infatti uno dei principali posti dove le zecche si mettono in attesa dei passanti per poterli poi parassitare).
Molto nutrita la presenza di persone in valle e soprattutto al rifugio, cosa che fa ben sperare per l’economia del turismo di alta montagna.
Buona come lo scorso anno la sosta al Rifugio Gianetti, dove abbiamo incontrato di nuovo Giacomo Fiorelli, un discendente della famiglia che da molti anni e in maniera continuativa gestisce questo storico rifugio.
Certo sarebbe stato bello proseguire verso altre mete, percorrendo il Sentiero Roma, o facendo qualche cima, ma oggi ci siamo attenuti a quello che prevedeva il programma, che comunque non è stato male, visto che abbiamo superato un dislivello di circa 1400 m camminando per sei ore.
Peccato non aver incontrato Giacomo, che presumiamo abbia trascorso la stagione nell’agriturismo gestito dalla moglie in Valdi Mello, ma sarà quindi per un’altra volta.
Ottima la compagnia dei “malnat” di oggi e la prestazione di Enrico che, nonostante aver superato la soglia dei 70, è salito e sceso con piglio giovanile.
Tourengänger:
imerio

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare