Al Bisbino dall'insolita Scala di Ronda.
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Al Bisbino sono salito numerose volte, ma oggi, visti alcuni recenti report letti su HIKR che descrivono la salita dalla "Scala di Ronda", che non ho mai fatto, ho proposto ai miei compagni questa nuova uscita.
Parcheggiata l'auto di buon'ora presso la chiesa di Santo Stefano (tra Cernobbio e Maslianico), abbiamo percorso per circa 3 km la "Via per la Svizzera", raggiungendo il confine (valico di Roggiana) dove la strada si restringe e termina e dove è posta una sbarra che consente solo il passaggio pedonale.
Qui, volgendo a destra, si percorre un breve sentierino nel bosco che porta alla cosiddetta "Scala di Ronda".
Devo dire che in tutta la mia attività escursionistica, non mi ero mai imbattuto in un manufatto del genere, e scrivo manufatto perché chiamarlo sentiero è improprio.
Si tratta infatti di una scalinata lunghissima e verticale (supera 550 m di dislivello con più di 1600 gradini, la cui altezza varia dai 25 ai 45 cm), che segue la linea di massima pendenza della montagna (qui molto ripida) fino ad arrivare al Pizzo di Meda.
Indubbiamente le caratteristiche dell'opera non sono configurabili come un normale sentiero, che mai sarebbe stato tracciato dagli alpigiani con queste pendenze (impraticabili anche dagli animali da pascolo) e con questa linearità, ma l'opera è stata realizzata negli anni ‘40-50 proprio per pattugliare con dei servizi di ronda (da cui il nome) il confine italo-svizzero, che si trova proprio di fianco e che in alcuni tratti è ancora delimitato dalla famosa "ramina" (recinzione h 2,50 realizzata con rete romboidale e filo spinato), il tutto per contrastare il contrabbando che a quei tempi era “fonte di reddito”.
Volendo, la salita della Scala, si può leggere anche come una prova di "espiazione" delle proprie colpe o di riconciliazione con se stessi; alcuni addirittura dicono che con il suo superamento si ottenga l'indulgenza plenaria (ah! ah! ah!)...
Superata questa dura prova, il sentiero poi diventa molto più tranquillo e seguendo sempre il confine (un po' in Italia e un po' in Svizzera) si mantiene nei pressi del crinale per arrivare infine sul Monte Bisbino.
Discesa effettuata seguendo per un tratto la stradina asfaltata che sale da Cernobbio, per poi ritornare nei boschi e scendere ai Monti Duello, dove abbiamo effettuato la sosta pranzo.
Ripartiti dai Monti Duello, abbiamo attraversato i pendii della montagna, per tornare sul lato occidentale della Val Cosera e, superati i Monti Piazzola (bell'agglomerato di case), abbiamo seguito la stradina percorribile dai residenti con fuoristrada, arrivando con precisione chirurgica (grazie a OruxMaps) al punto di partenza.
Bella escursione di allenamento ad anello (1200 m di dislivello per 6,5 ore di cammino effettivo) in una zona vicino a casa; certo la Scala di Ronda rimarrà nei nostri pensieri per un po' di tempo...
Bravi i miei compagni di escursione che hanno dimostrato tenacia e determinazione in una giornata dal meteo primaverile.
Parcheggiata l'auto di buon'ora presso la chiesa di Santo Stefano (tra Cernobbio e Maslianico), abbiamo percorso per circa 3 km la "Via per la Svizzera", raggiungendo il confine (valico di Roggiana) dove la strada si restringe e termina e dove è posta una sbarra che consente solo il passaggio pedonale.
Qui, volgendo a destra, si percorre un breve sentierino nel bosco che porta alla cosiddetta "Scala di Ronda".
Devo dire che in tutta la mia attività escursionistica, non mi ero mai imbattuto in un manufatto del genere, e scrivo manufatto perché chiamarlo sentiero è improprio.
Si tratta infatti di una scalinata lunghissima e verticale (supera 550 m di dislivello con più di 1600 gradini, la cui altezza varia dai 25 ai 45 cm), che segue la linea di massima pendenza della montagna (qui molto ripida) fino ad arrivare al Pizzo di Meda.
Indubbiamente le caratteristiche dell'opera non sono configurabili come un normale sentiero, che mai sarebbe stato tracciato dagli alpigiani con queste pendenze (impraticabili anche dagli animali da pascolo) e con questa linearità, ma l'opera è stata realizzata negli anni ‘40-50 proprio per pattugliare con dei servizi di ronda (da cui il nome) il confine italo-svizzero, che si trova proprio di fianco e che in alcuni tratti è ancora delimitato dalla famosa "ramina" (recinzione h 2,50 realizzata con rete romboidale e filo spinato), il tutto per contrastare il contrabbando che a quei tempi era “fonte di reddito”.
Volendo, la salita della Scala, si può leggere anche come una prova di "espiazione" delle proprie colpe o di riconciliazione con se stessi; alcuni addirittura dicono che con il suo superamento si ottenga l'indulgenza plenaria (ah! ah! ah!)...
Superata questa dura prova, il sentiero poi diventa molto più tranquillo e seguendo sempre il confine (un po' in Italia e un po' in Svizzera) si mantiene nei pressi del crinale per arrivare infine sul Monte Bisbino.
Discesa effettuata seguendo per un tratto la stradina asfaltata che sale da Cernobbio, per poi ritornare nei boschi e scendere ai Monti Duello, dove abbiamo effettuato la sosta pranzo.
Ripartiti dai Monti Duello, abbiamo attraversato i pendii della montagna, per tornare sul lato occidentale della Val Cosera e, superati i Monti Piazzola (bell'agglomerato di case), abbiamo seguito la stradina percorribile dai residenti con fuoristrada, arrivando con precisione chirurgica (grazie a OruxMaps) al punto di partenza.
Bella escursione di allenamento ad anello (1200 m di dislivello per 6,5 ore di cammino effettivo) in una zona vicino a casa; certo la Scala di Ronda rimarrà nei nostri pensieri per un po' di tempo...
Bravi i miei compagni di escursione che hanno dimostrato tenacia e determinazione in una giornata dal meteo primaverile.
Tourengänger:
imerio

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