Lecco - Imbersago (Madonna del Bosco). Sentiero di Leonardo. Destinazione Milano / tappa 06.

Publiziert von Federico

, 3. November 2021 um 12:50.

Region:	Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:	17 September 2021
Wandern Schwierigkeit:	T1 - Wandern
Wegpunkte:	Lecco 214 m (17) Ponte Kennedy (Ponte Nuovo di Lecco) 198 m (1) Ponte Azzone Visconti (Ponte Vecchio di Lecco) 198 m (1) Isola Viscontea (Lecco) 198 m (1) Ponte della Ferrovia di Lecco 198 m (1) Ponte Alessandro Manzoni (S.S. 36 Lecco) 198 m (1) Lago di Garlate 205 m (4) Lago di Olginate 198 m (8) Santuario Santa Maria del Lavello (Calolziocorte) 200 m (1) Ponte pedonale sull'Alzaia Fiume Adda 196 m (1) Santuario Madonna del Bosco 300 m (4) Traghetto di Leonardo 201 m (9) Brivio 209 m (5) Ponte di Brivio 196 m (1) Imbersago 243 m (7) Villa d'Adda 293 m (3) Castello di Brivio 203 m (1)
Geo-Tags:	I
Zufahrt zum Ausgangspunkt:	Lecco Palazzo delle Paure
Zufahrt zum Ankunftspunkt:	Santuario Madonna del Bosco Imbersago parcheggio libero.

17 Settembre 2021

Lecco - Imbersago (Traghetto di Leonardo da Vinci + Santuario Madonna del Bosco)
Sentiero di Leonardo
Destinazione Milano / tappa 06

Dopo aver concluso il Sentiero del Viandante ripartiamo dal Palazzo delle Paure di Lecco iniziando il Sentiero di Leonardo che ci porterà a camminare lungo l'alzaia del fiume Adda verso sud.

Inizialmente in direzione sud cammineremo sulla sponda sinistra del fiume Adda (preceduto dai laghi di Garlate e Olginate) per poi portarci sulla sua sponda destra tramite l'attraversamento di un bel ponte pedonale.

L'obbiettivo finale rimane quello di raggiungere Milano piazza Duomo e da questo punto di vista il sentiero di Leonardo è la congiunzione perfetta fra Lecco e il capoluogo meneghino. Esso ci permetterà di scoprire la bellezza dell'ecosistema del fiume Adda fino a Cassano d'Adda per poi staccarci dal fiume, che proseguirà la sua corsa verso il Po, per continuare a camminare lungo il famoso canale della Martesana che porta proprio verso il centro di Milano.

Il sentiero è dedicato a Leonardo da Vinci ed è in buona parte inglobato nel più ampio Cammino di Sant'Agostino.

Abbiamo deciso di porre il fine tappa al Santuario della Madonna del Bosco, un bellissimo luogo immerso nei boschi di Imbersago al quale sono molto affezionato avendolo spesso visitato in bicicletta.

Poco prima lungo il fiume Adda troviamo uno dei luoghi più famosi di questo cammino: il traghetto di Leonardo da Vinci che permette l'attraversamento del fiume raggiungendo la sponda bergamasca di Villa d'Adda.

Da sottolineare il passaggio dal bel paese di Brivio, nota meta turistica lungo la sponda dell'Adda, con ampi luoghi di ristoro comprese gelaterie.

Nelle didascalie delle foto trovate i brevi commenti storici e culturali dei luoghi che caratterizzano questo tratto di cammino.

Buona visione.

Federico

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Federico

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Alla partenza da Lecco uno sguardo verso il Moregallo nel gruppo dei Corni di Canzo.

Il ponte Azzone Visconti, detto anche il "Ponte Vecchio" di Lecco. Siamo nel punto in cui il Lago di Lecco si stringe e si conclude.

Ponte Azzone Visconti, il "Ponte Vecchio" di Lecco.

L'isola Viscontea di Lecco. Il piccolo isolotto è poco distante dalla riva.

L'isola Viscontea con sullo sfondo il ponte della ferrovia di Lecco.

Imbarcazioni lungo il tratto stretto del lago di Lecco.

In primo piano il ponte della ferrovia, sullo sfondo il ponte Azzone Visconti, sulla destra l'isola Viscontea, ancora sullo sfondo il Moregallo.

L'acciottolato a lisca di pesce del lungolago di Lecco.

Passiamo sotto al maestoso ponte Alessandro Manzoni di Lecco, conosciuto anche come il "Ponte Nuovo". E' il ponte della strada Vallassina (statale 36 del Lago di Como e dello Spluga), la statale che attraversa con un tunnel il Monte Barro raggiungendo il centro di Lecco e lì interrandosi sottoterra.

Il Monte Barro da una nuova angolazione. Al centro la cima, sulla sinistra le tre anticime di un percorso escursionistico molto bello.

Zona parco lungo il lago con il Monte Barro sullo sfondo.

Porticciolo nei pressi del lago di Garlate che segue il lago di Lecco. Sullo sfondo sempre il Monte Barro. A sinistra del Barro il centro abitato di Galbiate.

Il Monte Barro sullo sfondo del lago di Garlate.

I primi caseggiati del centro abitato di Olginate nei pressi delle chiuse di Olginate.

Lasciamo alle nostre spalle le chiuse di Olginate con sullo sfondo sempre il Monte Barro. Da qui termina il lago di Galbiate e inizia quello più piccolo di Olginate. Camminiamo su comoda pista ciclabile.

Sulla sponda opposta del lago di Olginate bei caseggiati con dolci colline alle spalle.

Finalmente raggiungiamo il fiume Adda. Da qui in poi cammineremo sempre al suo fianco prima lungo la sponda sinistra verso sud e poi lungo la sponda destra. L'attraversamento nei pressi di un bel ponte ciclabile e pedonale. Il fiume Adda si presenta in ampi punti ampio e navigabile.

"Uomini della terra voi che guardate il mare cimitero senza tombe e senza cipressi raccoglietevi e meditate". Monumento lungo il fiume Adda dedicato ai marinai caduti in guerra.

CALOLZIOCORTE. Poco dopo una sosta è obbligata al bel Santuario di Santa Maria del Lavello. Alcuni studiosi datano la sua origine all'anno Mille, quale chiesetta signorile legata al complesso fortificato del Lavello. Ovviamente la struttura che appare in questa foto è più recente. I resti dell'antico santuario sono visibili all'interno dell'attuale complesso sotto al pavimento in vetro dello stesso. Nel 1373 Bernabò Visconti assalì e fece radere al suolo tutte le fortificazioni dell'alta Valle San Martino per vendicare la morte del figlio Ambrogio ucciso in una imboscata nel territorio di Opreno (Caprino). Il castello di Lavello non fu risparmiato ed è probabile che la rovina della chiesa sia avvenuta in quella occasione. Però la notevole stratificazione di limo, ritrovato durante gli scavi all'interno della chiesa, lascia supporre che la stessa non fosse più officiata da tempi precedenti alla sua distruzione a causa delle frequenti esondazioni del fiume Adda.

L'interno dell'attuale Santuario con il caratteristico doppio altare. La seconda chiesa sorge sopra le rovine della prima, secondo una pianta rettangolare che probabilmente sfrutta le strutture appartenute al castello duecentesco. Nell'aprile 1480 l'eremita jacomino (giacomino), con l'intento di recuperare al culto la vecchia chiesa dopo più di un secolo di abbandono, vi scoprì un lavello contenente "un corpo desfatto" che, rimosso, lasciò sgorgare acqua da subito ritenuta miracolosa. A seguito dei numerosi miracoli si decise per la costruzione di una seconda chiesa più grande con la costruzione di vasche in cui immergere i malati. Le vasche sono ancora visibili sotto il pavimento vicino agli altari, sopra le quali si cammina grazie a una vetrata.<br /><br />Nel 1486 risultano già presenti i padri Servi di Maria la cui nomina ufficiale avverrà nel 1490.<br /><br />La seconda chiesa fu ampliata nel 1582 con conclusione dei lavori nel 1589. Essa era ormai diventata insufficiente ad accogliere i fedeli che sempre più numerosi arrivavano al Santuario di Santa Maria del Lavello.<br />Fu costruito così un secondo altare, quello di destra sulla foto. Il primo altare a sinistra è dedicato alla crocifissione (seconda chiesa), mentre il nuovo altare aggiunto sulla destra della foto è dedicato ai santi Agata, Fermo e Apollonia. Il doppio altare è l'elemento maggiormente caratterizzante di questa chiesa.<br /><br />Con la costruzione della terza chiesa si inglobò nel pavimento il pozzo e le due vasche in cui i devoti si immergevano. Venne realizzata una terza vasca, decorata e comunicante con l'esterno. Il tutto ancora ben visibile sul posto.

Sulla parete centrale del primo altare di sinistra appare l'affresco della Crocifissione un dipinto di Giovanni de Tornelli (probabilmente). Ai piedi della croce è visibile un cartiglio recante la data "29 novembre 1487".<br />Mentre nelle nicchie prospettiche, sulle pareti, sono rappresentati rispettivamente da sinistra a destra: San Gottardo, Sant'Andrea, San Dionigi e San Pietro Martire.

Nel secondo altare di destra (il più recente, quello della terza chiesa ampliata) abbiamo un dipinto d'olio su tela raffigurante Sant'Agata, San Fermo e Sant'Apollonia. L'autore è Antonio Maria Caneva detto il Porlezzino (1608).<br /><br />Mentre nella lunetta in alto appare l'Assunzione di Maria Vergine in Cielo, affresco di epoca seicentesca.<br /><br />Nella nicchia prospettica di sinistra del quadro è rappresentato il Beato Bonaventura da Pistoia, mentre alla destra di chi guarda è affrescato il Beato Francesco da Siena.

Non ci si può sbagliare l'affresco rappresenta San Rocco. Classici i segni dell'iconografia il bastone, la mano che indica la piaga sul ginocchio e il cane che porta il panino al Santo. Protettore degli appestati e dei pellegrini.

L'affresco della "Madonna in Trono con Bambino e Donatori" risalente alla fine del 1.400 (ex-voto). Dall'iscrizione posta sul lato superiore si pensa di poter leggere "Francesco Maria Gratarollo... valsaxino f.f.".<br /><br />L'affresco è posto a lato del pulpito di lettura e appare come uno dei più belli e preziosi risalendo al lontano 1.400 d.c.

Antica scritta affrescata per le libere offerte.

La parte superiore dei due altari più recente.

Accanto al Santuario troviamo l'Osteria Marasca, più in là verso il lago il Ristorante Lavello. I luoghi dove poter fare una sosta di mezzogiorno e pranzare non mancano. Ci troviamo proprio accanto al Santuario di Santa Maria del Lavello.

Lungo il fiume Adda alcuni massi offrono riposo ad un airone cenerino meglio visibile nella prossima foto.

Un airone cenerino riposa sulle rocce lungo il fiume Adda.

Lo splendore del fiume Adda visto dal ponte pedonale di attraversamento. Sullo sfondo il Monte Barro a sinistra e il gruppo delle Grigne a destra. Fino a questo punto abbiamo camminato verso sud rimanendo sulla sponda sinistra del fiume ora passiamo sul lato opposto e camminando sempre verso sud proseguiamo sulla sponda destra.

Il Ponte Cesare Cantù finito di costruire nel 2010 è una struttura strallata di calcestruzzo armato faccia a vista e acciaio; collega i Comuni di Olginate e Calolziocorte

Il fiume Adda ospita una ricca varietà di fauna. Camminare lungo le sue sponde significa immergersi in un'esperienza unica per chi ama la natura.

Oggi il fiume Adda può essere considerato a buon dire un fiume dalle acque pulite e trasparenti.

Giochi di luce. Molte piante dall'aspetto maestose si affacciano lungo le sponde del fiume. L'alzaia del fiume per lo più risulta protetta dai raggi solari. Ciò rende le passeggiate lungo l'Adda piacevoli anche durante i mesi più soleggiati.

I colori e la natura lussureggiante intorno al fiume Adda. Continuiamo a camminare verso sud lungo l'alzaia. Destinazione Milano.

Il fiume scorre placido verso sud fino ad incontrare il Po. Tutta questa parte del fiume è navigabile e non di rado si vedono piccole imbarcazioni percorrerla.

Di nuovo una dimostrazione della trasparenza delle acque del fiume Adda. Un fiume che è tornato a godere di buona salute grazie a una rinnovata sensibilità ecologica.

Un'ampia veduta dell'ampia zona di verde che circonda il fiume Adda.

Airuno. Nei pressi di Airuno s'incontra un'ampia area recintata dedicata ai camminatori.

L'area presenta diverse panchine, scivoli e altalene per i ragazzi. Comodissima anche la presenza di una fontana per attingere acqua fresca.

Un esempio di come appare l'alzaia lungo il fiume Adda in questa zona. Un dolce sterrato da percorrere con spirito d'osservazione rivolto alla fauna che lo circonda.

La "caretera del diablo". Questo è un ampio tratto di sterrato completamente esposto al sole che precede l'arrivo al paese di Brivio.

I colori di questro tratto. Gli ampi terreni che lo circondano.

Spesso lungo il fiume Adda si cammina in silenzio con unico sottofondo il rumore della natura.

Non di rado piccoli aerei sorvolano questa zona di spazio aereo.

Al termine del lungo tratto esposto al sole giungiamo al centro abitato di Brivio, nota località turistica lungo il fiume Adda. A Brivio troviamo ampie possibilità di ristoro con la presenza di ottime gelaterie.

Le imbarcazioni sulle sponde del paese di Brivio. Sullo sfondo il famoso ponte di Brivio sull'Adda.

Il molo consente una piacevole passeggiata. In questa zona sono presenti gelaterie e zone di ristoro.

Calipso. Rinomata la navigabilità dell'Adda in questo lungo tratto del fiume.

Sull'altra sponda dell'Adda nei pressi di Brivio.

Il ponte sull'Adda di Brivio. Ponte nevralgico per il traffico della zona.

Formazione di cigni in navigazione sull'Adda.

Nei pressi del ponte di Brivio una formazione di cigni nuota.

Il fiume Adda all'uscita di Brivio in direzione verso sud.

Un'imbarcazione a motore risale il fiume Adda.

Il traghetto di Leonardo da Vinci sul fiume Adda a Imbersago.

Leonardo da Vinci studiò a lungo il progetto del traghetto nel periodo che passò a lavorare per Ludovico il Moro, signore di Milano. In seguito ai suoi studi, disegnò un traghetto uguale in tutto e per tutto a quello esistente tuttora ad Imbersago. Gli studi vennero effettuati dall'inventore durante il proprio soggiorno a Vaprio d'Adda sotto al Girolamo Melzi, negli anni 1506-1507; il disegno che ne risultò, datato 1513, è stato incluso nel Codice Windsor e viene conservato nell'omonimo castello in Inghilterra. Il famoso disegno del "porto della Canonica di Vaprio" raffigura il traghetto (detto "porto") vincolato ad una fune.

Il traghetto, costituito da due barconi affiancati e fissati tra loro, sormontati da una piattaforma in ferro provvista di una guardiola a pianta esagonale, è in grado di portare due automobili e numerose persone; è utilizzabile a semplice richiesta e il pedaggio è particolarmente contenuto.<br /><br />Il principio di funzionamento del traghetto è molto semplice: la corrente dell’acqua, garantisce la propulsione del natante, che agisce su un grande timone fisso posto a prua tra i due scafi, mentre a poppa ne troviamo un altro ed è manovrato dal conducente. La corrente del fiume contrastata mediante una fune guida tesa tra le due sponde, è la spinta e rimane solo la spinta trasversale che muove alternativamente l’imbarcazione tra una sponda e l’altra. Più forte è la corrente, maggiore risulta la velocità del traghetto. Solo in caso di acqua praticamente ferma si rende necessario l’intervento dell’uomo, che tramite un bastone in ferro aiuta manualmente il traghetto ad attraversare il fiume.

Il traghetto attraversa l’Adda e collega la sponda bergamasca di Villa d’Adda a quella lecchese di Imbersago. In questa foto il traghetto sta avvicinandosi alla sponda bergamasca di Villa d'Adda.

Nei pressi una bella sorpresa: "Prendi e lascia un libro".

Il traghetto leggermente spinto a mano dalla conducente tramite un'asta che fa presa su di una fune in metallo che attraversa il fiume Adda: la corrente del fiume fa il resto.

Saliamo verso i parcheggi del traghetto di Imbersago per raggiungere la provinciale che porta al Santuario della Madonna del Bosco. Una lunga striscia pedonabile e un lungo marciapiede ci accompagnano ai piedi della scalinata del Santuario Mariano.

Una mucca colorata in primo piano, sullo sfondo Villa d'Adda con la villa omonima. Quella è l'altra sponda del fiume Adda.

Eccoci alla meta finale di oggi. La lunga scalinata che porta al Santuario della Madonna del Bosco.

Il Santuario della Madonna del Bosco. Un luogo a cui sono affezionato per le tante visite fatte in bicicletta da casa.

La statua dedicata a Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli detto il Papa Buono nato a Sotto il Monte un paesino bergamasco poco lontano da qui.

Nella grotta del Santuario della Madonna del Bosco.

All'interno della grotta del Santuario ai piedi del medesimo, al termine della scalinata. Qui è presente la fonte d'acqua.

Villa d'Adda così come compare dal Santuario della Madonna del Bosco.

La lunga scalinata che porta al Santuario dalla provinciale su cui si staglia l'ombra del campanile.

L'entrata principale al Santuario della Madonna del Bosco. La scritta recita: "Abbiate ogni speranza voi che entrate".

Il campanile del Santuario della Madonna del Bosco.

Uno sguardo verso il Resegone e Valcava con i suoi ripetitori.

Il bel Santuario della Madonna del Bosco con la strada che prosegue alla sue spalle.

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Lecco - Imbersago (Madonna del Bosco). Sentiero di Leonardo. Destinazione Milano / tappa 06.

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