Pizzo di Claro 2727 m con Molinera, Morinere e Via Lumino da Lumino
Per la seconda volta in vita mia salgo sul Gigante della Riviera e di nuovo in veste invernale. L'asprezza del Pizzo di Claro in questa stagione lo rende ancora più bello, ma impegnativo e inusuale tanto che potrei quasi dire di aver instaurato con esso un rapporto invernale esclusivo. In effetti non ho mai incontrato anima viva lassù.
Perché il Pizzo di Claro adesso
È stata una decisione delle 22.00 della sera precedente. Cercavo un bel "montagnone" in Ticino, sufficientemente a sud da non ricevere le nevicate di sconfinamento previste fino al Ticino centrale per la notte su martedì da nord. Avevo studiato una concatenazione di cime tra Vogorno e Cima dell'Uomo. Ma non sentivo lo slancio che serviva. Se manca la motivazione allora va rivista la scelta.
E così mentre sistemavo la cucina ho pensato alla Via Lumino. Ho letto quello che mi serviva, mandato i soliti vocali a chi mi consiglia e deciso per un Claro dal fondo.
Perché da Lumino? Per poter dire di aver fatto la Via Lumino da Lumino.
Il Pizzo di Claro visto dal Piz de Molinera alle 10.00

Capanna Brogoldone
Per raggiungere il crinale che collega il Piz de Molinera al Pizzo di Claro sono passato dalla Capanna Brogoldone. Situata a quota 1909 m rimane sul versante occidentale del Molinera.
In realtà volevo salire dall'Alpe di Stabiello passando dal Piz Martum. Ma la traccia sulla mappa non risulta ufficiale. Per evitare di commettere errori alle 04.00 del mattino e di perdermi in ravanate fuori traccia, vista l'imponente distanza dei miei obiettivi, ho scelto una via sicura.
Sveglia alle 02.00.
Alle 04.00 mi incammino da Lumino. Parcheggio all'interno delle vie del nucleo. Accedo ai boschi dopo aver percorso un tratto di strade comunali fino in cima al villaggio.
La mia fortuna è che fino ai Monti di Savorù, a quota 1308 m, il sentiero sale dolcemente, è ampio e ben tenuto. Posso camminare tranquillamente al buio abbattendo già buona parte del dislivello prima dell'alba.
Giunto a Savorù constato che esiste una funivia che sale da Lumino. Supero l'alpe quando il cielo inizia a rischiararsi.
A partire da quota 1000 m circa durante la notte, nonostante le mie speculazioni, è nevicato circa 5 o pochi più centimetri.
Per salire alla Brogoldone prendo la deviazione con indicato "scorciatoia - sentiero ripido". In effetti sale in modo diretto dalla quota 1391 sfruttando la linea spartiacque e passando dall'alpe Pissadello. La prima pausa la faccio prima della Capanna. Alle 08.00, poco prima della stessa, mi fermo nel bosco, così mando un po' di messaggi a casa e faccio uno snack.
Presto riparto e in poco tempo sono alla Capanna Brogoldone. Ho fatto bene a fermarmi prima perché qui irrompe il vento da nord annunciato. La Capanna sorge su un balcone maggiormente esposto al vento e con accumuli di neve nei quali sprofondo.
Piz de Molinera (2288 m) e Pizzo di Morinere (2254 m)
Il sentiero estivo raggiunge il Molinera da nord, dal Pass de Ciarin. Tuttavia non voglio salire e scendere dalla medesima via. Quindi seguo una traccia diversa che si inoltra a mezzacosta verso sud e poi risalgo i pendii occidentali puntando alla cresta sud. Ci sono alcuni rododendri coperti di neve nei quali pratico il mio solito ravanage, oggi è immancabile anche questo aspetto. Esso viene reso più acuto dal vento ora tempestoso. La neve mi turbina intorno e mi riempie le tasche della giacca distrattamente lasciate aperte.
Senza problemi raggiungo la vetta. Non ho tempo di fermarmi, il vento mi travolge. Osservo il crinale e appare la meta finale, il Pizzo di Claro.
Mi lancio lungo la cresta sfidando il vento che talvolta mi spinge di lato obbligandomi ad assicurarmi con la piccozza al terreno e talvolta oscura la mia vista con dense nubi di neve trasportata.
Il Claro dalla via Lumino sta diventando un'utopia.
Decido di raggiungere il Passo di Mem e considero di rientrare oppure di tentare di salire dalla via normale.
La cresta di congiunzione Molinera e Morinere è ampia e panoramica. Scendo e risalgo la prossima cima senza sosta e poi ridiscendo al Passo di Mem sempre su una cresta facile.
Provo ora a scendere verso il Pian del Baitel sopra l'Alpe di Mem: sono convinto che sia riparato dal vento. Inoltre dopo 2300 m di dislivello penso di potermi concedere una salita dalla via normale che non mi impegni mentalmente più di tanto.
Immediatamente sprofondo fino al collo. Sto accedendo ad una vasta conca di neve ventata. Qui 2 settimane prima una ragazza ticinese si è impantanata e l'hanno salvata i soccorsi.
Ebbene non mi resta che tentare di salire dalla Via Lumino: il Claro così vuole e così sarà fatto.
Piz de Molinera visto dalla Capanna Brogoldone
La via Lumino e il Pizzo di Claro
Questa parte di escursione mi ha occupato all'incirca 5 ore in totale tra andata e ritorno pause incluse. Sarò mezzo matto ma dove serve concentrazione io ce la metto tutta. Fino a qui è stata una passeggiata su T3. Ora inizia la parte più difficile. Sono quasi le 11.00. Ho il tempo che mi serve. Non sono convinto di arrivare in vetta ma ci provo. Dove arrivo arrivo. Provo a salire anche soltanto per vedere com'è.
Con i ramponi ai piedi mi avvio lungo la cresta. Essa è più sottile rispetto a quella del Molinera - Morinere. Ma adesso il vento è magicamente svanito e il sole inizia a scaldarmi.
Mi alzo a quota 2300 m e affronto un traverso tenendomi bene (piccozza). Quindi scorgo una grande torre (che culmina a 2570 m) e mi chiedo da dove si debba aggirare. Controllo su Hikr: la traccia di
rocko la aggira da sinistra (lato Riviera) e la relazione di
gbal se non sbaglio parlava di bolli bianchi.
Senza difficoltà individuo i bolli che portano ad una cengia. Questa è parzialmente libera dalla neve: fosse più innevato forse sarebbe l'unico punto problematico di tutto il tour. Incontro un passaggio da arrampicare (II) e procedo su facili roccette. L'esposizione tuttavia è importante sulla zona del Lago di Canee. Non si possono commettere errori. Da qui sono 200 m di pendii ripidi, traversi esposti, passaggi da arrampicare (I) e ancora un passaggio di II. Superata la torre 2570 m non trovo più i bolli bianchi, pertanto mi invento la via promettendomi di ripercorrerla uguale in discesa.
Ad un certo punto raggiungo una convergenza di linee dorsali alla quota 2700 m. Da qui è più facile, c'è il sentiero estivo che sale dal lago. Incredulo raggiungo le 2 croci di vetta e senza fermarmi mi dirigo alla cima nord. Solo qui mi fermo e mi parte un bel grido di esultanza che non è nel mio stile. Nove ore e mezza. Ce l'ho fatta! Il Claro è mio e stavolta sono sereno e tranquillo quassù da solo. L'ultima volta invece avevo pianto.
La cengia dove inizia la Via Lumino

Un lungo ritorno di 6 ore
Dopo una meritata pausa mi appresto a scendere, d'altronde siamo in inverno e non posso indugiare in vetta. Prima di cantare vittoria voglio raggiungere il Passo del Mem così da lasciarmi le difficoltà alle spalle.
Escludo una discesa dalla normale per evitare tutta la neve dell'Alpe di Mem e per restare sul conosciuto, viste le distanze dalla macchina.
In discesa mi è sembrata più facile la via, ho disarrampicato tutti i passaggi individuando la mia traccia. Sbagliare implicherebbe trovarsi sopra risalti, punti verticali, ostacoli e dover tornare.
Ho ripercorso fedelmente la traccia da me creata trovando la neve un po' meno dura nei punti esposti al sole. Forse la percezione è cambiata perché in salita era tutta un' incognita e questo crea maggiore stress.
Invece in discesa sapevo cosa mi aspettava.
Giunto all'attacco della via, dopo almeno un'ora, mi concedo una pausetta. Decido che percorso intraprendere dopo il Passo del Mem. In teoria per raggiungere la Brogoldone bisognerebbe abbassarsi nel versante della Riviera. Ma con la neve sarebbe un traverso e in ogni caso un saliscendi faticoso. Per questo opto per risalire nuovamente al Pizzo di Morinere seguendo la facile cresta, scendere al Pass de Ciarin e da qui utilizzare il sentiero estivo interamente in discesa.
È stata un'ottima scelta: questo mi ha permesso anche di godere della cresta che invece al mattino ho percorso bersagliato dalla furia del vento.
Ogni tanto mi giro a contemplare sua maestà il Pizzo di Claro, con una certa riverenza ma anche con maggiore confidenza.
La neve della notte è regredita. Molti pendii si sono liberati.
Dalla Brogoldone intraprendo la ripida scorciatoia e a passo svelto raggiungo i Monti di Savorù che sono ormai le 18.15.
Ultima pausa e poi giù con il frontale. I primi 900 metri li percorro in un'ora senza fastidi. Alla fine rallento un po' e raggiungo Lumino alle 20.00.
Passaggio in discesa lungo la Via Lumino

Questo tour per me è il secondo in assoluto a livello di dislivello e sviluppo dopo i mitici Torrent da Osogna.
Ma é il primo così lungo nella stagione invernale.
Per questo genere di imprese servono sicuramente forza e impegno, ma più di tutto occorre una sufficiente dose di autismo:).
Perché il Pizzo di Claro adesso
È stata una decisione delle 22.00 della sera precedente. Cercavo un bel "montagnone" in Ticino, sufficientemente a sud da non ricevere le nevicate di sconfinamento previste fino al Ticino centrale per la notte su martedì da nord. Avevo studiato una concatenazione di cime tra Vogorno e Cima dell'Uomo. Ma non sentivo lo slancio che serviva. Se manca la motivazione allora va rivista la scelta.
E così mentre sistemavo la cucina ho pensato alla Via Lumino. Ho letto quello che mi serviva, mandato i soliti vocali a chi mi consiglia e deciso per un Claro dal fondo.
Perché da Lumino? Per poter dire di aver fatto la Via Lumino da Lumino.
Il Pizzo di Claro visto dal Piz de Molinera alle 10.00

Capanna Brogoldone
Per raggiungere il crinale che collega il Piz de Molinera al Pizzo di Claro sono passato dalla Capanna Brogoldone. Situata a quota 1909 m rimane sul versante occidentale del Molinera.
In realtà volevo salire dall'Alpe di Stabiello passando dal Piz Martum. Ma la traccia sulla mappa non risulta ufficiale. Per evitare di commettere errori alle 04.00 del mattino e di perdermi in ravanate fuori traccia, vista l'imponente distanza dei miei obiettivi, ho scelto una via sicura.
Sveglia alle 02.00.
Alle 04.00 mi incammino da Lumino. Parcheggio all'interno delle vie del nucleo. Accedo ai boschi dopo aver percorso un tratto di strade comunali fino in cima al villaggio.
La mia fortuna è che fino ai Monti di Savorù, a quota 1308 m, il sentiero sale dolcemente, è ampio e ben tenuto. Posso camminare tranquillamente al buio abbattendo già buona parte del dislivello prima dell'alba.
Giunto a Savorù constato che esiste una funivia che sale da Lumino. Supero l'alpe quando il cielo inizia a rischiararsi.
A partire da quota 1000 m circa durante la notte, nonostante le mie speculazioni, è nevicato circa 5 o pochi più centimetri.
Per salire alla Brogoldone prendo la deviazione con indicato "scorciatoia - sentiero ripido". In effetti sale in modo diretto dalla quota 1391 sfruttando la linea spartiacque e passando dall'alpe Pissadello. La prima pausa la faccio prima della Capanna. Alle 08.00, poco prima della stessa, mi fermo nel bosco, così mando un po' di messaggi a casa e faccio uno snack.
Presto riparto e in poco tempo sono alla Capanna Brogoldone. Ho fatto bene a fermarmi prima perché qui irrompe il vento da nord annunciato. La Capanna sorge su un balcone maggiormente esposto al vento e con accumuli di neve nei quali sprofondo.
Piz de Molinera (2288 m) e Pizzo di Morinere (2254 m)
Il sentiero estivo raggiunge il Molinera da nord, dal Pass de Ciarin. Tuttavia non voglio salire e scendere dalla medesima via. Quindi seguo una traccia diversa che si inoltra a mezzacosta verso sud e poi risalgo i pendii occidentali puntando alla cresta sud. Ci sono alcuni rododendri coperti di neve nei quali pratico il mio solito ravanage, oggi è immancabile anche questo aspetto. Esso viene reso più acuto dal vento ora tempestoso. La neve mi turbina intorno e mi riempie le tasche della giacca distrattamente lasciate aperte.
Senza problemi raggiungo la vetta. Non ho tempo di fermarmi, il vento mi travolge. Osservo il crinale e appare la meta finale, il Pizzo di Claro.
Mi lancio lungo la cresta sfidando il vento che talvolta mi spinge di lato obbligandomi ad assicurarmi con la piccozza al terreno e talvolta oscura la mia vista con dense nubi di neve trasportata.
Il Claro dalla via Lumino sta diventando un'utopia.
Decido di raggiungere il Passo di Mem e considero di rientrare oppure di tentare di salire dalla via normale.
La cresta di congiunzione Molinera e Morinere è ampia e panoramica. Scendo e risalgo la prossima cima senza sosta e poi ridiscendo al Passo di Mem sempre su una cresta facile.
Provo ora a scendere verso il Pian del Baitel sopra l'Alpe di Mem: sono convinto che sia riparato dal vento. Inoltre dopo 2300 m di dislivello penso di potermi concedere una salita dalla via normale che non mi impegni mentalmente più di tanto.
Immediatamente sprofondo fino al collo. Sto accedendo ad una vasta conca di neve ventata. Qui 2 settimane prima una ragazza ticinese si è impantanata e l'hanno salvata i soccorsi.
Ebbene non mi resta che tentare di salire dalla Via Lumino: il Claro così vuole e così sarà fatto.
Piz de Molinera visto dalla Capanna Brogoldone

La via Lumino e il Pizzo di Claro
Questa parte di escursione mi ha occupato all'incirca 5 ore in totale tra andata e ritorno pause incluse. Sarò mezzo matto ma dove serve concentrazione io ce la metto tutta. Fino a qui è stata una passeggiata su T3. Ora inizia la parte più difficile. Sono quasi le 11.00. Ho il tempo che mi serve. Non sono convinto di arrivare in vetta ma ci provo. Dove arrivo arrivo. Provo a salire anche soltanto per vedere com'è.
Con i ramponi ai piedi mi avvio lungo la cresta. Essa è più sottile rispetto a quella del Molinera - Morinere. Ma adesso il vento è magicamente svanito e il sole inizia a scaldarmi.
Mi alzo a quota 2300 m e affronto un traverso tenendomi bene (piccozza). Quindi scorgo una grande torre (che culmina a 2570 m) e mi chiedo da dove si debba aggirare. Controllo su Hikr: la traccia di


Senza difficoltà individuo i bolli che portano ad una cengia. Questa è parzialmente libera dalla neve: fosse più innevato forse sarebbe l'unico punto problematico di tutto il tour. Incontro un passaggio da arrampicare (II) e procedo su facili roccette. L'esposizione tuttavia è importante sulla zona del Lago di Canee. Non si possono commettere errori. Da qui sono 200 m di pendii ripidi, traversi esposti, passaggi da arrampicare (I) e ancora un passaggio di II. Superata la torre 2570 m non trovo più i bolli bianchi, pertanto mi invento la via promettendomi di ripercorrerla uguale in discesa.
Ad un certo punto raggiungo una convergenza di linee dorsali alla quota 2700 m. Da qui è più facile, c'è il sentiero estivo che sale dal lago. Incredulo raggiungo le 2 croci di vetta e senza fermarmi mi dirigo alla cima nord. Solo qui mi fermo e mi parte un bel grido di esultanza che non è nel mio stile. Nove ore e mezza. Ce l'ho fatta! Il Claro è mio e stavolta sono sereno e tranquillo quassù da solo. L'ultima volta invece avevo pianto.
La cengia dove inizia la Via Lumino

Un lungo ritorno di 6 ore
Dopo una meritata pausa mi appresto a scendere, d'altronde siamo in inverno e non posso indugiare in vetta. Prima di cantare vittoria voglio raggiungere il Passo del Mem così da lasciarmi le difficoltà alle spalle.
Escludo una discesa dalla normale per evitare tutta la neve dell'Alpe di Mem e per restare sul conosciuto, viste le distanze dalla macchina.
In discesa mi è sembrata più facile la via, ho disarrampicato tutti i passaggi individuando la mia traccia. Sbagliare implicherebbe trovarsi sopra risalti, punti verticali, ostacoli e dover tornare.
Ho ripercorso fedelmente la traccia da me creata trovando la neve un po' meno dura nei punti esposti al sole. Forse la percezione è cambiata perché in salita era tutta un' incognita e questo crea maggiore stress.
Invece in discesa sapevo cosa mi aspettava.
Giunto all'attacco della via, dopo almeno un'ora, mi concedo una pausetta. Decido che percorso intraprendere dopo il Passo del Mem. In teoria per raggiungere la Brogoldone bisognerebbe abbassarsi nel versante della Riviera. Ma con la neve sarebbe un traverso e in ogni caso un saliscendi faticoso. Per questo opto per risalire nuovamente al Pizzo di Morinere seguendo la facile cresta, scendere al Pass de Ciarin e da qui utilizzare il sentiero estivo interamente in discesa.
È stata un'ottima scelta: questo mi ha permesso anche di godere della cresta che invece al mattino ho percorso bersagliato dalla furia del vento.
Ogni tanto mi giro a contemplare sua maestà il Pizzo di Claro, con una certa riverenza ma anche con maggiore confidenza.
La neve della notte è regredita. Molti pendii si sono liberati.
Dalla Brogoldone intraprendo la ripida scorciatoia e a passo svelto raggiungo i Monti di Savorù che sono ormai le 18.15.
Ultima pausa e poi giù con il frontale. I primi 900 metri li percorro in un'ora senza fastidi. Alla fine rallento un po' e raggiungo Lumino alle 20.00.
Passaggio in discesa lungo la Via Lumino

Questo tour per me è il secondo in assoluto a livello di dislivello e sviluppo dopo i mitici Torrent da Osogna.
Ma é il primo così lungo nella stagione invernale.
Per questo genere di imprese servono sicuramente forza e impegno, ma più di tutto occorre una sufficiente dose di autismo:).
Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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