Corno di Gesero (2227 m) e Cima delle Cicogne (2201 m) – Bike & Hike
|
||||||||||||||||||||||||||
Finalmente è arrivato il giorno per tentare la salita al Corno di Gesero, una cima visibile persino dall’autostrada, scendendo dal Monte Ceneri verso Bellinzona.
Il toponimo “gesero” deriva dalla parola dialettale “gesa”, chiesa, con riferimento alle proprietà boschive, in quella zona, delle varie parrocchie della valle. Per contro, il termine “corno”, al contrario della Svizzera interna (Horn), è molto raro in Ticino, le località che lo annoverano si contano sulle dita di una mano.
Quanto al toponimo Cima delle Cicogne, non si può escludere il riferimento diretto ai trampolieri, osservati su queste cime durante la migrazione, prima della sosta alle Bolle di Magadino. Escluderei il riferimento al braccio orizzontale girevole, detto “scigögna”, che serviva per mettere e togliere, senza troppo sforzo, la caldaia dal fuoco.
Inizio dell’escursione: ore 8.05
Fine dell’escursione: ore 14.40
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1022 hPa
Temperatura alla partenza: 14°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3600 m
Temperatura al rientro: 22,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.48
Sveglia alle 5:45, partenza da casa alle 6:47, arrivo a Vif (977 m), dopo 68,2 km, alle 7:50, inizio dell’escursione alle 8:05.
È una domenica di sole con temperatura mite. Raggiunta la località mesolcinese di Roveredo, percorro in auto la lunga e stretta strada del Monte Laura fino al bivio per la diga Roggiasca, in località Monti di Vif (977 m). La cima che desidero raggiungere è ben visibile e mostra il suo versante roccioso. Alle 8:05 inizio l’impegnativa salita con la mtb sulla stradina asfaltata, ancora deserta. Stranamente oggi non ci sono i “fungiatt”, nemmeno più in alto, dove inizia la pineta. All’imbocco della Galleria de Trii accendo le luci. L’illuminazione, offerta dalla “Pedalata popolare Rorè-Laura”, rimane attiva solo per pochi secondi, poi diventa buio pesto, per tutti i 140 m del tunnel. Forse, il pannello solare che alimenta l’impianto necessita di qualche ora di esposizione al sole prima di diventare funzionante. In 25 minuti arrivo al Monte Laura (1372 m) e dopo un’ora dalla partenza pervengo all’Alpe di Cadinello (1827 m), un corte dell’Alpe Gesero, nel territorio comune di Arbedo-Castione.
Davanti alla Galleria Cadolcia ci sono alcune auto posteggiate. Cerco un luogo appartato dove poter lasciare la bici, possibilmente all’ombra. Lo trovo vicino alla baita posta più ad ovest dell’alpeggio. Alle 9:20 inizio la camminata, nella Valle di Cadino, seguendo una traccia di sentiero, priva di segnaletica, sull’erba bagnata dalla rugiada, che si inoltra in un bosco rado di larici. Il tintinnio di campanacci preannuncia la presenza di bovini; si tratta di mucche scozzesi, che pascolano pacifiche in un bellissimo paesaggio al limite superiore della foresta. In questa zona è stata accertata più volte la presenza di lupi. Sarebbe bello fotografarli (da lontano) ma non li vedo né li sento. Dopo cinquecento metri di cammino, il sentiero, ora più evidente, compie un ampio semicerchio in senso orario, in direzione degli spuntoni rocciosi che indicano l’inizio della cresta NW del Corno di Gesero. La raggiungo a circa 2020 m di quota, quindi il tracciato continua sul filo di cresta. Presto devo riporre i bastoncini nello zaino, in quanto per superare i risalti rocciosi devo aiutarmi con le mani. Il lato est del crinale precipita con placche rocciose, ad ovest il fianco, pure molto ripido, è prevalentemente erboso. Mi chiedo perché non abbiano tracciato il sentiero un po’ più a destra, ad almeno tre metri dal filo di cresta, e non sull’orlo dei precipizi; forse ci sarà un motivo, che comunque mi sfugge.
La vetta è visibile già un quarto d’ora prima di raggiungerla. Colpisce il manufatto in cemento armato, un ripetitore per le telecomunicazioni, che regge quattro grandi antenne paraboliche. È stato costruito a due passi dal culmine. Stride con la discreta croce lignea, infissa nell’omino di vetta. Dopo 1 h e 5 min di cammino, arrivo con grande soddisfazione sulla cima del Corno di Gesero (2227 m).
Nel frattempo, da sud si sono alzati dei cumuli che oscurano il sole. Non preannunciano un imminente temporale, comunque dopo solo venti minuti di sosta riprendo il cammino in direzione della Cima delle Cicogne. I primi 200 m, fino al Pass dal Ratt, dove inizia il sentiero per l’Alpe d’Albion, non destano preoccupazioni. Per contro, più avanti incontro dei punti in cui occorre prestare la massima attenzione. Ho l’impressione che l’esile traccia di sentiero non sia molto frequentata. In un tratto di discesa, valuto che la difficoltà si alzi a T4.
Finalmente, l’ultima parte si sviluppa su un fianco erboso meno insidioso.
Il Corno di Gesero (2227 m) visto da sud
Là in basso, in zona Biscia, vedo per la prima volta la nuova Capanna Gesero, più lontano, nella foschia, si scorgono il Piano di Magadino e il Lago Maggiore.
A circa 2100 m trovo il comodo sentiero che in 300 m lineari mi permette di raggiungere l’ingombrante struttura militare della Cima delle Cicogne (2191 m). Inaspettatamente trovo pure il libro di vetta. Dalla grande terrazza di legno si vede bene la dorsale che collega il Corno di Gesero a questa cima.
In 20 min di tranquilla discesa raggiungo la località Biscia, dove è stata costruita la nuova Capanna Gesero (2002 m).
L’edificio, di color rosso mattone, non ancora inaugurato, è ubicato in bella posizione sulla via che conduce al Passo San Jorio. Purtroppo a pochi metri di distanza passa un elettrodotto ad alta tensione, che oltre allo sgradevole effetto visivo, produrrà, suppongo, anche un campo elettromagnetico.
Gradirei visitare il nuovo rifugio dell’UTOE Bellinzona, ma per entrare occorre digitare un codice d’accesso, che ovviamente non ho.
Alle tredici riprendo il cammino. In venti minuti arrivo alla vecchia Capanna Gesero (1772 m), inaugurata il lontano 22 settembre 1946, molto frequentata, soprattutto dai nostalgici, visto che alla fine di ottobre verrà chiusa definitivamente.
La strada che collega la capanna all’Alpe di Cadinello da poco è stata rimessa a nuovo ed è stata asfaltata. Qui incontro numerosi ciclisti, che compiono l’anello del Gesero. In 25 minuti, dalla vecchia capanna arrivo all’Alpe di Cadinello, dove riprendo la bici per la lunga discesa fino ai Monti di Vif.
Dopo una lunga attesa è arrivato il giorno della salita al Corno di Gesero, con la traversata alla Cima delle Cicogne. Entrambe le sommità sono violate da manufatti ingombranti, che sminuiscono il pathos, il coinvolgimento emotivo.
Intatta, per contro, è la soddisfazione per l’impresa sportiva, compiuta su sentieri non banali.
Tempo totale: 6 h 35 min
Tempi parziali
Vif (977 m) – Alpe di Cadinello (1827 m): 1 h (e-mtb)
Alpe di Cadinello (1827 m) – Corno di Gesero (2227 m): 1 h 05 min
Corno di Gesero (2227 m) – Cima delle Cicogne (2191 m): 1 h 25 min
Cima delle Cicogne (2191 m) – Nuova Capanna Gesero (2002 m): 20 min
Nuova Capanna Gesero (2002 m) – Vecchia Capanna Gesero (1772 m): 20 min
Vecchia Capanna Gesero (1772 m) – Alpe di Cadinello (1827 m): 25 min
Alpe di Cadinello (1827 m) – Vif (977 m): 35 min (e-mtb)
Dislivello in salita: 1471 m
Dislivello in discesa: 1489 m
Quota massima: 2227 m
Quota minima: 977 m
Sviluppo complessivo: 25,1 km
Difficoltà: T3+
Consumo batteria da 500 Wh: 56%
Copertura della rete cellulare: Swisscom, diverse zone senza segnale
Coordinate Corno di Gesero: 730'691 / 116'298
Coordinate Cima delle Cicogne: 731'299 / 115'555
Libro di vetta: sì.
Kommentare (6)