Pizzo Uccello - Cima Nord 2728 m e Cima Sud 2714 m con neve
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Soltanto salendo sul Pizzo Uccello ho constatato che le due cime sembrano una struttura alare costituita da due enormi placconate di roccia, orientate verso il cielo, slanciate e dinamiche.
Questo ne fa una montagna esteticamente distinta.
Il Pizzo Uccello è molto caratteristico visto dal San Bernardino. Ho trascorso molti bei momenti di vacanza a San Bernardino con i miei figli e la loro madre negli scorsi anni sempre ammirando con timore quella punta di roccia. Non praticavo ancora escursioni come adesso.
Ora é tempo di vincere la malinconia che mi sorprende mettendo piede, naso e anima nella regione piena di ricordi del Sanbe ed è per questo che decido di svolgere una bella uscita proprio partendo dal villaggio.
La meta: una cima attraente e veloce da raggiungere, il Pizzo Uccello che ho sempre pensato essere al di sopra delle mie possibilità.

Cima Sud del Pizzo Uccello vista dal Pian Lumbrif
Video: [/drive.google.com/file/d/1e0kRWKD25KSPQOLsB2cj_vZTahk-2APH/v...]
Val Vignun e cascina
Parto molto tardi (alle 10.15) per necessità di ore di sonno (altro motivo della scelta).
A San Bernardino lascio la macchina presso gli impianti di risalita delle piste per Pian Cales (dietro la chiesa nei pressi di un grande prato). Mi è impossibile risalire il sentiero degli impianti perché lo vedo subito coperto da neve gelata e durissima. Scendo a prendere un altro sentiero presso la fonte di acqua minerale (Acuforta). Questo risale il bosco di sempreverdi direttamente fino a Pian Lumbrif.
Su terreno libero da neve raggiungo Pian Lumbrif.
Il vento sembra essersi affezionato a me: è costante e forte, mi obbliga a vestirmi in modo serio e a mantenermi coperto. Non mi è possibile fermarmi in giro.
Il Pizzo Uccello é ben visibile davanti a me.
Ora seguo le indicazioni per la Cassina de Vignun: costeggio il fiume sulla sinistra, il sentiero è bianco-rosso. La neve inizia ad essere sempre più presente, ma non ovunque. Il paesaggio è stupefacente ma il vento rende l'escursione una prova di resistenza. Poco prima delle 12.00 sono alla Cassina de Vignun.

Cassina de Vignun
Ho fame e voglio mangiare prima di iniziare la seconda parte dell'ascesa. Cerco un riparo e lo trovo: una delle porte si riesce ad aprire nella parte superiore. Mi infilo nella legnaia in uno spazio di 2 metri quadrati, quanto basta ad essere riparato dal vento.
Mangio tranquillo e indosso i ramponi, così non dovrò farlo sul pendio sferzato dal vento.
Cima nord
In comune le 2 cime hanno tutto il percorso fino alla bocchetta che le divide.
Dalla cascina risalgo i pendii non del tutto innevati fino all'ometto a quota 2382 m. Devo aggirare la vetta sud e portarmi alla base della sua cresta, presso la summenzionata bocchetta. A partire dall'ometto a quota 2382m la neve è abbondante e sfondosa. Il vento l'ha depositata tutta in questa porzione di percorso. Si tratta di un traverso che collega il punto quotato 2382 m alla bocchetta (circa 2630 m). Impiego molto tempo perchè affondo spesso, sebbene non ovunque, fino alle cosce e in salita.
Intanto alla mia sinistra domina la cima sud e il suo grande pendio, invece davanti a me compare la cima nord: una grande bastionata obliqua si frappone tra la bocchetta e la placconata da risalire.
Con fatica raggiungo la bocchetta e mi avvicino al punto più fine del muraglione con l'intenzione di scavalcarlo. Tolgo i ramponi per avere maggiore agilità sulla roccia. Sono circa quattro metri ma belli in piedi. Gli appigli non mancano ma la verticalità mi fa sentire sospeso ed esposto, inoltre sento muoversi le grandi rocce alle quali mi aggrappo. Per questo motivo scendo prima che non sia più in grado di farlo e decido di aggirare la bastionata da sotto. La perdita di quota è contenuta (forse 30 metri) ma la pendenza implica l'uso dei ramponi.

La Cima Nord e la bastionata che aggiro da sotto
Risalgo un breve canalino e mi ritrovo sulla placconata. Non ho idea di come sia composta perchè è ricoperta di neve. Ciò mi semplifica la progressione, mi innalzo e a metà pendio sfrutto le piccozze, più che altro per poter salire usando la forza delle braccia e scaricare le gambe. La pendenza l'ho valutata nel tratto finale intorno ai 37% o 38%, ad occhio, o, meglio, a sentimento.
Giunto sulla cresta finale vengo investito dal vento e con pochi passi sono in vetta.
Devo dire che è molto bella, più di quella sud.
Lo strapiombo di 700 m sul Passo del San Bernardino è impressionante. La vetta meridionale appare slanciata di fianco e separata da un enorme baratro. Sembra di volare.
Non mi trattengo più di tanto, giusto il tempo di scattare le foto.

Salto di 700 m dalla Cima Nord
Cima Sud
Ripercorro in discesa lo stesso percorso fino alla base della bastionata. Quindi mi riporto in bocchetta. Ora seguo la cresta. Diversamente dalla cima nord il percorso si snoda lungo la cresta anzichè sulla placconata (con la neve mi sembra tuttavia possibile risalire già prima la placconata accorciando il percorso in cresta).
Osservo le demarcazioni in bianco e blu e sfrutto le catene installate nei punti più critici. Non le trovo comunque fondamentali nelle attuali condizioni (non c'è ghiaccio sulle placche).
Non senza fatica arrivo infine alla vetta e al suo omino, posizionato poco più in basso, nel punto in cui precipita sulla Val Vignun. Anche questa cima è affascinante, circondata da un precipizio enorme, aerea e panoramica.
Non posso concedermi nemmeno una sigaretta perché il vento non molla. Devo rientrare.
Discesa
Seguo la cresta fino alla bocchetta e scendo lungo il traverso sfondando abbastanza da tirare giù buona parte dei santi del paradiso, non senza ringraziarli al contempo per il sostegno nella mia impresa odierna.
Al tramonto sono nei pressi della Cassina de Vignun. Mi concedo la seconda ed ultima pausa sempre all'interno.
Quindi ridiscendo ma con alcuni errori che mi costano un po' di ravanage nei cespugli e su pendenze interessanti. Non poteva mancare anche questa componente. Esauriti i santi raggiungo al buio Pian Lumbrif e da lì ritrovo il sentiero per San Bernardino.
Sono molto soddisfatto al mio arrivo alla macchina, anche oggi gran bella conquista!
Questo ne fa una montagna esteticamente distinta.
Il Pizzo Uccello è molto caratteristico visto dal San Bernardino. Ho trascorso molti bei momenti di vacanza a San Bernardino con i miei figli e la loro madre negli scorsi anni sempre ammirando con timore quella punta di roccia. Non praticavo ancora escursioni come adesso.
Ora é tempo di vincere la malinconia che mi sorprende mettendo piede, naso e anima nella regione piena di ricordi del Sanbe ed è per questo che decido di svolgere una bella uscita proprio partendo dal villaggio.
La meta: una cima attraente e veloce da raggiungere, il Pizzo Uccello che ho sempre pensato essere al di sopra delle mie possibilità.

Cima Sud del Pizzo Uccello vista dal Pian Lumbrif
Video: [/drive.google.com/file/d/1e0kRWKD25KSPQOLsB2cj_vZTahk-2APH/v...]
Val Vignun e cascina
Parto molto tardi (alle 10.15) per necessità di ore di sonno (altro motivo della scelta).
A San Bernardino lascio la macchina presso gli impianti di risalita delle piste per Pian Cales (dietro la chiesa nei pressi di un grande prato). Mi è impossibile risalire il sentiero degli impianti perché lo vedo subito coperto da neve gelata e durissima. Scendo a prendere un altro sentiero presso la fonte di acqua minerale (Acuforta). Questo risale il bosco di sempreverdi direttamente fino a Pian Lumbrif.
Su terreno libero da neve raggiungo Pian Lumbrif.
Il vento sembra essersi affezionato a me: è costante e forte, mi obbliga a vestirmi in modo serio e a mantenermi coperto. Non mi è possibile fermarmi in giro.
Il Pizzo Uccello é ben visibile davanti a me.
Ora seguo le indicazioni per la Cassina de Vignun: costeggio il fiume sulla sinistra, il sentiero è bianco-rosso. La neve inizia ad essere sempre più presente, ma non ovunque. Il paesaggio è stupefacente ma il vento rende l'escursione una prova di resistenza. Poco prima delle 12.00 sono alla Cassina de Vignun.

Cassina de Vignun
Ho fame e voglio mangiare prima di iniziare la seconda parte dell'ascesa. Cerco un riparo e lo trovo: una delle porte si riesce ad aprire nella parte superiore. Mi infilo nella legnaia in uno spazio di 2 metri quadrati, quanto basta ad essere riparato dal vento.
Mangio tranquillo e indosso i ramponi, così non dovrò farlo sul pendio sferzato dal vento.
Cima nord
In comune le 2 cime hanno tutto il percorso fino alla bocchetta che le divide.
Dalla cascina risalgo i pendii non del tutto innevati fino all'ometto a quota 2382 m. Devo aggirare la vetta sud e portarmi alla base della sua cresta, presso la summenzionata bocchetta. A partire dall'ometto a quota 2382m la neve è abbondante e sfondosa. Il vento l'ha depositata tutta in questa porzione di percorso. Si tratta di un traverso che collega il punto quotato 2382 m alla bocchetta (circa 2630 m). Impiego molto tempo perchè affondo spesso, sebbene non ovunque, fino alle cosce e in salita.
Intanto alla mia sinistra domina la cima sud e il suo grande pendio, invece davanti a me compare la cima nord: una grande bastionata obliqua si frappone tra la bocchetta e la placconata da risalire.
Con fatica raggiungo la bocchetta e mi avvicino al punto più fine del muraglione con l'intenzione di scavalcarlo. Tolgo i ramponi per avere maggiore agilità sulla roccia. Sono circa quattro metri ma belli in piedi. Gli appigli non mancano ma la verticalità mi fa sentire sospeso ed esposto, inoltre sento muoversi le grandi rocce alle quali mi aggrappo. Per questo motivo scendo prima che non sia più in grado di farlo e decido di aggirare la bastionata da sotto. La perdita di quota è contenuta (forse 30 metri) ma la pendenza implica l'uso dei ramponi.

La Cima Nord e la bastionata che aggiro da sotto
Risalgo un breve canalino e mi ritrovo sulla placconata. Non ho idea di come sia composta perchè è ricoperta di neve. Ciò mi semplifica la progressione, mi innalzo e a metà pendio sfrutto le piccozze, più che altro per poter salire usando la forza delle braccia e scaricare le gambe. La pendenza l'ho valutata nel tratto finale intorno ai 37% o 38%, ad occhio, o, meglio, a sentimento.
Giunto sulla cresta finale vengo investito dal vento e con pochi passi sono in vetta.
Devo dire che è molto bella, più di quella sud.
Lo strapiombo di 700 m sul Passo del San Bernardino è impressionante. La vetta meridionale appare slanciata di fianco e separata da un enorme baratro. Sembra di volare.
Non mi trattengo più di tanto, giusto il tempo di scattare le foto.

Salto di 700 m dalla Cima Nord
Cima Sud
Ripercorro in discesa lo stesso percorso fino alla base della bastionata. Quindi mi riporto in bocchetta. Ora seguo la cresta. Diversamente dalla cima nord il percorso si snoda lungo la cresta anzichè sulla placconata (con la neve mi sembra tuttavia possibile risalire già prima la placconata accorciando il percorso in cresta).
Osservo le demarcazioni in bianco e blu e sfrutto le catene installate nei punti più critici. Non le trovo comunque fondamentali nelle attuali condizioni (non c'è ghiaccio sulle placche).
Non senza fatica arrivo infine alla vetta e al suo omino, posizionato poco più in basso, nel punto in cui precipita sulla Val Vignun. Anche questa cima è affascinante, circondata da un precipizio enorme, aerea e panoramica.
Non posso concedermi nemmeno una sigaretta perché il vento non molla. Devo rientrare.
Discesa
Seguo la cresta fino alla bocchetta e scendo lungo il traverso sfondando abbastanza da tirare giù buona parte dei santi del paradiso, non senza ringraziarli al contempo per il sostegno nella mia impresa odierna.
Al tramonto sono nei pressi della Cassina de Vignun. Mi concedo la seconda ed ultima pausa sempre all'interno.
Quindi ridiscendo ma con alcuni errori che mi costano un po' di ravanage nei cespugli e su pendenze interessanti. Non poteva mancare anche questa componente. Esauriti i santi raggiungo al buio Pian Lumbrif e da lì ritrovo il sentiero per San Bernardino.
Sono molto soddisfatto al mio arrivo alla macchina, anche oggi gran bella conquista!
Tourengänger:
Michea82

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