Anello di Pian Cavallone da Cicogna.
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Tutte le volte che salivo al Pizzo Marona o al Todano, adocchiavo sempre il sentiero che dalla Cappella di Pian Cavallone scendeva verso La Soliva, ripromettendomi una volta o l'altra di percorrerlo e finalmente oggi, questo desiderio si è concretizzato con gli amici Fabio e Mario.
Partiti di buon'ora da Cicogna, ci siamo ben presto calati verso il Torrente Pogallo per poi iniziare la lunga risalita del versante opposto passando per le baite di Tregugno, Teggia e La Soliva.
Certo non dimenticheremo la risalita del torrente Marona, in un ambiente veramente selvaggio e fuori dal mondo, per poi percorrere la ripida faggeta (+ 300 m con il primo tratto veramente ostico per la presenza di uno strato di foglie, che in alcuni tratti raggiungeva il metro di spessore) ed arrivare al terrazzo dell'Alpe La Soliva.
Altrettanto bella è stata la traversata dalla Soliva a Pian Cavallone, che taglia tutto il versante sud della Cima Cugnacorta, attrezzata in alcuni tratti con catene, ma senza mai presentare punti particolarmente esposti.
Arrivati a Pian Cavallone non ci siamo fatti mancare la salita al Monte Todano, scendendo poi all'Alpe Curgei per consumare il nostro pranzo; bella "vertical" anche la discesa dal Curgei al Ponte de La Buia (-900 m passando per le baite di Varola) sempre sul Rio Pogallo, fatta però nel bosco con fondo "terroso" che ci ha risparmiato un po' le ginocchia.
Ulteriori dettagli sull’escursione sono riportati nelle didascalie delle foto.
Devo dire che nell'ultima risalita da La Buia a Cicogna (+ 250 m), la spia della riserva ha cominciato a lampeggiare, complice il giro dal notevole sviluppo che ha richiesto un buon impegno fisico (1532 m di ascesa per circa 7 ore di cammino).
Tirando le conclusioni, è stato un anello che ci ha permesso di attraversare ambienti molto diversi tra loro e in alcuni tratti anche molto panoramici e, devo dire, non molto difficile dal punto di vista tecnico (anche i segnavia sono sempre presenti lungo tutto il percorso ), certo va affrontato con un discreto allenamento.
Numerosi i gruppi di baite attraversati, nell’ordine: Corte Borlino, Tregugno, Teggia, La Soliva, La Pascola, Curgei, Varolino, Varola, Premiago e La Buia, a testimonianza di come l’uomo si fosse faticosamente conquistato spazi a volte in posizioni incredibili, nel territorio della Val Grande.
Incontro con l'animale molto nutrito anche questa volta, a partire dai caprioli che abbiamo visto molto numerosi (una decina) appena arrivati a Cicogna e poi dai camosci incontrati un po’ lungo tutto il percorso.
Tempo bello e caldo, in un ambiente però molto secco a causa del lungo periodo siccitoso.
E così, anche oggi, abbiamo aggiunto un altro piccolo tassello alla conoscenza del grande mosaico della magica Val Grande!
Partiti di buon'ora da Cicogna, ci siamo ben presto calati verso il Torrente Pogallo per poi iniziare la lunga risalita del versante opposto passando per le baite di Tregugno, Teggia e La Soliva.
Certo non dimenticheremo la risalita del torrente Marona, in un ambiente veramente selvaggio e fuori dal mondo, per poi percorrere la ripida faggeta (+ 300 m con il primo tratto veramente ostico per la presenza di uno strato di foglie, che in alcuni tratti raggiungeva il metro di spessore) ed arrivare al terrazzo dell'Alpe La Soliva.
Altrettanto bella è stata la traversata dalla Soliva a Pian Cavallone, che taglia tutto il versante sud della Cima Cugnacorta, attrezzata in alcuni tratti con catene, ma senza mai presentare punti particolarmente esposti.
Arrivati a Pian Cavallone non ci siamo fatti mancare la salita al Monte Todano, scendendo poi all'Alpe Curgei per consumare il nostro pranzo; bella "vertical" anche la discesa dal Curgei al Ponte de La Buia (-900 m passando per le baite di Varola) sempre sul Rio Pogallo, fatta però nel bosco con fondo "terroso" che ci ha risparmiato un po' le ginocchia.
Ulteriori dettagli sull’escursione sono riportati nelle didascalie delle foto.
Devo dire che nell'ultima risalita da La Buia a Cicogna (+ 250 m), la spia della riserva ha cominciato a lampeggiare, complice il giro dal notevole sviluppo che ha richiesto un buon impegno fisico (1532 m di ascesa per circa 7 ore di cammino).
Tirando le conclusioni, è stato un anello che ci ha permesso di attraversare ambienti molto diversi tra loro e in alcuni tratti anche molto panoramici e, devo dire, non molto difficile dal punto di vista tecnico (anche i segnavia sono sempre presenti lungo tutto il percorso ), certo va affrontato con un discreto allenamento.
Numerosi i gruppi di baite attraversati, nell’ordine: Corte Borlino, Tregugno, Teggia, La Soliva, La Pascola, Curgei, Varolino, Varola, Premiago e La Buia, a testimonianza di come l’uomo si fosse faticosamente conquistato spazi a volte in posizioni incredibili, nel territorio della Val Grande.
Incontro con l'animale molto nutrito anche questa volta, a partire dai caprioli che abbiamo visto molto numerosi (una decina) appena arrivati a Cicogna e poi dai camosci incontrati un po’ lungo tutto il percorso.
Tempo bello e caldo, in un ambiente però molto secco a causa del lungo periodo siccitoso.
E così, anche oggi, abbiamo aggiunto un altro piccolo tassello alla conoscenza del grande mosaico della magica Val Grande!
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