Monte Generoso per la Variante e Monte Sant' Agata
A volte ritornano.
La variante e alcune sue diramazioni, sono state il mio terreno d'avventura di un paio di decenni fà, per lo più un dopolavoro pomeridiano. E' ora di rifarci un giretto.
Si parte dal parcheggio sotto la chiesa di Rovio e percorriamo tutta la Via San Felice in piano, per poi salire i vicoli del paese e uscire poi verso est a monte del paese, si passa dalla Cappella di Soldino ( Suldin) e con la stradina fino al Prato di Pioda dove inizia il vero sentiero che ripidamente sale nella faggeta. Intanto finisce anche la mia feroce lotta con il GPS che non vuole collaborare nella registrazione, alla fine cambio le batterie e magicamente lui mette la testa a posto, per questo manca la prima parte della traccia. Infine si esce nella radura con bivacco a Perostabio 1233 m. Appena a monte della baite parte la segnatura bianco-blu che inizialmente nel bosco, poi si arriva contro la roccia a 1370 circa, dove si incomincia a traversare a destra ci si alza anche aiutati da cavetti e si passa a fianco del Cammello. Quindi si attraversa il canalone Gianola che scende dal Baraghetto, c'è neve ghiacciata ma si riesce a passare comunque. Poi si sale a percorrere un bel traverso passando anche sotto la Casa della Marchesa, al cui termine quasi c'è la gamella col libro di vetta. Ancora pochi passi e arriviamo poi alla Sella 1647 tra il Baraghetto e la Vetta ( Punta Cadola ). Saliamo dapprima al Baraghetto e alla sua croce ( dal versante opposto arriva la via ferrata ). Quindi mentre scendiamo ancora alla Sella, ci lasciamo attrarre dal canapone che scende alla Casa della Marchesa o Cà da la Mata ( sarà stata una tipa bizzarra :)). Risalito il canapone, prendiamo la cresta attrezzata e saliamo al Generoso vetta principale-Punta Cadola. Grande folla nel recinto. Scendiamo verso l'albergo e col sentiero che taglia appena sotto le cime ( quello più alto ) ritorniamo alla Sella 1647 ancora ( tratto ghiacciato) e dopo essere passati sotto anche al Baraghetto arriviamo alla Sella Squadrina 1621 da dove Saliamo la Vetta 1645 ( Sasso Bianco ?? forse meglio Piancaccia Sud ) quindi di costa giù alla Sella Piancaccia 1599 e alla Cima Piancaccia 1610m, dove consumiamo un frugale pasto incalzati dal venticello gelido.
Cambiando direzione, scendiamo alla Bocchetta della Camoscia 1445 su ai Torrioni 1489 scesi al Passo Croset 1360. Qui per non lasciare indietro niente, su anche alla Cima Crocetta 1392. Ritornati al Passo giù per il sentiero a ovest, non più segnalato ma sempre ben visibile, che passa dai prati sfalciati de I Pianch. Più sotto si passa sotto al Bel Torrione di quota 954, e a quota 860 al bivio prendiamo a destra per arrivare alla sella prativa 794 m, tra generoso e Sant'Agata. Proprio qui parte il sentiero comodo e dolce che sale alla chiesetta e al Monte Sant'Agata 940. Ora con una buona dose di sadismo, invece che ridiscendere per lo stesso sentiero, andiamo per una bella traccia verso nord, per poi iniziare una bella discesa, sempre più incerta, dove le tracce probabilmente animalesche si disperdono in più rivoli, ma alla fine arriviamo giù direttamente alla baita di Bogo 755. Qui ormi all'imbrunire e con molto ottimismo andiamo verso sud in una valletta tra il Sant'Agata e I Doss, dove pare che le foglie secche vadano a nozze, siamo dentro fino alla vita. Finalmente fuori dal Calvario fogliare scendiamo Al Cer 675 m. Dove con una bella mulattiera lastricata ci porta a Ca de Conza ( gigantesco rudere ). Qui abbandoniamo la bella mulattiera ( troppo facile ) per un esile sentierino, d'altronde al buio cosa cercare di meglio, che svoltando a destra ci fà passare sopra le vigne e arriva dall'alto in paese a Rovio. Dulcis in Fundo, ci perdiamo per i vicoli della Megalopoli ( 834 abitanti ) ma alla fine portiamo a casa la pellaccia e troviamo il vasto piazzale del parcheggio.
La variante e alcune sue diramazioni, sono state il mio terreno d'avventura di un paio di decenni fà, per lo più un dopolavoro pomeridiano. E' ora di rifarci un giretto.
Si parte dal parcheggio sotto la chiesa di Rovio e percorriamo tutta la Via San Felice in piano, per poi salire i vicoli del paese e uscire poi verso est a monte del paese, si passa dalla Cappella di Soldino ( Suldin) e con la stradina fino al Prato di Pioda dove inizia il vero sentiero che ripidamente sale nella faggeta. Intanto finisce anche la mia feroce lotta con il GPS che non vuole collaborare nella registrazione, alla fine cambio le batterie e magicamente lui mette la testa a posto, per questo manca la prima parte della traccia. Infine si esce nella radura con bivacco a Perostabio 1233 m. Appena a monte della baite parte la segnatura bianco-blu che inizialmente nel bosco, poi si arriva contro la roccia a 1370 circa, dove si incomincia a traversare a destra ci si alza anche aiutati da cavetti e si passa a fianco del Cammello. Quindi si attraversa il canalone Gianola che scende dal Baraghetto, c'è neve ghiacciata ma si riesce a passare comunque. Poi si sale a percorrere un bel traverso passando anche sotto la Casa della Marchesa, al cui termine quasi c'è la gamella col libro di vetta. Ancora pochi passi e arriviamo poi alla Sella 1647 tra il Baraghetto e la Vetta ( Punta Cadola ). Saliamo dapprima al Baraghetto e alla sua croce ( dal versante opposto arriva la via ferrata ). Quindi mentre scendiamo ancora alla Sella, ci lasciamo attrarre dal canapone che scende alla Casa della Marchesa o Cà da la Mata ( sarà stata una tipa bizzarra :)). Risalito il canapone, prendiamo la cresta attrezzata e saliamo al Generoso vetta principale-Punta Cadola. Grande folla nel recinto. Scendiamo verso l'albergo e col sentiero che taglia appena sotto le cime ( quello più alto ) ritorniamo alla Sella 1647 ancora ( tratto ghiacciato) e dopo essere passati sotto anche al Baraghetto arriviamo alla Sella Squadrina 1621 da dove Saliamo la Vetta 1645 ( Sasso Bianco ?? forse meglio Piancaccia Sud ) quindi di costa giù alla Sella Piancaccia 1599 e alla Cima Piancaccia 1610m, dove consumiamo un frugale pasto incalzati dal venticello gelido.
Cambiando direzione, scendiamo alla Bocchetta della Camoscia 1445 su ai Torrioni 1489 scesi al Passo Croset 1360. Qui per non lasciare indietro niente, su anche alla Cima Crocetta 1392. Ritornati al Passo giù per il sentiero a ovest, non più segnalato ma sempre ben visibile, che passa dai prati sfalciati de I Pianch. Più sotto si passa sotto al Bel Torrione di quota 954, e a quota 860 al bivio prendiamo a destra per arrivare alla sella prativa 794 m, tra generoso e Sant'Agata. Proprio qui parte il sentiero comodo e dolce che sale alla chiesetta e al Monte Sant'Agata 940. Ora con una buona dose di sadismo, invece che ridiscendere per lo stesso sentiero, andiamo per una bella traccia verso nord, per poi iniziare una bella discesa, sempre più incerta, dove le tracce probabilmente animalesche si disperdono in più rivoli, ma alla fine arriviamo giù direttamente alla baita di Bogo 755. Qui ormi all'imbrunire e con molto ottimismo andiamo verso sud in una valletta tra il Sant'Agata e I Doss, dove pare che le foglie secche vadano a nozze, siamo dentro fino alla vita. Finalmente fuori dal Calvario fogliare scendiamo Al Cer 675 m. Dove con una bella mulattiera lastricata ci porta a Ca de Conza ( gigantesco rudere ). Qui abbandoniamo la bella mulattiera ( troppo facile ) per un esile sentierino, d'altronde al buio cosa cercare di meglio, che svoltando a destra ci fà passare sopra le vigne e arriva dall'alto in paese a Rovio. Dulcis in Fundo, ci perdiamo per i vicoli della Megalopoli ( 834 abitanti ) ma alla fine portiamo a casa la pellaccia e troviamo il vasto piazzale del parcheggio.
Tourengänger:
Antonio59 !,
Sam61


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Kommentare (6)