Pico de Aneto (3404 m) - Punta Oliveras Arenas (3302 m) - Tuca de la Renclusa (2756 m)
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Attraversando la catena dei Pirenei da est ad ovest, durante un viaggio, come facciamo ad ignorare le sue montagne? Già che ci siamo proviamo con la massima elevazione della catena: il Pico de Aneto.
Contesto
Durante una settimana di vacanza decido con debbee di puntare ai Pirenei, sono relativamente vicini. Sono bagnati da 2 mari ai loro estremi opposti e sono composti da montagne interessanti e anche molto alte.
Così propongo a Deborah un road-trip dal Mediterraneo all'Atlantico, immergendoci nelle acque ancora abbastanza tiepide dei due mari, fermandoci nel cuore della catena alcuni giorni per ascenderne il Pico de Aneto e per riposare anche un poco.
Il viaggio e la tappa "A" che coincide con la posizione del Pico de Aneto
In sintesi
Per il Pico de Aneto abbiamo pernottato al Refugio la Renclusa e seguito la via normale dallo stesso Rifugio variando il percorso da quota 2700 m: abbiamo deviato tagliando fuori sentiero dalla bocchetta presso la Tuca de la Renclusa (vetta da me raggiunta velocemente sul momento), Deborah si è fermata nella morena a quota 2800 m per scendere con calma, io sono salito riprendendo la via normale fino alla vetta del Pico de Aneto toccando al ritorno anche la Punta Oliveras Arena, cima secondaria limitrofa. Quindi sono sceso per la stessa via di Deborah, dal laghetto (Ibon de Salterillo) chiudendo l'anello nei pressi del parcheggio de La Besurta.
Video [/drive.google.com/file/d/1TGnmmk9rkBSuOnwySUfWUglo4eWfjDvk/v...]
Benasque e il Refugio de la Renclusa
Benasque si trova lungo il corso del fiume Ésera, affluente della Cinca, in Aragona, nella provincia di Huesca, nei Pirenei in Spagna. Il villaggio è ricco di negozi sportivi, ristoranti, hotel e servizi. Nonostante il turismo ho notato che ha conservato un bell'aspetto, senza deturpazioni. Per accedervi in auto dalla Spagna si deve seguire la valle lungo una strada tortuosa attualmente in manutenzione. Se si va a Benasque non si può pensare di visitare altre località in giornata. È meglio pensare a pianificare escursioni nei dintorni in quanto è molto lontano da tutto.
Benasque è a quota 1100 circa. Da qui noi siamo partiti in auto nel pomeriggio, abbiamo risalito la valle fino alla Besurta, punto di accesso al versante nord del Pico de Aneto. Si trova a 1900 m ed è dotato di parcheggi. In alta stagione invece l'accesso è consentito soltanto alle navette.
Abbiamo parcheggiato 50 metri più a valle della Besurta, perchè mi piaceva il luogo, quindi abbiamo imboccato il sentiero. In poco tempo siamo arrivati al parcheggio a quota 1898 m e da qui abbiamo seguito le indicazioni per il Rifugio de la Renclusa. Altro itinerario possibile da qui: le cascate d'Aiguallut. È la via da cui torneremo il giorno successivo.
Abbiamo raggiunto in un'ora il Rifugio su facile T2 e pernottato con mezza pensione.
Riguardo al soggiorno presso il Rifugio: si può pagare con la carta, la cena era buona, la colazione e il pic-nic invece insufficienti dal punto di vista qualitativo, sebbene ci abbiano apportato il giusto carburante. Le camere sono ampie e spaziose ma non ci sono coperte (secondo le normative covid), i letti sono a castello.
Presenti al piano terra e fuori dei piccoli gatti ancora cuccioli. Il personale ridotto è stato molto gentile con noi.
Benasque
Inizio escursione e Tuca della Renclusa 2756 m
Alle 06.00 viene servita la colazione. Alle 07.00 ci incamminiamo. Essendo i Pirenei molto più ad ovest delle Alpi l'alba è 45 minuti più tardi, pertanto utilizziamo per almeno un'ora le frontali. Al primo segnavia teniamo la destra (a sinistra si va verso il Collado della Renclusa e all'Aiguallut). In realtà abbiamo tenuto la sinistra. Ma mi sono corretto prontamente consultando la mappa di outdoractive scaricata offline (niente campo sotto i 2700 metri).
Risaliamo il versante NW della Tuca de la Renclusa, cima appartenente al crinale che si snoda a nord del Pico de Aneto. Interamente composto da rocce e ricco di ruscelli troviamo molto ghiaccio insidioso. La traccia non è evidentissima, ci sono omini qua e là.
Deborah mi appare subito molto lenta e affaticata. Ha dormito poco e male ed è ansiosa riguardo la situazione, lontana da casa in terreni sconosciuti.
Impieghiamo ben tre ore a raggiungere il crinale presso una sella tra la Tuca de la Renclusa e il Portillon Superior.
Dall'altra parte c'è il sole, la roccia è asciutta e priva di ghiaccio (esposizione a SE). Intanto che Deborah riposa io volo sulla Tuca de la Renclusa, 10 minuti di cresta percorsa sul filo, con passaggi abbastanza esposti ma facili di massimo II.
Da qui vediamo chiaramente il Pico de Aneto e possiamo valutare la sua distanza con i nostri occhi.
Vista dalla Tuca de la Renclusa verso il Pico de Aneto (a sin nella foto ) e verso il crinale che si sviluppa a NW del Pico de Aneto (in mezzo/destra)
Pico de Aneto 3404 m
Sono passate le 10.30, per me è tardi. Ci spostiamo a destra del crinale in direzione del Portillon Superior ma Deborah cede psicologicamente, non riesce a starmi dietro pur non volendo impedirmi di proseguire. Una situazione pesante da gestire per lei. Tuttavia per me è impensabile farla tornare alla Renclusa dal quel pendio pieno di passaggi su placche gelate senza connessione telefonica e al freddo. Consulto la mappa e vedo che la traccia si alza fino a 3000 metri dal crinale per raggiungere il ghiacciaio, Per lei è troppo. Ho un'idea: eseguiamo un lungo traverso sul versante SE della Tuca de la Renclusa lungo le ganne fino alla morena del ghiacciaio. Manteniamo quota 2750 m. In questo modo se riusciamo ad evitare ostacoli e difficoltà procediamo fino alla traccia che sale da Aiguallut per l'Ibon del Salterillo.
L'obiettivo è avere la medesima via di ritorno su un versante solivo.
Riusciamo senza difficoltà a compiere la deviazione e a raggiungere un punto da cui Deborah possa discendere in sicurezza. Alle 11.30 ci separiamo. Lei discende da una via parallela ma non lontana dalla traccia per il Laghetto (Ibon del Salterillo); io prendo rapidamente quota su rocce vieppiù ricoperte di neve rigelata. A partire da quota 2900 la neve è onnipresente. Mi avvicino al ghiacciaio e indosso i ramponi. Mi addentro nel vasto ghiacciaio su pendenze moderate. Il Pico de Aneto è ancora lontano. Per raggiungerlo devo procedere anche di traverso in direzione SE. In un punto è ripido e il ghiaccio duro mi impone di estrarre la piccozza e tenermi. Perdo anche qualche metro di quota. Scavalco la costa N rocciosa della Punta Oliveras Arenas e punto a sud su un pendio ripido. Un passaggio su roccia di grado II e mi isso sul pendio roccioso e facile del Pico de Aneto. Risalgo gli ultimi 150 metri facilmente ma incontro un passaggio non banale: pochi metri sotto la vetta bisogna superare un passaggio stretto di cresta, esposto sui 2 versanti e arrampicare un passaggio esposto di grado 2. Io sono un po' impacciato dai ramponi che per pigrizia ho tenuto nonostante la prevalenza di terreno roccioso.
Alle 13.55 sono alla croce di vetta. Il vento gelido e forte mi obbliga a cercare un punto riparato appena sotto vetta. Mi fermo, mangio e contemplo il mondo.
Il Pico de Aneto
Punta Oliveras Arenas 3002 m
Per me non era prevista questa cima. Ma durante la discesa, quando ho raggiunto la base della vetta del Pico de Aneto a quota di poco inferiore ai 3200, a monte del ghiacciaio, ho deviato lungo il crinale verso NW. Dieci minuti in più cosa vuoi che siano? Ho percorso la cresta con passaggi facili. Avendo i ramponi (ancora dal ghiacciaio durante la salita) ho fatto più fatica del dovuto. Velocemente sono salito fino all'omino di pietre. Da lì si vede bene la parte settentrionale del Pico de Aneto, vicinissima in linea d'aria. Sono quindi disceso dal versante est su terreno misto, aggirando alcune rocce più che altro per sfruttare i corridoi di neve con i ramponi.
La lunga discesa
Sono più che soddisfatto. Ma sono le 14.45 e ormai sono più di tre ore che non ho contatti con debbee.
Rapido mi lancio sul ghiacciaio. Questa volta taglio dritto verso la morena in direzione nord. Evito la traccia dell'andata, un traverso sotto le cime Collado de Coronas e Pico del Medio. Raggiunta la morena seguo una delle tracce segnate sulla mappa e indicate da innumerevoli omini di pietre. La neve e il ghiaccio sulle rocce mi rallentano e mi obbligano a restare molto attento. Sotto i 2700 m la roccia è asciutta e procedo meglio.
L'Ibon de Santerillo (laghetto) si trova in una piana peculiare, mi concedo un'unica pausa proprio lì, alle 16.40.
Poi velocissimo discendo al fiume, lo sviluppo è lungo fino alla Besurta. Non esiste un guado nel punto indicato dalla mappa. Io entro nel fiume in un punto dove l'acqua mi avvolge le caviglie. Arrivo alle 18.00 alla Besurta, Deborah è lì da 15 minuti. Ha svolto la discesa con tante pause e ha nel frattempo recuperato l'auto dal parcheggio più a valle.
Grande soddisfazione per questa uscita.
Nei giorni successivi restiamo ancora a Benasque dove svolgiamo piccole escursioni di defaticamento. Infine ci spostiamo richiamati dall'oceano sulla costa atlantica per due notti. Lassù è tutto diverso. Ma la natura vasta e primitiva è ancora la grande e affascinante costante del viaggio in Spagna.
Contesto
Durante una settimana di vacanza decido con debbee di puntare ai Pirenei, sono relativamente vicini. Sono bagnati da 2 mari ai loro estremi opposti e sono composti da montagne interessanti e anche molto alte.
Così propongo a Deborah un road-trip dal Mediterraneo all'Atlantico, immergendoci nelle acque ancora abbastanza tiepide dei due mari, fermandoci nel cuore della catena alcuni giorni per ascenderne il Pico de Aneto e per riposare anche un poco.
Il viaggio e la tappa "A" che coincide con la posizione del Pico de Aneto
In sintesi
Per il Pico de Aneto abbiamo pernottato al Refugio la Renclusa e seguito la via normale dallo stesso Rifugio variando il percorso da quota 2700 m: abbiamo deviato tagliando fuori sentiero dalla bocchetta presso la Tuca de la Renclusa (vetta da me raggiunta velocemente sul momento), Deborah si è fermata nella morena a quota 2800 m per scendere con calma, io sono salito riprendendo la via normale fino alla vetta del Pico de Aneto toccando al ritorno anche la Punta Oliveras Arena, cima secondaria limitrofa. Quindi sono sceso per la stessa via di Deborah, dal laghetto (Ibon de Salterillo) chiudendo l'anello nei pressi del parcheggio de La Besurta.
Video [/drive.google.com/file/d/1TGnmmk9rkBSuOnwySUfWUglo4eWfjDvk/v...]
Benasque e il Refugio de la Renclusa
Benasque si trova lungo il corso del fiume Ésera, affluente della Cinca, in Aragona, nella provincia di Huesca, nei Pirenei in Spagna. Il villaggio è ricco di negozi sportivi, ristoranti, hotel e servizi. Nonostante il turismo ho notato che ha conservato un bell'aspetto, senza deturpazioni. Per accedervi in auto dalla Spagna si deve seguire la valle lungo una strada tortuosa attualmente in manutenzione. Se si va a Benasque non si può pensare di visitare altre località in giornata. È meglio pensare a pianificare escursioni nei dintorni in quanto è molto lontano da tutto.
Benasque è a quota 1100 circa. Da qui noi siamo partiti in auto nel pomeriggio, abbiamo risalito la valle fino alla Besurta, punto di accesso al versante nord del Pico de Aneto. Si trova a 1900 m ed è dotato di parcheggi. In alta stagione invece l'accesso è consentito soltanto alle navette.
Abbiamo parcheggiato 50 metri più a valle della Besurta, perchè mi piaceva il luogo, quindi abbiamo imboccato il sentiero. In poco tempo siamo arrivati al parcheggio a quota 1898 m e da qui abbiamo seguito le indicazioni per il Rifugio de la Renclusa. Altro itinerario possibile da qui: le cascate d'Aiguallut. È la via da cui torneremo il giorno successivo.
Abbiamo raggiunto in un'ora il Rifugio su facile T2 e pernottato con mezza pensione.
Riguardo al soggiorno presso il Rifugio: si può pagare con la carta, la cena era buona, la colazione e il pic-nic invece insufficienti dal punto di vista qualitativo, sebbene ci abbiano apportato il giusto carburante. Le camere sono ampie e spaziose ma non ci sono coperte (secondo le normative covid), i letti sono a castello.
Presenti al piano terra e fuori dei piccoli gatti ancora cuccioli. Il personale ridotto è stato molto gentile con noi.
Benasque
Inizio escursione e Tuca della Renclusa 2756 m
Alle 06.00 viene servita la colazione. Alle 07.00 ci incamminiamo. Essendo i Pirenei molto più ad ovest delle Alpi l'alba è 45 minuti più tardi, pertanto utilizziamo per almeno un'ora le frontali. Al primo segnavia teniamo la destra (a sinistra si va verso il Collado della Renclusa e all'Aiguallut). In realtà abbiamo tenuto la sinistra. Ma mi sono corretto prontamente consultando la mappa di outdoractive scaricata offline (niente campo sotto i 2700 metri).
Risaliamo il versante NW della Tuca de la Renclusa, cima appartenente al crinale che si snoda a nord del Pico de Aneto. Interamente composto da rocce e ricco di ruscelli troviamo molto ghiaccio insidioso. La traccia non è evidentissima, ci sono omini qua e là.
Deborah mi appare subito molto lenta e affaticata. Ha dormito poco e male ed è ansiosa riguardo la situazione, lontana da casa in terreni sconosciuti.
Impieghiamo ben tre ore a raggiungere il crinale presso una sella tra la Tuca de la Renclusa e il Portillon Superior.
Dall'altra parte c'è il sole, la roccia è asciutta e priva di ghiaccio (esposizione a SE). Intanto che Deborah riposa io volo sulla Tuca de la Renclusa, 10 minuti di cresta percorsa sul filo, con passaggi abbastanza esposti ma facili di massimo II.
Da qui vediamo chiaramente il Pico de Aneto e possiamo valutare la sua distanza con i nostri occhi.
Vista dalla Tuca de la Renclusa verso il Pico de Aneto (a sin nella foto ) e verso il crinale che si sviluppa a NW del Pico de Aneto (in mezzo/destra)
Pico de Aneto 3404 m
Sono passate le 10.30, per me è tardi. Ci spostiamo a destra del crinale in direzione del Portillon Superior ma Deborah cede psicologicamente, non riesce a starmi dietro pur non volendo impedirmi di proseguire. Una situazione pesante da gestire per lei. Tuttavia per me è impensabile farla tornare alla Renclusa dal quel pendio pieno di passaggi su placche gelate senza connessione telefonica e al freddo. Consulto la mappa e vedo che la traccia si alza fino a 3000 metri dal crinale per raggiungere il ghiacciaio, Per lei è troppo. Ho un'idea: eseguiamo un lungo traverso sul versante SE della Tuca de la Renclusa lungo le ganne fino alla morena del ghiacciaio. Manteniamo quota 2750 m. In questo modo se riusciamo ad evitare ostacoli e difficoltà procediamo fino alla traccia che sale da Aiguallut per l'Ibon del Salterillo.
L'obiettivo è avere la medesima via di ritorno su un versante solivo.
Riusciamo senza difficoltà a compiere la deviazione e a raggiungere un punto da cui Deborah possa discendere in sicurezza. Alle 11.30 ci separiamo. Lei discende da una via parallela ma non lontana dalla traccia per il Laghetto (Ibon del Salterillo); io prendo rapidamente quota su rocce vieppiù ricoperte di neve rigelata. A partire da quota 2900 la neve è onnipresente. Mi avvicino al ghiacciaio e indosso i ramponi. Mi addentro nel vasto ghiacciaio su pendenze moderate. Il Pico de Aneto è ancora lontano. Per raggiungerlo devo procedere anche di traverso in direzione SE. In un punto è ripido e il ghiaccio duro mi impone di estrarre la piccozza e tenermi. Perdo anche qualche metro di quota. Scavalco la costa N rocciosa della Punta Oliveras Arenas e punto a sud su un pendio ripido. Un passaggio su roccia di grado II e mi isso sul pendio roccioso e facile del Pico de Aneto. Risalgo gli ultimi 150 metri facilmente ma incontro un passaggio non banale: pochi metri sotto la vetta bisogna superare un passaggio stretto di cresta, esposto sui 2 versanti e arrampicare un passaggio esposto di grado 2. Io sono un po' impacciato dai ramponi che per pigrizia ho tenuto nonostante la prevalenza di terreno roccioso.
Alle 13.55 sono alla croce di vetta. Il vento gelido e forte mi obbliga a cercare un punto riparato appena sotto vetta. Mi fermo, mangio e contemplo il mondo.
Il Pico de Aneto
Punta Oliveras Arenas 3002 m
Per me non era prevista questa cima. Ma durante la discesa, quando ho raggiunto la base della vetta del Pico de Aneto a quota di poco inferiore ai 3200, a monte del ghiacciaio, ho deviato lungo il crinale verso NW. Dieci minuti in più cosa vuoi che siano? Ho percorso la cresta con passaggi facili. Avendo i ramponi (ancora dal ghiacciaio durante la salita) ho fatto più fatica del dovuto. Velocemente sono salito fino all'omino di pietre. Da lì si vede bene la parte settentrionale del Pico de Aneto, vicinissima in linea d'aria. Sono quindi disceso dal versante est su terreno misto, aggirando alcune rocce più che altro per sfruttare i corridoi di neve con i ramponi.
La lunga discesa
Sono più che soddisfatto. Ma sono le 14.45 e ormai sono più di tre ore che non ho contatti con debbee.
Rapido mi lancio sul ghiacciaio. Questa volta taglio dritto verso la morena in direzione nord. Evito la traccia dell'andata, un traverso sotto le cime Collado de Coronas e Pico del Medio. Raggiunta la morena seguo una delle tracce segnate sulla mappa e indicate da innumerevoli omini di pietre. La neve e il ghiaccio sulle rocce mi rallentano e mi obbligano a restare molto attento. Sotto i 2700 m la roccia è asciutta e procedo meglio.
L'Ibon de Santerillo (laghetto) si trova in una piana peculiare, mi concedo un'unica pausa proprio lì, alle 16.40.
Poi velocissimo discendo al fiume, lo sviluppo è lungo fino alla Besurta. Non esiste un guado nel punto indicato dalla mappa. Io entro nel fiume in un punto dove l'acqua mi avvolge le caviglie. Arrivo alle 18.00 alla Besurta, Deborah è lì da 15 minuti. Ha svolto la discesa con tante pause e ha nel frattempo recuperato l'auto dal parcheggio più a valle.
Grande soddisfazione per questa uscita.
Nei giorni successivi restiamo ancora a Benasque dove svolgiamo piccole escursioni di defaticamento. Infine ci spostiamo richiamati dall'oceano sulla costa atlantica per due notti. Lassù è tutto diverso. Ma la natura vasta e primitiva è ancora la grande e affascinante costante del viaggio in Spagna.
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