Concatenamento in Greina: dal Valdraus 3096 m allo Stierls 2993 m
Come piace a me ho potuto concatenare un bel numero di vette, questa volta in un luogo speciale: la Greina. L'incantevole regione l'avevo visitata per la prima volta nell'inverno scorso. Ora ho potuto vederla in veste estiva e su tre livelli: in alto a 3000 metri, sulla piana affascinante a 2000 m, negli accessi laterali a 1000 m.
Grande protagonista del tour è stato anche Fredy Fovini
m323, il quale si è unito a me per le prime due montagne.
Benché abbia sentito dire che la Greina sia preda dei turisti, sia in inverno sia adesso non ho mai incontrato nessuno. Non c'era anima viva giovedì 23 giugno. La Greina è stata sempre tutta mia nelle mie quattro apparizioni (Medel dalla Scaletta in invernale, Coroi in invernale dalla Motterascio, Piz Cristallina e Uffiern da Fuorns e, ora, i 3000 dominanti la piana).
Il massiccio della Greina: Vial e Greina visti dal Gaglianera

Tempi di percorrenza (pause intermedie incluse)
Totale tempo trascorso: 14 ore
Totale tempo in pause vere: 1h 45 min
Descrizione
Sveglia alle 02.30. Mi trovo a Malvaglia alle 04.00 con Fredy. Portiamo la mia auto al Luzzone perchè nella mia mente c'è delineata già l'idea di scendere dall'altra parte indipendentemente dalle cime conquistate.
Fredy era già stato negli scorsi anni al Vial e al Greina con
saimon. Pertanto il suo obiettivo è di portarsi a casa il Valdraus e il Gaglianera. Proseguirà soltanto se le condizioni meteo resteranno ottimali. Ma non sarà così.
Ci incamminiamo alle 05.15 circa da Pian Geirett. Subito scendiamo al fiume per prendere il sentiero per la Capanna Scaletta. Oltrepassiamo la stessa senza fermarci e scegliamo la traccia bianco-blu che risale il fiume in una stretta gola fino all'arco della Greina.
Qui deviamo a sinistra seguendo la traccia ufficiale per la Fuorcla Sura da Lavaz. Questa corrisponde al sentiero estivo per il Medel dalla Capanna Scaletta. Risaliamo il pendio fino ai laghetti delle quote 2498 m e 2590 m, quindi abbandoniamo la traccia poco prima della Fuorcla. Curviamo a destra in direzione NE.
Facciamo una pausa già affamati, sono le 07.15 e praticamente io pranzo.
Riprendiamo presto la salita su terreno sempre più roccioso e aggiriamo un contrafforte presso la quota 2852 m. Tocchiamo la quota 2904 m. In quest'area ci sono alcuni nevai. I primi li evitiamo risalendo un canalino (I). Quindi ci immettiamo negli stessi (senza ramponi siccome sono poco ripidi) che ci conducono alla base del pendio meridionale del Piz Valdraus. È un pendio di sfasciumi che risaliamo senza difficoltà fino a raggiungerne la vetta.
Accesso alla Greina via Capanna Scaletta

Il libro ha preso acqua ed è inutilizzabile.
Scattate le foto di rito rivolgiamo gli occhi alle prossime cime: hanno un bell'aspetto slanciato e c'è tanta cresta da percorrere. Il cielo mostra tuttavia segnali precoci di cambiamento. Il Medel è già nella nebbia.
La cresta per il Gaglianera è forse la più bella, con buona roccia, passaggi fino al grado II e mai troppo esposta. La percorriamo assieme e conquistiamo quella che è la più bella delle vette del tour.
Dotata di una piccola croce la cima del Gaglianera è la punta di una piramide, aerea e panoramica. La vista sul Vial è affascinante. Il mio amico appare rapito mentre contempla il massiccio della Greina (Vial e Greina) seduto nei pressi della croce.
Cresta per il Gaglianera

Ci fermiamo poco. La cumulogenesi è importante. Da quella sommità sembrerebbe impossibile discendere a NE per prendere la cresta per il Vial. Sono dell'idea che avrei dovuto retrocedere dalla vetta e scendere da nord. Ma con Fredy mi abbasso sotto-vetta in direzione sud. Non è ancora sicuro di lasciarmi. Ci separiamo poco più in basso. Lui rientra dalla via normale.
Io per riprendere la cresta devo affrontare un paio di traversi franosi sul fianco orientale.
Nel frattempo inizia a soffiare il vento e la nebbia avvolge tutto.
Non sono così convinto di far bene a proseguire. Inoltre sono previsti temporali dal pomeriggio.
Ma ormai sono in cresta e la percorro godendomi la vista delle rocce nel suggestivo ambiente dei 3000 metri. La qualità migliora man mano, da sfasciumi marci si passa ad una roccia più solida. Ci sono alcuni passaggi da aggirare sempre a nord.
So che devo individuare un gendarme ed evitare la parte finale della cresta. Abbandono la cresta e traverso verso una dorsale che suppongo delimiti il pendio meridionale.
Raggiunta la dorsale non trovo il gendarme ma intuisco di essere sul pendio meridionale. Pervengo alla cresta per il Piz Greina. Ora posso orientarmi con la traccia di Saimon. Lui era arrivato da questa cresta. Da questo punto devo semplicemente salire dritto.
In poco tempo sono sulla cima del Vial, non ho vista alcuna, non ho idea di cosa ci sia intorno a me.
Compilo il libro di vetta, questa volta depositato correttamente all'interno della croce.
Mangio ancora qualcosa e valuto come procedere: non ha senso continuare con la nebbia. Tuttavia senza una traccia nella nebbia non mi avventurerei in una discesa improvvisata dal Vial. Decido di scendere alla Motterascio passando dal Piz Greina. Sarà là che le condizioni cambieranno repentinamente in meglio.
Discendo il pendio di roccette e proseguo sul filo della cresta.
Il collegamento è breve ma c'è uno spuntone che non prendo nemmeno in considerazione di scavalcare. A destra non si passa, a meno che ci si abbassi prima, tuttavia non ho visibilità sufficiente per osservare la conformazione del terreno. Lo aggiro da sinistra su un pendio franoso e molto instabile. C'è una certa esposizione. Non è difficile ma è pericoloso, grandi massi si muovono al mio passaggio. Impiego il tempo necessario a superare il traverso con la massima cautela. Quindi mi riporto in cresta che si allarga e diviene facile fino alla vicina vetta del Piz Greina.
Piz Greina (sin) e Vial (dx) - Poco a sinistra del Vial lo spuntone aggirato da nord

Il cielo rapidamente si apre e mi appare un mondo meraviglioso.
Sono le 13.00. Posso osare di andare allo Stiarls?
Se si incupisse il cielo all'orizzonte avrei comunque ancora tempo per lasciare la cresta e scendere a valle.
Così inizio la traversata: subito devo disarrampicare un passaggio, quindi procedo facilmente per un po'. Gran parte del percorso è in discesa, difatti c'è una differenza di 130 metri di quota.
Ad un certo punto la cresta si assottiglia progressivamente fino a presentare un paio di lame. La roccia è solida ma i passaggi sono sempre più esposti. In un caso sfrutto una minuscola cengia a sinistra tenendomi al filo della lama, in un altro faccio lo stesso a dx sopra la parete che precipita sul ghiacciaio sottostante.
Alla fine la cresta si allarga e la salita finale è breve e semplice.
Direi che di tutto il percorso questa traversata sia la più impegnativa anche mentalmente a causa della forte esposizione.
La vetta del Piz de Stiarls non ha croci ne libri, solo un cumulo di rocce. La sua peculiarità, oltre alla cresta, è la vista che regala sul vicino Piz Greina e sul suo ghiacciaio.
Qui mi fermo ancora a riposare.
Parte affilata della cresta per il Piz da Stiarls

Sono quasi le 15.00. Il Luzzone è lontano ma le difficoltà dovrebbero essere passate.
Discendo dal pendio meridionale che è ripido e costituito tanto per cambiare da rocce.
Una vasta ganna che man mano lascia il posto a placche levigate. Mi ritrovo nella morena del ghiacciaio. Da lontano sembrava breve, ma in realtà è un saliscendi tra corsi d'acqua ricoperti in parte da ponti di neve, rocce, placche, ostacoli da aggirare, salti da evitare. Il luogo è affascinante. Ci sono laghetti in disgelo, il ghiacciaio, il fragore delle rapide e sullo sfondo il verde della piana sottostante.
Giunto in fondo alla morena risalgo un poco e oltrepasso la quota 2841 m. Da qui punto un gendarme e mi lancio sul pendio erboso verso la valle.
La vista è ineguagliabile.
All'orizzonte presto si genera una linea perturbata. Il vento la sospinge più a sud del Terri. Ma la successiva mi investirà. Non sarà tuttavia intensa.
Scendo un po' a sentimento, aggirando varie zone rocciose, fino al fondo dove individuo un vero sentiero.
Risalgo a Crap la Crush. Ci sono tante marmotte.
Da qui accelero: la pioggia è imminente e presto mi sorprende.
Raggiungo la Motterascio dove mi fermo per una birra e una fetta di torta.
Nel frattempo smette di piovere.
L'incantevole piana della Greina

Dalla Capanna scendo svelto a Garzott e poi seguendo la strada sterrata raggiungo la mia auto all'uscita della galleria. Si sono fatte le 19.00.
Con Fredy mi sono tenuto nel frattempo in contatto via SMS.
Lui la birra l'ha bevuta alla Capanna Scaletta.
In entrambe le capanne eravamo soltanto noi, la birra e la Greina.
E dopo aver visto Messner qualche sera prima a Lugano e aver scalato oggi 5 montagne in successione mi pongo una domanda: fare vetta è una conquista? Io dico che la si può vedere anche all'inverso - ne consegue che sono io ad appartenere alle montagne le cui vette mi hanno accolto.
Piccolo Videino: /www.instagram.com/reel/CfPVM2fq2Ct/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Grande protagonista del tour è stato anche Fredy Fovini

Benché abbia sentito dire che la Greina sia preda dei turisti, sia in inverno sia adesso non ho mai incontrato nessuno. Non c'era anima viva giovedì 23 giugno. La Greina è stata sempre tutta mia nelle mie quattro apparizioni (Medel dalla Scaletta in invernale, Coroi in invernale dalla Motterascio, Piz Cristallina e Uffiern da Fuorns e, ora, i 3000 dominanti la piana).
Il massiccio della Greina: Vial e Greina visti dal Gaglianera

Tempi di percorrenza (pause intermedie incluse)
- Pian Geirett - Piz Valdraus: 3h 45 min
- Piz Valdraus - Gaglianera: 40 min
- Gaglianera - Piz Vial: 1h 45 min
- Piz Vial - Piz Greina: 30 min
- Piz Greina - Piz de Stiarls: 1h 15 min
- Piz de Stiarls - Capanna Motterascio: 2h 45 min
- Capanna Motterascio - Lago di Luzzone (uscita galleria): 1h 30 min
Totale tempo trascorso: 14 ore
Totale tempo in pause vere: 1h 45 min
Descrizione
Sveglia alle 02.30. Mi trovo a Malvaglia alle 04.00 con Fredy. Portiamo la mia auto al Luzzone perchè nella mia mente c'è delineata già l'idea di scendere dall'altra parte indipendentemente dalle cime conquistate.
Fredy era già stato negli scorsi anni al Vial e al Greina con

Ci incamminiamo alle 05.15 circa da Pian Geirett. Subito scendiamo al fiume per prendere il sentiero per la Capanna Scaletta. Oltrepassiamo la stessa senza fermarci e scegliamo la traccia bianco-blu che risale il fiume in una stretta gola fino all'arco della Greina.
Qui deviamo a sinistra seguendo la traccia ufficiale per la Fuorcla Sura da Lavaz. Questa corrisponde al sentiero estivo per il Medel dalla Capanna Scaletta. Risaliamo il pendio fino ai laghetti delle quote 2498 m e 2590 m, quindi abbandoniamo la traccia poco prima della Fuorcla. Curviamo a destra in direzione NE.
Facciamo una pausa già affamati, sono le 07.15 e praticamente io pranzo.
Riprendiamo presto la salita su terreno sempre più roccioso e aggiriamo un contrafforte presso la quota 2852 m. Tocchiamo la quota 2904 m. In quest'area ci sono alcuni nevai. I primi li evitiamo risalendo un canalino (I). Quindi ci immettiamo negli stessi (senza ramponi siccome sono poco ripidi) che ci conducono alla base del pendio meridionale del Piz Valdraus. È un pendio di sfasciumi che risaliamo senza difficoltà fino a raggiungerne la vetta.
Accesso alla Greina via Capanna Scaletta

Il libro ha preso acqua ed è inutilizzabile.
Scattate le foto di rito rivolgiamo gli occhi alle prossime cime: hanno un bell'aspetto slanciato e c'è tanta cresta da percorrere. Il cielo mostra tuttavia segnali precoci di cambiamento. Il Medel è già nella nebbia.
La cresta per il Gaglianera è forse la più bella, con buona roccia, passaggi fino al grado II e mai troppo esposta. La percorriamo assieme e conquistiamo quella che è la più bella delle vette del tour.
Dotata di una piccola croce la cima del Gaglianera è la punta di una piramide, aerea e panoramica. La vista sul Vial è affascinante. Il mio amico appare rapito mentre contempla il massiccio della Greina (Vial e Greina) seduto nei pressi della croce.
Cresta per il Gaglianera

Ci fermiamo poco. La cumulogenesi è importante. Da quella sommità sembrerebbe impossibile discendere a NE per prendere la cresta per il Vial. Sono dell'idea che avrei dovuto retrocedere dalla vetta e scendere da nord. Ma con Fredy mi abbasso sotto-vetta in direzione sud. Non è ancora sicuro di lasciarmi. Ci separiamo poco più in basso. Lui rientra dalla via normale.
Io per riprendere la cresta devo affrontare un paio di traversi franosi sul fianco orientale.
Nel frattempo inizia a soffiare il vento e la nebbia avvolge tutto.
Non sono così convinto di far bene a proseguire. Inoltre sono previsti temporali dal pomeriggio.
Ma ormai sono in cresta e la percorro godendomi la vista delle rocce nel suggestivo ambiente dei 3000 metri. La qualità migliora man mano, da sfasciumi marci si passa ad una roccia più solida. Ci sono alcuni passaggi da aggirare sempre a nord.
So che devo individuare un gendarme ed evitare la parte finale della cresta. Abbandono la cresta e traverso verso una dorsale che suppongo delimiti il pendio meridionale.
Raggiunta la dorsale non trovo il gendarme ma intuisco di essere sul pendio meridionale. Pervengo alla cresta per il Piz Greina. Ora posso orientarmi con la traccia di Saimon. Lui era arrivato da questa cresta. Da questo punto devo semplicemente salire dritto.
In poco tempo sono sulla cima del Vial, non ho vista alcuna, non ho idea di cosa ci sia intorno a me.
Compilo il libro di vetta, questa volta depositato correttamente all'interno della croce.
Mangio ancora qualcosa e valuto come procedere: non ha senso continuare con la nebbia. Tuttavia senza una traccia nella nebbia non mi avventurerei in una discesa improvvisata dal Vial. Decido di scendere alla Motterascio passando dal Piz Greina. Sarà là che le condizioni cambieranno repentinamente in meglio.
Discendo il pendio di roccette e proseguo sul filo della cresta.
Il collegamento è breve ma c'è uno spuntone che non prendo nemmeno in considerazione di scavalcare. A destra non si passa, a meno che ci si abbassi prima, tuttavia non ho visibilità sufficiente per osservare la conformazione del terreno. Lo aggiro da sinistra su un pendio franoso e molto instabile. C'è una certa esposizione. Non è difficile ma è pericoloso, grandi massi si muovono al mio passaggio. Impiego il tempo necessario a superare il traverso con la massima cautela. Quindi mi riporto in cresta che si allarga e diviene facile fino alla vicina vetta del Piz Greina.
Piz Greina (sin) e Vial (dx) - Poco a sinistra del Vial lo spuntone aggirato da nord

Il cielo rapidamente si apre e mi appare un mondo meraviglioso.
Sono le 13.00. Posso osare di andare allo Stiarls?
Se si incupisse il cielo all'orizzonte avrei comunque ancora tempo per lasciare la cresta e scendere a valle.
Così inizio la traversata: subito devo disarrampicare un passaggio, quindi procedo facilmente per un po'. Gran parte del percorso è in discesa, difatti c'è una differenza di 130 metri di quota.
Ad un certo punto la cresta si assottiglia progressivamente fino a presentare un paio di lame. La roccia è solida ma i passaggi sono sempre più esposti. In un caso sfrutto una minuscola cengia a sinistra tenendomi al filo della lama, in un altro faccio lo stesso a dx sopra la parete che precipita sul ghiacciaio sottostante.
Alla fine la cresta si allarga e la salita finale è breve e semplice.
Direi che di tutto il percorso questa traversata sia la più impegnativa anche mentalmente a causa della forte esposizione.
La vetta del Piz de Stiarls non ha croci ne libri, solo un cumulo di rocce. La sua peculiarità, oltre alla cresta, è la vista che regala sul vicino Piz Greina e sul suo ghiacciaio.
Qui mi fermo ancora a riposare.
Parte affilata della cresta per il Piz da Stiarls

Sono quasi le 15.00. Il Luzzone è lontano ma le difficoltà dovrebbero essere passate.
Discendo dal pendio meridionale che è ripido e costituito tanto per cambiare da rocce.
Una vasta ganna che man mano lascia il posto a placche levigate. Mi ritrovo nella morena del ghiacciaio. Da lontano sembrava breve, ma in realtà è un saliscendi tra corsi d'acqua ricoperti in parte da ponti di neve, rocce, placche, ostacoli da aggirare, salti da evitare. Il luogo è affascinante. Ci sono laghetti in disgelo, il ghiacciaio, il fragore delle rapide e sullo sfondo il verde della piana sottostante.
Giunto in fondo alla morena risalgo un poco e oltrepasso la quota 2841 m. Da qui punto un gendarme e mi lancio sul pendio erboso verso la valle.
La vista è ineguagliabile.
All'orizzonte presto si genera una linea perturbata. Il vento la sospinge più a sud del Terri. Ma la successiva mi investirà. Non sarà tuttavia intensa.
Scendo un po' a sentimento, aggirando varie zone rocciose, fino al fondo dove individuo un vero sentiero.
Risalgo a Crap la Crush. Ci sono tante marmotte.
Da qui accelero: la pioggia è imminente e presto mi sorprende.
Raggiungo la Motterascio dove mi fermo per una birra e una fetta di torta.
Nel frattempo smette di piovere.
L'incantevole piana della Greina

Dalla Capanna scendo svelto a Garzott e poi seguendo la strada sterrata raggiungo la mia auto all'uscita della galleria. Si sono fatte le 19.00.
Con Fredy mi sono tenuto nel frattempo in contatto via SMS.
Lui la birra l'ha bevuta alla Capanna Scaletta.
In entrambe le capanne eravamo soltanto noi, la birra e la Greina.
E dopo aver visto Messner qualche sera prima a Lugano e aver scalato oggi 5 montagne in successione mi pongo una domanda: fare vetta è una conquista? Io dico che la si può vedere anche all'inverso - ne consegue che sono io ad appartenere alle montagne le cui vette mi hanno accolto.
Piccolo Videino: /www.instagram.com/reel/CfPVM2fq2Ct/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Tourengänger:
Michea82

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