Bishorn 4153 m - ascesa solitaria per il mio primo 4000
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Era tempo anche per me di toccare i 4000 e ho scelto il Bishorn. È come un' Adula ma più grande. È tecnicamente facile e fattibile in giornata. Almeno questo era ciò che mi aveva detto Daniele, l'amico che mi ha consigliato di andare a Zinal, dormire in macchina qualche ora e da lì conquistare la vetta.
L'ho preso alla lettera e con in miei tempi ho portato a termine quanto mi ero prefissato.
Ringrazio il Bishorn, una bellissima montagna che si è prestata ad essere il mio primo 4000 e si è lasciata scalare senza darmi problemi, in una giornata dalle condizioni assolutamente perfette. Scendendo dalla Tracuit mi sono commosso guardando la maestosa cima. Per me è stato un giorno importante.
In breve
Sono salito sul Bishorn partendo da Zinal alle 03.30 del mattino. Ho seguito il sentiero per la capanna Tracuit. Ho percorso la facile via normale del ghiacciaio Turtmann raggiungendo la vetta in 8h e 40 min, pause incluse. Ritornato dalla stessa via ho avuto qualche problema con la quota.
Video
[/drive.google.com/file/d/1CFarzltIDxzgtYjdszvu1M-wvRXz4DHr/v...]
Avvicinamento
Il giorno prima esco dal lavoro presto e alle 17.30 mi avvio da Lugano, tappa in autogrill per una cena veloce. Non trovo pasta o risotto. Ma rimedio una pinza e dei biscotti così ho il carburante. Percorro il passo della Novena e scendo in Vallese. Arrivo alle 22.00 a Zinal (un po' in ritardo per i vari cantieri) e trovo un parcheggio (superata la prima parte del centro abitato sulla strada principale) che mi costa 5 franchi per le 24 ore. Ho la macchina grande di mia sorella così posso dormire. Sveglia alle 02.50. Colazione e partenza alle 03.30. Il buio mi regala un cielo stellato che raramente posso osservare in Ticino.
Il giorno prima sono stato agitato. Avevo adrenalina in corpo. Stavo lasciando la mia comfort zone.
Ascesa al Bishorn
Nel freddo della notte mi avvio con uno zaino bello carico. Almeno 4 litri di liquidi, 2 pranzi, vestiti invernali, ramponi. Ma non solo: sono carico di aspettative, di curiosità. Seguo una traccia gps di hikr (
zar) e individuo nella parte alta del villaggio le indicazioni per la Tracuit. Il sentiero è un T3 che presenta un unico passaggio difficile proprio poco prima della capanna stessa. Fino a quota 1700 si costeggia sulla sinistra l'ultimo gruppo di abitazioni del villaggio di Zinal, poi si attraversa il torrente di Tracuit e si risale dai boschi in direzione sud-est. C'è un lungo traverso pianeggiante e poi si attraversa una bocchetta a quota 2477 m. Da qui la Tracuit è visibile ma non vicinissima. Il sentiero risale la vallata dapprima su erba e poi su rocce. Intanto albeggia e alle 08.00 mi avvicino al passaggio più difficile. Si tratta di un risalto roccioso da arrampicare. Sarà un grado uno, si devono usare le mani ed è presente una catena per aiutarsi. Non è nulla di complicato o pericoloso ma richiede un minimo di abilità (dote sottintesa per chi si muove a quelle quote).
La Capanna Tracuit sorge in un luogo peculiare. Lungo una dorsale rocciosa che divide il ghiacciaio Turtmann (nell'omonima valle) dalla Val Anniviers. Sembra incastonata nella roccia e domina la vallata. Abbagliato dal sole la raggiungo scendendo dalla dorsale rocciosa e mi prendo la prima pausa di 15 minuti. Piccolo snack e scambio di messaggi con chi mi segue da casa.
Riparto avvicinandomi al ghiacciaio. Raggiungo il ghiaccio dalle rocce moreniche superando un dosso sormontato da una croce. Si perde qualche metro di quota.
Il ghiacciaio è inizialmente pianeggiante per circa un chilometro. Mi avvicino al costone NW e salto via circa 5 crepacci di piccola dimensione visibili. Quindi a sinistra del costone la via procede in salita costante. La traccia è evidente. Ci sono altri alpinisti per lo più francesi o tedeschi. La maggior parte sta tornando.

Lungo il ghiacciaio vista a NW a quota 3700 circa
Procedo dritto verso est e poi a quota 3700 m piego a sud-est. A 3800 m sento la stanchezza bussare e mi prendo una red-bull. Speravo nello sprint finale ma "tanto sprint non è stato". Riesco lo stesso con lentezza a portarmi alla base della crestina finale. Qui incontro una ragazza francese e con lei conquisto la vetta alle 12.10. L'accesso alla cresta ha una minima esposizione verso NW, è l'unico punto in cui ho piantato la piccozza nella neve, giusto per sentirmi più sicuro. La vetta è ampia.
Sono estasiato. La ragazza vola via subito con il parapendio (era reale perché le ho fatto una foto).
È la prima volta che vedo il Monte Bianco con i miei occhi. Particolare anche la visione del Weisshorn. Sento voci arrivare da lassù. Sono quattro francesi che incontrerò dopo.
Mi fermo a mangiare. Le condizioni meteo sono perfette. Non un filo di vento.

La vetta e dietro il Weisshorn
La discesa non facile per il mal di montagna
Non me l'aspettavo ma in effetti ho sempre superato i 3000 per poco tempo, forse 2 o 3 ore al massimo e solo una volta per più tempo sopra i 3400 m (Monviso). Qui invece sono oltre i 4000 m e sono trascorse già 5 ore da quando ho oltrepassato la soglia dei 3000 m. Inoltre ho dormito poco, ho lavorato intensamente i 5 giorni precedenti e sono partito da quota 1600 m.
Ho imparato qualcosa di nuovo: forse per i 4000 devo prendermi più tempo e più cura del corpo. L'ho un po' stressato.
Fin qui tutto bene. Tranne la normale fatica associabile alle mie uscite impegnative.
Lascio la vetta e discendo la breve crestina, tenendomi con la piccozza. Poi affronto la semplice discesa alla Tracuit. Per chi ama l'alta montagna cosa c'è di meglio di una discesa di questo tipo in una giornata perfetta? In teoria al mondo solo poche cose.
Ma inizio ad avere sonno. Debolezza e nausea. Mi si chiudono gli occhi. Il pranzo lo sento pesare.
Prendo un'aspirina e degli elettroliti. Non sono disidratato. Ho bevuto tanto. Mi concedo allora un sonnellino di 10 minuti sul ghiacciaio. Le condizioni meteo e la vicinanza del rifugio mi consentono di riposare senza rischiare di essere ritrovato tra 3000 anni. In un altro contesto non mi sarei mai concesso una pausa così. D'altronde mi stavo addormentando in piedi. Mi svegliano i francesi in arrivo dal Weisshorn. Si accertano che io stia bene. Loro invece sì che sono stremati! Ma viaggiano comunque veloci. Li seguo per un po' ma poi li lascio andare. Sono troppo rallentato. Con calma ma soffrendo mi trascino alla Tracuit. Non senza scattare molte fotografie (altro elemento di rallentamento). Il sole scotta, sono stanco e debolissimo. Qualsiasi cosa mi costa uno sforzo enorme. Togliere gli scarponi per entrare a prendere una birra è un'impresa e quando scopro che è caldamente raccomandato brontolo tra me e me.
Non rinuncio al mio mezzo di birra tuttavia.
Mi riprendo rapidamente soltanto sotto i 3000 m. Lascio la Tracuit alle 16.30 e raggiungo Zinal alle 18.30. Il sentiero è il medesimo del mattino. Questa volta però è giorno.
Il mal di testa ritorna prepotentemente. Mangio qualcosa per assumere un'aspirina con grande beneficio. Ho di nuovo la forza e la lucidità per tornare a casa. Con la compagnia di 2 autostoppisti in arrivo anche loro da una cima della zona.

La capanna Tracuit
Grande soddisfazione ma il giorno dopo sono un mollusco insignificante che si sposta per casa senza uno scopo preciso.
L'ho preso alla lettera e con in miei tempi ho portato a termine quanto mi ero prefissato.
Ringrazio il Bishorn, una bellissima montagna che si è prestata ad essere il mio primo 4000 e si è lasciata scalare senza darmi problemi, in una giornata dalle condizioni assolutamente perfette. Scendendo dalla Tracuit mi sono commosso guardando la maestosa cima. Per me è stato un giorno importante.
In breve
Sono salito sul Bishorn partendo da Zinal alle 03.30 del mattino. Ho seguito il sentiero per la capanna Tracuit. Ho percorso la facile via normale del ghiacciaio Turtmann raggiungendo la vetta in 8h e 40 min, pause incluse. Ritornato dalla stessa via ho avuto qualche problema con la quota.
Video
[/drive.google.com/file/d/1CFarzltIDxzgtYjdszvu1M-wvRXz4DHr/v...]
Avvicinamento
Il giorno prima esco dal lavoro presto e alle 17.30 mi avvio da Lugano, tappa in autogrill per una cena veloce. Non trovo pasta o risotto. Ma rimedio una pinza e dei biscotti così ho il carburante. Percorro il passo della Novena e scendo in Vallese. Arrivo alle 22.00 a Zinal (un po' in ritardo per i vari cantieri) e trovo un parcheggio (superata la prima parte del centro abitato sulla strada principale) che mi costa 5 franchi per le 24 ore. Ho la macchina grande di mia sorella così posso dormire. Sveglia alle 02.50. Colazione e partenza alle 03.30. Il buio mi regala un cielo stellato che raramente posso osservare in Ticino.
Il giorno prima sono stato agitato. Avevo adrenalina in corpo. Stavo lasciando la mia comfort zone.
Ascesa al Bishorn
Nel freddo della notte mi avvio con uno zaino bello carico. Almeno 4 litri di liquidi, 2 pranzi, vestiti invernali, ramponi. Ma non solo: sono carico di aspettative, di curiosità. Seguo una traccia gps di hikr (

La Capanna Tracuit sorge in un luogo peculiare. Lungo una dorsale rocciosa che divide il ghiacciaio Turtmann (nell'omonima valle) dalla Val Anniviers. Sembra incastonata nella roccia e domina la vallata. Abbagliato dal sole la raggiungo scendendo dalla dorsale rocciosa e mi prendo la prima pausa di 15 minuti. Piccolo snack e scambio di messaggi con chi mi segue da casa.
Riparto avvicinandomi al ghiacciaio. Raggiungo il ghiaccio dalle rocce moreniche superando un dosso sormontato da una croce. Si perde qualche metro di quota.
Il ghiacciaio è inizialmente pianeggiante per circa un chilometro. Mi avvicino al costone NW e salto via circa 5 crepacci di piccola dimensione visibili. Quindi a sinistra del costone la via procede in salita costante. La traccia è evidente. Ci sono altri alpinisti per lo più francesi o tedeschi. La maggior parte sta tornando.

Lungo il ghiacciaio vista a NW a quota 3700 circa
Procedo dritto verso est e poi a quota 3700 m piego a sud-est. A 3800 m sento la stanchezza bussare e mi prendo una red-bull. Speravo nello sprint finale ma "tanto sprint non è stato". Riesco lo stesso con lentezza a portarmi alla base della crestina finale. Qui incontro una ragazza francese e con lei conquisto la vetta alle 12.10. L'accesso alla cresta ha una minima esposizione verso NW, è l'unico punto in cui ho piantato la piccozza nella neve, giusto per sentirmi più sicuro. La vetta è ampia.
Sono estasiato. La ragazza vola via subito con il parapendio (era reale perché le ho fatto una foto).
È la prima volta che vedo il Monte Bianco con i miei occhi. Particolare anche la visione del Weisshorn. Sento voci arrivare da lassù. Sono quattro francesi che incontrerò dopo.
Mi fermo a mangiare. Le condizioni meteo sono perfette. Non un filo di vento.

La vetta e dietro il Weisshorn
La discesa non facile per il mal di montagna
Non me l'aspettavo ma in effetti ho sempre superato i 3000 per poco tempo, forse 2 o 3 ore al massimo e solo una volta per più tempo sopra i 3400 m (Monviso). Qui invece sono oltre i 4000 m e sono trascorse già 5 ore da quando ho oltrepassato la soglia dei 3000 m. Inoltre ho dormito poco, ho lavorato intensamente i 5 giorni precedenti e sono partito da quota 1600 m.
Ho imparato qualcosa di nuovo: forse per i 4000 devo prendermi più tempo e più cura del corpo. L'ho un po' stressato.
Fin qui tutto bene. Tranne la normale fatica associabile alle mie uscite impegnative.
Lascio la vetta e discendo la breve crestina, tenendomi con la piccozza. Poi affronto la semplice discesa alla Tracuit. Per chi ama l'alta montagna cosa c'è di meglio di una discesa di questo tipo in una giornata perfetta? In teoria al mondo solo poche cose.
Ma inizio ad avere sonno. Debolezza e nausea. Mi si chiudono gli occhi. Il pranzo lo sento pesare.
Prendo un'aspirina e degli elettroliti. Non sono disidratato. Ho bevuto tanto. Mi concedo allora un sonnellino di 10 minuti sul ghiacciaio. Le condizioni meteo e la vicinanza del rifugio mi consentono di riposare senza rischiare di essere ritrovato tra 3000 anni. In un altro contesto non mi sarei mai concesso una pausa così. D'altronde mi stavo addormentando in piedi. Mi svegliano i francesi in arrivo dal Weisshorn. Si accertano che io stia bene. Loro invece sì che sono stremati! Ma viaggiano comunque veloci. Li seguo per un po' ma poi li lascio andare. Sono troppo rallentato. Con calma ma soffrendo mi trascino alla Tracuit. Non senza scattare molte fotografie (altro elemento di rallentamento). Il sole scotta, sono stanco e debolissimo. Qualsiasi cosa mi costa uno sforzo enorme. Togliere gli scarponi per entrare a prendere una birra è un'impresa e quando scopro che è caldamente raccomandato brontolo tra me e me.
Non rinuncio al mio mezzo di birra tuttavia.
Mi riprendo rapidamente soltanto sotto i 3000 m. Lascio la Tracuit alle 16.30 e raggiungo Zinal alle 18.30. Il sentiero è il medesimo del mattino. Questa volta però è giorno.
Il mal di testa ritorna prepotentemente. Mangio qualcosa per assumere un'aspirina con grande beneficio. Ho di nuovo la forza e la lucidità per tornare a casa. Con la compagnia di 2 autostoppisti in arrivo anche loro da una cima della zona.

La capanna Tracuit
Grande soddisfazione ma il giorno dopo sono un mollusco insignificante che si sposta per casa senza uno scopo preciso.
Tourengänger:
Michea82

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