Sentiero glaciologico del Basòdino
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L’irreversibile ritirata del più vasto ghiacciaio del Canton Ticino mi induce a tornare a visitarlo dopo undici anni dall’ultima volta. Ebbene, in un così breve lasso di tempo, benché siamo ancora in primavera, ho notato un ulteriore arretramento e assottigliamento, soprattutto per quanto riguarda il lato più settentrionale, chiamato “Ghiacciaio di Cavergno”.
Inizio dell’escursione: ore 8.30
Fine dell’escursione: ore 13.55
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1023 hPa
Temperatura alla partenza da San Carlo: 16°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4200 m
Temperatura al rientro a San Carlo: 26,5°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 5.31
Sveglia alle 4:40, partenza da casa alla 5:37, arrivo a San Carlo Funivia, dopo 102,6 km d’auto, con una sosta caffè di 10 minuti, alle 7:25.
È un venerdì sereno e leggermente ventilato, che attirerà a Robiei numerosi turisti escursionisti, ma anche alcuni pescatori ticinesi.
Alle 8:00 sono il primo a salire sulla cabina della funivia. Durante la corsa, della durata di circa un quarto d’ora, posso ammirare le pareti rocciose verticali e lisce del Crös della Banèta, nonché il monte Campo (1384 m), poco lontano dal fiume Bavona.
Arrivato a Robiei (1890 m), mi preparo subito per la partenza: avvio le app del telefonino, il navigatore satellitare Garmin e l’orologio/altimetro multi sport.
Alle 8.30 mi incammino, sulla strada asfaltata, seguendo i segnavia del “Sentiero glaciologico”. Dopo l’attraversamento di un paio di gallerie, la strada mi porta alla diga del Lago del Zött (1940 m). La diga, alta 34 m, è stata costruita nel 1967 dall’Ofima (Officine Idroelettriche della Maggia AG).
Il toponimo Zött significa “terreno concavo”, “incavo nel terreno”, “lieve avvallamento”.
Una placca metallica azzurra indica che mi trovo al punto 1 del percorso. C’è pure un pannello esplicativo che spiega, tra l’altro, che il Ghiacciaio del Basòdino è il più esteso, il più studiato e il più accessibile tra i circa 90 ghiacciai del Ticino.
Dalla diga il percorso, ben segnalato, sale in direzione della morena orografica destra del ghiacciaio. In un paio di punti esposti, dei canaponi agevolano la salita, per altro accessibile anche ai ragazzini. Il paesaggio è caratterizzato da rocce montonate coronate da lembi d’erba ricchi di fiori. Il terreno è prevalentemente acido (gneiss conglomeratici), tuttavia, la presenza di calcescisti favorisce lo sviluppo di una flora basofila molto ricca.
Lo sguardo è attirato soprattutto dallo spettacolare Pizzo Pecora (2316 m) e dall’acuminato Pizzo Cavergno (3223 m), l’ultima cima che ho raggiunto nel massiccio del Basòdino.

Pizzo Cavergno (3223 m)
Alle 10:30 pervengo alla quota massima del percorso, 2433 m. Una breve discesa sul fianco della morena destra mi porta al punto più spettacolare del sentiero: il laghetto periglaciale quotato 2425 m, dove i nevai si immergono nell’acqua turchese. Fino al 1950 circa era ancora coperto dal ghiacciaio.
Mi trovo al punto 4 del percorso; qui si impone una sosta contemplativa e fotografica, seduto ai bordi dello specchio d’acqua.
Alle 10:55 riprendo il cammino in direzione NW. Attraverso delle levigate placche rocciose di gneiss, parallelamente al fronte del ghiacciaio, posto a circa 500 m in linea d’aria. Guado numerosi rinfrescanti torrentelli, intercalati da nevai residui, tenendomi più o meno alla quota di 2380 m, fino a raggiungere la cresta della morena sinistra. Nei pressi di questa morena ho sempre visto degli stambecchi. Mi preparo preventivamente con la reflex armata di teleobiettivo. Ahimè, questa volta mi va buca. Non scorgo né uno stambecco né una marmotta, né una lepre e nemmeno un’aquila.
Il percorso segue ora il filo della morena, in forte discesa su terreno friabile, per duecento metri, quindi piega a sinistra in direzione della baita di Randinascia (2139 m) e del vicino sprügh, che raggiungo dopo aver superato piane paludose, suoli poligonali e dossi arrotondati.
Il tratto conclusivo del sentiero glaciologico è il più faticoso. Dal corte Randinascia il sentiero si sviluppa nei pressi del Riale di Robiei, su un pendio ripido con il fondo sconnesso costellato di pietre e gradini naturali. Arrivato alla stazione della teleferica, punto immediatamente al ristorante, per sorseggiare una meritatissima birra.
Escursione ai piedi del Ghiacciaio del Basòdino in un imponente paesaggio dichiarato “zona golenale di importanza nazionale” con l’obiettivo di proteggere un raro e fragile ecosistema ricco di specie animali e vegetali.
Il percorso non presenta difficoltà tecniche particolari, ma un paio di tratti, agevolati da corde di canapa, richiedono prudenza.
Tempo totale: 5 h 25 min
Tempo di salita: 2 h
Dislivello in salita: 582 m
Quota massima: 2433 m
Quota minima: 1894 m
Sviluppo complessivo: 10,0 km
Difficoltà: T3
Coordinate Funivia San Carlo Robiei: 683'853 / 140'485
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Costo del biglietto Funivia San Carlo-Robiei A + R AVS: 18.- CHF, posteggio gratuito.

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