Corno di Canzo Orientale
|
||||||||||||||||||||||||||
Con qualche ora a disposizione, ci è venuta voglia di tornare sul Corno di Canzo Orientale dopo molto tempo, percorrendo il sentiero più diretto e più tecnico: quindi, in linea di massima lungo il Sentiero delle Vasche ed il "30° OSA". Ma il proposito viene interrotto subito perchè il primo è chiuso dal febbraio scorso per una frana che attualmente non sarebbe ancora stabilizzata; evitiamo secondo programma anche - già fatta numerose volte - la neo-ristrutturata ferrata del Corno Rat. Rimane quindi il poco frequentato sentiero 30° OSA che segue la dorsale fra il Corno Rat e la vetta orientale seguendone ove possibile i tratti rocciosi più emergenti, con peraltro la possibilità di evitarli sui fianchi secondo la percorribilità dei ripidi boschi adiacenti. La via non è mai particolarmente panoramica, fatta eccezione per il tratto-chiave, dove comunque è opportuno non distrarsi per la verticalità e l'esposizione (non ha nulla di differente da una normale ferrata, ma senza il cavo di assicurazione).
Dal parcheggio si sale direttamente al viale affiancato da una via crucis che sale verso il santuario, ma poco prima della chiesa si volge a destra - sentiero 5 - salendo a fianco di un'abitazione fra i terrazzamenti coltivati ad ortaggi; da qui il sentiero prosegue in salita nel bosco lungo il margine della Valle Molinata (che sul fondo ospita il Sentiero delle Vasche e le varie pozze di presa d'acqua che alimentavano antiche fabbriche). Oltrepassati il Boecc di Sciatt (vasca di raccolta d'acqua, parte di un edificio antico ora crollato) e l'imbocco del Sentiero Lüisin verso S.Pietro al Monte, ci si dirige in saliscendi verso la località Taja Sass, dove rimangono frammenti di un trovante di serpentino sezionato per ricavare pietra ornamentale; da qui a San Tomaso si segue una pista agricola. Proprio alle spalle delle tavolate del ristoro si stacca il sentiero 8 che sale affiancando il castagneto delle Piane di S.Tomaso per poi dirigersi, nel folto del bosco e con un sentiero sassoso, nei pressi della Portiola (ruderi, casote e caselli del latte): qui il sentiero devia nettamente a destra e sale ripidamente in direzione del Colle del Gatton, in prossimità della cima del Corno Rat, dove convergono le attrezzature in uscita dalla ferrata. Trascurato l'incrocio con il sentiero 2 (Sambrosera - Fò), si prosegue sul largo crinale fino alle prime strutture rocciose (evitabili, come detto con sentierini sui fianchi), dove frequenti bolli e alcune catene indirizzano sulla traiettoria migliore; dopo un dosso arrotondato di rocce rotte e fessurate, si raggiunge il tratto più impegnativo. La catena accompagna lungo un diedro coricato verso destra fino a raggiungere un piccolo pulpito terminale, da cui si inverte la direzione per pochi metri, per poi salire, con un paio di appoggi metallici, una paretina verticale ed abbastanza liscia; si continua poi ancora per varie decine di metri su rocce rotte fino a raggiungere i prati sommitali del Corno di Canzo Orientale. In pochi passi si scende alla Bocchetta di Luera, da cui si perde velocemente quota lungo un sentiero molto scorrevole zigzagante in una splendida faggeta d'alto fusto; raggiunto il quadrivio presso l'Acqua del Fò, si prosegue mantenendo la direzione della massima pendenza addentrandosi in una valletta ombrosa ed umida, tenendosi spesso nelle vicinanze di un torrentello. Dopo lungo tratto si torna alla località Portiola e, lungo il percorso di salita, si torna a San Tomaso. Qui, nonostante l'evidenza della direzione da intraprendere, non è facile trovare l'inizio del sentiero che scende a Valmadrera: davanti alla chiesa si scende nei prati su di una traccia erbosa e, giunti subito ad un trivio, bisogna scegliere la direzione verso sud, apparentemente la meno frequentata. Entrati nel bosco il sentiero diventa subito evidentissimo ed inizia una ripida discesa sul ciglio della Valle Molinata (l'opposto a quello di salita); le tracce e le deviazioni verso il Sentiero delle Vasche si moltiplicano e, visti i divieti vigenti, occorre fare attenzione per evitare di scendere troppo presto nel fondovalle: la via giusta si individua quando, ad un bivio, si riescono a scorgere nell'alveo del torrente i tubi delle antiche prese industriali. A questo punto ci si trova a poche decine di metri dalla via crucis del santuario di S.Martino.
Dal parcheggio si sale direttamente al viale affiancato da una via crucis che sale verso il santuario, ma poco prima della chiesa si volge a destra - sentiero 5 - salendo a fianco di un'abitazione fra i terrazzamenti coltivati ad ortaggi; da qui il sentiero prosegue in salita nel bosco lungo il margine della Valle Molinata (che sul fondo ospita il Sentiero delle Vasche e le varie pozze di presa d'acqua che alimentavano antiche fabbriche). Oltrepassati il Boecc di Sciatt (vasca di raccolta d'acqua, parte di un edificio antico ora crollato) e l'imbocco del Sentiero Lüisin verso S.Pietro al Monte, ci si dirige in saliscendi verso la località Taja Sass, dove rimangono frammenti di un trovante di serpentino sezionato per ricavare pietra ornamentale; da qui a San Tomaso si segue una pista agricola. Proprio alle spalle delle tavolate del ristoro si stacca il sentiero 8 che sale affiancando il castagneto delle Piane di S.Tomaso per poi dirigersi, nel folto del bosco e con un sentiero sassoso, nei pressi della Portiola (ruderi, casote e caselli del latte): qui il sentiero devia nettamente a destra e sale ripidamente in direzione del Colle del Gatton, in prossimità della cima del Corno Rat, dove convergono le attrezzature in uscita dalla ferrata. Trascurato l'incrocio con il sentiero 2 (Sambrosera - Fò), si prosegue sul largo crinale fino alle prime strutture rocciose (evitabili, come detto con sentierini sui fianchi), dove frequenti bolli e alcune catene indirizzano sulla traiettoria migliore; dopo un dosso arrotondato di rocce rotte e fessurate, si raggiunge il tratto più impegnativo. La catena accompagna lungo un diedro coricato verso destra fino a raggiungere un piccolo pulpito terminale, da cui si inverte la direzione per pochi metri, per poi salire, con un paio di appoggi metallici, una paretina verticale ed abbastanza liscia; si continua poi ancora per varie decine di metri su rocce rotte fino a raggiungere i prati sommitali del Corno di Canzo Orientale. In pochi passi si scende alla Bocchetta di Luera, da cui si perde velocemente quota lungo un sentiero molto scorrevole zigzagante in una splendida faggeta d'alto fusto; raggiunto il quadrivio presso l'Acqua del Fò, si prosegue mantenendo la direzione della massima pendenza addentrandosi in una valletta ombrosa ed umida, tenendosi spesso nelle vicinanze di un torrentello. Dopo lungo tratto si torna alla località Portiola e, lungo il percorso di salita, si torna a San Tomaso. Qui, nonostante l'evidenza della direzione da intraprendere, non è facile trovare l'inizio del sentiero che scende a Valmadrera: davanti alla chiesa si scende nei prati su di una traccia erbosa e, giunti subito ad un trivio, bisogna scegliere la direzione verso sud, apparentemente la meno frequentata. Entrati nel bosco il sentiero diventa subito evidentissimo ed inizia una ripida discesa sul ciglio della Valle Molinata (l'opposto a quello di salita); le tracce e le deviazioni verso il Sentiero delle Vasche si moltiplicano e, visti i divieti vigenti, occorre fare attenzione per evitare di scendere troppo presto nel fondovalle: la via giusta si individua quando, ad un bivio, si riescono a scorgere nell'alveo del torrente i tubi delle antiche prese industriali. A questo punto ci si trova a poche decine di metri dalla via crucis del santuario di S.Martino.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare