Corna Morta e Sassi Rossi
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Se in pianura (o quasi...) c'è la nebbia, è sufficiente spostarsi a Lecco per trovare le prime trasparenze dell'aria; ma poi in Valsassina troviamo addirittura sole pieno e caldo. Non c'è migliore occasione per salire alla Nava, coi suoi prati racchiusi fra i boschi e le cascine sparse, dove ancora è vivace un po' di attività agricola. Oggetto della curiosità odierna è però la visita alla dorsale boscoso-rocciosa che separa la conca della Nava dalla Valsassina vera e propria all'altezza di Introbio; un po' più di vent'anni fa, attratti dall'inconsueto aspetto delle Rocce Rosse (placconate di verrucano noduloso) ed ispirati dal riferito uso come palestra di roccia, ci avevamo fatto un giretto, per poi scoprire che sulle pareti praticamente si cammina e qualche minima difficoltà occorre andare a cercarsela. Oggi non siamo riusciti ad avvicinarci alle aree più interessanti risultando non bene accetti dal titolare della proprietà dei boschi estesi alla loro base, per cui, dall'alto e con qualche andirivieni illogico, abbiamo visitato strutture più isolate e purtroppo meno suggestive.
Il parcheggio si trova a fianco della pista ciclo-pedonale Barzio-Taceno e quindi la si segue per breve tratto verso Pasturo, trovando subito la deviazione di un sentiero che, scorrendone alla base, conduce agli attacchi delle frequentate vie d'arrampicata della Rocca di Baiedo; la traccia si allarga e, diventata Via Sottorocca, entra fra le abitazioni di Baiedo dove, nei pressi della chiesa, si trovano le indicazioni per il Rifugio Riva. Si segue la Via Rocca che, cementata, si dirige verso i boschi della Valle di S.Levargo: lasciate a destra le deviazioni per un agriturismo e per la base dei Sassi Rossi, si inizia una ripida sequenza di tornanti ravvicinati che vanno a terminare all'imbocco dei Piani della Nava. Fra le cascine sparse, il viottolo attraversa una stupenda estensione di prati dominati dalle scure rocce della Parete Fasana fino a raggiungere una sorta di dosso/valico in direzione del Canale del Baringhello e del vicino Rifugio Riva. Qui si volge nettamente a destra e si raggiunge il crinale della dorsale a confine con la Valsassina: lo si trova sulle mappe nominato come "La Costa", "Costa Panich" o come "Corna Morta" ed è costituito da un affioramento roccioso di verrucano lombardo (accostamento rossastro di arenarie e conglomerati, di origine sedimentaria fluviale e di varia granulometria, qui di struttura non particolarmente solida) più o meno ricoperto da brughiera e boschi di faggio o, più a valle, di castagno. Il crestone è percorso da tracce di passaggio prevalentemente caprino che seguono il culmine o se ne affiancano verso la Nava, evitando accuratamente il versante nordest ("La Piodiscia Alta") piuttosto precipite e rivestito di macchie di rododendri. Procedendo a senso verso sud si vanno ad incontrare le prime vere piode di roccia scoperta e qui diventa divertente salirle e scenderle, percorrerle in traversata un po' camminando ed un po' appoggiando le mani (attenzione che la maggior parte dei ciottoli del conglomerato tende a staccarsi alla minima presa...). A seconda delle strutture visitate, ci si ritrova comunque a scendere nel bosco che affianca i tornanti della pista per la Nava: da qui si riprende la via di salita per tornare alla provinciale.
Il parcheggio si trova a fianco della pista ciclo-pedonale Barzio-Taceno e quindi la si segue per breve tratto verso Pasturo, trovando subito la deviazione di un sentiero che, scorrendone alla base, conduce agli attacchi delle frequentate vie d'arrampicata della Rocca di Baiedo; la traccia si allarga e, diventata Via Sottorocca, entra fra le abitazioni di Baiedo dove, nei pressi della chiesa, si trovano le indicazioni per il Rifugio Riva. Si segue la Via Rocca che, cementata, si dirige verso i boschi della Valle di S.Levargo: lasciate a destra le deviazioni per un agriturismo e per la base dei Sassi Rossi, si inizia una ripida sequenza di tornanti ravvicinati che vanno a terminare all'imbocco dei Piani della Nava. Fra le cascine sparse, il viottolo attraversa una stupenda estensione di prati dominati dalle scure rocce della Parete Fasana fino a raggiungere una sorta di dosso/valico in direzione del Canale del Baringhello e del vicino Rifugio Riva. Qui si volge nettamente a destra e si raggiunge il crinale della dorsale a confine con la Valsassina: lo si trova sulle mappe nominato come "La Costa", "Costa Panich" o come "Corna Morta" ed è costituito da un affioramento roccioso di verrucano lombardo (accostamento rossastro di arenarie e conglomerati, di origine sedimentaria fluviale e di varia granulometria, qui di struttura non particolarmente solida) più o meno ricoperto da brughiera e boschi di faggio o, più a valle, di castagno. Il crestone è percorso da tracce di passaggio prevalentemente caprino che seguono il culmine o se ne affiancano verso la Nava, evitando accuratamente il versante nordest ("La Piodiscia Alta") piuttosto precipite e rivestito di macchie di rododendri. Procedendo a senso verso sud si vanno ad incontrare le prime vere piode di roccia scoperta e qui diventa divertente salirle e scenderle, percorrerle in traversata un po' camminando ed un po' appoggiando le mani (attenzione che la maggior parte dei ciottoli del conglomerato tende a staccarsi alla minima presa...). A seconda delle strutture visitate, ci si ritrova comunque a scendere nel bosco che affianca i tornanti della pista per la Nava: da qui si riprende la via di salita per tornare alla provinciale.
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